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giovedì 27 gennaio 2011

Il re è morto, lunga vita ai Decemberists

Decemberists “The Kings is Dead”
Genere: country folk
Provenienza: Portland, USA
Se ti piace ascolta anche: Damien Rice, Rilo Kiley, Counting Crows, New Pornographers, Bright Eyes

La settimana scorsa al numero uno della classifica Billboard americana c’erano i Cake, questa settimana i Decemberists. Si può imputare la clamorosa doppietta indie a una mancanza di uscite da parte dei nomi forti della musica cosiddetta “commerciale”, però intanto sono cose che in Italia ad esempio mica succedono manco per sbaglio (l’ultima sorpresa è stata forse “Forma e sostanza” dei CSI al numero 1 nel 1997) e che invece negli Usa ormai capitano sempre più spesso, vedi anche gli exploit nel recente passato di Vampire Weekend, Arcade Fire o Death Cab For Cutie. Cose che non si vedevano dall’esplosione della scena grunge e alternative rock dei primi ’90.

Quanto al dischetto in questione, i Decemberists dopo le ambizioni da rock opera in parte riuscite del precedente azzardato “The Hazards of Love”, ritornano verso i loro ambienti prediletti con una serie di ballate folk, ora ancora più country e profondamente americane che in passato. Disco stavolta non troppo coraggioso, ma fatto di una serie di canzoni tra il piacevole e l’ottimo, con picchi personali registrati nell’irresistibile “Rox in the box”, nella delicata “January Hymn”, nella damienriceiana “Rise to me” e nella r.e.m.mmiana “Down by the water”.
Questo è l’American (indie) dream.
(voto 7)


12 commenti:

  1. Il disco che ho più ascoltato e strimpellato in questo mese di gennaio. (si presta molto e a tal scopo ho riabbracciato la mia gloriosa 12 corde)

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Bellissimo, confermo.
    (beh,un grazie anche al Lucien).
    :)

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  4. Degno di nessuna nota per me. Banale e commerciale. Forse è questo il motivo per cui è al primo posto della billboard?
    Il punto è che un gruppo "indi", se nasce "indi" resta formalmente "indi" anche se fa musica per niente "indi" e svolta verso il mainstream a tutta birra. Stessa cosa per gli Arcade Fire. Quindi si grida al miracolo ma di miracoloso non c'è niente. Nessuna inversione di tendenza.
    La domanda è: se un disco di un gruppo "indi" finisce in classifica perchè comprato dalla "massa" (nella stessa classifica che nelle posizioni successive contiene anche "rubaccia") il motivo è che la "massa" ha cambiato gusti o che il gruppo "indi" ha cambiato la musica che fa? Io propendo per la seconda. Un esempio per tutti: la massa di persone che ascolta oggi i radiohead e che riempie gli stadi ai loro concerti, ignorando o addirittura ritenendo brutti dischi come ok computer, kid A/Amnesiac e considerando In rainbows il loro disco più bello, indica un'evoluzione della massa o un'involuzione dei radiohead? Se avessero continuato a fare dichi di quel livello e di quell'impatto, sarebbe stato così? Ovviamente no, esattamente come vengono ignorati dalla massa tantissimi dichi di qualità. Per carità, se la gente ascoltasse anche i radiohead attuali invece delle schifezze confezionate in serie dal pop mondiale sarebbe comunque un grosso passo avanti, ma l'esempio è significativo. Purtroppo se la massa gradisce molto un disco quasi sempre è sintomo di scarsa qualità del disco e non di illuminazione degli ascolti medi.

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  5. in down by the water sembra che neil young incontri i re. bel disco

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  6. NON potrei mai vivere senza le tue informazioni cinematografiche e musicali. A proposito, che rivista musicale leggi? Ho comperato Rolling, Rumore, rocksound e altri eni vari anni, ma non sono soddisfatta.
    Per alcuni serve proprio il vocabolario. Che cosa mi consigli?
    Il rolling mi sembra proprio noioso...
    Aspetto...

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  7. *mauro
    i decemberists non avranno fatto un disco coraggiosissimo, però ha delle ottime canzoni. il fatto che siano più accessibili per quanto mi riguarda non è certo un difetto, anzi. sul fatto che siano poi eccessivamente commerciali non so: in radio in italia musica del genere possiamo solo sognarcela.
    quanto ai radiohead io adoro tutti i loro dischi e per in rainbows non parlerei certo di svolta commerciale: magari lì sono meno estremi e rivoluzionari che in passato, però è comunque un signor disco.
    comunque non ho mai conosciuto nessuno che ritenesse ok computer un disco brutto e certo non tra i fan..

