(Italia 2010)
Regia: Saverio Costanzo
Sceneggiatura: Saverio Costanzo e Paolo Giordano dal romanzo di Paolo Giordano
Cast: Luca Marinelli, Alba Rohrwacher, Aurora Ruffino, Vittorio Lomartire, Arianna Nastro, Tommaso Neri, Martina Albano, Isabella Rossellini, Filippo Timi
Genere: Moccia horror
Se ti piace guarda anche: Come Dio comanda, Profondo rosso, Io sono l’amore
Un tipo introverso e ai limiti dell’autismo + una tipa zoppa: sono questi i due protagonisti di questa particolare storia di amicizia e d’amore, di due solitudini che si incontrano, di due numeri primi che si fondono in un’addizione magnifica e bla bla bla.
Rimpiangete già Jack & Rose di Titanic?
Edward & Bella di Twilight?
Step & Babi di 3MSC?
Beh, adesso non esageriamo.
Recensione cannibale
Di fronte a un film come La solitudine dei numeri primi mi trovo parecchio combattuto. Da una parte mi è piaciuto, o almeno alcune cose mi sono piaciute, dall’altra mi ha infastidito. E anche parecchio. È una sensazione difficile da spiegare a parole ma so già che avrete inteso perché anche voi avrete provato qualcosa del genere, magari non nei confronti di questa specifica pellicola, ma probabilmente per un altro film oppure per un disco, un libro, o magari una persona. Perché ce ne sono di persone che lasciano combattuti...
Ne La solitudine dei numeri primi ci sono alcuni elementi davvero buoni. Soprattutto l’inizio, soprattutto la prima parte dalle tinte (Dario) Argento, soprattutto le musiche stile Goblin firmate dal sempre grande Mike Patton (Faith No More, Mondo Cane, Mr. Bungle, Fantômas, Tomahawk, Peeping Tom, la colonna sonora di Crank…). Non ho letto il libro best-seller di Paolo Giordano da cui è tratto (e non mi è nemmeno venuta voglia di farlo) ma a quanto ho sentito dire è apprezzabile pure l’aver aggiunto atmosfere horror del tutto non presenti nel romanzo, con un plauso quindi per il parziale coraggio che va al regista Saverio Costanzo (guardando il film ho cercato di mettere da parte il fatto che sia il figlio di Maurizio Costanzo Show, ma non credo di esserci riuscito).
Ci sono però anche altri elementi che invece vanno a cozzare con la riuscita della pellicola e provocano un gran nervoso, come dialoghetti campati per aria, una recitazione spesso troppo enfatizzata e sopra le righe più da soap opera che da cinema (Isabella Rossellini su tutti), più una serie di personaggi che sembrano una sorta di versione alternative e malaticcia (ma questi il sole l’hanno mai visto in vita loro?) di quelli dei romanzi di Moccia. La cosa che proprio non mi è piaciuta comunque è soprattutto la parte finale, che vorrebbe essere intima e intimista e invece è soporifera e telefonata. Dopo oltre un’ora costruita tra atmosfere angoscianti e quasi horror, una pessima caduta di stile, un tonfo che sgonfia tutta la vicenda e la riporta sui territori classici del cinema medio italiota (di merda, lasciatemelo dire).
Il cast di giovani e giovanissimi non è male (segnalo in particolare Aurora Ruffino) e Alba Rohrwacher sarà anche bravina ma non se ne può più di vederla in ruoli da caso umano. Del non altissimo livello di recitazione generale ci si rende conto però soprattutto quando irrompe in scena Filippo Timi. La sua è giusto un’apparizione da 30 secondi nelle vesti di clown malefico, ma in quei pochi istanti ruba la scena a tutti e si mangia l’intero film. Un cameo strepitoso da Heath Ledger de’ noantri che rappresenta il vertice assoluto di una pellicola a tratti intrigante, che dà qualche segnale vitale per il cinema italiano ma che alla fine non trova il coraggio di spingere le situazioni al limite e rimane come intrappolata in una solitudine da numeri primi, ma non da numeri uno.
