venerdì 10 aprile 2015

BLACKHAT, CHRIS HEMSWORTH NERD VERSIONE 2.0





Blackhat
(USA 2015)
Regia: Michael Mann
Sceneggiatura: Morgan Davis Foehl
Cast: Chris Hemsworth, Wei Tang, Leehom Wang, Viola Davis, John Ortiz, Holt McCallany, Jason Butler Harner, William Mapother, Christian Borle, Ritchie Coster, Yorick van Wageningen
Genere: cyber
Se ti piace guarda anche: Il quinto potere, Johnny Mnemonic, The Net - Intrappolata nella rete, Collateral

Avete presente i nerd?
Non intendo il gruppo musicale di Pharrell Williams. Intendo proprio i nerd secchioni.
Questi qua.

"Che sfigati che sono."
"Hey, ma... siamo noi!"

Bene. Cancellateli dalla vostra mente, perché i nerd di nuova generazione sono fatti così.


Nel film Blackhat, Chris Hemsworth è un hacker. Un semplice hacker? Ma va! È tipo l'hacker migliore del mondo e ciò è una cosa fisicamente impossibile. Un hacker, uno bravo almeno, passa le sue giornate a compiere attività più o meno illegali al computer. Non dico che debba per forza avere un fisico di merda, ma nemmeno può averne uno così. Le giornate sono pur sempre di sole 24 ore.


Oltre a essere un hacker con un fisico non da fisico ma da bodybuilder, Chris Hemsworth è un genio. Uno che sta sempre almeno un passo avanti sia ai servizi speciali americani che a quelli cinesi che pure al cattivone più cattivone di tutta la rete internet. E non mi riferisco al mio blogger nemico Mr. James Ford che a mala pena sa accendere il pc per scrivere due assurdità su qualche film come questo, ma a un altro hacker super geniale. In più, Chris Hemsworth ha anche un senso dell'umorismo da action hero anni '80 e fa a botte come se fosse stato addestrato da Kenshiro. In pratica, è tutto muscoli e tutto cervello. Ed è persino un tipo romantico che una volta uscito di galera dopo anni di reclusione, anziché volersele trombare tutte, si innamora della prima tipa che gliela smolla e sta con lei forever and ever manco ci trovassimo dentro a una canzone di Jovanotti o a un romanzo di Nicholas Moccia Sparks.
Detto ancora in altri termini: ha il cervello di Julian Assange, il senso degli affari di Bill Gates, il volto e la romanticheria di Ryan Gosling in Le pagine della nostra vita, il tutto dentro il corpo di Vin Diesel.

Bello, palestrato, intelligente, sensibile, Chris Hemsworth in questo film è il pacchetto completo. Se in Thor è il figlio di un dio, qui è come se fosse il figlio del superuomo di Nietszche che si è accoppiato con Lucy di Luc Besson.
L'unica cosa che manca a Chris Hemsworth in questa pellicola è una anche solo minima espressività o capacità recitativa ma oh, non si può avere mica tutto dalla vita.


Tutto questo per dire che per iniziare la visione di Blackhat bisogna stabilire una sospensione dell'incredulità all'ennesima potenza. Una volta messi nell'ordine delle idee che Chris Hemsworth possa davvero essere un hacker geniale, che è un po' come immaginarsi Pamela Anderson nel ruolo di un ingegnere aerospaziale o Sara Tommasi nei panni di una suora, si può entrare dentro la storia raccontata in Blackhat. Oppure no?

Nel film possiamo sentire dialoghi del tipo: “Il RAT ha aperto una backdoor nel nostro sistema. Il blackhat ha usato la sua backdoor per caricare una seconda parte.” Tutto chiaro, vero?
Non bastassero una serie di dialoghi comprensibili solo se siete dotati delle conoscenze di Pekka Himanen o di Chris Hemsworth, la trama del film segue tutti, ma proprio tutti, gli stereotipi del classico action un po' cyber di quelli che andavano forte negli anni '80/'90 ma adesso appaiono un pochino superati. Dietro a tanti paroloni nerdosi e complicati, la storia raccontata è invero assai semplice: per sventare un devastante attacco informatico, americani e cinesi si rivolgono all'hacker migliore in circolazione, che ovviamente è in galera e dovrà essere liberato per poterli aiutare... Quante altre centinaia di pellicole mi ricorda uno spunto del genere?


