(serie tv, stagione 1)
Rete americana: Starz
Rete italiana: non ancora
arrivato
Creato da: Farhad Safinia
Regia pilota: Gus Van Sant
Cast: Kelsey Grammer,
Connie Nielsen, Kathleen Robertson, Hannah Ware, Jeff Hephner, Troy Garity, Martin
Donovan, Francis Guinan, Rotimi Akinosho, Karen Aldridge, Jennifer Mudge
Genere: giochi di potere
Se ti piace guarda anche: Homeland,
Breaking Bad, The Killing, 24, Huff, Milk
Gli esempi di sindaci che
la televisione ci ha mostrato non è che siano proprio il massimo della vita,
dal Joe Quimby dei Simpson all’Adam West dei Griffin, la migliore finisce per
essere il sindaco donna McDaniels di South Park. Adesso un nuovo personaggio,
questa volta in carne e ossa, si va ad aggiungere alle figure dei sindaci tv.
Il protagonista di Boss è
infatti il sindaco di Chicago interpretato alla grande da Kelsey Grammer, attore noto per
le sitcom Cin Cin e Frasier e negli ultimi tempi risalito alla ribalta delle
cronache americane più che altro per vicende personali, tra alcool, droghe,
matrimoni e divorzi. Una sorta di Charlie Sheen II, in pratica. Non da meno
anche il suo nuovo personaggio.
Il suo Tom Kane (ogni
riferimento al Citizen Kane di Orson Welles, pure citato in un episodio, è
puramente voluto) è un sindaco autoritario e tiranno mascherato da benefattore
ed è in grado di controllare le sorti della città, ma non della sua vita. Nella
primissima scena conosciamo subito il suo infausto destino: gli viene
diagnosticata una forma di disordine neurologico che lo porterà nel giro di
pochi anni alla morte, anticipata da sintomi come perdita della memoria,
tremori e altri disagi che creerebbero problemi a chiunque, figuriamoci al Boss
di una delle città principali d’America. Per evitare che questi problemi si
manifestino, ricorre quindi in maniera poco legale a medicinali che però
potrebbero portare a degli inevitabili effetti secondari…
Anche la sua vita
personale non sembra andare proprio a gonfie vele, visto che ha un rapporto conflittuale
con la figlia, con cui non parla da anni, e pure con la moglie (la glaciale
attrice danese Connie Nielsen, vista ne L’avvocato del diavolo ma anche in
Vacanze di Natale ’91: ebbene sì!), che fa fatica a guardarlo in faccia e dorme
in un’altra stanza.
Insomma, dietro alla
classica facciata di uomo che ha di tutto e di più, si nasconde un’altra
realtà. Meritata? Forse, visto che questo Tom Kane non sembra certo né un Santo, né un
simpaticone, considerando anche il suo atteggiamento nei confronti dei suoi
collaboratori. Tra loro spicca Kathleen Robertson, attrice bellissima e dal
potenziale notevole, finora troppo sottoutilizzata: qualcuno la ricorderà nei
panni di Clare in Beverly Hills 90210, dopo di ché ha fatto Scary Movie 2 e ha
lavorato per Gregg Araki in Ecstasy Generation e Splendidi amori (dove
finalmente aveva la parte della protagonista). Ora, alla soglia dei 40anni
portati alla grande, ecco che sembra arrivato per lei un ruolo potenzialmente
parecchio interessante. E dannatamente sexy. Altro nome da tenere d’occhio è
poi Jeff Hephner, apparso la scorsa stagione nella sfortunata e non troppo
riuscita serie di cheerleader Hellcats, e ora in una serie d’autore con un
ruolo importante, quello del potenziale erede politico di Kane, una specie di “delfino”
alla Alfano.
E a chi assomiglia invece
Kane, almeno un pochino? Esatto, proprio a un certo nostro "caro" ex Premier… ed è
forse proprio per questo che la serie, pur essendo molto americana, potrebbe paradossalmente
aver maggior presa da noi rispetto agli Usa, dove non sta ottenendo un gran
seguito di pubblico. Un peccato, visto che insieme a Homeland è tra le cose più potenti e incisive viste negli ultimi tempi. Il motivo per cui non sta conquistando gli americani? Forse perché non ci sono personaggi positivi o
moralmente adeguati per gli standard yankee, visto che tutti i personaggi non sono hanno comportamenti esattamente impeccabili e persino la figlia del sindaco, pur
lavorando in una clinica e in una chiesa (però non come suora), frequenta uno spacciatore e si droga; l’unica eccezione (almeno per ora) è allora il giornalista integro
che cerca di smascherare i misfatti dietro la candida facciata di Kane.
Dicevamo serie d’autore,
comunque, e infatti a firmare la regia del pilot vi è un certo Gus Van Sant,
mica un pirletti qualunque, e il suo tocco si vede, per quello che è uno degli
episodi meglio diretti dell’annata americana. Ma anche in quelli successivi,
pur non mettendoci direttamente la macchina da presa, la sua mano come producer
si fa sentire.
A restare un’ingognita è
il coinvolgimento emotivo. Se infatti la serie è girata alla stra-grande,
interpretata ottimamente da un cast in stato di grazia, con uno sguardo che può risultare molto attuale anche
per il pubblico italiano (tra escort e un problema rifiuti che avvicina Chicago
a Napoli), con dialoghi acuti e ben curati, sebbene a volte troppo verbosi ed
eccessivamente politici, a
latitare un pochino è il cuore. Boss appare infatti un pochino fredda, andando
in questo senso ad affiancarsi a telefilm come Nip/Tuck o Breaking Bad, cosa che in fin dei conti è tutt'altro che un difetto. Proprio
per questo loro distacco emotivo e per il loro evitare facili scorciatoie e
trabocchetti sentimentali/paraculi, queste serie ci mettono un po’ a ingranare
e a guadagnare l’affezione e la fedeltà del pubblico, ma quando lo fanno, ti
fregano per sempre. Ce la farà anche Boss?
(voto 7,5/10)
Potrebbe quasi essere interessante.
RispondiEliminaMe la segno per tempi futuri.
E comunque, il Boss resta sempre Bruce. ;)
RispondiEliminaPer il momento mi sta piacendo parecchio, ma non mi sta facendo del tutto impazzire.
RispondiElimina*mr. ford
RispondiEliminabruce chiiiiiiiiiiii?
:D
*giada
a me convince sempre più, episodio dopo episodio..
Kathleen Robertson woW!
RispondiEliminaSembra figo! *__*
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