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lunedì 9 dicembre 2013

FRANCES HA RUBATO IL MIO CUORE




Frances Ha
(USA 2012)
Regia: Noah Baumbach
Sceneggiatura: Noah Baumbach, Greta Gerwig
Cast: Greta Gerwig, Mickey Sumner, Michael Zegen, Adam Driver, Grace Gummer, Michael Esper, Justine Lupe, Patrick Heusinger
Genere: indie
Se ti piace guarda anche: Girls, Damsels in Distress, Manhattan, Io e Annie
Uscita italiana prevista: aprile 2014 (forse)

Mi sono innamorato.
Di chi?
Mi sono innamorato di Frances Ha.
Ci sono le recensioni razionali, e poi ci sono quelle che iniziano come sopra e capite già che non lo saranno. Per niente. Tutti i film ovviamente possono essere visti in maniera più o meno soggettiva, ma questo è un caso a parte. Se alla fine della visione di Frances Ha senti le farfalle allo stomaco e vorresti che la pellicola non fosse finita, che non finisse mai e vorresti solo continuare a vedere per sempre cosa la protagonista Frances combinerà, vuol dire che il film ha funzionato. Vuol dire che ti sei innamorato.

Frances Ha è un film sull’amore, ma non è una commedia romantica. Non è una storia d’amore tradizionale. Non è una storia d’amore etero, non è una storia d'amore lesbo e non è nemmeno tanto una storia d’amore. A pensarci bene, non è nemmeno un film proprio sull’amore amore comunemente inteso. È più una storia d’amicizia, però ciò non rende bene l’idea. Frances è innamorata della sua migliore amica Sophie, solo non in un senso sessuale, né romantico. È una persona su cui può contare, con cui ha un’intesa particolare.
Capito?
No, vero?
È una cosa difficile da spiegare, per provarci passo la parola direttamente a lei, la protagonista del film Frances:

È quella cosa quando sei con qualcuno e tu lo ami e lui lo sa e anche lui ti ama e tu lo sai. Ma sei a una festa e tutte e due state parlando con altra gente, poi guardi in fondo alla sala e i vostri sguardi si incrociano, ma non in maniera possessiva o con l’intenzione di fare sesso, ma perché quella è la tua persona in questa vita.

Non avete ancora capito?
Allora non vi resta che guardare questo film che provoca lo stesso effetto. Lo guardi e sai di amarlo. Però non è che te lo vorresti scopare. Lo ami e basta. Ami tutto di questo film.
La protagonista, per prima cosa. Greta Gerwig è la nuova fenomena del cinema indie americano, già splendida rivelazione nell’horror The House of the Devil e poi protagonista di quel sottovalutato gioiellino di Damsels in Distress. Un’attrice che si fonde in un tutt’uno con il suo personaggio, l’originalissima, folle Frances. Un’attrice, ma anche una sceneggiatrice, che qui firma a 4 mani con il regista Noah Baumbach uno degli script più freschi e frizzanti degli ultimi tempi. Nonostante tutti questi talenti, il suo vero sogno, il sogno di Greta non ha a che vedere tanto con il cinema, ma è quello di fare la ballerina, come la Frances del film. Non è che sia proprio un fenomeno come la Nina del Cigno nero, eppure ha uno stile tutto suo, molto personale, messo in mostra già nel mitico balletto della Sambola in Damsels in Distress, così come anche nel pazzesco video live agli YouTube Awards di “Afterlife” degli Arcade Fire diretto da Spike Jonze.



Come fai a non amare Greta Gerwig?
Come fai a non voler uscire con la sua “undateable” Frances?
E poi, una volta investito da quest’ondata di amore, oltre a Greta/Frances cominci ad amare anche tutto il resto. Tutto ciò che rende questo film da semplice film indie tra i tanti a Film Indie per eccellenza. E così ami anche la trama/non-trama che sembra quella di un episodio allungato di Girls, un episodio bellissimo di Girls. L’episodio definitivo di Girls.
Credo che potrei essere la voce della mia generazione, o almeno una voce di una generazione,” diceva Lena Dunham nella puntata pilota di Girls e così è stato. La sua serie tv sta già facendo scuola, anche all’interno del nuovo cinema alternative americano. Perché, vedete, Frances è uno dei personaggi più singolari mai visti su schermo, e non solo su schermo, eppure allo stesso tempo riesce pure lei a farsi simbolo universale di un’intera generazione, proprio come la Hannah/Lena Dunham di Girls. La generazione dei 20/30enni incasinati di oggi. La mia generazione. Una generazione precaria. Una generazione multitasking che si trova a fare un sacco di cose differenti senza riuscire a portarne a termine manco mezza. Una generazione fottuta. Laddove però Girls, per quanto scritto alla grandissima, dà spesso un senso di incompiutezza, qui Greta Gerwig, grazie probabilmente all’aiuto della mano ormai esperta di Noah Baumbach, riesce a trovare una quadratura, a chiudere il cerchio con un (doppio) finale splendido.

