Undercovers
Rete americana: NBC
Rete italiana: non ancora arrivato
Creata da: J.J. Abrams e Josh Reims
Cast: Boris Kodjoe, Gugu Mbatha-Raw, Carter MacIntyre, Ben Schwartz Mekia Cox, Gerald McRaney
Da J.J. Abrams è sempre lecito aspettarsi il massimo. L’autore di serie come Lost, Alias, Fringe e Felicity, ma anche regista di Mission Impossible: 3 e dell’ultimo Star Trek ha ormai un seguito talmente vasto che è più venerato del Papa e forse anche di George Lucas. La sua ultima creatura Undercovers sembra però risentire un po’ delle sue amorevoli cure, visto che il J.J. al momento è impegnato contemporaneamente in altri 300 progetti circa e a questa dev’essersi dedicato magari mentre era, ehm… in bagno.
Undercovers non rappresenta infatti certo niente di nuovo o di innovativo nel panorama attuale. Niente di paragonabile ai suoi altri “pargoli”, perlomeno. Protagonisti sono una coppia di ex agenti della CIA ritirati dall’ambiente dello spionaggio internazionale per aprire un ristorante e dedicarsi a una vita tranquilla la la la. Quando però un loro vecchio amico si ritrovà nei guai saranno chiamati a tornare in azione e, dopo aver tentennato per circa 3 secondi, accettano prontamente di tornare in carreggiata. La vita da desperate housewife/husband non faceva proprio per loro…
Il problema è che negli ultimi anni ci sono stati un sacco di film con trame analoghe (True Lies, Mr. & Mrs. Smith, Killers…) e pure tantissime serie tv spionistiche (la nuova Nikita, l’ottima Covert Affairs, un’altra famiglia anomala in No Ordinary Family). Undercovers ha così la sfortuna di essere l’ennesima storia di questo tipo e d’altronde ben poco fa per distinguersi. La novità starebbe nella coppia afro di protagonisti, ma nel loro essere figosi, atletici, sicuri e belli belli in modo assurdo non si distinguono molto ad esempio dalla coppia Pitt/Jolie del già citato Mr. & Mrs. Smith.
A dare un tocco in più ci pensano allora le pregevoli musiche di Michael Giacchino (premio Oscar per Up e compositore di Lost, naturalmente), più un personaggio che fa morir dal ridere, l’agente pivello che venera come un vero Dio o un J.J. Abrams (e quasi al limite dello stalking) il protagonista maschile della serie.
Riassumendo per chi non aveva voglia di leggersi tutto il post (il tempo è tiranno): pilot così così, atmosfere troppo glamour e patinate per emozionare, originalità che latita. Staremo a vedere se la serie con i prossimi episodi decollerà. O Sacro J.J. pensaci tu!
(voto 6)
Il trailer prometteva bene... Vederemo, altrimenti vederomolo. (scusa la battuta pietosa, ma un mio collega di lavoro la fa sempre e devo vendicarmi con il mondo intero mwuhuhuhahahahah)
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