“I nani. I nani sono dappertutto. Ci hanno circondati,” mi stava sussurrando Johnson, sputtacchiandomi nell’orecchio.
E io volevo dirgli “Guarda che tu non sei molto più alto di loro,” e invece gli ho detto: “Dobbiamo preparare un piano.”
“Una pozione?” mi ha chiesto.
“Non una pozione. Smettila con questa stupida fissa per la magia. Io parlo di un PIANO. Tipo quelli che studiano gli strateghi di guerra. I tizi che hanno attaccato l’Iraq secondo te non avevano preparato prima un piano ben preciso?”
“Sì-sì-sì,” balbettava lui. “I-i-immagino di sì-ì.” Johnson balbettava solo quando era davvero preoccupato. Cristo Santo, doveva aveva proprio un gran terrore di quei nani!
I nani malefici avevano cominciato a migrare quando la loro landa desolata era stata occupata dai gangsta di Harlem, a loro volta migrati perché… lasciamo perdere, questa è un’altra storia. Tornando ai nani, quei piccoli astuti conoscevano bene la dura legge di Darwin e allora preventivamente hanno deciso di disfare le loro minuscole tende e di mettersi a piccoli passi in cammino. È stato il grande esodo dei nani. Chiamarlo “piccolo esodo” per via della statura dei suoi protagonisti sarebbe un pochino irrispettoso. Il punto fondamentale a cui voglio arrivare comunque è: dove diavolo si erano andati a sistemare questi piccoli e teneri esseri? Ma sì, indovinato: proprio intorno al nostro villaggio. Il nostro bel villaggio di persone normali che per sedersi a tavola non hanno bisogno di un cuscino, o due. Quel genere di normalità.
“Idea!” il mio compare strillando istericamente ha interrotto il mio fluente flusso di pensieri. Sembrava veramente illuminato e aveva persino smesso con la balbuzie: “Che ne dici se facciamo un bel rito magico per allontare questi piccoli demoni?”
“Cooosa?” non potevo credere alle mie orecchie.
“Sì, una delle mie pozioni…” continuava Johnson.
“Smettila con la cazzo di magia!” ho ringhiato io, ormai al limite. “Ecco, mi hai fatto proprio perdere la pazienza. E lo sai cosa mi succede quando perdo la pazienza.”
“L-l-lo so,” ha balbettato lui.
Il mio corpo si stava trasformando. Di nuovo. Non riuscivo a controllarlo.
“Sì!” urlava contento il mio compare. La sua angoscia si era trasformata in gioia: “Questo è quello che volevo!”
Mi ero trasformato in un gigante. Capitava solo quando ero veramente infuriato.
“Adesso potrai sconfiggerli tutti. Maledetti nani, vi calpesterà come mmm…” c’ha pensato su due minuti buoni. “Nani. E-e-ecco, sì-ì. Vi calpesterà come nani,” ha concluso.
Odio quando divento un gigante. Sarà perché non mi sembra una cosa completamente normale e io non sopporto le cose non normali e anche tutte le donne che ho avuto non hanno mai accettato questa cosa molto bene. Può capitare che mi agito, divento un gigante e disintegro in un istante la loro camera da letto, se non l’intero palazzo. Sono cose di questo tipo che fanno scappare le donne a gambe levate, di solito. Una volta una ragazza mi ha scaricato perché diceva che mi puzzava l’alito. Mi sono sentito felice. È stata l’unica a non avermi mollato perché mi trasformo in questo essere gigantesco. Io non sono un mostro, ho pur sempre un cuore tenero. E allora come potevo calpestare tutti quei nanetti da giardino?
“Devi farlo,” mi incoraggiava Johnson. “È l’unico modo per salvare il villaggio dall’invasione, e tu lo sai.”
Già, io lo sapevo. Dovevo farlo ed ero deciso a farlo. Quando mia mamma diceva che da adulto sarei stato destinato a fare grandi cose, forse si riferiva a questo. O forse intendeva che ero destinato a diventare un “grande coso”?
“I nani. I nani sono dappertutto. Ci hanno circondati,” ripeteva il mio compare, isterico.
