(USA 2012)
Titolo originale: To Write Love on Her Arms
Regia: Nathan Frankowski
Sceneggiatura: Kate King Lynch
Cast: Kat Dennings, Chad Michael Murray, Rupert Friend, Mark Saul, Juliana Harkavy, Corbin Bleu, Travie McCoy
Genere: sobrio
Se ti piace guarda anche: Non lasciarmi sola (Gimme Shelter), 28 giorni, Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
Il primo passo per risolvere un problema è ammettere di avere un problema.
Mi chiamo Cannibal Kid e ho un problema di dipendenza. Dipendenza da film. Se sto per qualche giorno senza vedere una pellicola, o anche solo una puntata di una serie tv, sto male. Male fisicamente. Così però non posso più andare avanti. Tutti mi dicono che sono malato, che devo guarire e allora ho deciso di entrare in rehab.
Giorno 1
Più che in un centro rehab, mi sembra di stare a Hollywood. Non ho mai visto così tante star del cinema in una volta sola. Il mio obiettivo di disintossicarmi dai film pare quindi fin da subito arduo. Non che gente come Lindsay o Paris abbia molto a che vedere con il cinema di questi giorni, però sono pur sempre dive di Hollywood...
Hollywood! Che voglia di vedere un film. Magari anche uno di quei blockbusteroni commerciali che di solito mi piace tanto criticare. Sì, anche uno di quelli, ma no! devo resistere.
Giorno 2
Per non pensare al cinema, devo cercare distrazioni. Chi si droga, come distrazione ad esempio si guarda un film, così può pensare ai problemi degli altri anziché concentrarsi sui suoi. Ok, ma io che invece sono dipendente dai film come faccio?
Semplice: mi drogo!
Giorno 3
Sono fatto. Non c'è un posto dove è più semplice trovare della roba che un centro di rehab. Riesco a recuperare qualunque cosa. Provate a dire il nome di una droga e qui dentro sono riuscito a trovarla. Sto nella Disneyland dei tossici. Rimango fatto tutto il giorno e in effetti la cosa aiuta. Non ho più pensato al cinema. Non ho più pensato a scrivere a proposito di film. Non ho più pensato a massacrare, prendere per i fondelli, deridere film. Non ho più pensato a niente.
Giorno 4
Belle le droghe. Divertenti. Uno spasso totale. Però stanno cominciando a stufarmi. Sapete di cosa avrei bisogno adesso? Di un bel film. Uno di quelli d'autore. Uno di quelli introvabili, se non in lingua portoghese con sottotitoli austro-ungarici. Una pellicola di quelle che magari hanno vinto il premio di miglior sceneggiatura per un'opera prima al Festival del Cinema di Portogruaro e su Rotten Tomatoes hanno un gradimento critico oltre l'80%. Quello sì sarebbe uno spasso. Altroché droghe.
Giorno 5
Basta. Non ce la faccio più. Devo vedere un film. Qualsiasi film. Anche una merdata di film. Basta che sia un film. Film. Cazzo. Subito. Ora. In vena.
Al centro di rehab riesco a sgattaiolare lontano dagli sguardi indiscreti di infermieri e inservienti, che tanto sono troppo fatti pure loro per accorgersi di quello che succede qua dentro. Senza che nessuno mi veda, mi infilo nella sala proiezioni, quella dove i drogati cercano distrazioni dalla droga con un film. Bene, vediamo un po' cosa propone la lista di pellicole.
Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino?
Già visto.
Trainspotting?
Lo so a memoria.
28 giorni?
C'è Sandra Bullock. Va beh che mi mancano i film, ma non ce la posso comunque fare.
Renee - La mia storia?
E che è? Mai sentito nominare. Molto bene. Spero sia un film sudvietnamita con sottotitoli in babilonese, ma purtroppo non è così. È una pellicola statunitense ed è pure doppiata in italiano...
Ah, da quanto non vedo una pellicola doppiata in italiano!
Ah, da quanto non vedo una pellicola in generale?
Da 5 giorni. 5 maledettissimi infiniti giorni. Una lunga astinenza che adesso merita un premio. Merito di vedere un film. Un film qualunque. Non ce la faccio a resistere alla tentazione e così schiaccio play.
L'inizio è piuttosto buono. Visionario. Con qualche momento videoclip stile Mtv. La protagonista è la mitica Kat Dennings della sitcom 2 Broke Girls. Una cosa non capisco di lei: ha due minne assurde e non le mette mai in mostra. Un crimine contro l'umanità tenere nascosto tanto ben di Dio. Kat Dennings qui si allontana dalla parte di simpatica cameriera squattrina per cui è nota in 2 Broke Girls e interpreta Renee Yohe, una ragazza “cocalista” (cocainomane + alcolista) bipolare ed emo con istinti suicidi. Un caso perso, in pratica, proprio come me. Oppure c'è speranza anche per gente come noi?
Renee Yohe è una ragazza che esiste veramente. Mi sembra anche di averla vista qui nel centro di rehab, l'altro giorno. Eccola, è questa qui. A vederla voi direste che è una che si droga, pardon si drogava? Io no.
