Soffia il vento del cambiamento, sul tetto di una cascina del Kansas, ma non si tratta di una canzone degli Scorpions. Dentro vi vive una ragazzina che si chiama Dorothy. I suoi Stati Uniti sono in bianco e nero, adesso. Da qualche adulto ha sentito parlare di recessione e anche se non sa bene di cosa si tratti non le è sembrata una bella parola. “Sarebbe fantastico andare oltre l’arcobaleno,” pensa Dorothy mentre si gode il vento sulla faccia. “Passare da questo mondo in bianco e nero a uno a colori.”
Eppure c’è qualcosa che non va in tutta quest’aria. Più che un vento è un uragano. Dorothy è già scampata a Katrina e adesso che si è rifugiata dagli zii in Kansas ha paura che succeda di nuovo. Il tornado arriva. La sua casa viene sradicata.
Dorothy sviene, e quando si desta nel suo lettuccio vede che si trova proprio nell’occhio del ciclone. Quando la casa smette di girare e girare, Dorothy esce e non trova il b/n del Kansas, ma un paese pieno di colori. Un popolo di piccole persone che mai ha visto prima le balla intorno piena di gioia, cantando: “Ding dong the wicked witch is dead, la strega cattiva è morta.”
Dorothy si accorge che sotto la sua casa giace un corpo senza vita.
“Ha ucciso il nostro vecchio mago, George W. Un hurrah per la ragazza caduta dal cielo!” viene festeggiata.
“Oh, ma povero! Non era mia intenzione…” si rammarica lei.
“No!” la interrompe una della piccole persone. “Erano otto anni che ci opprimeva con la sua deregulation economica, per non parlare della situazione ambientale e della guerra al paese vicino e…”
“Ok, ok”, stavolta è Dorothy che lo interrompe. “Ho capito, ho fatto solo bene a schiacciarlo. Però io adesso voglio tornare a casa, mi mancano i miei zii,” si mette a piagnucolare da bambina quale ancora è.
“Seguendo il sentiero dorato arriverai dal Mago di O. Lui ti darà l’aiuto che cerchi.”
Dorothy prende il sentiero giallo, fiduciosa di trovare la strada di casa grazie a questo fantomatico mago. Dopo un lungo camminare incontra uno spaventapasseri che inizia a parlare: “Devi andare di qua. O forse devi andare di là. Scegliere la strada di chi ti ha preceduto o intraprenderne una tutta nuova?”
“Hey: ma tu parli!” esclama Dorothy stupita.
“Io non ho cervello, solo paglia,” replica lo spaventapasseri.
“E come fai a parlare se non hai il cervello?”
“Ah, non ne ho idea. Ma c’è un mucchio di gente senza cervello che chiacchiera sempre.”
“Hai ragione. Beh, comunque potresti venire con me dal Mago di O, lui forse potrà darti un cervello.” D’un tratto arrossisce: “Ma che maleducata che sono, non mi sono ancora presentata: io sono Dorothy. Tu come ti chiami?”
“John McCain,” replica lo spaventapasseri.
Mentre si dirigono per il sentiero, Dorothy e John incontrano una donna di latta: “E tu chi sei?” chiede Dorothy, curiosa.
“Sssss” sibila la donna di latta, senza riuscire a parlare. Dorothy allora le dà un po’ di olio e la donna finalmente risponde: “Sono Sarah Palin. Vengo dall’Alaska e spacco il culo a tutti: neri, musulmani o alci, per me non fa nessuna differenza.”
“Oh!” esclama Dorothy. “Ma sei proprio senza cuore…”
“Già,” risponde la donna di latta. “Io non ho un cuore.”
“Allora vieni con noi dal mago di O,” la invita Dorothy. “Lui te ne darà uno.”
Proseguendo sul sentiero dorato, il singolare trio si imbatte in un leone. “Awwwrrr” ruggisce, senza suscitare in loro spavento alcuno. La donna di latta però ha già imbracciato il suo fucile e sta per premere il grilletto.
“Aspetta! Non uccidiamolo,” grida Dorothy. “Questo leone non può far del male a nessuno: sembra aver paura della sua stessa ombra.”
“Già,” fa il leone. “Una volta suscitavo una gran paura, ma poi si sono tutti presi male per il surriscaldamento globale e adesso per la crisi finanziaria. Nessuno oramai teme più me, il grande Osama Bin Laden.”