Pur partendo da uno stile hipster alla Girls, Frances Ha possiede comunque uno slang e un linguaggio tutti suoi, e percorre anche altre strade. A livello visivo, Noah Baumbach sceglie di fotografare una New York City in bianco e nero che riporta esplicitamente alla mente Manhattan di Woody Allen, il tutto però con una spruzzata profumata di Nouvelle Vague, messa in evidenza dallo stile registico, narrativo, così come anche dalle numerose splendide musiche di Georges Delerue, Jean Constantin, Antoine Duhamel e altri compositori transalpini recuperate da varie pellicole anni ’60 tra cui I quattrocento colpi, più un’aggiunta di David Bowie con “Modern Love” che non fa mai male.

Ami la colonna sonora, dunque.
Ami pure i personaggi comprimari. Magari Sophie (Mickey Sumner) non tanto, perché è così egoista ed è così cattiva nei confronti della povera Frances che le vuole tanto tanto bene. Ecco, Sophie magari è l’unica cosa del film che non ami.
Sophie, sei una bruttona!
Sì, l’ho detto.

Sophie: "Credevi forse non avrei letto quello che hai scritto su di me, maledetto d'un cannibale?"

E poi ci sono i coinquilini della nostra (nostra? della “mia”) Frances: Holly e Benji… volevo dire Lev e Benji, il primo interpretato dall’Adam Driver proveniente – guarda caso – dalla serie Girls e il secondo dal volto nuovo Michael Zegen. E ami pure loro.

E ancora, ami la regia non invasiva ma funzionale al racconto di Noah Baumbach, uno che già aveva fatto cose niente male come Il calamaro e la balena e Lo stravagante mondo di Greenberg, pellicole che però lasciavano un po' con l’amaro in bocca e che erano un filino deprimenti. Frances Ha invece no. Nonostante la sua forte componente intellettualoide e sfacciatamente radical-chic, è una visione leggera come un palloncino che si libra in volo e che non puoi fare a meno di continuare a seguire con lo sguardo, fino a che non scompare all’orizzonte. Quando ciò accade, ti prende una sensazione triste ma allo stesso tempo buffa, che ti lascia con un sorriso ebete stampato in faccia. È questo che ti fa l’amore. È questo che ti fa Frances Ha. Tutto qua.
(voto 9/10)



14 commenti:

  1. Un bel post emozionale che potrei quasi definire "fordiano"! ;)
    E per quanto sia radical chic, ho sempre trovato grande Baumbach.

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  2. Nouvelle Vague senza la spocchia della Nouvelle Vague. Piccolo, splendido film.
    Ho avuto la fortuna di vedere Greta Gerwig a Torino: sembra così goffa anche nella realtà!

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  3. io l'ho trovato piuttosto paraculo, dopodiché mi è piaciuto lo stesso

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  4. Marco, tu sei molto in sintonia con il "cinema indie" americano, quindi penso proprio che lo vedrò! :)

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  5. Insomma da segnare. Ultimamente, tranne qualche buca in cui inciampo di ciofeche e cose varie, mi capitano bei filmini indie come questo. Voglio proprio vederlo. Complimenti per il post poi! ;-)

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  6. Per me non è stato amore al primo sguardo e non sono nemmeno sicura che, attualmente, lo sia.
    Per metà del film io l'ho detestata Frances. Così chiusa nel suo egoistico sentimento verso l'amica, così incapace di vivere, così goffa, così poco indipendente, così incasinata - a differenza di Sophie che cerca di emanciparsi da questo rapporto "lesbico senza sesso".
    Poi, alla fine, ho capito perché mi irritasse tanto. Perché per alcuni versi mi ricordava me stessa. Undateable per eccellenza per molto tempo, confusionaria nel cuore e nella testa. E mi ha fatta sorridere.
    E, anche un po', sperare.