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  8. *cri
    eheeh grazie!
    do un'occhiata un po' a tutte, visto che mio papà ha un'edicola e quindi non devo pagarle :)
    comunque la mia preferita è il mucchio, anche se ormai è interessante più per come tratta di attualità che per la musica.
    poi rumore, per la musica sono quelli a me più affini.
    su rolling stone ogni tanto ci sono delle storie interessanti e ben scritte sui personaggi, per la musica però non sono un gran punto di riferimento..
    ma comunque ormai oggi è più veloce cercarsi i gruppi su internet, così senti subito se ti piacciono o meno

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  9. Il disco mi è arrivato da un paio di giorni e lo sto ascoltando ininterrottamente.
    Grande Meloy!

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  10. :) Marco secondo me ascolti le radio sbagliate :)
    comunque fai un giro sul forum italiano dedicato ai radiohead e guarda cosa pensano molti dei nuovi adempti in merito alla discografia radioheadiana. Molti mettono i dischi citati negli ultimi posti della loro personale classifica, preferendo di gran lunga in rainbows( che per me è una discesa libera rispetto agli altri dischi e non solo per sperimentazione e originalità)e hail to the thief. E, credimi, alcuni si sono fermati al primo ascolto e l'hanno mollati lì.
    Ribadisco che è raro che una nuova popolarità e diffusione di un gruppo non sia inversamente proporzionale alla qualità della loro musica. Anche perchè non potresti spiegarti altrimenti come mai nella stessa classifica ai posti subito precedenti o subito successivi ci siano vere e oggettive porcherie.
    Comunque il giudizio su questo disco è un'altra cosa, io rispondevo alla tua frase in merito alla presenza in classifica, facendo un discorso generale.
    A me il disco in questione non piace, non nel senso che non trovo sia un ascolto piacevole. Lo è. Ma non lo posso proprio considerare un disco di qualità. Naturalmente è il mio giudizio personale. Ciao.

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  11. Che sia forse più accessibile è vero, così come più tradizionale (nel senso di un suono più orientato verso un roots-americana classico). Il mio problema con questo disco è la sua 'ordinarietà', mi pare un (buon) disco come tanti. Quando invece, per me, i Decemberists dei primi 3-4 album avevano una personalità pop-folk delle più illuminate e peculiari degli ultimi 10 anni (le storie che raccontavano, il come le raccontavano...). Come ho detto più volte, mi piacerebbe che i Decemberists tornassero a fare i Decemberists, ecco.

    Sul discorso: se un disco finisce al numero in classifica automaticamente fa cagare...mah, io ci andrei piano con 'sti assiomi. Sicuramente qualcosa significa, ma mi sembra un po' riduttivo bollarlo in automatico come artisticamente meno valido.

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  12. Ieri avevo scritto ma il commento non c'è. Solito problema accaduto in altri blog di blogspot, immagino.
    Quindi lo riscrivo:
    Per quanto riguarda i radiohead, prova a farti un giro nel forum intaliano a loro dedicato e vedrai le preferenze dichiarate dagli ultimi (parlo degli ultimi due anni) iscritti che lo popolano. Alcuni non li hanno neanche ascoltati più di una volta i dischi successivi a the bends e precedenti ad hail to the thief e moltissimi di loro li mettono agli ultimo posti della loro classifica relativa alla discografia rh. Qualcuno ha anche dichiarato che proprio non gli piacciono.
    Riguardo al discorso sulla classifica non ho detto che un assioma (SigurRos82), ho specificato che è molto spesso così ed è abbastanza evidente se si analizzano i dischi dei gruppi indi in queste classifiche commerciali, guardando anche la robaccia oggettiva, penso, che li precede o li segue nella stessa classifica.
    Esistono eccezioni a questo, natualmente, ma sono davvero molto poche.
    Ma questo discorso non lo riferisco al disco in questione, che a me non piace soggettivamente e che trovo di qualità molto inferiore ai loro precedenti (e per me avvalora la tesi di cui sopra, ma è un altro discorso), l'ho fatto perchè della presenza del disco in una classifica commerciale ne hai parlato tu all'inizio del post. Ciao.

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