(voto 6-)
Chiudo con una citazione musicale alla Mr. Ford
“La solitudine fra noi
questo silenzio dentro me
è l'inquietudine di vivere
la vita senza te
Ti prego aspettami perché
non posso stare senza te
non è possibile dividere
la storia di noi due
Laura Pausini - “La solitudine” -
A me non è piaciuto per niente. Salvo solo "bette davis eyes" inserita nella soundtrack. Il giudizio è influenzato dalla precedente lettura del libro..un libro bello, intenso, che fa del concetto di "numeri primi" la colonna portante di tutte le vicende e dell'anima dei due protagonisti. Cosa che a mio avviso nel film non è sviluppata in maniera decente. Il passo più importante nel libro, nel film viene ridotto ad una scenetta insulsa.. Pessimo proprio u_u
RispondiEliminaIl libro più sopravvalutato della storia della letteratura italiana. Quando l'ho letto non ne potevo più ERGO non mi è mai venuta voglia di guardare il film. Se vedo indeciso anche te non credo che cambierò idea :)
RispondiEliminaCiao!!sono capitata per caso sul tuo blog e, visto che ho visto di recente anch'io La solitudine dei numeri primi, ho deciso di commentare e, spero, non ti dispiaccia ^^
RispondiEliminaBeh, non posso che concordare, a malincuore, con tutto ciò che hai detto; il libro l'ho letto qualche anno fa e mi era piaciuto, niente a che vedere, quindi, con la trasposizione cinematografica che ne ha massacrato l'idea originale. Ho trovato la recitazione scarsa, piatta in alcuni tratti, mentre invece la caratterizzazione dei personaggi abbastanza rispondente a quella del libro. Anche se una visita ad un solarium ci starebbe proprio xD
a presto!
Ok, sono riuscito a smettere di ridere per il genere Moccia Horror, forse adesso riesco anche a scrivere un commento.... :P
RispondiEliminaIo ho letto il libro e mi è piaciuto, anche se forse un po' sopravvalutato lo è, e adesso sono indeciso se vedere il film o no, da una parte sono curioso di vedere com'è, e dall'altra, ho guardato la scena con Timi versione pagliaccio che hai postato e adesso credo di essermi bruciato la miglior scena del film.... Da pelle d'oca!
Be', consiglio a chi avesse l'orrida tentazione di vederlo (ma anche di leggere il libro...) di andarsi a gustare prima le intervistine di paolino giordano su youtube: sono arrossito io per lui dall'imbarazzo, sembra uno che oltre a non aver scritto la storia non l'ha nemmeno letta, o comunque non l'ha ben capita, e balbetta arrampicandosi sugli specchi come il bamboccetto di terza media che non ha letto il libro assegnato dalla prof e prova a spremere qualcosa dal titolo e dal risvolto di copertina... Non si pretende che uno scrittore sia un istrione , e sono un timido anch'io, ma qui lo spessore-zero trapela in maniera a dir poco spietata... Da un "autore" così cosa si pretende possa venir fuori?
RispondiEliminaVergogna, Lobotom-Italy meritofobica e imbroglioncella!!
Ho trovato il libro orrendamente noioso e vuoto... non credo che mi guarderò il film anche se parlano entrambi di una tematica che ho vissuto sulla mia pelle!!! :-)
RispondiEliminaIo non ho letto il libro, e sinceramente il film non mi attira per nulla.
RispondiEliminaMa la prossima volta che metti il mio nome e quello della Pausini nella stessa frase ti prendo a bottigliate finchè non diventi Nek. ;)
Il libro è davvero insulso, senza qualità. E' un esempio di quanto le case editrici possano cambiare la storia di un libro, decidendo di pompare a dismisura un autore, riempiendo giornali, tv e qualsiasi altro mezzo di comunicazione con lui e con quello che ha scritto. Nel caso specifico, è stato cavalcato lo "strano" binomio tra fisica e letteratura umanistica, rendendolo un personaggio misterioso e intrigante, diviso tra la scienza pura e dura e l'anima profonda di chi parla di dolore e sentimento. Il titolo del libro (cambiato dall'occhio esperto dell'editor mondadori), poi, ha fatto il resto e centinaia di migliaia di persone sono andate a comprarselo. Peccato, perchè resta un romanzo senza spessore, senza reale profondità, fatto per suscitare emotività facile in un costrutto lessicale che si perdona ad un "letterato" giusto se è un fisico.
