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mercoledì 22 gennaio 2014

GRAVATAR
















Mi sentite?








Ho detto: mi sentite?








Heeey, c’è nessuno?







Aspettate un momento che provo ad avvicinarmi…








Houston, se mi senti grida: “Eeeeh! Eeeeeh!
Se mi senti grida: “Oooh! Oooooh!”






Oh, ma che è ‘sto mortorio? Non mi ricevete?
Provo ad avvicinarmi ancora un poco.







Ora mi sentite forte e chiaro?







Troppo forte?






Allora un attimo ancora che mi allontano...






Tutto normale, ora?
Bene, a questo punto potete finalmente lanciarvi in orbita con me e con il mio post su Gravity.

Gravity
(USA 2013)
Regia: Alfonso Cuarón
Sceneggiatura: Alfonso Cuarón, Jonás Cuarón
Cast: Sandra Bullock, George Clooney
Genere: fluttuante
Se ti piace guarda anche: Europa Report, After Earth, Alien, Avatar

Sapete l’ultima volta che ho sentito dire: “Questo film è un’esperienza sensoriale che va vissuta assolutamente in 3D”?
Esatto: erano i tempi di Avatar, la boiata del secolo. Una pellicola che ho odiato e patito tantissimo, anche perché sono convinto di una cosa: una merda puoi pure girarla in 3D, ma sempre merda rimane.
L’ultima esperienza sensoriale offerta dal cinema americano si chiama Gravity. Una pellicola che è girata in maniera vorticosa e spettacolosa e che in effetti va vissuta come un’esperienza. Attenzione però: anche un massaggio thai con sorpresina finale è un’esperienza sensoriale niente male, ma ciò non significa che sia grande cinema.
Oppure, tanto per rimanere in un ambito tematico più vicino a Gravity, una visita al planetario è una bella esperienza?
Sììì.
Una visita al planetario è grande cinema?
Nooo.

Il problema di Gravity comunque è un altro. Non è un’esperienza sensoriale piacevole. Per me non lo è stato. A tratti mi ha provocato risate di disperazione e a tratti mi ha causato persino il voltastomaco. In pratica, Gravity è come un giro sulle giostre. È un’esperienza che non vedi l’ora che finisca e, una volta terminata, non ti lascia nient’altro se non la voglia di non tornarci mai più. Poi naturalmente tutto è soggettivo, le esperienze in modo particolare, e quindi ci sono quelli che non vedono l’ora arrivino le giostre in città per andare a provarle tutte, mentre io preferisco rimanere con i piedi sulla Terra a gustarmi una birra. Anche una birra è un’esperienza sensoriale, ma ciò non significa sia grande cinema, capito miei cari grandi critici cinematografici mondiali che avete eletto questa modesta pellicoletta survival come la migliore (SERIOUSLY?) dell’anno.

Gravity è un film che, proprio come Avatar, maschera dietro a nuove roboanti tecniche di ripresa e super effettoni speciali il suo attaccamento a un tipo di cinema che di innovativo non ha niente di niente. Gravity racconta una storia già sentita mille altre volte, e la racconta pure maluccio, tra dialoghi che più banali non si potrebbe immaginare e uno svolgimento prevedibile anche per chi non ha mai visto un film in vita sua.

"Aah che pace nello spazio, lontano dai paparazzi.
Se solo non ci fosse quella lagna della Bullock che rischia la morte ogni 2 secondi."
ATTENZIONE SPOILER
Sandra Bullock è una dottoressa barra ingegnere biomedico che viene mandata nello spazio per la prima volta. Perché hanno mandato una dottoressa di ospedale lassù non si capisce bene, ma a questo punto non potevano spedirci Meredith Grey di Grey’s Anatomy, così ce la levavamo dalle scatole una volta per tutte? E a proposito di serie medical, insieme a lei c’è l’ex dottore di E.R. George Clooney. Tra i due all’inizio assistiamo a dinamiche quasi da commedia romantica. Lui fa lo splendido e il brillante, mentre lei è più introversa e riservata. Due personaggi che più diversi non si potrebbe e quindi destinati a mettersi insieme…
Gravity è un’americanata colossale, ma non fino a questo punto. Pur evitando la deriva romantica, Gravity non evita la solita deriva della storia su una missione spaziale. Inzialmente va tutto bene, poi c’è un incidente e gli astronauti muoiono uno dopo l’altro, con tanto di George Clooney che si sacrifica in maniera eroica (e che palle!) e scompare ammirando la bellezza dello spazio (e che palle di nuovo!). Una storia che si ripete, già vista in un sacco di altri film, in pratica tutti quelli ambientati su un'astronave, come Alien, Sfera, Moon, Prometheus o l’inarrivabile 2001: Odissea nello spazio, tra l’altro citato da Cuarón nella scena più bella del film. Gli unici 10 secondi davvero poetici della pellicola, quelli in cui la Bullock si raggomitola in posizione fetale. La sola sequenza per cui è possibile e giustificato un confronto tra i due film. Per il resto, chi accosta il sommo capolavoro filosofico-esistenziale di Kubrick con questa vuota favoletta spaziale è messo in condizioni davvero gravi.


