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lunedì 5 marzo 2012

Quasi amici: Non toccarmi non ti sento

Quasi amici
(Francia 2011)
Titolo originale: Intouchables
Regia: Olivier Nakache, Eric Toledano
Cast: Francois Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Audrey Fleurot, Clotilde Mollet
Genere: malati da ridere
Se ti piace guarda anche: Infelici e contenti, 50/50, Una poltrona per due, Up, Lo scafandro e la farfalla

Ispirato a una storia vera. Ispirato a una storia vera di un caso umano.
So già quello che state pensando: “Che due palle!”
E so anche quello che starete pensando ora: “Cannibal Kid possiede il dono di leggere nella mente. È anche lui un caso umano.”
E quindi penserete: “Perché allora non fare un film pure su di lui?”
Ma prima che il Valsecchi di turno mi/vi soffi l’idea, parliamo di questo film ispirato a una storia vera.
Intouchables è il titolo originale del film di cui parleremo oggi, in grado di giocare in maniera ironica con il titolo di una celebre pellicola di Brian De Palma misto alla condizione di cui è vittima uno dei due protagonisti del film. Philippe è un paraplegico che non sente niente dal collo in giù, un “intoccabile” che però ha la fortuna di essere almeno super mega ricco e di potersi permettere un’assistenza 24 ore su 24 ore di primo livello. Di primo livello almeno fino a che non decide di prendere come nuovo badante e assistente personale Driss.
Driss è un tipo di colore di origini senegalesi, un pelandrone che si è appena fatto sei mesi in prigione per una rapina e che vive nelle banlieue parigine, un cazzaro di primo livello per la cui testa passano solo due cose basilari: ottenere il sussidio statale e… la fig le donne.
L’incontro tra due persone e due personalità del tutto differenti come loro naturalmente produrrà scintille. Tanto è posato, precisino e per - forza di cose immobile - Philippe, tanto è cafone, impulsivo e sempre in movimento Driss. Tra loro nascerà un legame, un legame di tipo non bromantico o sessuale, anche perché uno è paralizzato e lì sotto le cose non è che gli funzionino a meraviglia. Il rapporto che si instaura tra loro è da “quasi amici”, come semplificato nel solito pessimo titolo italiano che fa perdere tutte le sfumature di significati presenti nell’originale.

"Miii, vai più piano di quella vecchia tartaruga del Mr. Ford!"
In una maniera analoga a quanto succede nel più drammatico Lo scafandro e la farfalla, il tema dell’handicap viene affrontato in maniera originale e coraggiosa. Si cerca di andare oltre i soliti stereotipi e oltre pure il politically correct. Lontani miglia dal politically correct com’è bello notare in una produzione francese e come in Italia al momento ci possiamo solo sognare, sebbene la storia non sia poi così lontana da Infelici e contenti con Renato Pozzetto ed Ezio Greggio. Un film del 1992 che segnala come da noi venissero prodotte 20 anni fa pellicole più coraggiose e divertenti di quelle di oggi.
Ma chissà, potrebbe essere giusto questione di tempo e presto produrremo il nostro clone-remake. Intouchables è infatti diventato nel giro di poche settimane il secondo maggiore incasso di sempre del cinema transalpino, secondo solo a Giù al Nord. Film che poi ha avuto una versione italiana e persino un sequel, laddove in Francia hanno evitato di farlo: mi riferisco ai ben noti Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord. Dobbiamo quindi aspettarci, oltre che al da me già pronosticato Benvenuti al Centro, pure un Quasi amici in versione italiana?

"L'altro giorno in bagno ho prodotto un'opera d'arte più interessante..."
Il cinema francese in questo momento spacca i culi, c’è poco da fare e non ce n’è per nessuno. Hanno fatto un The Artist capace di portarsi a casa qualunque premio nell’ultima annata, Oscar compreso. Hanno delle registe emergenti di enorme talento come Valérie Donzelli. Girano dei thriller che gli americani si possono solo sognare e infatti continuano a copiare: The Next Three Days da Pour Elle e il prossimo film di De Palma, sì ancora lui, Passion che sarà il remake di Crime d’amour.
Sul piano delle commedie francesi partivo però più prevenuto e (euro)scettico. Così come il fatto che in patria questo fosse stato un iper successo non significava per forza di cose che potesse essere un tipo di film adatto anche da noi. E invece…
Invece questi Quasi amici sanno conquistare con una facilità disarmante, sono partiti alla grande anche al botteghino italiano, e io non posso fare a meno di ringraziare Katie per avermeli consigliati.
Ma cos’ha di tanto speciale, questo cinema francese? La sue carte vincenti al momento sono… quali sono?
Semplice: le idee. Il punto di forza dei loro film sono delle sceneggiature strepitose, di quelle che in Italia si leggono di rado, anche perché da noi la figura dello sceneggiatore vero e proprio non dico non esista, ma è molto limitata. Ci sono i registi che si improvvisano sceneggiatori. Gli attori che si improvvisano sceneggiatori. I registi-attori, la categoria più temibile, che si improvvisano sceneggiatori. E alla fine i risultati si vedono.
E se il cinema francese non vi piace, i casi sono 2:
1) Siete quelli che i francesi chiamano “les incompétents”
2) Semplicemente, avete visto i film francesi sbagliati

