Cigno nero – Black Swan
(USA 2010)
Regia: Darren Aronofsky
Cast: Natalie Portman, Mila Kunis, Vincent Cassel, Barbara Hershey, Winona Ryder, Ksenia Solo, Christopher Gartin, Sebastian Stan, Janet Montgomery, Kristina Anapau, Benjamin Millepied, Mark Margolis
Genere: balletto horror
Se ti piace guarda anche: Mulholland Drive, The Wrestler, Eyes Wide Shut, π – Il teorema del delirio, Requiem for a Dream, The Fountain
Uscita italiana: 18 febbraio (secondo MYmovies), 11 marzo (secondo IMDb)
Trama semiseria
Nina è una ballerina classica il cui sogno più grande nella vita è diventare la protagonista de Il lago dei cigni, ma una misteriosa rivale si metterà in mezzo ai suoi sogni di gloria. Vi siete già addormentati? Pensate che non possa minimamente interessarvi una pellicola sul balletto? Nonostante io sia di Casale Monferrato come Roberto Bolle, di danza non me n’è mai fregato una cippa, eppure questo è il film più sconvolgente che mi sia mai capitato di vedere. Appena annunciato il mio film re del 2010, ecco allora che già si presenta un titolo totalmente differente come primo autorevole candidato per il 2011.
Recensione cannibale
Black Swan è un film di una carica drammatica, emotiva, sessuale, horror unica. In tutta la storia del Cinema non ho mai visto una pellicola con una pari intensità per la sua intera durata. È un’esperienza viva, che coinvolge e sconvolge fisicamente lo spettatore (o almeno l’ha fatto con me), con una travolgente forza senza pari. Davvero senza pari. Esagero? Può darsi.
La storia come anticipato potrebbe apparentemente far storcere il naso a qualcuno, visto che parla della preparazione di una rappresentazione teatrale de Il lago dei cigni nel più prestigioso teatro di New York City, niente di più, niente di meno. Si può fare un film interessante su un tema del genere? Cazzo, se si può. Protagonista è Nina (Natalie Portman), una ballerina la cui unica passione nella vita sembra essere la danza e ottenere l’agognata parte principale nella prestigiosa opera, ma l’ostacolo principale sarà per lei riuscire a interpretare non solo il cigno bianco, ruolo per cui è assolutamente adatta, ma anche il cigno nero, una parte che richiede di essere sciolti, sensuali e soprattutto lasciarsi andare.
Ecco, lasciarsi andare, lose yourself è la frase chiave per entrare dentro il film. Bisogna lasciarsi rapire dai movimenti vorticosi della regia maestosa di Darren Aronofsky, dalla sua macchina da presa che segue costantemente Natalie Portman, un po’ come faceva con il meno leggiadro Mickey Rourke The Ram in The Wrestler, mentre nelle scene in metropolitana il regista richiama invece il suo film d’esordio, il pazzesco Π – Il teorema del delirio. Ma quella pellicola, per me una delle opere visivamente più interessanti e importanti degli anni Novanta, così come un The Fountain troppo metafisico e ai limiti dell’umana comprensibilità, avevano un tocco diverso. Black Swan è invece molto più fisico, viscerale, ti entra dentro. Come e più di esperienze già parecchio tattili come le altre pellicole del regista The Wrestler e Requiem for a Dream.
Inoltre Black Swan non solo è teso come un thriller o come una corda di violino, ma presenta anche le scene horror più agghiaccianti degli ultimi anni. In più momenti ho avuto paura, come se il mostro che divora dal di dentro Nina/Natalie Portman stesse per sbranare anche me.