"Questo film non ha migliorato la mia recitazione,
ma se non altro mi ha fatto diventare un'ottima nuotatrice."
Sandra Bullock rimane così da sola e cosa fa da sola?
Entra in una navicella spaziale e comincia a spogliarsi…
Ma che è? Un film di fantascienza o un porno?
Purtroppo la prima. Sandra Bullock si toglie la tuta da astronauta e dimostra di possedere ancora belle tette & chiappe, ma come attrice non è che sia proprio uno sballo. A questo punto, non essendo un pornazzo la Bullock non si toglie tutti gli altri vestiti e non comincia una scena di masturbazione spaziale, bensì ahinoi parte la classica esperienza di sopravvivenza estrema in solitaria, già vista di recente in un sacco di altri film come 127 ore, Vita di Pi e Cast Away, tanto per citarne solo alcuni.
Da qui in poi, l’attrice è chiamata a reggere sulle sue spalle l’intero peso della pellicola e dimostra tutti i suoi limiti. Che pure io – precisiamolo – la Bullock non l’ho mai disprezzata come fatto da molti. A me la Bullock è anzi sempre piaciucchiata abbastanza. Mi era piaciuta in Speed, in Formula per un delitto, persino in Demolition Man, e The Net - Intrappolata nella rete è un mio guilty pleasure personale assoluto. Il premio Oscar andatole per The Blind Side poi per me c'era stato tutto perché lì era perfetta per la parte, mentre qui la sua interpretazione tocca spesso il ridicolo involontario, come nella pessima pessima pessima scena dell’ululato, che magari nella mani di un’attrice di altra caratura, come Natalie Portman, avrebbe portato a ben altri risultati. La Portman era stata proprio una delle attrici considerate per la parte, insieme ad Angelina Jolie.
La Jolie che ulula nello spazio?
Al solo pensiero, potrei quasi quasi rivalutare la performance della Bullock.

A mancare soprattutto a Gravity, almeno per quanto mi riguarda, è un vero trasporto emotivo nei confronti dei personaggi, parecchio stereotipati e pure parecchio abbozzati. In questo film di personaggi non è che ce ne siano tanti. Ce ne stanno appena due, due cazzo!, era tanto difficile delinearli meglio e magari in maniera meno ruffiana? Lui Giorgione Clooney è il personaggio simpa di turno che però non è poi così simpa e anzi le sue storie non si riescono a reggere con gli occhi aperti nemmeno bevendo dieci Nespresso di fila. Lei invece è talmente simpa che ho tifato per la sua morte immediata già fin dalla prima scena.
Al di là di una modestissima Sandra Bullock (che però come prevedibile s’è beccata una nuova nomination agli Oscar) e del suo poco empatico personaggio, il problema principale sta in una sceneggiatura scontatissima e scritta in maniera penosa, con dialoghi e monologhi di una banalità clamorosa, e scene agghiaccianti che toccano il vertice, oltre che nell'orrorifico ululato, nel momento onirico con protagonista George Clooney. Santo David Lynch, ma come si fa a girare una scena onirica del genere?
Fin dalla prima scena, è inoltre facile prevedere l’intero sviluppo del film. Questo script realizzato da Alfonso Cuarón insieme al suo figlio raccomandato Jonás è allora la dimostrazione di come:
A) Certi registi saranno anche bravi con la macchina da presa in mano, ma la penna è meglio che la lascino stare.
B) Il nepotismo fa solo dei danni.

Nonostante una sceneggiatura del tutto priva di idee un minimo originali, Gravity è un film che vuole stupire a tutti i costi lo spettatore, se non altro da un punto di vista visivo. Alfonso Cuarón girerà anche bene, ma fa un eccessivo ricorso a effetti speciali e ad espedienti del cinema avventuroso. In ogni momento deve capitare qualcosa, un contrattempo, un colpo di scena (tutti come detto ampiamente prevedibili). È un peccato, perché i pochi momenti decenti sono quei rari attimi di quiete, in cui il film rallenta la sua corsa, il suo vortice visivo da mal di testa e pure da mal di pancia.
Riassumendo: Gravity rappresenta alla perfezione il cinema che NON mi piace. Tutto tecnica, tutto effetti speciali, ma zero idee originali e, soprattutto, zero cuore.