Allora ho fatto l’unica cosa che dovevo fare: sono andato verso di loro. Li guardavo dall’alto della mia mostruosa altezza e mi sembravano tutti intenti a ballare e a fare baldoria, non certo a preparare piani bellicosi e malvagi. Un gran frastuono proveniva dalle potenti casse hi-fi dei loro grossi stereo. Dovevano averli fregati ai gangsta arrivati da Harlem.
Welcome to the good life cantava Kanye da dentro lo stereo. Il ritmo era travolgente, i miei piedi cominciavano a danzare che neanche me n’ero accorto. Troppo figo, non riuscivo a fermarmi. “oooooh oooOOOH. SONO IL RE DELLA FESTA!” ho cominciato a urlare buttandomi eccitato in mezzo alla folla. Ho sentito bagnati i miei piedi danzanti ma non ci ho fatto caso. Ho continuato a ballare e a ballare e a ballare e a ballare. E a ballare.
Now throw your hands up in the sky! che groove, gente, non riuscivo a fermarmi. Il senso di bagnato ai piedi mi dava però troppo fastidio, così me li si sono guardati ed erano tutti rossi. Senza neanche rendermene conto avevo calpestato i simpatici nanetti ballerini. Li avevo sterminati tutti.
“Così si fa!” è arrivato Johnson dalle retrovie, applaudendomi. “E ora festeggiamo!” ha fatto ripartire la musica nello stereo e io ho ricominciato a ballare e a ballare e a ballare e a ballare senza sosta, fino a che, di nuovo, ho sentito i miei piedi bagnati. “Johnson dove sei finito? Jooohnson?” ho urlato, poi l’ho visto, schiacciato. Ooops…
E io volevo dirgli “Guarda che tu non sei molto più alto di loro,” e invece gli ho detto: “Dobbiamo preparare un piano.”
“Una pozione?” mi ha chiesto.
“Non una pozione. Smettila con questa stupida fissa per la magia. Io parlo di un PIANO. Tipo quelli che studiano gli strateghi di guerra. I tizi che hanno attaccato l’Iraq secondo te non avevano preparato prima un piano ben preciso?”
“Sì-sì-sì,” balbettava lui. “I-i-immagino di sì-ì.” Johnson balbettava solo quando era davvero preoccupato. Cristo Santo, doveva aveva proprio un gran terrore di quei nani!
I nani malefici avevano cominciato a migrare quando la loro landa desolata era stata occupata dai gangsta di Harlem, a loro volta migrati perché… lasciamo perdere, questa è un’altra storia. Tornando ai nani, quei piccoli astuti conoscevano bene la dura legge di Darwin e allora preventivamente hanno deciso di disfare le loro minuscole tende e di mettersi a piccoli passi in cammino. È stato il grande esodo dei nani. Chiamarlo “piccolo esodo” per via della statura dei suoi protagonisti sarebbe un pochino irrispettoso. Il punto fondamentale a cui voglio arrivare comunque è: dove diavolo si erano andati a sistemare questi piccoli e teneri esseri? Ma sì, indovinato: proprio intorno al nostro villaggio. Il nostro bel villaggio di persone normali che per sedersi a tavola non hanno bisogno di un cuscino, o due. Quel genere di normalità.
“Idea!” il mio compare strillando istericamente ha interrotto il mio fluente flusso di pensieri. Sembrava veramente illuminato e aveva persino smesso con la balbuzie: “Che ne dici se facciamo un bel rito magico per allontare questi piccoli demoni?”
“Cooosa?” non potevo credere alle mie orecchie.
“Sì, una delle mie pozioni…” continuava Johnson.
“Smettila con la cazzo di magia!” ho ringhiato io, ormai al limite. “Ecco, mi hai fatto proprio perdere la pazienza. E lo sai cosa mi succede quando perdo la pazienza.”
“L-l-lo so,” ha balbettato lui.
Il mio corpo si stava trasformando. Di nuovo. Non riuscivo a controllarlo.
“Sì!” urlava contento il mio compare. La sua angoscia si era trasformata in gioia: “Questo è quello che volevo!”
Mi ero trasformato in un gigante. Capitava solo quando ero veramente infuriato.
“Adesso potrai sconfiggerli tutti. Maledetti nani, vi calpesterà come mmm…” c’ha pensato su due minuti buoni. “Nani. E-e-ecco, sì-ì. Vi calpesterà come nani,” ha concluso.
