mercoledì 18 gennaio 2012

Non avere paura del buio, ma di questo film sì

"Avrò fatto bene a sposare Tom Crociera?
In questi giorni non è che le crociere siano molto cool..."
E con il calare delle tenebre, arriva un film spaventoso.
Sì, ma non nel senso che già speravate...


Non avere paura del buio
(USA, Australia, Messico 2010)
Titolo originale: Don’t Be Afraid of the Dark
Regia: Troy Nixey
Cast: Katie Holes, Guy Pearce, Bailee Madison, Alan Dale, Jack Thompson, Julia Blake, Eliza Taylor-Cotter
Genere: case infestate
Se ti piace guarda anche: American Horror Story, Il labirinto del fauno, Monster House, Poltergeist, Insidious, Drag Me to Hell

Quando gli americani prendono l’ispirazione da un film tv del 1973 significa che sono davvero alla frutta?
Se prima di vedere questo film pensavo che a livello di creatività non fossero messi benissimo, dopo la visione direi che sono già oltre la frutta. Sono al caffè e pure all’ammazzacaffè.

Fa piacere scoprire che almeno loro a girare 'sta roba si siano divertiti.
Visto che i soli americani non bastavano, a produrre Non avere paura del buio si è scomodato persino Guillermo Del Toro, il guru della scena horror mexicana che però dai tempi del pur valido Il labirinto del fauno mi sembra che viva un po’ troppo di rendita. Per il resto che ha fatto? Mimic? Pessimo. I due Hellboy? Carini, ma niente per cui gridare al capolavoro. E poi? Doveva fare Lo Hobbit ma non ce l’ha fatta, lasciando il progetto nelle mani più capaci di Peter Jackson. Insomma, sto Del Toro non Benicio mi sembra che in quel di Hollywood abbia quotazioni più alte del suo reale valore di mercato. Mi sa che le compagnie di rating l’hanno valutato un po’ altino. Per me andrebbe declassato almeno a BBB-.
Comunque Del Toro ha deciso di cacciare fuori el denaro e pure cosceneggiare questa sorta di remake di un filmino televisivo degli anni ’70, che raccontava una storia all’epoca magari originale ma certo oggi parecchio di meno.
Qual è questa storia?

"Secondo te dovevo farmi Dawson o Pacey?"
"Machennesò, signora Crociera? Io manco ero nata ai tempi di Dawson's Creek"
Massì, la solita favoletta nera della famiglia che va a vivere in una casa misteriosa infestata da presenze ancor più misteriose. Un oscuro passato avvolge la dimora, mentre un presente incerto avvolge la famiglia, con una bambinetta che si trasferisce insieme al padre Guy Pearce, per la precisione uno svogliatissimo Guy Pearce, e la sua neomogliettina più giovane di lui, Katie Holmes, una Katie che invece si impegna persino più di quanto richiesto da un film del genere.
Se da uno spunto così stra-abusato c’è chi è riuscito a creare l’apoteosi delle case infestate, e mi riferisco alla spettacolare ed elettrizzante serie tv American Horror Story, questo Non avere paura del buio non ci prova nemmeno a sforzarsi di spostare le aspettative di una virgola.
Tra ritmi lenti, per non dire soporiferi, e una storia che non si accende mai, la visione prosegue in maniera valida giusto come viatico per il mondo dei sogni. E sappiate che probabilmente i vostri sogni saranno più interessanti e, se avete mangiato pesante, i vostri incubi risulteranno molto più spaventosi di ‘sta roba qua, in cui la tensione è un accessorio evidentemente ritenuto superfluo dal Del Toro e dal regista esordiente Troy Nixey, anche autore di fumetti e spero almeno in quello sia un pochino più bravo.

"Ma porcoddue, chi me l'ha fatto fare, a me?"
Da salvare c’è poco o nulla, direi giusto l’interpretazione di una Katie Holmes piuttosto convinta di ciò che sta facendo (ed è l’unica), mentre Guy Pearce se la prende decisamente più “easy” e a sforzarsi non ci pensa nemmeno. Se in un film la Holmes è la cosa che funziona meglio, comunque, vi potete benissimo rendere conto da soli di come tutto il resto debba essere alquanto scarsino. La bambinetta Bailee Madison, che pure mi era risultata parecchio simpatica nell’altrettanto pessimo Mia moglie per finta, non è troppo convincente e soprattutto non è inquietante. Da un film di questo tipo non mi aspetto tante cose, ma almeno un bambinetto/bambinetta inquietante sì. Invece nemmeno questo. Qui siamo sotto al minimo sindacale.
Se proprio siete patiti del genere “case infestate” allora potete anche dargli uno sguardo perché se siete patiti, oh chi vi ferma?, però non dite che non vi avevo avvisati.
Un film non tanto brutto (ma comunque di certo non bello), quanto inutile inutile inutile. Cosa che a ben pensarci forse è ancora peggiore.
(voto 4-/10)


11 commenti:

  1. L'ho visto e recensito da poco anche io. Che dire? Davvero poco pauroso come indica il titolo. Un film per ragazzini, più che per adulti. Bei tempi quelli in cui Guy Pearce recitava in Memento...

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  2. Pare effettivamente una schifezza.
    Certo, elettrizzante American horror story vuol dire spararla grossa! ;)

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  3. Come regista Del toro se la cava( Ad esempio "La spina del diavolo" ed "Il labirinto del fauno"), da produttore però ha ampiamente dimostrato di andarsi a cercare delle vere e proprie cagate!(Es. "Splice").
    Forse è stato convinto da Mike Mignola che é amico di Troy Nixey(Che io continuo ad apprezzare di più quando fà fumetti.).

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  4. Uffi, il tuo titolo mi aveva già elettrizzata e invece...delusioneee!!!
    Comunque ti do il premio "Miglior Didascalista del mondo" ogni volta so' risate ahaahahah!!!

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  5. Stanno messi male anche a titoli. Qualche anno fa uscì "Hai paura del buio?". Ma un po' di fantasia no? O pensano che basti scrivere le parole "paura" e "buio" per far capire che è un film di paura?

    P.S. Concordo. Molto meglio essere brutti che inutili!

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  6. Visto ieri sera.3/4 noia e 1/4 cagata...

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  7. Visto. E mentre lo vedevo ho avuto un pensiero. Continuano a fare film in cui il buio è sinonimo di morte. Perché non viceversa? Potrebbe essere che l'umanità sia costretta a stare al buio e alla luce, solo alla luce, si manifestino, checchenesò, esseri di qualsivoglia genere. Ma mooolto cattivi. Si ora rubatemi l'idea, bravi!

    Comunque, il film in questione non è piaciuto neanche a me un gran che ma. Ma secondo me è stato molto tagliato (motivi di tempo?) senno non si spiegano le carpe giapponesi o il cerchio delle streghe... Ah le fatine non erano neanche "originali", appaiono già in Hellboy, molto simili. E poi dietro entrambi i film c'è Del Toro...

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  8. L'horror non è il mio genere, ma dopo aver letto, di sicuro questo non farà parte delle singole incursione nel genere che mi concedo ogni tanto. E sono d'accordo su AHS, anche se dopo le due fenomenali puntate Halloweeniane, mostra un certo calo, a mio avviso. Però sticazzi.

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