A voler essere generosi, perché in fondo in fondo ma proprio in fondo io sono un buono, Gravity alcuni pregi li ha pure, esclusivamente relativi alla parte visiva. Niente di così straordinario nemmeno in questo caso e sufficienti a farlo volare in alto nello spazio giusto per pochi minuti, quelli del piano sequenza iniziale. Allo stesso tempo, Gravity ha dei difetti ancora più evidenti della sua appariscente e spettacolare messa in scena, relativi a una protagonista così così e a una sceneggiatura terribile, ma terribile forte, che lo spingono giù verso Terra. Alla fine, complice una conclusione ridicola e che risulterebbe inverosimile persino se fosse una pellicola con Will Smith, tra i pregi che sollevano il film e i difetti che lo buttano giù, per quanto mi riguarda a prevalere sono nettamente i secondi. È una cosa normale. È la gravità, e non si può sconfiggere la gravità.
(voto 5/10)

Adesso mi sono rotto di  parlare di Gravity.
Torno a gravitare tra i miei più classici e tipici impegni spaziali, tipo ululare.





AUUUUUUUUUUUUUUUU











AUUUUUUUUUUUUUUUUUU











AUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU












Sandra Bullock, ma va a cagheeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeer


29 commenti:

  1. L'idea dell'avvicinamento ed allontanamento è una bomba.
    Il film molto meno.
    Tanta tecnica, zero sostanza.
    Una mezza delusione.

    Resta il fatto, però, che Avatar è una ficata assoluta. :)

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    1. a distanza di tempo, il pensiero che avatar fosse una schifezza assoluta si è amplificato ancora di più.
      altroché ficata :)

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    2. Meno male! Pensavo ti fossi ravveduto e fossimo d'accordo anche su quello, ormai! ;)

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  2. eeerrr....eerrr...errrr......
    Dopo tutto sto ambaradan, nella giungla, se l'è pappata un varano

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  3. Ne ho sentito parlare benissimo e malissimo. Ma credo avrei dovuto vederlo al cinema.

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  4. Ahahahahah, sei perfido :D
    A me il film è piaciuto, ma di certo non è tra i più belli dell'anno. E' sempre una commercialata all'americana e tutti quei premi mi sembrano eccessivi: visivamente è bellissimo, ma non arriva poi tanto. Al posto di Clooney, se c'ero io era uguale: lo facevo gratis! L'Oscar a Cuaròn per la regia, personalmente, glielo darei. Ho visto 12 Anni Schiavo e mi sa che si porta tutto lui, a casa. E giustamente.

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    1. pure io ho visto 12 anni schiavo.
      però fino all'uscita italiana non credo di parlarne.
      mannaggia, manca ancora un sacco...

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  5. La sceneggiatura è piatta, ma il 3D rende interessante questo film...io l'ho promosso con un 6,5.
    P.S. Pensavo facessi un post in 3D in cui la pagina di Pensieri Cannibali cominciava a vorticare sullo schermo :D

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    1. avrei dovuto chiamare un web designer esperto per realizzarlo.
      con qualche migliaio di euro me la sarei dovuta cavare, ma forse per questo filmetto non era proprio il caso... :)

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  6. ripeto quanto detto a suo tempo: sceneggiatura debolina, ma realizzazione ( e non intendo solo la regia, ma anche e soprattutto la costruzione dei tempi del racconto e la crescente pressione emotiva sulla protagonista e sul pubblico, ALTRO CHE ZERO CUORE) magistrale. concordo però sul fatto che la chiusura nelle alghe sia troppo da WTF :D

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  7. Lo so che sono ripetitivo ma non commento per solidarietà. Nammerda.
    Ho un dejavù....

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  8. Visto al cinema, per quel che riguarda regia ed effetti speciali, è davvero spaziale.
    La storia, vabbé, su schermo gigante e col treddì sei talmente preso dall'ansia e dalla mancanza di respiro che è come se nemmeno ci fosse, cosa che effettivamente è.
    Mi confermano però che visto su schermo piccolo è una robetta insignificante come poche, quindi non credo lo rivedrò!

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  9. Ahaha, a me la recensione è piaciuta :)
    La recensione :)
    Condivido il tuo pensiero su Avatar, che non ho mai visto se non qualche pezzo pochi mesi fa perché un amico aveva comperato il televisore treddì e cazzì varì.

    Moz-

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    1. aah, beato te che ti sei risparmiato avatar.
      beato te!