RispondiEliminaIl film non l'ho visto, ma se è peggio del libro credo che non lo guarderò mai.
Tanta pauraaa!! :S Non sapevo assolutamente delle atmosfere horror di questo film, ma dopotutto, avendo letto il romanzo, se non ci fossero state quelle, il morale dei personaggi e nostro sarebbe stato... seppellito! Credo proprio che lo vedrò, perché in fondo il mio lato più masochista ed introverso aveva apprezzato parecchio "la solitudine" di questi due giovani/non giovani, anche se non sarà un po' di tensione a sopperire ai tanti punti deboli menzionati.
RispondiEliminami parlavano tutti benissimo del libro ed il titolo mi attirava alquanto.non ho fatto a tempo a leggerlo,che è uscito il film.In realtà non sapevo NULLA della trama,e mi aspettavo tutt'altra cosa,tutt'altra storia.va' poi a capire perchè..
RispondiEliminaComunque, come hai detto anche tu,Alba è bravina,quindi è stata un motivo in più per andare.Cinema.
Non vedevo l'ora che finisse.
Fastidio.
C'era qualcosa di bello,sì,nel film,ma prevaleva la noia.e il fastidio.non so bene cosa mi sia piaciuto e cosa no.
..so solo che dopo il film il romanzo ha definitivamente perso la sua chance di essere letto..
[ps.ieri sera ho visto il cigno nero...FANTASTICO.
RispondiEliminaE super fantastica LEI.
:)
un grazie alle recenzioni cannibali,as usual]
il libro era stato propagandato da diverse amiche ma non mi ha mai tentato, il film ancora meno, grazie così me lo risparmio ;D
RispondiElimina*ed è la seconda volta che scrivo questo commento perchè non lo prende :( uff!
non ho visto il film, ma forse il regista è riuscito a rendere l'atmosfera del libro. infatti, leggendo il libro anche io ho provato un senso di fastidio che a volte si tramutava in angoscia. finito il libro mi sono chiesta: "ma chi me l'ha fatta fare a leggerlo?"
RispondiEliminala risposta è mia sorella...
è una sofferenza assoluta ... il film, per il momento non l'ho visto... e non so se arriverà quel momento, quello giusto per vederlo... ;-)
Ho letto il libro (che ha vinto il premio Strega)e l'ho apprezzato come si può apprezzare un'opera prima. Giordano è un esordiente e come tale cade in qualche ingenuità. Ma tutto sommato questa critica così spietata che ho letto nei commenti mi sembra un po' ingiusta.
RispondiEliminaHo visto anche il film. E non mi è piaciuto (ma questo mi accade quasi sempre quando leggo prima l'opera... l'unica eccezione è stata Gomorra).
E' singolare che, senza aver letto il libro, tu abbia colto immediatamente la più grande falla della pellicola: il finale. Nel romanzo accade tutta un'altra cosa che, in fondo, da senso anche al resto. Mi è sembrato di vedere e leggere due storie diverse...
Ho letto il libro qualche anno fa...sai dopo che un libro vince il premio Strega ti senti più incentivato a leggerlo. Non è malvagissimo, tuttavia è un libro sopravvalutato e lo scrittore mi appare freddo e distante. Cmq il film non l'ho ancora visto, ma mi riservo di vederlo, anche se ne ho sentito parlare ovunque malissimo (e questo atteggiamento non incentiva a guardarlo!).
RispondiEliminaA volte non leggere un libro è un vantaggio, quando ci si trova di fronte a una trasposizione cinematografica difficilmente si accetta quel che è riportato sullo schermo. Non ho visto il film e quando sarà il momento spero di apprezzarlo per quel che è, senza aspettarmi il capolavoro e poi la tua recensione mi ha illuminato parecchio sui lati positivi e negativi.