Capitolo Natalie Portman, fresca vincitrice di Golden Globe come miglior attrice drammatica per questo film. Vogliamo parlarne? Pensavo che non solo lei, ma nessun attore/attrice del mondo potesse realizzare un’interpretazione più varia e sorprendente della sua sfuggente Alice di Closer. E invece lei stessa è riuscita a superarsi, andando a toccare in Black Swan tutte le corde dello spettro emotivo umano. La sua Nina è una ragazza tanto impeccabile nella danza quanto rigida, anzi frigida come viene definita, nella sfera privata. La sfida per lei sarà quindi lasciarsi andare alla vita, al piacere, al sesso, persino alle droghe. In questo la sceneggiatura le dà ampio spazio con un notevole momento di autoerotismo, con la danza chemical brothers in disco e con la scena lesbo featuring Mila Kunis più incredibile di tutti i tempi (altroché Cruel Intentions). Il lasciarsi andare farà però crollare anche tutte le sue certezze e la farà sprofondare in un vortice di follia, visioni e specchi che riflettono qualcosa di diverso dalla sua immagine. “I gufi non sono quello che sembra,” si diceva in Twin Peaks. In Black Swan nemmeno la tua immagine allo specchio lo è.
Mila Kunis è la perfetta antagonista: uno spirito libero che si lascia andare alla fantasia e ha una irresistibile carica sessuale, in grado di attirare come una calamita persino Nina la frigidina. Quella rompicoglioni di madre che si ritrova la protagonista è invece una straordinaria Barbara Hershey, mentre Winona Ryder ha ruolo piccolo eppure centrale: è il fantasma di una diva, il canto del cigno che non è più né bianco né nero ma è semplicemente tramontato, è l’ombra del ricordo e della vecchiaia che incombono su tutti noi. E in mezzo a un cast femminile di quelli mai tanto impressionanti, emerge anche un Vincent Cassel cattivo e ispirato.
Da sottolineare la magnifica colonna sonora di Clint Mansell, collaboratore abituale di Aronofsky per un sodalizio pari a quello David Lynch-Angelo Badalamenti, con il tema ricorrente che è ovviamente il motivo del lago dei cigni di Čajkovskij risuonato però pure sotto forma di suoneria del cellulare e di carillon. Una musica che mi ha fatto affiorare antichi ricordi, visto che anche mia mamma una volta aveva un carillon pressoché identico. Mi ha sempre affascinato e inquietato parecchio, proprio lo stesso effetto riaffiorato con questo film.
Black Swan è una pellicola incentrata profondamente sul doppio, sul bene e sul male che sono presenti in ognuno di noi e tratta la tematica della ricerca della perfezione in maniera… perfetta, non c’è altra parola che possa descrivere meglio questo (capo)lavoro. Darren Aronofsky orchestra il balletto della sua vita (ma speriamo non sia il suo canto del cigno), volteggia con la videocamera come Christopher Nolan, rimane concreto quanto David Fincher, ha un’agghiacciante occhio visionario alla David Lynch, è accurato e attento al dettaglio, ricordando in questo Stanley Kubrick. Eppure ha uno stile unico e personale e in più l’arma di una fisicità e intensità qui superiore agli illustri nomi citati. Dopo questo grand ballet, a Hollywood Aronofsky può ormai guardare tutti dall’alto in basso e gettarsi in pace nel vuoto. Come il suo cigno bianco.
(voto 10)
Scene cult: l’incontro-scontro lesbo Natalie Portman/Mila Kunis, le scene con gli specchi, la “metamorfosi” di Nina
E come dice Jim Carrey nella sua spassosa parodia del film realizzata per il Saturday Night Live:
Once you go Black Swan, you never come back… Swan
Ottima recensione e a questo punto non vedo l'ora di vederlo. Il fatto che sia ambientato nel mondo della danza classica, mi fa tornare sempre in mente Suspiria del nostro Argento. Marco, tu dici che c'è qualche similitudine?
RispondiEliminaMe lo segno. Con quel bellissimo e maccheronico Two cign is megl che one mi hai fatto scompisciare, e per un attimo mi avevi fatto pensare a un intento stroncatorio... :-)))
RispondiEliminaAspettavo che lo recensissi anche tu, Cannibale.
RispondiEliminaIndubbiamente un ottimo prodotto, e la scena della metamorfosi è fisica e metafisica ad un tempo.
Bravo Aronofsky.
Ma non illuderti: il film del 2011 sarà quello di Malick.
E a proposito di Maestri, quando ti guardi Hereafter!? Sono molto curioso della tua opinione in merito!