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    2. Infatti mi ritengo fortunato :)

      Moz-

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  10. Un film che divide: ancora non ho capito se è bello o brutto. Sempre geniali i tuoi post. Peccato la musica :)

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  11. Hai confermato la mia cattiva impressione sulla pellicola. Potrei anche guardarla, ma a questo punto non se ne valga la pena. Tempo fa rimasi disgustato da Open Water e da allora cerco di evitare i film basati su simili presupposti.
    p.s. ogni volta che leggo o rileggo commenti negativi nei confronti di Avatar sento rinascere in me la speranza nel genere umano.

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  12. se Cuaron avesse fatto un lungometraggio in cui Clooney e Bullock schiattavano dopo il primo quarto d'ora ,,,sarebbe stato perfetto!..recensione geniale!!!!

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  13. D'accordissimo, un film inutilissimo e noiosissimo, per quanto mi riguarda ancora peggio di Avatar (durante la visione del quale ho pregato di addormentarmi più volte)

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  14. Non sono per niente d'accordo. Gravity è meraviglioso, e la caratterizzazione dei personaggi per me è secondaria in una storia del genere. Il film parla dell'uomo, e nel contesto raccontato non mi interessa cosa si raccontano Clooney e la Bullock. Il punto è: riusciranno a sopravvivere? Questo è ciò che conta (e non solo questo, visto che io ci ho letto dietro altre molteplici sottotrame). Le immagini poi ti riempiono. Non ho capito poi dove sia il difetto della regia di Cuaròn: "girerà anche bene, ma fa un eccessivo ricorso a effetti speciali e ad espedienti del cinema avventuroso." Mi verrebbe da rispondere: e allora? Insomma, non capisco dove sia il problema. Peraltro, se c'è un film che finalmente fa un uso del 3D e degli effetti speciali con buon senso è questo. Dove grazie a dio l'effetto speciale è funzionale al film e non viceversa.

    Non ho mai commentato su questo blog, che seguo spesso e mi piace. Ma non è la prima volta che mi trovo totalmente in disaccordo su certe recensioni. Bling Ring ad esempio a me ha fatto schifo in modo assurdo e ancora non mi capacito di come qui possa esser piaciuto. Cosa c'entra con Gravity? Nulla, ma già che c'ero...

    Ciau!

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    1. quindi è solo un thrillerino survival come ne sono già stati girati altri mille. con la differenza che questo e in 3D e l'hanno nominato in maniera inspiegabile per un sacco di oscar.

      la caratterizzazione poi secondo me è ancor più fondamentale in un film del genere. se non empatizzo con i personaggi, cosa può fregarmene se sopravvivono o meno?
      non ti pare? :)

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    2. Io non empatizzo con la storia personale della dottoressa Ryan. Empatizzo con un essere umano che sta lottando per sopravvivere in un ambiente estraneo e che paradossalmente fa anche parte di lui. La vicenda personale della protagonista è solo il pretesto per raccontare la storia dell'uomo, in un racconto puramente induttivo.

      Non è un thrillerino survival proprio perché va a toccare argomenti e tematiche molto profonde, dal più banale come il nostro ruolo all'interno dell'universo o della Terra stessa, al nostro rapporto con la fede, alle nostre radici (affettive e fisiologiche). Insomma, una miriade di spunti che certo non si esauriscono nella sola azione, né nelle quattro parole che si scambiano la Bullock e Clooney. Per questo la sceneggiatura non è certo la parte fondamentale del film. Né lo è la mera caratterizzazione dei personaggi. Infatti l'introspezione psicologica sulla Bullock è ridotta a pochi frammenti sul suo passato giusto per capire chi è e che ci fa lì. A parer mio Gravity potrebbe pure non avere dialoghi, tanto è potente la sola immagine.

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    3. Vabbè, ma sono tematiche qui a malapena accennate e che, con uno sforzo di immaginazione, possono essere ritrovate in praticamente quasi ogni film.
      Io credo che l'intenzione di Cuaron fosse solo quella di realizzare un thrillerino spaziale e poi la gente c'abbia ricamato sopra delle interpretazioni eccessive di cui lui probabilmente si starà facendo un sacco di risate :D

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    4. A malapena accennate? Ma se è anche tutta la costruzione filmica a indicare spudoratamente certi messaggi (vedi la didascalissima scena in cui è in posizione fetale).
      Cuaròn non è proprio il tipo che fa film senza costruirci qualcosa di profondo e metaforico attorno (pensa a i Figli degli Uomini). Ad ogni modo basta cercare una qualunque sua intervista rilasciata per il lancio del film per capire che non è così sprovveduto e inconsapevole.

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  15. Bello il vostro scambio di idee. Non ho visto il film, ma ho letto che unisce la visione eroica dello spazio, tipica dei film ammeregani, con l'interpetazione russa dello spazio, cioè la metafora della vita.

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