“Chiiii???” fanno in coro lo spaventapasseri e la donna di latta.
“Vieni con noi dal mago di O,” gli suggerisce Dorothy. “Lui ti aiuterà a ritrovare il tuo coraggio perduto.”
I quattro camminano ancora. Al termine del sentiero dorato arrivano in una piazza piena di gente. C’è un’enorme folla che sta sentendo il comizio di un uomo di colore e lo sta acclamando: "O-O-O-O-Obama"
“Quello dev’essere il mago di O!” esulta Dorothy felice.
“Yes we can, il cambiamento è possibile,” sta spiegando il mago. “Si può passare da un mondo in bianco e nero a uno a colori: basta volerlo.”
Eppure c’è qualcosa che non va in tutta quest’aria. Più che un vento è un uragano. Dorothy è già scampata a Katrina e adesso che si è rifugiata dagli zii in Kansas ha paura che succeda di nuovo. Il tornado arriva. La sua casa viene sradicata.
Dorothy sviene, e quando si desta nel suo lettuccio vede che si trova proprio nell’occhio del ciclone. Quando la casa smette di girare e girare, Dorothy esce e non trova il b/n del Kansas, ma un paese pieno di colori. Un popolo di piccole persone che mai ha visto prima le balla intorno piena di gioia, cantando: “Ding dong the wicked witch is dead, la strega cattiva è morta.”
Dorothy si accorge che sotto la sua casa giace un corpo senza vita.
“Ha ucciso il nostro vecchio mago, George W. Un hurrah per la ragazza caduta dal cielo!” viene festeggiata.
“Oh, ma povero! Non era mia intenzione…” si rammarica lei.
“No!” la interrompe una della piccole persone. “Erano otto anni che ci opprimeva con la sua deregulation economica, per non parlare della situazione ambientale e della guerra al paese vicino e…”
“Ok, ok”, stavolta è Dorothy che lo interrompe. “Ho capito, ho fatto solo bene a schiacciarlo. Però io adesso voglio tornare a casa, mi mancano i miei zii,” si mette a piagnucolare da bambina quale ancora è.
“Seguendo il sentiero dorato arriverai dal Mago di O. Lui ti darà l’aiuto che cerchi.”
Dorothy prende il sentiero giallo, fiduciosa di trovare la strada di casa grazie a questo fantomatico mago. Dopo un lungo camminare incontra uno spaventapasseri che inizia a parlare: “Devi andare di qua. O forse devi andare di là. Scegliere la strada di chi ti ha preceduto o intraprenderne una tutta nuova?”
“Hey: ma tu parli!” esclama Dorothy stupita.
“Io non ho cervello, solo paglia,” replica lo spaventapasseri.
“E come fai a parlare se non hai il cervello?”
“Ah, non ne ho idea. Ma c’è un mucchio di gente senza cervello che chiacchiera sempre.”
“Hai ragione. Beh, comunque potresti venire con me dal Mago di O, lui forse potrà darti un cervello.” D’un tratto arrossisce: “Ma che maleducata che sono, non mi sono ancora presentata: io sono Dorothy. Tu come ti chiami?”
“John McCain,” replica lo spaventapasseri.
Mentre si dirigono per il sentiero, Dorothy e John incontrano una donna di latta: “E tu chi sei?” chiede Dorothy, curiosa.
“Sssss” sibila la donna di latta, senza riuscire a parlare. Dorothy allora le dà un po’ di olio e la donna finalmente risponde: “Sono Sarah Palin. Vengo dall’Alaska e spacco il culo a tutti: neri, musulmani o alci, per me non fa nessuna differenza.”
“Oh!” esclama Dorothy. “Ma sei proprio senza cuore…”
“Già,” risponde la donna di latta. “Io non ho un cuore.”
“Allora vieni con noi dal mago di O,” la invita Dorothy. “Lui te ne darà uno.”
Proseguendo sul sentiero dorato, il singolare trio si imbatte in un leone. “Awwwrrr” ruggisce, senza suscitare in loro spavento alcuno. La donna di latta però ha già imbracciato il suo fucile e sta per premere il grilletto.
“Aspetta! Non uccidiamolo,” grida Dorothy. “Questo leone non può far del male a nessuno: sembra aver paura della sua stessa ombra.”