Recensione non solo scritta, ma proprio vissuta. Bravo Marco :)
RispondiEliminaSembra davvero un filmone, ch curiosità mi hai messo. Tra l'altro il tema del doppio è una figata, non sai quanto film del genere (specie se visivamente così intensi e 'fisici') facciano presa nell'ambito della formazione. Quindi me lo segno di sicuro.
Hereafter bellissimo e toccante senza essere patetico, grande Clint :)
Non vedo l'ora di vederlo! La tua recensione mi ha fatto aumentare ancora di più la curiosità!
RispondiEliminaSono contenta per il premio vinto da Natalie Portman!
;-)
DEVO vederlo!
RispondiEliminaConcordo, è un film dalla bellezza spaventosa.
RispondiEliminaConsigliato a tutti.
Lo vedo stasera :)
RispondiEliminaSigurRos: sono felice di trovare qualcun'altro che riconosca la grandezza di Hereafter.
RispondiEliminaMolti giovani critici, soprattutto in rete, l'hanno bastonato non poco.
Cannibale: stasera, se tutto va bene, mi cimento con Enter the void.
Bellissimo! Il migliore di Aronofsky (fin ora), per quanto mi riguarda. Coinvolgente,appassionante, intenso e viscerale. Non potev trovare un'immagine migliore come intestazione del blog.
RispondiEliminaAvevo pensato di aspettare di vederlo al cinema... ma dopo questa recensione, non so se riuscirò a resistere!! Beh, magari un "bis" l'avrebbe meritato comunque... ;)
RispondiEliminaNeanch'io so se riuscirò a resistere. Quando si tratta di lato oscuro, mi ci ficco.
RispondiEliminaCannibale, ho provato a seguire le tue indicazioni per vederlo in streaming, ma non ci riesco.
C'è Vincent cassel. Tanto basta per convincermi a vederlo ;)
RispondiElimina*antonio
RispondiEliminanon c'avevo pensato però sicuramente sì. l'approccio horror c'è, seppure qui meno splatter :D
*zio
i miei titoli spesso possono depistare, ma per una volta ero (quasi) serio: due cigni sono davvero meglio di uno :)
*sigur ros
grazie, spero non ti deluda!
*silvia
se non le davano il premio ero pronto a entrare in sciopero della fame
*mr. ford
se enter the void non ti piace, prenditela prima con einzige e solo dopo con me :)
Meravigliosa la scena in cui lei vede l'altra se stessa in quel cunicolo stretto! comunque complimenti per il blog è un insieme di tutto!! davvero bello :-)
RispondiEliminaFinalmente ho potuto leggere la tua recensione e capirla completamente perché anch'io ho visto il film! La cosa che ho pensato anche io e che ritrovo nella tua analisi è la venatura horror che ho scorto nel film...cioè mi sono trovata letteralmente a sobbalzare dalla sedia in alcuni tratti!Cmq concordo con tutto, per me capolavoro indiscusso!
RispondiEliminaCiao!
RispondiEliminaMi complimento per la recensione...molto ben scritta e sentita! :)
Tuttavia, il mio parere sul film discorda dal tuo...se t'interessa leggere la mia recensione che ho pubblicato su imdb, clicca http://www.imdb.com/title/tt0947798/usercomments-338. Se hai voglia, commentala! Dai, così si chiacchera un pò di cinema! :D
*elena
RispondiEliminaciao elena, commento qui visto che su imdb nonostante sia loggato non mi fa replicare... boh
cosa dire, natalie portman sopravvalutata? ha due sole espressioni? opinione più che legittima, però secondo me per questo film è attraversata da una gamma di emozioni ben più forte e vasta. si sente che ha sofferto, che si è martoriata quasi per questo ruolo, che l'ha vissuto con tutto il suo corpo. cosa deve fare di più un'attrice?
la sceneggiatura poi per me è favolosa, non si poteva giocare meglio sul doppio e sulla trasformazione, sul male che ti entra dentro e ti possiede.