RispondiEliminaMi ha talmente irritato ed indispettito il libro che non ho visto il film...la verità è che commento proprio qui solo ed esclusivamente per farti i compliment...vengo dal blog di mister ford...ciao!
RispondiElimina*mcfly
RispondiEliminala colonna sonora è il punto forte del film
*ebetrex
più dei promessi sposi? °__°
*paola
no macché dispiacermi? anzi, sei la benvenuta!
*lozirion
a questo punto la visione del resto del film è piuttosto inutile...
*zio
il caso letterario creato attorno a questo libro in effetti non l'ho molto capito, mi sa tanto di operazione strategica di marketing
*daisy
dal libro starò volentieri alla larga!
*mr. ford
era da tempo che meditavo di parodiare la tua citazione musicale e questa mi è sembrata l'occasione perfetta buahahaha :D
*giulio
il titolo in effetti è davvero azzeccato. per il resto non so se il film sia peggio del libro, di certo non mi ha fatto venire voglia di leggerlo..
*refuge
beh, se hai fatto lo sforzo di leggerti il libro, il film è quasi d'obbligo
*mIsi
di tutt'altro pianeta, il cigno nero. infinitamente migliore di questo :)
*queen B
te l'ha fatto scrivere di nuovo perché se no era la solitudine dei commenti primi :D
*pupottina
dev'essere il fastidio dei numeri primi!
*federica
beh, ma allora questo giordano, avendo scritto anche la sceneggiatura, è proprio pirla ad aver cambiato il finale. ne avesse inventato almeno uno decente...
*rossana
il premio strega mi sa un po' di oscar: come per il discorso del re, a volte la vittoria è inspiegabile :)
*tizyana
contrariamente alla maggior parte delle persone, io di solito parto dal film (se è stato fatto) e poi eventualmente recupero il romanzo. questo comunque non è uno di quei casi
*new moon
grazie! anche il film è piuttosto irritante, quindi puoi risparmiartelo..
L'ho evitato con molta cura.
RispondiEliminaEh sì, è stato proprio un pirla, come dici tu. Il concetto del libro è che queste due persone sono uniche, anomale, diverse, come due numeri primi. Possono condividere l'anomalia (ovvero la proprietà dei numeri primi); possono anche arrivare a sfiorarsi (come l'11 e il 13), ma non arriveranno mai a toccarsi e saranno condannati alla solitudine. Puoi capire perché il finale del film distrugge in due minuti la cosa più apprezzabile del romanzo: l'idea. :)
RispondiEliminail libro l'ho letto diverso tempo fa e a chi me lo chiede in prestito dico di no, glielo sconsiglio. Mi ha fatto veramente arrabbiare, il film non lo guardero' affatto. Alba è brava, le ci vorrebbe un ruolo diverso, hai ragione!
RispondiEliminaFilippo Timi abita a 30 km da me. Qui in Umbria l'abbiamo conosciuto parecchi anni fa quando portò al teatro Morlacchi di Perugia la trasposizione del suo primo libro (Tuttalpiù muoio) in cui raccontava, senza censure, la sua incredibile adolescenza, fatta di rapporti omosessuali, parziale cecità, zoppia e balbuzie. E' un animale da palcoscenico, quando ha una parte da recitare dimentica la fortissima balbuzie e parla benissimo (anche se l'accento perugino è fortissimo) vede e cammina bene, insomma, recitazione come terapia. Addirittura proposi il raffronto tra il suo libro e la trasposizione teatrale come traccia per la mia tesi ma non fu accettata (giustamente) perchè ancora non troppo conosciuto, sarebbe stata troppo sperimentale.
RispondiEliminaE' un ragazzo di una semplicità incredibile, un vero umbro dalla mentalità contadina, famigliare.
Ormai è lanciatissimo ma fu fu praticamente fatto debuttare proprio dallo stesso Costanzo nell'ottimo In memoria di me.
Ciao.