Kid Cudi “Man on the Moon II: The Legend of Mr. Rager”
Provenienza: Cleveland, USA
Genere: rap dopato
Se ti piace ascolta anche: Kanye West, Gorillaz, The Roots, Crookers
Kid Cudi è uno che mi sta simpatico in primo luogo per il nome che si è scelto e in secondo luogo perché è un rapper in grado di spaziare attraverso i generi senza limitarsi all’hip-hop ebbasta. Al punto che è maggiormente celebre, perlomeno in Europa, più per le sue collaborazioni electro con i nostri Crookers in “Day’n’night” e con il franscesone David Guetta in “Memories”.
Ma Cudi è molto più di questo e molto altro ancora: il suo mixtape d’esordio “A kid named Cudi” era qualcosa di sconvolgente pronto a stravolgere il mondo come un uomo arrivato dalla Luna. Peccato che l’album d’esordio “Man on the Moon: The End of Day” per quanto notevole e di gran lunga superiore al resto della scena rappistica mondiale non era la rivoluzione preannunciata.
Con questo nuovo “Man on the Moon II: The Legend of Mr. Rager” Cudi corregge il tiro e realizza un lavoro di quelli che più li ascolti e più ti trascinano dentro il loro mondo fatto di stanze segrete e suoni nascosti.
Kid Cudi apre subito alla stragrande citando il capolavoro nerd “Scott Pilgrim vs. The World” nel brano “Scott Mescudi vs. The World” (il vero nome del rapper è infatti Scott Ramon Seguro Mescudi), una meraviglia assoluta con l’accompagnamento di un Cee-Lo Green mai così grande da “Crazy” con gli Gnarls Barkley.
I ritmi rallentati di “REVOFEV”, “Marijuana” e “Mojo so dope” lo mettono invece quasi sul piano di un rapper crooner fatto di cannabis, fino allo struggimento della malinconia assoluta di “All along”.
Ma il disco può piacere anche al popolo rock, grazie alla presenza di numerose chitarre e all’anthem da stadio “Erase Me” (con lo zampino del solito Dio Kanye), complice il video in cui Cudi diventa Kid Jimi Hendrix. Ed è un pezzo perfetto per fare jogging, tra l’altro, con quel ritornello che fa
I keep on running, keep on runningAnd nothing worksI can't get away from you, no
Il popolo indie non potrà quindi che applaudire alla collaborazione con St. Vincent e lo spettro della sua “The Strangers” che si anima in “Maniac”, quello r’n’b si esalterà invece per l'ospitata di una Mary J. Blige da tempo lontana da questi livelli. E insomma ce n’è per tutti i gusti quindi venghino signori venghino dentro questo album complesso, stratificato, ricco, da combustione lenta. Ben fatto kid.
(voto 7/8)
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