(Polonia, Danimarca, Francia, UK 2013)
Regia: Pawel Pawlikowski
Sceneggiatura: Pawel Pawlikowski, Rebecca Lenkiewicz
Cast: Agata Trzebuchowska, Agata Kulesza, David Ogrodnik, Halina Skoczynska, Joanna Kulig
Genere: on the road
Se ti piace guarda anche: Philomena, Lourdes
Non mi piacciono i film sulle suore. O meglio, non è che non mi piacciano del tutto, Lourdes ad esempio l'avevo apprezzato particolarmente, sarà che nei panni della suora c'era una certa Lea Seydoux. Più che non piacermi, non mi ispirano molto. Forse sono strano io, ma preferisco vedermi una pellicola con protagonista una ninfomane, giusto per fare un esempio a caso, piuttosto che una suora.
Se a ciò aggiungiamo il fatto che Ida è una pellicola polacca in bianco e nero ambientata negli anni '60, ma non negli anni '60 stilosi della Swinging London dei Beatles o della New York dei Mad Men, bensì nei deprimenti anni '60 della Polonia del dopoguerra, ci si può chiedere perché diavolo sia finito a guardarlo.
Ho recuperato Ida sulla scia di numerosi pareri positivi di chi l'ha visto, che l'hanno reso uno dei film più acclamati dalla critica a livello internazionale negli ultimi mesi, oltre che un autorevole possibile candidato all'Oscar 2015 come miglior pellicola straniera. L'ho recuperato inoltre perché le sfide, soprattutto quelle impegnative, mi piacciono e mi piace confrontarmi con le mie paure. E a me le suore fanno una paura dannata. Prendiamo Sister Cristina, vero nome Cristina Scuccia, la cantante rivelazione dell'ultima edizione di The Voice Italia. Dietro alla sua “creazione” non c'è il Signore, bensì ci sono dei gran signori del marketing che, scegliendo di farle interpretare “Like a Virgin” di Madonna, si sono rivelati degli autentici geni del male. Per quanto mi riguarda, io personalmente quando vedo il video di Sister Cristina che canta quel pezzo ho i brividi. I brividi di terrore.
La giovane protagonista di Ida, interpretata dall'esordiente totale Agata Trzebuchowska, non mi fa invece paura. Anzi, è una bella fig...liola, se solo non si vestisse come una suora. Peccato che quello di diventare suora sia il suo sogno. C'è gente che fa proprio dei sogni strani. A giorni Ida deve prendere i voti, ma prima la sua madre superiora la obbliga a incontrare la sua unica parente rimasta in vita. Ida va così a conoscere sua zia Wanda (interpretata da un'intensa Agata Kulesza), un'ex giudice (di tribunale, non di The Voice) severa sul lavoro ma libertina nei costumi e nelle abitudini di vita. Una gran zoccola, in altre parole.
Da questo incontro tra la santa e la peccatrice ne nasce un singolare on the road movie, in cui le due donne cercheranno di far luce sul mistero della morte dei genitori di Ida. Genitori che erano ebrei, mentre la ragazza sta per prendere i voti come monaca di clausura cristiana.
"Guarda Ida, qui ero al concerto di Marilyn Manson, mentre qua ero con le streghe di Salem." "Zia, ma non hai foto di te in atteggiamenti non satanici?" "Fammici pensare... No!" |
Da questo incontro tra la santa e la peccatrice ne nasce un singolare on the road movie, in cui le due donne cercheranno di far luce sul mistero della morte dei genitori di Ida. Genitori che erano ebrei, mentre la ragazza sta per prendere i voti come monaca di clausura cristiana.
BOOM! Conflitto di interessi! E ora come la mettiamo, sorella?
Questa esperienza avrà un impatto molto forte sulla vita delle due donne. Il regista Pawel Pawlikowski sceglie di raccontarci la vicenda puntando tutto sul contrasto tra questi due personaggi agli antipodi e su una splendida fotografia in bianco e nero, facendosi aiutare da pochi ma incisivi dialoghi. Pawlikowski utilizza esclusivamente riprese fisse, se si eccettua l'ultima sequenza, non a caso girata con tremolante macchina da presa a mano. Uno stile del tutto opposto a quello hollywoodiano, che vuole riprese e oggetti costantemente in movimento. Nei grandi blockbuster americani l'immobilità è vista un po' come il silenzio in una trasmissione radio, ovvero come una cosa da evitare a tutti i costi. Ida invece è un film che non ha paura né di stare immobile, né di stare in silenzio, e in questo modo riesce a fare molta più strada e a dire molte più cose di quanto non facciano la gran parte dei filmoni commercialoni a stelle e strisce.
Ida quindi sì, è un film polacco in bianco e nero ambientato negli anni '60, dai ritmi lenti, con pochi dialoghi, molti silenzi e con protagonista una suora. Una noia mortale?
No. Assolutamente no.