"Tira più un pelo di figa di quanto Driss tiri la mia carozzina..."
Quasi amici - Intouchables ha una sceneggiatura a prova di bomba, che dall’inizio alla fine non ha un solo momento di cedimento. La prima scena parte avanti nella storia e si ricongiungerà con il finale; un tipo di narrazione molto di moda nei 90s ai tempi della doppietta Le Iene e Pulp Fiction e qui riproposta in maniera efficace e non derivativa.
Il merito fondamentale del film è però soprattutto quello di schivare i proiettili della prevedibilità con una velocità da fare invidia a Neo in Matrix. Con una storia che affronta il tragico, drammatico, spaventoso tema di un uomo costretto per tutto il resto della sua vita non solo su una sedia a rotelle, ma anche a dipendere da qualcun altro, era facile cadere nelle seguenti fosse: pietismi, sentimentalismi vari, scenone da lacrimona facilona. O addirittura scadere nel tragico più deprimente. Bene, in Quasi amici non c’è niente di tutto questo. Non che manchino le emozioni, non che la lacrimuccia bastarda alla fine non scenda, però è un film che riesce a conquistare in maniera non ricattatoria. In un modo che mi ha ricordato molto un’altra pellicola attualmente nelle sale italiane, 50/50 con Joseph Gordon-Levitt e Seth Roger, che affronta con coraggio e un forte senso dell’umorismo un altro tema molto delicato: il cancro. Entrambi i film riescono a parlare di malattia in maniera spassosissima, sorprendente e mai deprimente. Mica facile.

"Bunga Bunga paraplegic style, bitches!"
Fondamentale per la riuscita di Quasi amici è Driss, uno dei personaggi più idoleschi degli ultimi tempi. Oltre al suo lato maledettamente comico, viene dato spazio anche al contesto sociale in cui vive. Una cosa che sembrerebbe scontata, ma che nelle commedie italiane è fantascienza pura. Se prendiamo le commedie nostrane di maggior successo degli ultimi tempi come Che bella giornata, I soliti idioti o i due Benvenuti sopra citati, che pure sono riusciti a farmi abbastanza ridere, ci sono solo una marea di stereotipi, mentre non è presente un’indagine sociale di questo livello e i personaggi non sono così ben costruiti. Le nostre commedie rappresentano macchiette, non vere persone. Oltre a una qualità cinematografica scadente, in questo sta il loro principale limite.
Con il suo saper dosare comicità esilarante (alcune gag sono davvero fenomenali!) e parti più riflessive e drammatiche, Intouchables dovrebbe quindi essere preso come un modello di riferimento, in Italia così come negli USA. Cosa che non significa comprare i diritti per un remake. Significa uscire dagli stereotipi, dai personaggi macchietta e dalle stronzate “frangicoglioni”, per dirla con Driss.

Dustin Hoffman e Usain Bolt? No: Francois Cluzet e Omar Sy.
Quasi un grande film? No no, questo è proprio un grande film. Oltre a una grandiosa sceneggiatura che riesce a rendere cinema una storia vera, abbiamo una regia parecchio buona curata dal duo Nakache/Toledano (chissà che pure loro non abbiano un rapporto simile a quello dei due protagonisti?) e una bella colonna sonora regalata dalle musiche originali del compositore torinese Ludovico Einaudi, più pezzi i funk preferiti da Driss e quelli di classica da Philippi. E, ultimo ma non meno importante, abbiamo un cast in forma strepitosa, dal “paraplegico” Francois Cluzet alla sexy Audrey Fleurot (una versione francesona della Deborah Ann Woll di True Blood), fino naturalmente a lui, l’inteprete di Driss-l’idolo: Omar Sy, vincitore per questa parte del Cesar di migliore attore francese dell'anno, battendo (giustamente) il pur strepitoso premio Oscar Jean Dujardin di The Artist.
Una delle commedie più divertenti, memorabili e vive degli ultimi anni. Se non sono stato ancora abbastanza chiaro: diventate pure voi loro (quasi) amici.
(voto 8/10)

23 commenti:

  1. Mi ricorda molto "Scent of a Woman" (si quello americano, non l'originale)

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  2. Anche io voglio vederlo, devo solo trovare il coraggio di fare 50 km per arrivare al cinema...

