The xx “Coexist”
Genere: lento violento
Provenienza: Londra, Inghilterra
Se ti piace ascolta anche: jj, Purity Ring, James Blake, Angus & Julia Stone, Jamie xx
So già cosa avranno tutti, o comunque molti, da dire sul secondo difficile album dei The xx: hanno giocato sul facile, hanno replicato il suono del fortunato debutto e si sono limitati a variare di poco la loro formula.
Una litania già sentita a proposito di un sacco di band che avevano fatto il botto all’esordio, dagli Strokes ai Vampire Weekend. E avevano torto. Beh, forse nel caso degli Strokes non proprio, visto che trovare le differenze tra il disco numero uno Is This it e il disco numero due Room on Fire era impresa da gioco della Settimana Enigmistica.
Ma nel caso dei The xx la storia si fa differente. A un primo ascolto può apparire che in effetti le cose stiano così, è vero. Se però si gratta oltre la superficie, è come scovare un gratta e vinci fortunato e sotto si trova una band incredibilmente maturata nella scrittura dei pezzi, nello strutturarli in una maniera ancora più affascinante, nell’unire voce maschio + voce femmina che rende i due cantanti Oliver Sim e Romy Madley Croft quasi degli Al Bano e Romina per gente con dei bei gusti musicali.
Se ai tempi del ballo delle debuttanti nell’alta società della musica, ovvero il 2009, erano appena dei ragazzini, adesso si sente che sono cresciuti e sono diventati grandi. Sono ancora giovanissimi, ma sembrano diventati dei quasi exx ragazzini.
Il primo album xx resta una pietra miliare. Uno di quei dischi in grado di diventare la colonna sonora di una generazione, in una maniera del tutto inaspettata. La rivoluzione dei The xx è stata silenziosa, gentile. Senza mai alzare la voce, in punta di piedi hanno saputo imporsi sulla scena mondiale. I loro pezzi sono stati suonati ovunque e in qualunque occasione, persino nei telegiornali, nei montaggi enfatici delle Olimpiadi, nel programma radiofonico di Fabio Volo, nelle soundtrack di serie come Gossip Girl, Grey’s Anatomy, Parenthood e di film come 5 giorni fuori - It’s Kind of a Funny Story, Sono il numero quattro, I segreti della mente - Chatroom e Project X (poteva un gruppo che si chiama xx mancare in Project X?) e una loro canzone è stata coverizzata addirittura da Shakira! I The xx sono entrati a far parte del mondo pop senza puntare su un’immagine particolarmente accattivante, su suoni eccessivi e ultrapompati o su slogan urlati. No, loro zitti zitti hanno imposto il loro sound particolare, sognante, relaxxante, unico.
Dopo un colpo così fortunato, chi poteva biasimarli se avessero continuato sulla stessa strada vincente? E un po’ così han fatto. Perché Coexist ammalia con le stesse carte tenute in mano al primo giro di giocate. Ammalia così, all’inizio, eppure conquista definitivamente con il passare del tempo.
Coexist è uno di quei dischi da ascoltare un milione e più volte, scoprendo ogni volta qualche nuova sfumatura, qualche prezioso dettaglio nascosto. Perfetto per essere suonato sia sull’impianto subwoofer, in modo da apprezzare i suoi bassi e ritmi quasi dubstep. Una dubstep vicina a quella di Burial o James Blake, non a quella di Skrillex, tanto per essere chiari. E ancor più perfetto per essere ascoltato nelle cuffiette, in modo da apprezzare tutta l’intensità melodrammatica di brani come Missing, la poesia di Angels o la canzone pop ideale per l’anno 2012, Sunset. Quanto alle opinioni che dicono che la band si è limitata a fare il bis del disco numero uno, beh, su quelle potete tracciare non una sola x, ma una xx.
(voto 8,5/10)
Aspettavo il tuo post. Il disco e' diventato mio appena possibile e sono giorni che va a ripetizione. The xx sono The xx, hanno il loro sound e il loro modo di fare musica ma decisamente non e' il cut and paste del primo disco. 3 anni di attesa ma ne e' valsa la pena!
RispondiEliminaSte
Da chirurgico ascoltatore mi permetterò di dire che se anche la struttura generale non è cambiata (ma quello è il loro stile) sono cambiati certi accenti, il linguaggio (musicale e non) si è arricchito ed è fiorito. Mi chiedo come l'ornato con cui decorano la loro musica possa influire sulle loro canzoni. Lo spoglio minimalismo mi aveva sedotto. La voce impastata di Oliver Sim, però, mi aveva fatto innamorare.
RispondiEliminaPiù che una litania già sentita, una litania noiosa: a me non piace per niente.
RispondiEliminaLenti quasi deprimenti, mi piacciono!
RispondiEliminama dal momento che sono arrivati al secondo disco fanno ancora "HIPSTER" ?!? :-)
RispondiEliminaNo, vabbè, acidate a parte non si può dir male di codesti giovanotti.
Però avrei un PERO'... Un dubbio. Perchè quando la loro CRYSTALISED passa nelle mani e soprattutto nella voce di Damon Albarn, migliora di una spanna. Sarà un caso?
io adoro damon albarn, ma crystalised la preferisco nella versione xx.
Eliminae sì, possono ancora essere considerati hipster, però un filino meno... :)