Oggi parliamo di musica, di dischi.
Perché?
Tra Oscar, Festival di Sanremo (il Festival di Sanremo ovviamente non lo considero come vera musica), nuovi film e pu**anate varie, è un argomento che ho un po’ trascurato in questo inizio 2013. Epperò sono usciti parecchi dischi interessanti. Alcuni devo metabolizzarli per bene e non ho ancora capito se mi piacciono o meno, ma comunque avrò modo di tornarci sopra in qualche post futuro.
Altri invece sono riusciti a inquadrarli, all'incirca, e quindi senza indugiare oltre vediamone e ascoltiamone qualcuno. Subito.
My Bloody Valentine “mbv”
C’hanno messo 22 anni, Kevin Shield e compagni, per sfornare un disco nuovo. Non so, se volevano potevano aspettare ancora un po’. Alla faccia del carpe diem, i My Bloody Valentine hanno fatto sospirare parecchio per un seguito all’acclamato Loveless del 1991. La cosa bella del nuovo "mbv" è che non suona come un album troppo meditato, bensì fugge via in maniera naturale. Il risultato è un disco che fa sembrare come se il tempo si fosse fermato, come se questo disco arrivasse dritto dall’inizio degli anni Novanta. Come se i My Bloody Valentine non se ne fossero mai davvero andati e fossero sempre stati accanto a noi. Solo che ce ne eravamo dimenticati.
(voto 8/10)
Foals “Holy Fire”
Holy shit, questo è un gran bel disco.
Il suo unico problema è che la canzone “My Number” è così figa, ma così figa che il resto del pur eccellente menù inserito appare per forza di cose leggermente inferiore. Eppure di altre cose squisite ne sono presenti, eccome, dall’esaltante “Inhaler” all’emotiva “Bad Habit”, dal loro solito math-rock di “Everytime” alla maggiormente atmosferica “Late Night”.
Gran disco nel complesso, ma in particolare “My Number” è troppo il numero più clamoroso sentito quest’anno.
(voto 7,5/10)
Prima inaspettata e piacevole sorpresa dell’anno.
Claudia Durastanti su Indie for bunnies dice che “meriterebbe di diventare il Jagged Little Pill della sua generazione.” A livello commerciale non credo proprio potrà mai avere lo stesso impatto, eppure il disco d’esordio di questa 22enne di Nashville (che a sorpresa non suona musica country!) è di un’intensità emotiva pazzesca.
Mackenzie Scott, in arte Torres. Segnatevi il suo nome. Da non confondere con quello del niño Fernando...
Mackenzie Scott, in arte Torres. Segnatevi il suo nome. Da non confondere con quello del niño Fernando...
(voto 8+/10)
Un bel disco rock.
Negli anni ’90 avresti detto, con quello scazzo addosso da tipico adolescente nichilista post-nirvaniano: “E allora? Sai quanti ce ne sono…”
Oggi invece ascoltare un bel disco rock è come vedere un bel nuovo film firmato da Spielberg o una tigre siberiana o, che so io?, un’altra specie di quelle in estinzione.
Una rarità formidabile da assaporare come merce preziosa. Soprattutto in tempi di crisi, del rock e non solo del rock.
(voto 8/10)
Creativi, schizofrenici, a volte geniali (come nel pezzo tossito “Cough Cough”), altre meno. Gli Everything Everything sono uno di quei gruppi che si sono scelti un nome assolutamente azzeccato, un po’ come gli Zero Assoluto. Gli Everything Everything sono Tutto Tutto: un po’ Radiohead, ma più spensierati e cazzari, un po' come i Super Furry Animals dei bei tempi andati, un po' rock, un po' pop, un po' indie. Al loro secondo disco dopo l’interessante Man Alive continuano a convincere più con le singole canzoni che sulla lunga distanza di un intero album. Il potenziale comunque c’è tutto e a loro manca poco per diventare davvero di Tutto Tutto e di più.
