Periodo grandioso, questo, per la musica folk al femminile. C’è n’è in tutte le varianti e per tutti i gusti, tra il triplo folle disco pieno di magie nascoste di Joanna Newsom, il nuovo album spettacolo degli She & Him di cui vi parlerò a breve, l’Opera a 360° di Anais Mitchell esaltata dall’amico blogger Bird Antony, la versione più pop del genere Amy MacDonald e quindi Laura Marling.
Mi piace fin dal titolo, il secondo lavoro della cantantessa folk Laura Marling. In mezzo a tanta gente che parla solo perché ha la lingua, lei dice “Parlo perché posso”. Questo è avere le idee chiare. Lei sì che può parlare.
Il suo esordio “Alas I cannot swim” di un paio di primavere orsono era davvero folgorante. Ora Laura alla veneranda età di 20 anni (è nata nel 1990!) sembra aver già raggiunto la maturità più completa. Da bionda si è tramutata in mora e si è fatta dare una mano per le registrazioni da specialisti in atmosfere folkloristiche come Mumford & Sons e Noah & the Whale.
Voce, chitarra acustica, qualche arco e pochi altri orpelli. Quanto basta per creare una tensione sonora notevole e costante. Quanto basta per farne un album di quelli che durano nel tempo. Raramente ascolto dischi così spesso. Eppure c’è qualcosa nella musica di Laura Marling che mi ammalia come solo pochi altri artisti sono in grado di fare.
Canzoni come “Rambling man” o “Devil’s spoke” le si immagina scritte da chi ha vissuto una vita lunga molto lunga e molto vissuta. Invece questa ragazzina ne sa già parecchie a 20 anni 20 e non ha paura di dirlo.
I speak because I can.
Trovate il (meraviglioso) disco QUI
Mi piace fin dal titolo, il secondo lavoro della cantantessa folk Laura Marling. In mezzo a tanta gente che parla solo perché ha la lingua, lei dice “Parlo perché posso”. Questo è avere le idee chiare. Lei sì che può parlare.
Il suo esordio “Alas I cannot swim” di un paio di primavere orsono era davvero folgorante. Ora Laura alla veneranda età di 20 anni (è nata nel 1990!) sembra aver già raggiunto la maturità più completa. Da bionda si è tramutata in mora e si è fatta dare una mano per le registrazioni da specialisti in atmosfere folkloristiche come Mumford & Sons e Noah & the Whale.
Voce, chitarra acustica, qualche arco e pochi altri orpelli. Quanto basta per creare una tensione sonora notevole e costante. Quanto basta per farne un album di quelli che durano nel tempo. Raramente ascolto dischi così spesso. Eppure c’è qualcosa nella musica di Laura Marling che mi ammalia come solo pochi altri artisti sono in grado di fare.
Canzoni come “Rambling man” o “Devil’s spoke” le si immagina scritte da chi ha vissuto una vita lunga molto lunga e molto vissuta. Invece questa ragazzina ne sa già parecchie a 20 anni 20 e non ha paura di dirlo.
I speak because I can.
Trovate il (meraviglioso) disco QUI
mi piace questo posto...
RispondiEliminaleggo cose che non so
trove cose che non conosco
grazie :)
Bella dritta mi fiondo allo scarico.
RispondiEliminaSono in attesa di ricevere quello di Joanna Newsom e di Cooder & Chieftains e mi sa che ci aggiungo anche questo. Tenchiù
RispondiEliminaPerdona l'intrusione ,ma sentire il nome di Laura Marling mi risveglia l'anima. Veramente fantastica lei. Sono molto d'accordo con te!
RispondiEliminaMi è piaciuto molto leggere questo post,interessante!!!
davvero notevole, lo sto ascoltando ora.
RispondiEliminagrazie per la segnalazione :)
*il cappellaio matto
RispondiEliminanessuna intrusione, questo posto è aperto a tutti!
soprattutto chi apprezza laura marling :)
bellissimo, grazie!
RispondiEliminaah però....
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