su una cosa comunque sono d'accordo: mila kunis è strepitosa ed è una vera rivelazione, cosa che in molti purtroppo non hanno notato e che paradossalmente hanno invece colto soprattutto quelli che non hanno apprezzato il film. come te ;)
All'indomani dell'esperienza Black Swan, mi chiedo cosa mi abbia lasciato... Almeno fino alla messa in scena del balletto, nonostante fossi rimasta saldamente incollata alla pellicola, senza alcun calo di tensione, avevo come la sensazione che non m'avesse sconvolto abbastanza, che sì mi sentissi trascinata a sufficienza nel vortice psicologico/ossessivo di Nina & co., ma non completamente. Poi, lei si è svegliata... E lì, mi sono persa. Dalla sua entrata in camerino alla sua superba morte, è stato uno stravolgimento emotivo senza precedenti! La bravura della Portman sta anche nel fatto di non aver lasciato intendere, per il resto del film, di essere in grado di raggiungere il suo ideale (almeno così l'ho recepita io), mostrandosi sempre generalmente esitante. Oltre alla meraviglia nel vederla trasformarsi con una carica allucinante in Cigno Nero, dopo aver fatto la più viva esperienza del Male, lo stordimento dovuto alla rivelazione del mistero della sua mente, mi ha dato "il colpo di grazia": ne ero ormai totalmente rapita. Raggiunto il culmine della sua grandiosità, mi piace pensare che non sia mai uscita di scena, ma che il suo ultimo atto risulti perfettamente inscindibile dalla sua ragione di vita, che lei resti cristallizzata in quel ruolo, col quale si è tanto faticosamente identificata. Ecco cosa mi rimane... che "il lato oscuro" che è dentro ciascuno di noi, può assumere forme straordinarie! E che, forse, non è poi così difficile scoprirlo, ma interpretarlo... quello sì che è da fuori classe.
RispondiEliminaDunque, visto finalmente ieri questo film.
RispondiEliminaBeh, l'oscar è andato più che meritatamente ad una bravissima attrice per questo ruolo sicuramente molto complesso, difficile e pieno di sfaccettature.
Detto questo, il film mi ha delusa. E' vero che, purtroppo questo accadee spesso quando vai a vedere un film dopo averne letto grandissime cose, però mi è sembrato sinceramente poco più di un buon film.
Lasciando salva la regia che è davvero ottima (non avevo dubbi) e la presenza di alcune scene davvero splendide (in assoluto la trasformazione in cigno nero) il resto della storia mi ha convinta poco.
Lo definiscono thriller, ma del thriller non ha quasi nulla. Lo "sdoppiamento" (che poi sdoppiamento non è esattamente corretto) di Nina si intuisce già dai propri minuti (e si manifesta platealmente poco dopo), la tensione non è nell'intreccio della storia ma nei picchi d'atmosfera nelle scene "horror" classiche, come l'apparizione di beth in cucina o la faccia di lei sopra la vasca. Tutte scene ben fatte, con il giusto ritmo horror (e ovviamente aspettate dallo spettaroe), ma che lasciano un po' il tempo che trovano.
Per il resto, credo che la paranoia, la follia, lo sdoppiamento di Nina siano lasciati troppo in superficie. L'accenno alle radici della sua distorsione mentale è, appunto, solo un accenno (la madre, il suo trattarla da bambina e quindi il suo rifiuto di essere donna e della sua sessualità).