Questo è infatti un film tratto da una storia vera. A me i film tratti da storie vere di solito spaventano. Adesso però sono talmente in astinenza da cinema che mi sparerei 10 pellicole basate su fatti realmente accaduti uno dopo l'altro. La storia di Renee l'avevo già letta su un articolo, mi pare del Rolling Stone, e mi aveva incuriosito. È una ragazza che è stata aiutata da un gruppo di amici a disintossicarsi e il racconto della sua vicenda è stato postato su Myspace all'epoca in cui Myspace tirava un casino e può sembrare trascorso un secolo, invece stiamo parlando tipo del 2006. Il post ha ottenuto un sacco di commenti e di visite e lei è diventata una star. Una star della riabilitazione, al punto che l'organizzazione messa in piedi dall'amico che ha scritto il post, chiamata To Write Love on Her Arms, è diventata un ente non profit per aiutare giovani con problemi di dipendenza e di depressione con tanto di logo, gadget e t-shirt, indossata anche da rockstar emo come Hayley Williams dei Paramore.
Il film racconta questa vicenda inizialmente in maniera brillante, con un uso attivo della colonna sonora che diventa parte integrante del racconto, poi via via le invenzioni registiche svaniscono, per lasciare spazio a una vicenda di riscatto che a tratti assume i contorni dello spottone antidroga. Per fortuna senza raggiungere mai i livelli della pubblicità del dipartimento politiche antidroga italiano con tanto di canzone di Nek (un grazie ad AlmaCattleya per avermi segnalato questa perla).
Renee - La mia storia a un certo punto sembra scivolare anche in territori religioseggianti, però evita di scadere nella morale cattolica come Non lasciarmi sola (Gimme Shelter), quel filmetto con Vanessa Hudgens. E proprio a quest'ultimo comunque somiglia. È una pellicola indie ma non troppo che non sa bene quale direzione prendere e resta piatta, superficiale e anonima. Se poi Kat Dennings offre una prova recitativa piuttosto valida, lo stesso non si può dire del cast di contorno, in cui spiccano in negativo Rupert Friend, che riesce nell'impresa di risultare ancora più inespressivo che in Homeland, e pure Chad Michael Murray, ex divo della serie teen One Tree Hill. Per diventare credibile come interprete adulto sarà d'altra parte forse ora per lui di smetterla con il look da quindicenne?
Nonostante una certa confusione nella messa in scena e un certo buonismo e volemose bene di fondo, non me la sento in ogni caso di voler troppo male a Renee - La mia storia. Probabilmente però è solo perché ero in astinenza da cinema da troppo tempo e quindi ben venga anche una robetta come questa. E adesso via con un altro film. Sì, sparatemelo direttamente in vena!
Nonostante una certa confusione nella messa in scena e un certo buonismo e volemose bene di fondo, non me la sento in ogni caso di voler troppo male a Renee - La mia storia. Probabilmente però è solo perché ero in astinenza da cinema da troppo tempo e quindi ben venga anche una robetta come questa. E adesso via con un altro film. Sì, sparatemelo direttamente in vena!
(voto 5,5/10)
Sei mesi dopo
Ho postato la mia recensione di Renee - La mia storia su Myspace e, benché nessuno al mondo usi più Myspace, a parte Justin Timberlake che non si sa perché l'ha acquistato, ha avuto migliaia di commenti da parte di persone che hanno affrontato esperienze analoghe. Al punto che ho deciso di creare un'organizzazione non-profit benefica chiamata To Write Cannibal on His Arms, rivolta a tutte le persone come me con problemi di dipendenza. Dipendenza da cinema.
Iscrivetevi anche voi a To Write Cannibal on His Arms al prezzo di soli 1000 euro all'anno, perché va bene essere non profit, ma non esageriamo. In omaggio avrete subito una tessera Goldmember di Blockbuster.
Dite che i negozi Blockbuster sono spariti dalla circolazione proprio come Myspace?
Appunto. Così i film non li vedrete, maledetti tossici cinematografici.
L'avevo beccato sui soliti siti e non mi ispirava, anche se il titolo originale è proprio bello.
RispondiEliminaLo metto in lista a tempo perso, poi chissà se mai lo vedrò. Non è indispensabile, ma in caso non abbia niente niente da vedere...
Tienici aggiornato sulla tua dipendenza. Solo che se poi guarisci del tutto, non è che le tue recensioni ne risentono? :D
RispondiEliminaA distanza di tempo, ti sei ricordato di quella pubblicità ^_^
Prego anche se magari il tuo grazie era sarcastico ;)
Brutta cosa la dipendenza...;-)
RispondiEliminaMi hai incuriosito, voglio vederlo.
Pure io ho una strana dipendenza da Kat Dennings. Chissà cos'è che l'ha fatta nascere...
RispondiEliminaIl discorso dipendenze è interessante, ma il film continua ad ispirarmi poco.
RispondiEliminaLa recensione merita un 10!
RispondiEliminaIl film un molto meno....
La tematica è interessante, anche se, da come lo descrivi, il film non sembra imperdibile.
RispondiEliminaTrashissimo lo spot sulla droga ahahahah
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