Oddio – mi si passi la parola – non è che sia proprio la visione più spumeggiante dell'intera annata, questo no di certo, eppure il film, forse anche grazie alla sua breve durata, è così pieno di significati e di emozioni sottili da farsi guardare con un notevole coinvolgimento. È una pellicola con una trama semplice, semplicissima, fatta di pochi elementi, usati al meglio. La colonna sonora non è mai invasiva, a tratti è del tutto assente, ma i pochi brani presenti sono parecchio efficaci, e pure sorprendenti: si passa dal jazz di Coltrane a “24mila baci” di Adriano Celentano interpretata da una cantante polacca con impeccabile accento nostrano. Ascoltandola viene da chiedersi se quella straniera è lei, oppure Celentano.
Stesso discorso per le parole presenti: poche ma buone.
Verso la fine della pellicola, Ida va a letto con un uomo. Uuuh, proprio così! Dopo averlo fatto, lui la invita ad andare al mare dove: “Ci sentirai suonare e passeggeremo sulla spiaggia.” E lei gli chiede: “E poi?”. Al ché lui le risponde: “Compreremo un cane... ci sposeremo... avremo dei figli... compreremo una casa.” E lei ancora: “E poi?”.
In quell'e poi ci sta tutto il film, ci sta tutta Ida, ci sta tutto un finale nient'affatto scontato, ci stanno tutti i premi che la pellicola ha ricevuto e riceverà ancora.
FINE SPOILER
Il pregio maggiore del film sta quindi non nel dare delle risposte, ma nel porre delle domande. La stessa cosa che faccio io con voi: avete il coraggio per vedervi un film polacco in bianco e nero ambientato negli anni '60, dai ritmi lenti, con pochi dialoghi, molti silenzi e con protagonista una suora?
(voto 7+/10)
Ci mancavano solo le suore! La mania di protagonismo ha preso pure questa fetta di realtà che finora era stata sempre non ben conosciuta. Io non ho ammirato per nulla nè questa suora che canta, la Cristina intendo, nè questi show televisivi che sfornano talenti di dubbio gusto. Mi sembra più serio e interessante invece questo film, che forse nella sua cruda e noiosa semplicità mostra cosa fa realmente una suora. Anche perchè ormai tutti credono che le suore invece di pregare stiano lì a chattare coi fans e a cantare canzoni che prima erano ritenute sacrileghe. Sì, i geni del marketing hanno creato l'ennesimo prodotto su misura per tutti quelli che hanno bisogno di cibarsi di qualche idolo per avere fede in qualcosa, che non sia divino.
RispondiEliminaSister Ida batte Sister Cristina.
EliminaNettamente!
Questo è davvero un gran bel film, con una splendida fotografia. E sono contenta ti sia piaciuto, visto che quando ne avevo parlato avevi manifestato qualche dubbio...
RispondiEliminaDiciamo che la tematica non è che mi attirasse moltissimo...
Eliminaperò per fortuna mi sono dovuto ricredere. ;)
Anche a me è piaciuto parecchio! Non gli avrei dato un euro e invece...
RispondiEliminaA volte pure le suore sanno sorprendere!
EliminaE intendo Ida, non Sister Cristina. :)
NUNSPLOITATION! NUNSPLOITATION!!!
RispondiEliminaAHAAAHAH! XD
EliminaNon so però se questo film può rientrare in quel genere...
molto molto bello! anch'io mi aspettavo una roba soporifera, invece è stata davvero una bellissima sorpresa
RispondiEliminaE allora viva le suore!
EliminaEhm... no, viva solo Ida!
Devo recuperare!
RispondiEliminaFelice di vedere Galavant tra le serie della settimana: mi sono proprio divertito, in quella mezz'oretta :)
Le mie aspettative nei confronti di Galavant erano sotto lo zero e invece...
Eliminaè arrivata la prima sorpresa piacevole del 2015!
Davvero spassosissimo!
Di film stranieri ti mancano Force Majeure (in traduzione), Tangerines (disponibile), Leviathan (ancora non si trova) e Storie Pazzesche (uscito al cinema, ma niente in rete).
RispondiEliminaConfido soprattutto in Force Majeure!
EliminaPaura vera.La Polonia.Le suore.Il bianco e nero.Gli anni sessanta.Non ce la posso fare!
RispondiEliminaLo so, è dura. :)
EliminaPerò una volta trovato il coraggio ci si imbatte in una pellicola davvero valida.
Lo sai che mi hai convinto?
RispondiEliminaLo recupero!
Ti ho convinto dicendo che è "un film polacco in bianco e nero ambientato negli anni '60, dai ritmi lenti, con pochi dialoghi, molti silenzi e con protagonista una suora"?
EliminaAllora ho più potere di quanto credessi... :)
Visto già due volte (la prima ancora al TFF 31), e alla fine la penso più o meno come te. E' un buon film, confezionato a dovere e anche originale, a suo modo, nel ricreare le atmosfere di un determinato periodo, ma non tanto da vederlo addirittura come possibile candidato agli Oscar... Comunque sia, sulla figliola concordo in pieno, anche la zia è un buon bocconcino però ;)
RispondiEliminaLa zia è uno zoccolone! :D
EliminaA me è piaciuto tantissimo. Bella storia, con colpi di scena niente male.
RispondiEliminaE chi l'avrebbe detto di un film su una suora? :)
EliminaSono stupefatto dell'impressione e del voto: ma che sta succedendo al Cannibale!? ;)
RispondiEliminaMo sto convertendo alla religione.
EliminaSì, quella cannibale. :)