(USA 2014)
Regia: Alfonso Gomez-Rejon
Sceneggiatura: Roberto Aguirre-Sacasa
Cast: Addison Timlin, Spencer Treat Clark, Travis Tope, Anthony Anderson, Joshua Leonard, Veronica Cartwright, Edward Herrmann, Gary Cole, Ed Lauter, Arabella Field, Denis O'Hare, Wes Chatham, Jaren Mitchell
Genere: meta-sequel
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Non si fanno più nemmeno i remake di una volta. Appurato che ormai nel cinema americano le idee originali vengono rifiutate a priopri – i giustamente osannati Boyhood e Birdman esclusi – bisogna constatare che se non altro c'è una certa fantasia nel rielaboraree le idee degli altri.
The Town That Dreaded Sundown non è allora un semplice remake o un semplice seguito della pellicola omonima del 1976 a cui con grande fantasia ha rubato il titolo (diventato in Italia La città che aveva paura), ma è una specie di omaggio nei suoi confronti o, per dirla con Wikipedia, un meta-sequel. Cosa che significa che il film del 2014 cita e si riferisce in maniera esplicita alla pellicola del 1976 come elemento interno alla sua narrazione. Un modo un minimo creativo di scopiazzare un vecchio film, detto in altre parole.
Si può apprezzare questo sforzo di realizzare un remake/sequel leggermente differente dal solito, oppure considerare come il cinema horror americano sia davvero alla frutta e debba inventarsi nuovi modi per riciclare il passato, piuttosto che cercare di creare storie nuove a partire da zero.
Tralasciando il discorso sull'originalità, o sulla mancanza di originalità, di un progetto del genere, anche il film nel suo complesso si può leggere attraverso due punti di vista contrastanti. Da una parte va notata la regia notevole, soprattutto nelle scene iniziali, dell'esordiente Alfonso Gomez-Rejon. Esordiente sul grande schermo, perché sul piccolo si era già fatto notare dirigendo alcuni dei migliori episodi di American Horror Story, tra cui il notevole finale di Asylum. Il suo talento non è certo passato inosservato all'autore della serie Ryan Murphy, che ha prodotto questo suo primo lavoro cinematografico. Da un punto di vista visivo The Town that eccetera eccetera è un lavoro ottimo, visivamente molto curato, con una gran bella fotografia e la macchina da presa di Gomez-Rejon che cerca di inventarsi qualche trovata a ogni sequenza, tanto per movimentare la messa in scena.
Dall'altra parte va notato come la sceneggiatura sia parecchio inferiore rispetto alla regia e non riesca a tenerle testa. La storiella raccontata è la solita da horrorino medio già visto e rivisto e il discorso metacinematografico non viene sfruttato a dovere.
"Smettetela di darmi del membro del Ku Klux Klan. Sono solo un pazzo serial killer incappucciato!" "Ah ok, amico, allora hai tutto il mio rispetto." |
Luci e ombre anche nel cast. Addison Timlin è una gran bella topolona, se la cava pure come attrice (sebbene nella scena in cui dice “I ragazzi non mi chiedono spesso di uscire” non sia molto credibile) e quindi come scream queen protagonista di un horror risulta la scelta perfetta. Parecchio più anonimi invece gli interpreti di contorno, compreso l'aficionado di American Horror Story Denis O'Hare, meno convincente rispetto ai suoi ruoli televisivi, True Blood compreso.
The Town that eccetera eccetera è allora una città cui si può anche fare una visita senza troppe pretese. Se conoscessi il film del 1976 cui si ispira magari l'avrei apprezzato maggiormente o al contrario sempre magari, vittima di deja vu, mi avrebbe annoiato. Chi lo sa?
Quel che è certo è il talento registico di Alfonso Gomez-Rejon, uno che, nonostante il nome da calciatore sudamericano, è un fuoriclasse non con il pallone bensì con la macchina da presa. Sarebbe bello vederlo alle prese con una sceneggiatura più efficace e più originale. Intendo realmente originale, non la copia di qualcosa che è già stato fatto. Sarei molto curioso anche di vederlo per una volta lontano dall'horror. Capisco che sia un appassionato del genere, ogni sequenza di questa pellicola lo conferma con evidenza, però credo che il Gomez-Rejon ci possa regalare delle belle soddisfazioni pure alle prese con storie di altro tipo. Un novello master of horror come lui avrà mica paura di affrontare un genere differente?
(voto 6+/10)
P.S. Poco tempo dopo aver scritto questo post, Alfonso Gomez-Rejon ha vinto il Sundance Festival 2015 con un film non horror, Me and Earl and the Dying Girl, definito come un Colpa delle stelle girato da Wes Anderson. Lo sapevo che ce la poteva fare!
con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così che abbiamo noi che uccidiamo a Tarksana...
RispondiEliminaNemmeno l'originale purtroppo conosco..
RispondiEliminaLo recupererò. Il regista già ai tempi di AHS era notevolissimo.
RispondiEliminaPer una volta siamo d'accordissimo...regia notevole,nome da tenere d'occhio...
RispondiEliminaMe lo segno più per la segnalazine di Bradipo che per la tua.
RispondiEliminaE solo al pensiero di Colpa delle stelle ho i brividi di orrore davvero! ;)