Odio quando divento un gigante. Sarà perché non mi sembra una cosa completamente normale e io non sopporto le cose non normali e anche tutte le donne che ho avuto non hanno mai accettato questa cosa molto bene. Può capitare che mi agito, divento un gigante e disintegro in un istante la loro camera da letto, se non l’intero palazzo. Sono cose di questo tipo che fanno scappare le donne a gambe levate, di solito. Una volta una ragazza mi ha scaricato perché diceva che mi puzzava l’alito. Mi sono sentito felice. È stata l’unica a non avermi mollato perché mi trasformo in questo essere gigantesco. Io non sono un mostro, ho pur sempre un cuore tenero. E allora come potevo calpestare tutti quei nanetti da giardino?
“Devi farlo,” mi incoraggiava Johnson. “È l’unico modo per salvare il villaggio dall’invasione, e tu lo sai.”
Già, io lo sapevo. Dovevo farlo ed ero deciso a farlo. Quando mia mamma diceva che da adulto sarei stato destinato a fare grandi cose, forse si riferiva a questo. O forse intendeva che ero destinato a diventare un “grande coso”?
“I nani. I nani sono dappertutto. Ci hanno circondati,” ripeteva il mio compare, isterico.
Allora ho fatto l’unica cosa che dovevo fare: sono andato verso di loro. Li guardavo dall’alto della mia mostruosa altezza e mi sembravano tutti intenti a ballare e a fare baldoria, non certo a preparare piani bellicosi e malvagi. Un gran frastuono proveniva dalle potenti casse hi-fi dei loro grossi stereo. Dovevano averli fregati ai gangsta arrivati da Harlem.
Welcome to the good life cantava Kanye da dentro lo stereo. Il ritmo era travolgente, i miei piedi cominciavano a danzare che neanche me n’ero accorto. Troppo figo, non riuscivo a fermarmi. “oooooh oooOOOH. SONO IL RE DELLA FESTA!” ho cominciato a urlare buttandomi eccitato in mezzo alla folla. Ho sentito bagnati i miei piedi danzanti ma non ci ho fatto caso. Ho continuato a ballare e a ballare e a ballare e a ballare. E a ballare.
Now throw your hands up in the sky! che groove, gente, non riuscivo a fermarmi. Il senso di bagnato ai piedi mi dava però troppo fastidio, così me li si sono guardati ed erano tutti rossi. Senza neanche rendermene conto avevo calpestato i simpatici nanetti ballerini. Li avevo sterminati tutti.
“Così si fa!” è arrivato Johnson dalle retrovie, applaudendomi. “E ora festeggiamo!” ha fatto ripartire la musica nello stereo e io ho ricominciato a ballare e a ballare e a ballare e a ballare senza sosta, fino a che, di nuovo, ho sentito i miei piedi bagnati. “Johnson dove sei finito? Jooohnson?” ho urlato, poi l’ho visto, schiacciato. Ooops…
davvero bello, complimenti!
RispondiEliminaNon mi stancherò mai di ripeterti che sei un IDOLO! XD
RispondiEliminaComunque sono contenta che Johnson sia finito schiacciato, ecco. A me i nanetti stanno tanto simpatici!!! (credo che sia per spirito di solidarietà...sai, col mio metro e 58 cm....)
ahahah, no in quel mese la modella mette in mostra i "doni"!!!
RispondiEliminaemm... abba bn...
RispondiEliminaapparte ke nn ho voglia di studiare e ke sicuramente alla fine dell'anno prendo il debito a matematica...u.u
cmq è qll ke mi ha dtt una mia amika...( ke sn una stronza pezzo d merda...) e sinceramente nei suoi confronti è vero...
ma è + forte d me...
u.u
cmq cm va l'università??
parlando di nani mi è venuta in mente la malefica professoressa di anatomia...uahauah...
RispondiEliminabè non che io sia chissà quanto alta
e poi non è nemmeno così tanto cattiva...solo un pokettino stronza con alcuni..
quel Johnson mi ricorda qualcuno..gli sta bene la fine che ha fatto...:-P
Fa pensare un pò a "I viaggi di Gulliver" :)
RispondiEliminaops..ahahah
RispondiEliminanon è che schiacci anche altri nani? quelli che si piantano i capelli sulla pelata e sono sempre in tv ad esempio?!