“I matti sono soggetti perfetti. Parlano, ma nessuno li ascolta.”
Pazzi, pazzi furiosi. Se all’isola dei famosi vieni espulso, additato come matto e bandito da tutta la programmazione Rai (non che sia un gran male, essere banditi dalla Rai) solo se non la pensi come il resto del gregge e dici una cosa che tanto sanno già tutti: “il Papa è un gay represso”. Che l’unico motivo di dibattito sarebbe se sia represso o meno.
C’è invece un’altra isola dove i pazzi sono ben accetti...
Shutter Island
Regia: Martin Scorsese
Cast: Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Michelle Williams, Emily Mortimer, Max Von Sydow, Elias Koteas
1954, Shutter Island è un’isola penitenziario psichiatrico dove finiscono tutti i criminali più fuori di testa degli Stati Uniti. Quando una delle pazienti scompare misteriosamente nel nulla, il detective Leonardo DiCaprio viene chiamato a investigare. Già la prima scena è da brividi, con Leo sulla nave (l’ultima volta che c'è salito sopra, la nave si chiamava Titanic e per lui non finiva molto bene…)
Ok, fine della trama. Non voglio rovinarvi il piacere di scoprire questo thriller psychologico tratto da un romanzo di Dennis Lehane (lo stesso di “Mystic River” e “Gone Baby Gone") molto teso e, va da sé, molto ben girato da Martin Scorsese che per l’occasione è tornato alle atmosfere inquietanti di “Cape Fear – Il promontorio della paura”. L’aggirarsi della telecamera per il manicomio ricorda anche da vicino l’angoscia del mai eguagliato “Il silenzio degli innocenti” di Jonathan Demme.
Ancora una volta, DiCaprio ha scelto di fare un film che sembra una cosa e poi si trasforma in un’altra. E fa male, questo film. Colpisce duro quando meno te lo aspetti come “Revolutionary Road” e “The Departed”.
Pazzi, pazzi furiosi. Se all’isola dei famosi vieni espulso, additato come matto e bandito da tutta la programmazione Rai (non che sia un gran male, essere banditi dalla Rai) solo se non la pensi come il resto del gregge e dici una cosa che tanto sanno già tutti: “il Papa è un gay represso”. Che l’unico motivo di dibattito sarebbe se sia represso o meno.
C’è invece un’altra isola dove i pazzi sono ben accetti...
Shutter Island
Regia: Martin Scorsese
Cast: Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Michelle Williams, Emily Mortimer, Max Von Sydow, Elias Koteas
1954, Shutter Island è un’isola penitenziario psichiatrico dove finiscono tutti i criminali più fuori di testa degli Stati Uniti. Quando una delle pazienti scompare misteriosamente nel nulla, il detective Leonardo DiCaprio viene chiamato a investigare. Già la prima scena è da brividi, con Leo sulla nave (l’ultima volta che c'è salito sopra, la nave si chiamava Titanic e per lui non finiva molto bene…)
Ok, fine della trama. Non voglio rovinarvi il piacere di scoprire questo thriller psychologico tratto da un romanzo di Dennis Lehane (lo stesso di “Mystic River” e “Gone Baby Gone") molto teso e, va da sé, molto ben girato da Martin Scorsese che per l’occasione è tornato alle atmosfere inquietanti di “Cape Fear – Il promontorio della paura”. L’aggirarsi della telecamera per il manicomio ricorda anche da vicino l’angoscia del mai eguagliato “Il silenzio degli innocenti” di Jonathan Demme.
Ancora una volta, DiCaprio ha scelto di fare un film che sembra una cosa e poi si trasforma in un’altra. E fa male, questo film. Colpisce duro quando meno te lo aspetti come “Revolutionary Road” e “The Departed”.
Sempre bello poi rivedere Michelle Williams, la Jen di “Dawson’s Creek” nonché ex compagna di Heath Ledger. Le scene in cui appare/scompare sono le più emozionanti della pellicola e quando sei la cosa migliore in un film di Scorsese beh, vuol dire che puoi tranquillamente essere la cosa migliore in qualunque film.
Alle isole dei "famosi" dove i “pazzi” vengono soppressi, io continuo a preferire quelle dove vengono accolti a braccia aperte. Vedi “Shutter Island”, ma anche i personaggi di “Lost”. Se non sono impazziti loro a viaggiare continuamente nel tempo per sei stagioni tra flashback, flashforward e dimensioni parallele...
(voto 8)
Alle isole dei "famosi" dove i “pazzi” vengono soppressi, io continuo a preferire quelle dove vengono accolti a braccia aperte. Vedi “Shutter Island”, ma anche i personaggi di “Lost”. Se non sono impazziti loro a viaggiare continuamente nel tempo per sei stagioni tra flashback, flashforward e dimensioni parallele...
(voto 8)
Mi hai riempito di curiosità, sia per il film che per lo scrittore. Viva i libri e i film pieni di pazzi. Abbasso i reality e la realtà pieni di nazipapi e di pezzi di merda!
RispondiEliminaDennis Lehane è giù una garanzia... non vedo l'ora di vederlo
RispondiEliminaNon ho mai letto Dennis Lehane, ma dai suoi libri sono fatti tre film uno più bello dell'altro.
RispondiElimina*zio scriba
RispondiEliminain merito alla questione isola dei famosi, ti ho anche linkato
non so se ci hai fatto caso :)
*spino
è uno che dietro la facciata thriller, già di per sè ben costruita, sa mettere sempre anche delle vicende e delle emozioni umane. non è una cosa da poco, per un "giallista"
*lucien
RispondiEliminaneanch'io, in effetti :P
sarà ora di cominciare a leggerlo, sto genietto di un lehane...
Sì, sì, mi ero accorto che la parola bandito conduceva al mio post su Busi... Grazie, mon ami! :D
RispondiEliminaIl film è sorprendente e le scene con Michelle ti fanno sgretolare, come fa lei nei sogni.
RispondiEliminami ha turbato,un bel po',sto' film.
RispondiEliminami è piaciuto un sacco.
tantotanto.
piaciuto da morire
RispondiEliminai libri di Lehane sono fantastici
sao
che bella sta recensione! e condivido il pensiero su Michelle
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