L'étrange couleur des larmes de ton corps
(Belgio, Francia, Lussemburgo 2013)
Titolo inglese: The Strange Color of Your Body's Tears
Regia: Hélène Cattet, Bruno Forzani
Sceneggiatura: Hélène Cattet, Bruno Forzani
Cast: Klaus Tange, Joe Koener, Birgit Yew, Ursula Bedena, Hans De Munter, Anna D'Annunzio
Genere: delirante
Se ti piace guarda anche: Strade perdute, Mulholland Drive, Amer
Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate.
Il cinema della coppia di registi belgi Hélène Cattet e Bruno Forzani è come un viaggio all'Inferno. Un incubo a occhi aperti che rappresenta anche un sogno cinematografico bellissimo. Dopo Amer, ho deciso di addentrarmi pure nella loro seconda fatica e il viaggio è stato altettanto affascinante e straniante.
L'étrange couleur des larmes de ton corps è un film pazzesco sotto tutti i punti di vista. Per regia, montaggio e uso del sonoro è qualcosa di clamoroso. La vicenda che racconta, quella di un uomo che cerca la moglie sparita nel nulla, è di per sè piuttosto semplice. Solo che i due diabolici registi ce la mettono tutta pur di confondere le idee, depistare, inserire digressioni, visioni, deliri vari e alla fine non si capisce più niente.
La pellicola è piena di donne, donne nude, e ciò è un bene. Solo, è difficile capire chi sia la moglie del protagonista, chi sia Dora (Dora Lange di True Detective?), chi sia Laura (Laura Palmer? Laura Pausini? Laura non c'è, è andata via, Laura non è più cosa mia?).
All'inizio riesci ancora a seguire il filo del discorso, a stare dietro alla folle messa in scena della coppia di registi e ti senti quasi intelligente. A un certo punto però il tuo cervello entra in crisi, se la dà a gambe via dal tuo corpo insieme alla gambe e tu non ci capisci più una fava. Come quando sei al 90% di un cruciverba della Settimana Enigmistica e sei convinto di riuscire per una volta a finirlo e poi invece le ultime definizioni non ti vengono proprio in mente. L'étrange couleur des larmes de ton corps è un cruciverba difficilissimo che non si riesce a risolvere del tutto. A meno che tu non sia uno dei due registi e poi ancora. Probabilmente nemmeno loro due presi da soli riuscirebbero a spiegarti la loro pellicola per intero. Solo l'unione dei loro due cervelli potrebbe portare alla soluzione dell'enigma.
L'étrange couleur des larmes de ton corps è un incubo a occhi aperti, dicevamo, che porta dalle parti del cinema di Lynch, Strade perdute e Mulholland Drive in particolare, e allo stesso tempo ci scaraventa indietro negli anni '70. Hélène Cattet e Bruno Forzani hanno realizzato un'opera psichedelica che ancora una volta, come già successo con Amer, guarda ai vecchi thriller-horror italiani di quel decennio, si veda anzi si senta l'uso della colonna sonora, con brani di Ennio Morricone, Riz Ortolani e Bruno Nicolai del periodo.
A tratti sembra quasi che i due autori godano nel violentare il cervello, incasinando la vicenda, e le orecchie dello spettatore, con effetti sonori fastidiosi come il suono irritantissimo di un citofono. Hélène Cattet e Bruno Forzani sono quindi dei sadici bastardoni?
Sì, ma sono anche dei fenomeni registici assoluti dal talento visivo finissimo. E così, mentre fanno di tutto per infastidire lo spettatore, allo stesso tempo lo deliziano con delle sequenze impressionanti, con riprese e trovate di montaggio favolose, proponendo una pellicola in cui l'unico effetto speciale è la loro regia.
Piacere e dolore. L'étrange couleur des larmes de ton corps è un film per sadomasochisti. No, niente a che vedere con Cinquanta sfumature di grigio. Se solo i due autori riuscissero a coniugare le loro enormi capacità visuali con una volontà comunicativa giusto un filino maggiore, i loro lavori potrebbero fare il salto e diventare dei veri capolavori. Questo L'étrange couleur des larmes de ton corps non sposta troppo i confini del loro cinema rispetto a quanto mostrato in Amer ed entrambe le pellicole risultano delle prove generali di grandezza. Due pellicole frustranti e affascinanti come poche altre in circolazione. A mancare è un reale coinvolgimento emotivo nei confronti dei personaggi. Se i due registi in futuro riusciranno a parlare anche al cuore dello spettatore, anziché solo ai suoi occhi, allora non li potrà fermare più nessuno. In ogni caso, sarà sempre un piacere seguire i loro futuri trip cinematografici. Un piacere e un dolore.
(voto 7-/10)
interessante ma forse un pò cupo.
RispondiEliminache ci dici di una notte da leonesse?
ce lo recensisci?
Una notte da leonesse?
EliminaNe ho scoperto l'esistenza ora e sembra davvero trash!
Mi sa quindi che un'occhiata potrei dargliela. ;)
Mmmmmmh...
RispondiEliminaPare molto radical, ma potrei recuperarlo.
RispondiEliminaIn fondo, le cose oltre misura, se ben fatte, sono sempre una bomba.
Ho approfittato del My french film festival e l'ho visto. Un trip incredibile! Solo a ripensarci mi si inceppa ancora il cervello :-)
RispondiEliminaMentre lo guardavo ho pensato anch'io a Lynch, Cronenberg, Svankmajer. Il che non vuol dire che sia un capolavoro. O forse lo è... non ci capisco più niente!