Anche i suoi momenti di sdoppiamento sono poco collegati ad un impegno, non c’è una sua volontà reale di lasciarsi andare per riuscire ad incarnare il cigno nero, la sua apertura verso la sessualità, verso la droga o il piacere è assolutamente indotta dall’esterno e poco sentita da lei (non mi è sembrata ben trattata la sua apertura alla droga e anche il suo vivere la sessualità non è raccontato in modo profondo ma buttato lì come un dato di fatto poco caratterizzato). E’ come se tutto le fosse venuto dall’esterno e questo lato mi è piaciuto poco. Mi sarebbe invece piaciuto molto di più se la metamorfosi in cigno nero e la deviazione mentale fossero nate da un impegno di Nina, sia nella danza che nella sua vita, se fosse stato approfondito questo aspetto di scelta verso il “male”, causa poi (per i sensi di colpa dovuti alla condizione rigida di purezza infantile inculcata dalla madre) dello sdoppiamento (come se una parte di lei rifiutasse quei comportamenti e li relegasse quindi ad un’altra persona – un’altra Nina – per liberarsene). Ecco, mi sarebbe piaciuta un’evoluzione in questo senso, evoluzione che non c’è mai stata. Nina si vede doppia sin da subito, le sue distorsioni avvengono addirittura prima della scelta del maestro di farla divenire la prima ballerina, anche se appena accennate. Non è ben caratterizzato il legame tra volontà di essere cigno nero e volontà di restare cigno bianco (anche nella scena di "sesso" in discoteca lei non sembra coinvolta, non sembra piacerle quel lato "sfrenato"). Gli avvenimenti sembrano quasi non voluti, non sentiti, spinti da agenti esterni (reali e non immaginati come l’amica-rivale che funge dapprima da esempio della libertà nel vivere che si riflette nel balletto per poi impersonificare il suo lato oscuro, o come il maestro che la spinge vero un avvicinamento alla sua stessa sessualità).
(continua)
RispondiEliminaIn Nina però queste cose restano esterne, non si vede mai un suo coinvolgimento reale, non si vede il dualismo tra due anime, non si vede davvero una lotta tra una parte di sé che rifiuta ma da cui è profondamente attratta e quella pura a cui non riesce a rinunciare (anche la scena saffica non è rappresentata come un reale desiderio, un pensiero “morboso”, un lato passionale e intrigato della ragazza ma come un’immagine “onirica” dovuta allo stordimento della droga ed il solito dualismo tra la sua purezza ed il rifiuto della sessualità ed il suo lato “nero” che invece desidera il piacere e gli istinti più dirompenti (vede sé stessa tra le sue gambe) è anche qui trattato in modo troppo superficiale (forse se invece di un “viaggio” dovuto alla droga fosse stato un suo momento più o meno cosciente – sempre comunque reso in qualche modo reale dalla sua mente - di autoerotismo, di desiderio che in superficie poteva apparire “epidermico” ma che andava ben oltre il desiderare l’amica, diventando invece desiderio di essere altro, di accettare i suoi lati “oscuri” o comunque non puri, sarebbe stato diverso).
Il finale, poi, non credo sia a sorpresa per nessuno e sarebbe stato quasi inevitabile anche concettualmente se si fosse realmente visto un parallelismo profondo tra il desiderio di divenire cigno nero nel balletto e quello di immergersi nella sua anima nera nella vita. Se ci fosse stato un impegno in questo, un parallelismo, allora la morte del cigno bianco nel balletto e nella vita sarebbero state metafora e realtà, in un compimento ineluttabile e simbolico. Invece così resta qualcosa di scontato ma di troppo poco metaforico, diventando quasi la morte di una “psicopatica” che si uccide a causa delle visioni dovute alla sua mente malata” (si potrebbe aprire anche una parentesi sulle ferite che si procura Nina sin dall’inizio del film, anche quelle non ben approfondite, spesso anzi troppo presenti e scontate senza che siano legate realmente ad uno stato d’animo profondo), mentre non è affatto questo.
Anche il suo uccidere l’amica-cigno nero nel camerino, uccidendo sé stessa, non mi è piaciuto (soprattutto riflettendoci dopo). E’ una lotta tra la sua anima nera e la sua anima bianca, ma resta anche quella in superficie, spostando tutto su una paranoia di Nina che l’altra possa rubarle il posto (certamente, simbolo della lotta contro la parte oscura di sé che cerca di prendere possesso di lei), ma non ben caratterizzata. Le visioni del suo viso al posto di quello dell’amica accennano soltanto a qualcosa, senza realmente approfondirlo, senza davvero mostrare una lotta tra le due anime di Nina, senza mai far vedere l’abbandono vero di lei, la lotta interiore.
Detto tutto questo, questo il mio giudizio sul film non è negativo, ma neanche molto positivo. Credo che le basi fossero ottime, che il senso di questo film serpeggi lungo le scene senza però mai arrivare davvero al nucleo, senza mai affondarci le mani, senza mai renderlo vero, profondo, duale.