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  3. Quasi quasi vado a vedermelo proprio stasera.

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  4. Essendo più tirato di voti mi sono mantenuto sul 6,5. L'unico difetto che gli trovai fu la radicale modifica che Driss porta nella vita di Philippe e nel resto dei personaggi...

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  5. "1) Siete quelli che i francesi chiamano “les incompétents”" Grande, hai citato "mamma ho perso l'aereo"..... o Carla Bruni :D

    Concordo con la tua recensione, soprattutto quando dici che sa dosare parti comiche con quelle riflessive. E adesso sono doppiamente curiosa di vedere "50 e 50"!

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  6. Visto l'altro giorno,davvero bello!!!50/50 mi manca invece.

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  7. non leggo e lo vado a vedere direttamente poi torno ;)

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  8. Ero in Francia quando è uscito. I genitori di mio marito l'hanno visto (sono due vecchietti!) e me ne hanno parlato benissimo. Ora non so se vederlo al cinema in italiano, o scaricarlo e vederlo in francese..
    Comunque mi disse André (suocero) che negli Stati Uniti non volevano proiettarlo per problemi di politically uncorrect. Possibile?

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    1. in effetti è parecchio politically uncorrect.
      però se è arrivato in italia, pure quei bacchettoni degli americani alla fine potrebbero importarlo...

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  9. In Francia hanno il "Centre National de la Cinématographie" che riceve parecchi finanziamenti da svariate fonti. Mi sono un po' documentato: nel 2009 230 film prodotti dai cugini contro i nostri 131; nel 2010 261 contro 141. Quantità oltre che la qualità dimostrata da molte opere recenti.

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  10. Che si prospetti un nuovo, clamoroso punto d'incontro tra la visione fordiana e quella cannibalesca!?!?
    Non staremo mica diventando "quasi amici"!?!? ;)

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  11. All'inizio non mi attirava più di tanto ma ora sono sempre più curioso!

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  12. questo mi manca!! non l'ho visto

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  13. Scusa... ma sono troppo felice di essere riuscita IO a consigliare un film al MIO PUSHER di fiducia!!!! :-) LO SAPEVO! Lo sapevo... te l'avevo detto che era geniale e tu che mi volevi paragonare l'attore di Driss a Eddie Murphy!!!!!! :-D Scherzi a parte sono proprio felice che ti sia piaciuto!!! :-)

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  14. Comunque la versione tedesca aveva delle battute quasi ancora più azzeccate e non vedo l'ora di guardarmelo in lingua originale!!! :-) Un bacione!

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  15. Visto ieri sera, alla fine in italiano. Bellissimo!! Secondo me è un film che può piacere più o meno a tutti, tocca molti livelli di scrittura e di narrazione. Attori fenomenali, sì! Personaggi divertenti (parlo di quelli "collaterali") e non sfociano nella macchietta. Alla fine anche l'adattamento italiano era ok.
    Penso che lo rivedrò, magari in french!
    Ciaoo

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  16. Visto ieri sera....voto 10 in lizza come miglior film 2012!!!...e poi la colonna sonora di Ludovico!!!!

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  17. Che ti dicevo? Altro che Usa o Italia.
    La Francia va alla grande e "Quasi amici" è stata una gradita sorpresa.
    Se poi mi segnali qualche DANIEL AUTEUILLE che 'puta caso, non ho visto,
    ti sarò grata.
    Cristiana

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    1. di daniel non è che sia un espertone,
      però ti posso consigliare sicuramente "la ragazza sul ponte", splendido
      e poi "niente da nascondere", film bastardissimo di michael haneke!

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  18. Ma perché l'Italia è mai esistita cinematograficamente negli ultimi 30 anni? I francesi si stanno aprendo ad un linguaggio meno provinciale e stanno venendo fuori, noi continueremo con il sociale neorealista fino alla morte e non capiremo mai come si crea una vera storia.

    Ho visto "Pollo alle prugne" l'altro giorno, altro film francese decisamente gradevole, delicato, per nulla banale o noioso, favolistico, poetico e a tratti anche toccante. Gli autori sono quelli di "Persepolis", guardatelo se vi capita.

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