Si può pensare che il film parta da una idea tanto banale e già vista per cercare di raccontare qualcosa di nuovo, o magari per ironizzare o criticare gli stilemi del cinema action tradizionale, invece no. È solo una fiera dei più triti luoghi comuni, immancabile e banale storiella d'amore compresa, che si sviluppano in una delle sceneggiature più prevedibili di questo secolo. A ciò dobbiamo aggiungere che tutto il cast, persino la solitamente bravissima Viola Davis, appare parecchio svogliato, come se si volesse abbassare ai livelli di Chris Hemsworth.
La cosa peggiore però è un'altra: questo film fa venire due palle così! Pur nella scontatezza della sua trama, che non concede manco un colpo di scena o un momento inaspettato, Blackhat sarebbe potuto risultare un cyber-thriller d'altri tempi ma comunque accattivante e di buon intrattenimento. Invece no. Accompagnato da una pasticciata e fastidiosa colonna sonora, Blackhat si dilunga eccessivamente e inspiegabilmente, visto che con la sua trama già 90 minuti sarebbero risultati troppi, ed è del tutto privo di ritmo. Un fatto sconcertante se pensiamo che il regista è Michael Mann, uno che con l'action ha sempre avuto una buona dimestichezza. Certo, in Heat - La sfida poteva contare su Robert De Niro + Al Pacino, qui su Chris Hemsworth. Non proprio la stessa cosa...

Oppure prendiamo Collateral, un incredibile viaggio nella notte, laddove Blackhat risulta invece solo un incredibile viaggio nella no...ia. Non volevo scomodare il confronto con un capolavoro del genere, però mi tocca. È come se lo stesso Michael Mann lo volesse. Lo stile delle riprese, il modo di filmare gli ambienti metropolitani, soprattutto nelle parti notturne, ricorda esplicitamente quella pellicola. Solo che Collateral nel 2004 definiva un nuovo tipo di estetica digitale, che ha parecchio segnato il cinema dell'ultimo decennio, mentre questo si limita a seguirne la scia con anni di ritardo e finendo per risultare un cyber-pasticciaccio vicino più che altro alle parti della pellicola su Julian Assange Il quinto potere, con l'aggiunta di una serie di personaggi con lo spessore di un iPad, si veda la cinesina messa usata come una bella statuina, o un paio di cattivoni che più ridicoli non si potrebbe manco impegnandosi.


Da un punto di vista estetico Blackhat riesce comunque a risultare un film affascinante e tecnicamente ben girato, con alcune scene che prese da sole non sono nemmeno niente male. Solo che non basta qualche bella sequenza per fare un bel film. Blackhat è il Nulla impacchettato dentro a una confezione scintillante, ma sempre Nulla resta. Da qualunque parte la si giri, è una pellicola che non ha senso di esistere. Proprio come Chris Hemsworth in versione hacker.
(voto 5/10)


"Chris, stai provando a modificare il voto della recensione cannibale?"
"No, veramente sono appena riuscito ad accendere quest'affare e per me è già un successo."

10 commenti:

  1. Se lo è quello sgnappona di Victoria Justice in Eye Candy penso di essere prontissimo ad accettare anche Hemsworth. Lo devo ancora vedere sto film

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  2. Debbo ancora vederlo mannaggia....senti, se passi dalle mie parti c'è un premiuzzo per te

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  3. Complici le scene notturne e la piattezza inespressiva dei protagonisti, gli occhi stavano per partire. Collateral è altra merce!

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  4. Ehhh... i nerd non sono più quelli di una volta

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  5. Gli hacker si fanno arrestare di proposito per poter sfruttare la palestra del carcere. :D

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  6. I supereroi li odio ancor di più quando vestono i panni di esseri umani :D però data la carenza di pellicole di genere, questo film dovrei vederlo comunque.

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  7. L'aveva già detto Poison che sta pellicola è un pacco, e che lui è credibile come tutto meno che hacker,se ti ci si metti pure tu che ti guardi i pacchi polacchi in b/n,comincio ad avere paura XD

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  8. Prevedibile come previsto.
    E non mi hai neppure fatto incazzare.
    Non vorrai mica diventarmi banale! ;)

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