Mi sembra un film incompiuto, che getta tanti semi senza riuscire a far nascere il fiore, senza riuscire a mostrare davvero quello che vuole rappresentare. Eppure c’erano tutti i presupposti: un regista bravissimo a rendere visive le distorsioni mentali, un’attrice perfetta sia nelle sue capacità recitative sia nell’aspetto fisico per questo ruolo, una colonna sonora che rappresenta essa stessa una coesistenza tra purezza ed inquietudine, il mondo in cui la storia è calata, cioè quello del balletto che è simbolico di per sé, essendo rappresentazione attraverso l’uso fisico del corpo di sentimenti, di vita e di esistenza, una fotografia davvero ben fatta e un senso del ritmo sempre ben tenuto. Ecco, è un buon film ma resta l’amaro in bocca di vedere delle potenzialità ferme a qualche gradino prima, non davvero espresse, non davvero realizzate. Come accade di solito, si è severi verso qualcosa che aveva tutte le caratteristiche per divenire davvero un capolavoro ma che è rimasto, a mio parere, solo un buon film.
Ottimerrima recensione, ma a me non è piaciuto per nulla.
RispondiElimina*refuge
RispondiEliminaa me ha rapito dall'inizio alla fine, con un crescendo persino difficile da sostenere
*serena
il tuo commento direi che è un post vero e proprio e meriterebbe di essere pubblicato. non so se hai un blog, ma nel caso dovresti averne uno e ti seguirei volentieri ;)
riguardo al film, io ho apprezzato proprio il fatto che non venga tutto spiegato troppo. mi è piaciuto più il voler suggerire, che non il voler dare una spiegazione certa e assoluta della discesa negli inferi della mente della protagonista. in questo caso ne sarebbe venuto fuori un film del tutto diverso, che io non avrei amato allo stesso modo. anche perché credo che il percorso della protagonista sia qualcosa che va percepito a un livello fisico più che cercare di razionalizzarlo troppo.
*giacometto
è un film estremo, giocato sui contrasti. o si entra dentro il cigno nero o niente. o si ama o di odia. è giusto che sia così
Ciao a tutti! Visto che non riesco a metter il mio account mi presento: mi chiamo Diana Teggi.
RispondiEliminaA mio parere la chiave di lettura é il raporto con la madre che le inibisce un contatto diretto con la sua sessualità e le sue paure più recodite di fallire. Le due hanno un rapporto morboso che ha impedito a NIna di svilupparsi individualmente e soprattutto nell'almbito sessuale. Infatti, sua madre le chiede insistentemente se il tipo della copagnia ci prova con lei e Nia se la vede/immagina mentre si sta masturbando e ha una reazione violenta, senza contare il fatto che ha la stanza piena di ritratti della figlia (una volta la madre piange mentre dipinge). Nina rimane una bambina: mille peluches, il bacio dela nuonanotte, regole per il reientro alla sera, vita simbiotica e morbosetta con la madre che si rispecchia nei sucessi della figlia. Il rapporto , in fatti, é ambiguo: d aun lato la madre la vorrebbe perfetta e vincente come non é stata lei perché é rimasta in cinta (di Nina per l'appunto) dall'altro é gelosa dei successi della figlia perché si sente profondamente irrealizata. Il risentimento emerge nel modo mianiacale e "sadico" o perlomeno vednicativo con cui controlla che la figlia non si gratti e le taglia le unghie fino a farle male. Insomma, a mio parere la pellicola studia l'evoluzione di un personaggio piutosto che la psicosi dela perdita di persoalità in un ruolo. Nina lotta cone le sue angosce più nere, infatti si rivede constantemente, il balletto é un pretesto narrativo in grado di aumentare la complesità della trama e quella che è considerata la "rivale" é semplicemente l'opposto di tutto quello che Nina era, non un'antagonista poiché non mostra mai la reale intenzione di nuocerle. Piuttosto è Nna che riversa su di lei le sue paure sdi essere sustitutia come riversa sull' ex-prima ballerina la paur adel falimento e del disgregamento fisico. Certo questi temi sono anche universali ma, nel tessuto del film acquiatano un valore prettamente psicologico.
