È arrivata una nuova rivista di telefilm in città, si chiama Ed è subito serial Magazine ma no, non la trovate nelle edicole.
La trovate comodamente su internet, sfogliabile e se volete anche scaricabile. Gratuitamente.
Cosa c’entro io con questo progetto?
Tutto è partito da un’idea dell’amico e collega Carlo Lanna, che mi ha proposto di cominciare a pensare a un magazine dedicato alle serie tv da mettere online in rete, il progetto poi si è sviluppato attraverso la “partnership” con il sito Ed è subito serial e ora è partito con il primo numero. O meglio il numero zero. O meglio ancora: l’episodio pilota.
Potete sfogliare, leggere, downloadare o fare quello che volete con la rivista QUI.
Dentro questo primo appuntamento ci trovate qualche mio pezzo su alcune serie (True Blood, The Newsroom, Breaking Bad, Beverly Hills 90210, etc.) più una serie di altri articoli molto interessanti su Glee, Gossip Girl, Fringe, Downton Abbey, Pretty Little Liars, fanfiction e parecchio altro…
Buona lettura!
(e cliccate "mi piace" sulla pagina Facebook della rivista, mi raccomando!)
Giusto per darvi un assaggino, ecco il mio articolo su Beverly Hills, 90210 per la rubrica dedicata alle serie del passato, American Telefilm Story appunto.
Ah, quanti ricordi.
AMERICAN TELEFILM STORY
Beverly Hills, 90210
Correva l’anno 1990 e una serie tv si affacciava nella programmazione televisiva americana, per arrivare di lì a poco a sconvolgere le vite di tutti noi ormai quasi anziani cresciuti negli anni Novanta. Quando scrivo sconvolgere, intendo davvero sconvolgere. E magari anche rovinare.
Beverly Hills, 90210 in qualche modo mi ha segnato per sempre, nel bene o nel male. È stata infatti la prima serie che ho seguito con passione maniacale. Ogni giovedì mattina, se non ricordo male era quello il giorno in cui veniva inizialmente trasmessa su Italia 1, mi svegliavo eccitato in attesa che arrivasse la sera per gustarmi un nuovo episodio. E a partire dal venerdì iniziava il countdown per la puntata successiva. Frequentavo ancora le scuole medie, in quel periodo pre-Internet che ora sembra davvero lontano, e sulla mia Smemo dell’epoca cominciavano a comparire i ritagli con le foto dei miei idoli e delle mie girls da sogno. Per lo più, naturalmente, riguardavano il mondo di Beverly Hills, 90210. La mia preferita era Kelly Taylor, ovvero Jennie Garth. La classica bionda, ricca, maniaca dello shopping e con il naso rifatto. In pratica, una sorta di Paris Hilton ante litteram. Intelligente? Nah, però che bona, che era.
Il mio modello di riferimento maschile, più che il troppo figo per essere vero Dylan McKay, era invece Brandon Walsh alias l’attore Jason Priestley. Come lui, il mio sogno (parzialmente realizzato) era quello di scrivere, di fare il giornalista. E, come lui, anche io odiavo (e odio tutt’ora) ballare. Brandon non balla, a meno che non fosse Kelly Taylor a invitarlo. Lo stesso vale per me, con la piccola differenza che Kelly Taylor a me non ha mai chiesto di danzare con lei.
L’anno scorso l’ho persino incontrato di persona, Jason Priestley, nel corso del Montecarlo Television Festival. Mi è capitato di intervistarlo e, anziché ringraziarlo perché il suo personaggio televisivo è stato molto importante per me, sono incappato in una gaffe e gli ho dato accidentalmente del “vecchio”. Sorry, Brandon.
Beverly Hills, 90210 ha insomma segnato nel profondo il mio immaginario e la mia intera esistenza, ma cosa aveva di tanto speciale?
L’ambientazione californiana, dove tutti i giorni c’è il sole e, se si faceva chiodo a scuola, si poteva andare al mare a fare surf. Le belle ragazze. La vita dei ricchi. Ma soprattutto, oltre a regalarmi dei modelli esistenziali irraggiungibili, quello che rendeva la serie davvero fantastica era un’altra cosa: mi faceva sentire grande. Quando ho iniziato a guardarla, ero solo un bambinetto e fantasticavo su come sarebbe stata la mia vita da teenager. Poi non sarebbe stata assolutamente così, anche perché crescere in una cittadina come Casale Monferrato non è proprio come farlo nel quartiere più esclusivo di Los Angeles, eppure la cosa importante era un’altra, la dimensione del sogno. Beverly Hills, 90210 rappresentava alla perfezione l’American Dream. Un suo pregio era quello di mostrare anche qualche crepa al suo interno, introducendo tematiche ostiche soprattutto per una serie teen come droga, sesso, omosessualità e pure AIDS. Alla fine comunque restava pur sempre una celebrazione dei valori tradizionali dell’America e, pur con tutte le sue ingenuità anni Novanta e i suoi intrecci sentimentali quasi da soap-opera, è anche questo ciò che ho sempre amato (e odiato) di Beverly. Oltre al fatto che ha segnato la mia vita. O me l’ha rovinata?
Ri- complimenti per quest'ennesima collaborazione!
RispondiEliminaBeverly Hills l'ho vissuto anche io, ma per fortuna solo una stagione... ero molto "antimoda" anche da ragazzina :PPP
Anche io vedevo Beverly Hills, ogni tanto, qualche volta. Ho finito di vederla in vecchiaia, un paio d'anni fa. La passavano su Rai4. Le ultime stagioni sono alla stregua di una soap opera tedesca, cavolo.
RispondiEliminaComunque, complimenti e in bocca al lupo per la nuova collaborazione ;)!
già solo per il titolo questa rivista merita attenzione :)
RispondiEliminaMa il magazine è mensile? Bimensile? Settimanale? Bisettimanale?
RispondiEliminadovrebbe essere mensile.
Eliminacomunque questo è un numero zero di prova, quindi vediamo come va a poi decideremo il da farsi...
ma lo sai che dovei far parte anch'io dei collaboratori? anche qui ti devo sopportare?!?! e sopratutto dovrò chiamarti collega... che palle :)
RispondiEliminaah sì? com'è che non ne so nulla?
Eliminacomunque non dovrai chiamarmi collega, bensì capo, visto che sono il capo redattore ahaha :D
occazzo... ahah
RispondiEliminacmq ho inviato un'articolo prova (su Daryl di The Walking Dead) e Alessandro se non sbaglio mi ha comunicato che a breve lo pubblicheranno. Se dovrebbero esserci problemi raccomandami Cucciolo! ehe
RispondiEliminaquesta è la versione magazine del sito.
RispondiEliminail tuo articolo dev'essere invece proprio per il sito di ed è subito serial, e lì non ho grossa voce in capitolo...
comunque sono sicuro che non andrà bene uahahah ;D
ah bene, allora dirò al boss che deve mettermi in collaborazione con il magazine... preparati! :D
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