(voto 7/10)
"Sono un vero gangsta rapper duro e puro, yo! Però guardate quanto è tenero questo gattino. Mi si scioglie il cuore..." |
A$AP Rocky fa parte della Nouvelle Vague dell’hip-hop contemporaneo americano, insieme ad altri illuminati come Tyler The Creator, Kendrick Lamar e Drake. Un misto tra atteggiamenti gangsta che appartenevano al rap degli anni ’90 e una maggiore apertura mentale, lyrics più intimiste e profonde ma senza privarsi di una marea di parolacce da bollino Parental Advisory Explicit Content assicurato.
A livello musicale, nel calderone ASAP ci butta dentro di tutto, tra aperture all’elettronica e al pop, al suono dubstep (il trip assoluto di "Wild for the Night" con Skrillex) e pure alla musica indie ("Hell" con Santigold), in quello che appare fin da subito il disco hip-hop in senso lato più completo ed esaltante dell’anno.
A livello musicale, nel calderone ASAP ci butta dentro di tutto, tra aperture all’elettronica e al pop, al suono dubstep (il trip assoluto di "Wild for the Night" con Skrillex) e pure alla musica indie ("Hell" con Santigold), in quello che appare fin da subito il disco hip-hop in senso lato più completo ed esaltante dell’anno.
Lunga vita ad A$AP Rocky.
(voto 7,5/10)
Gli anni ’90 stanno tornando. I segnali sono nell’aria. I Blur che ritornano a suonare insieme, sebbene per un loro nuovo disco vero e proprio ci sarà ancora da sospirare parecchio. I My Bloody Valentine che invece un nuovo disco l’hanno tirato fuori (vedi sopra). La grande serie UK My Mad Fat Diary, ambientata nell’epoca d’oro del britpop…
E ora, sempre a proposito di britpop, c’è da aggiungere anche il ritorno degli Suede. Un bel ritorno. Non un ritorno stellare, però un bel ritorno. Dopo la spenta parentesi acusticheggiante del loro ultimo album A New Morning, che risale al 2002, le chitarre ritornano a suonare come ai cari vecchi tempi e le canzoni, seppure non storiche come quelle dei 90s, sono piuttosto valide. Gli Suede, che una volta avevano come manager l’oggi comico Ricky Gervais (!), stanno bene, sono in forma, e confermano l’impressione iniziale: gli anni ’90 stanno tornando.
(voto 6,5/10)
Pop. Leggero. Scanzonato. Frizzante.
I francesi Phoenix capitanati non da Joaquin Phoenix bensì da Thomas Mars, il maritino di Sofia Coppola, con questo nuovo album sembrano voler recuperare il sound del fenomenale album d’esordio United, senza dimenticare le loro ultime cose che li hanno resi uno dei gruppi indie più cool del mondo, più qualche suono 80s e nuove influenze dal forte sapore orientale. Alcuni pezzi sono più riusciti (pretendo che “Drakkar Noir” diventi il prossimo singolo) e altri meno, ma nel complesso il disco funziona alla grande per un ascolto spensierato. Anche perché, alla fine dei conti, è solo entertainment.
Se poi non siete soddisfatti e cercate qualcosa di maggiore spessore:
A) Siete delle persone noiose.
B) Rivolgetevi altrove.
C) Siete delle persone noiose.
(voto 7/10)
Grande A$AP la foto col gattino non l'avevo vista! Che carino! :3
RispondiEliminaLa dimostrazione che di Rap (notare la maiuscola please) non ne capite un cazzo...come se io mi mettessi a commentare roba indie rock: non ci capisco un cazzo (e non mi piace) quindi non mi espongo. Altrimenti rischio di dire cazzate disumane. Come nella recensione in oggetto.
RispondiEliminaE quali sarebbero queste cazzate disumane che avrei sparato, o Sacro Conoscitore della Verità sul Rap che non hai manco la decenza di firmarti?
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