Neppure, le scene di disgregazione fisica sono fuori luogo. Esse possono essere la traduzione della profonda paura che mina Nina alla base, quindi nel corpo così importante per una ballerina che ne fa il suo strumento di massima espressione.
sono sempre io, Diana, continuo da su perché non me lo faceva postare tutto assieme.. scusate!
RispondiEliminaInoltre soffre si disturbi alimentari (a parte la compresibile dieta rigida) vomita sempre nel bagno cosa che si lega sia al rifiuto della madre che a un profondo senso di deperimento fisico (personalmente ho avuto un periodo in cui ero sottopeso e avevo incubi in cui il mio corspo si sfaldava, io mi tiravo i tendini..atroce...però mi fa pensare che un collegamento posa esserci).
Dunque, più che una lota tra bene e male vido in Nina l'accettazione di una parte seducente, passionale, in una parole dionisiaca, che ha sempre temuto e represso. Ovviemente il collegamento con la morte e con il male rimane sempre valido, testimoniato dalla tradizione letterario e dalal trama del balletto ma, a mio non é il fuoco del film: lei non si perde nei meandri della malvagità del cigno nero, lo diventa, ne fa esprienza solo per ritornare cigno bianco compiuto e armonioso. Nina non tradisce la propia natura né rimane personaggio schizzofreico e spaccato.
Anche io hao rovato il finale un po' troppo, non ne sentivo il bisgono. L'effetto scenico é sicuramente riuscito ma , io avrei preferito uan Nina che ritornava nell'ambito del normale dopo un'avventur che, più che paranorlame ho sentito come una descrizione visionaria di una dinamica psicologica. L'unico modo con cui si potrebbe giustificare é che Nina si sacrifichi e dia tutta se stessa al suo sogno, insomma muoia perché il suo compimento é avvento ed é perfetto nel senso di concluso.
Non avrebeb senso pensare dopo tute le visioni che ha avto che si sia davvero infilzata con lo specchio... e neppure che sia entrata in paranoia ed abbia confuso realtà e palcoscenico, lei sente bene per tuto il fim l'angoscia dell'esibizione, il publico e l'artificiosità.
Comuque l'ho trovato supendo dal punto di vista estetico ed artistico.
Scusa per gli errori e la punteggiatura ma, andavo di fretta.
I commenti sono graditissimi!
sempre Diana...
RispondiEliminail rapporto lesbico oltre che visto come attrazione/paura per la forte carica erotica dell'amica potrebbe anche nascondere una paura per il maschile che supererà olo dopo l'esibizione baciano il "capo" della compagnia. Dopotuto eli stessa non dice di aver avuto molti ragazzi, è cresciuta solo con sua madre (così sembra, visto che il padre o una figura maschie è completamenten assente, morde Vincent Cassel la prima volta (reazione aggressiva difensiva) e non si vede che vada fino in fondo con un uomo neppure quando è strafatta. Poi l'amica le dice che é stata con un tipo però per lo spettatore rimane un mistero come e quanto....
alla fine l'ho visto anch'io!
RispondiEliminahttp://firstimpressions86.blogspot.com/2011/03/black-swan.html
pensa che devo ancora andare a vederlo...e fra un pò lo levano pure dal cinema..uff.
RispondiEliminami devo sbrigà.
Ho letto la tua risposta solo ora, non credevo avessi scritto in seguito.
RispondiEliminaHo un blog, in realtà, ma per ora ho scritto davvero poco (l'ultimo post risale ad un anno fa).
Comunque, è questo: http://brightblight.blogspot.com/
Serena
Totalmente colpa tua: ho creato un blog sui film che ho guardato, guardo e guarderò. L'altro aveva altre tematiche, non mi sembrava il caso di unificare temi troppo lontani (ma neanche così tanto, in effetti).
RispondiEliminaCiao.
Natalie qui è bravissima,il film è girato in maniera spettacolare ma avrei preferito scoprire più tardi il fatto che Mila Kunis interpreti lo stesso personaggio della Portman.......cmq essendo di segno zodiacale doppio(pesci) le storie che parlano di dualità interiore le trovo sempre molto interessanti.
RispondiElimina