“Già,” fa il leone. “Una volta suscitavo una gran paura, ma poi si sono tutti presi male per il surriscaldamento globale e adesso per la crisi finanziaria. Nessuno oramai teme più me, il grande Osama Bin Laden.”
“Chiiii???” fanno in coro lo spaventapasseri e la donna di latta.
“Vieni con noi dal mago di O,” gli suggerisce Dorothy. “Lui ti aiuterà a ritrovare il tuo coraggio perduto.”
I quattro camminano ancora. Al termine del sentiero dorato arrivano in una piazza piena di gente. C’è un’enorme folla che sta sentendo il comizio di un uomo di colore e lo sta acclamando: "O-O-O-O-Obama"
“Quello dev’essere il mago di O!” esulta Dorothy felice.
“Yes we can, il cambiamento è possibile,” sta spiegando il mago. “Si può passare da un mondo in bianco e nero a uno a colori: basta volerlo.”
“Sentirlo parlare è come assistere alla Storia nel suo svolgersi. E' un uomo così pieno di cervello, cuore e coraggio. Proprio quelle cose che a voi tre mancano.”
“Puah,” fa la donna di latta schifata. “Un mago di colore? Non esiste…”
“Io ho un sogno,” le replica Dorothy, “che i miei figli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno, oggi!”
“Tu stai sognando, Dorothy,” le fa la donna di latta.
“Starò anche sognando, ma potrebbe succedere realmente… Vero, Mago di O?”
“Dorothy stai sognando. Svegliati!” la voce non è più quella della donna di latta. È una voce che le sembra molto familiare. Un momento: è la voce di sua zia.
“Zia!” Dorothy si alza dal letto e va ad abbracciarla. “Ma per quanto tempo ho dormito?”
“Oh, mia cara, hai dormito per parecchi giorni. Eravamo molto preoccupati io e tuo zio.”
“Hey, ma quindi che giorno è oggi?” chiede Dorothy agitata.
“È il 4 novembre, cara.”
“Il 4 novembre???”
Dorothy si fionda ad accendere la tv. C’è un’edizione straordinaria del telegiornale. I candidati alle elezioni dentro lo schermo le sembrano così simili ai personaggi dentro il suo sogno. Alza il volume. Il mezzobusto sta annunciando: “E il nuovo presidente degli Stati Uniti è…”
“Puah,” fa la donna di latta schifata. “Un mago di colore? Non esiste…”
“Io ho un sogno,” le replica Dorothy, “che i miei figli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno, oggi!”
“Tu stai sognando, Dorothy,” le fa la donna di latta.
“Starò anche sognando, ma potrebbe succedere realmente… Vero, Mago di O?”
“Dorothy stai sognando. Svegliati!” la voce non è più quella della donna di latta. È una voce che le sembra molto familiare. Un momento: è la voce di sua zia.
“Zia!” Dorothy si alza dal letto e va ad abbracciarla. “Ma per quanto tempo ho dormito?”
“Oh, mia cara, hai dormito per parecchi giorni. Eravamo molto preoccupati io e tuo zio.”
“Hey, ma quindi che giorno è oggi?” chiede Dorothy agitata.
“È il 4 novembre, cara.”
“Il 4 novembre???”
Dorothy si fionda ad accendere la tv. C’è un’edizione straordinaria del telegiornale. I candidati alle elezioni dentro lo schermo le sembrano così simili ai personaggi dentro il suo sogno. Alza il volume. Il mezzobusto sta annunciando: “E il nuovo presidente degli Stati Uniti è…”
haahhahah really nice...
RispondiEliminabellissima! braco marco!
RispondiEliminae speriamo sia il mago di O.
^^ bella è dire poco Marco ... baci
RispondiEliminax una cazzata...un ragazzo...x me è da bambini arrabbiarsi x una kosa del genere cmq...ormai è andata kosì...
RispondiEliminache senso di liberazione. alla fine ha vinto prorpio lui. speriamo ci attendano tempi migliori.
RispondiEliminabeh tra parentesi. in furbizia questa volta gli americani ci hanno battuti. noi continuiamo a farci prendere per il naso dal nostro bel piazzista cappellone.
certo che le elezioni in americano hanno contagiato proprio tutti.. :)
RispondiEliminanon è Oz e non è O? cos'è?
RispondiEliminaora puoi completare lo spazio sui puntini con il nome del nuovo presidente...
^___^