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  7. Già visto, sarà perchè il mio blog cinematografico di fiducia aveva già fatto dei giusti elogi sperticati alla Greta Gerwig di Damesel in distress e così quando che questo film esisteva ho dovuto vederlo subito.
    Come Mareva ho avuto sensazioni contrastanti riguardo a questo film, proprio perchè in un certo senso mi ci ritrovavo.
    Sono d'accordo con te su tutta la linea, in particolare per quanto riguarda il parallelo con Girls (e con l'ubuquità di Adam Diver), che infatti seguo ma lo trovo spesso più irritante che piacevole proprio perchè abbozzato nelle conclusioni (ma anche qui, non sarà perchè siamo proprio noi quelli abozzati? Fine parentesi filosofica).
    E adesso mi chiedo: ce la farà Greta ad essere la cotta adolescenziale numero 1 dell'anno? Secondo me ce la fa :)

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  8. Questo film mi ha incuriosito dalle prime recensioni, poi il fatto che Tarantino l'abbia inserito tra le sue visioni preferitie del 2013 mi ha praticamente imposto a guardarlo...peccato però che il tempo è poco, le classifiche già stilate e quindi mi sa che la visione sarà rimandata al 2014..

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  9. oddio, questo post me l'ero perso... mi hai non incuriosito, di più! già messo l'amico torrente al lavoro. grazie del consiglio, ti farò sapere. Manhattan in bianco e nero mi ispira già di suo, poi ne parli con così tanto entusiasmo che deve proprio essere un gioiellino!!

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  10. Sbaglio o c'è un omaggio a Mauvais Sang di Leo Carax?!
    http://www.youtube.com/watch?v=rXvQBqMJ2BU (a partire dal minuto 2:20)
    Giordy

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  11. stessa canzone, scena di corsa...
    in effetti ci sono tutti gli estremi per parlare di plag... pardon di omaggio :)

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  12. Se non l'hai visto te lo consiglio, Mauvais Sang (Rosso Sangue, nella versione italiana). Lo vidi in prima visione e scoprii in una sola volta il giovane Carax e la splendida, giovanissima Julie Delpy (16 anni!)... e se poi ci aggiungi una Binoche ventiduenne, Michel Piccoli, Denis Lavant, Serge Reggiani e (nella parte di uno dei cattivi) il mitico Hugo Pratt...
    Giordy

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  13. Il punto è che non è una storia d'amore, ma non è neanche, secondo me, una storia di amicizia...E' la storia di una ragazza. Ma anche questo è riduttivo. Chi non ha visto il film e legge un commento del genere, potrebbe decidere di non vederlo, perché "sempliciotto" e forse è questa la potenza e l'energia del film. E' semplice, ma qualcosa ti lascia. A me lascia l'amarezza di sentirmi senza meta, senza fini. Mi lascia l'amarezza di sentirmi un po' persa, un po' inconcludente, un po' -non fallita, ma- fallimentare in alcuni aspetti della vita. L'amarezza di non avere le stesse capacità di chi quella storia l'ha pensata, scritta, vissuta, e cucita addosso (Non sono un'aspirante regista. Sono totalmente ignorante in materia). Ecco. Frances può essere il contrario di questo: non è una grande ballerina, ma sa qual'è il suo fine e cerca di ottenere risultati.
    Non è soltanto la storia semplice di una giovane ragazza. E', nella sua semplicità, qualcosa di molto più profondo. Quella storia siamo un po' noi tutti, soprattutto i giovani di oggi. Frances, nonostante le difficoltà ed i fallimenti, ha sempre un contagioso sorriso, anche se talvolta malinconico.
    No, decisamente non è una comune storia d'amore o d'amicizia. E' la storia di un amore per se stessi. Io, in quelle immagini, ci vedo la difficoltà a creare legami, e la facilità con cui si viene etichettati come 'strani' nel tentativo di addomesticare gli altri. Solo non capisco se Frances è riuscita ad addomesticare o no. Perché sembra che abbia creato dei legami soltanto in superficie, eppure, quei legami sono presenti in quello che sembra essere il giorno più importante della sua vita, almeno di quella porzione di vita che ci viene mostrata.
    E la forza del film sta in questo: non ti lascia solo l'amarezza. Ti lascia anche una speranza.
    Vedere questo film è ricevere uno schiaffo che ti riporta alla realtà, perché è estremamente reale, ma subito dopo c'è, immancabile, una carezza per la più dolce delle consolazioni.

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  14. L'attrice è simile a Sandra Bullock. Lei sarebbe ruoli film Velocità http://www.itafilm.net/

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