Bright Eyes "The Calendar Hung Itself" (2000)
Conor Oberst, in arte Bright Eyes, è il Bob Dylan dei nostri tempi, mi si passi il paragone azzardato.
Se Dylan ha avuto la svolta elettrica con "Blonde on Blonde", Conor ha avuto la sua svolta elettronica (segno dei tempi) con l'album "Digital Ash in a Digital Urn".
Conor Oberst, in arte Bright Eyes, è il Bob Dylan dei nostri tempi, mi si passi il paragone azzardato.
Se Dylan ha avuto la svolta elettrica con "Blonde on Blonde", Conor ha avuto la sua svolta elettronica (segno dei tempi) con l'album "Digital Ash in a Digital Urn".
Il meglio lo dà però quando è solo con una chitarra e con una voce incazzosa come in questo pezzo. Degno di essere la colonna sonora della fine dei tempi. O, più modestamente, anche solo della fine di un amore.
Sfondo stiloso!
RispondiEliminaottimo per la fine di un amore.
RispondiEliminaSempre e solo Bright Eyes! Lo adoro
RispondiEliminaYess !! visti dal vivo agli esordi aprivano per Arab Strab ... grandi- Maurus
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