Buongiorno cari telespettatori e care telespettatrici,
benvenuti a una nuova puntata di “60 Seconds”, la rubrica di investigazione giornalistica di Pensieri Cannibali che si segue in appena 60 secondi, o poco più.
Quest'oggi vi sveleremo uno scoop in esclusiva che riguarda il noto blogger Mr. James W. Ford, l'autore del sito di cinema, wrestling, consigli paterni e stile di vita repubblicano WhiteRussian.
La verità che vi stiamo per rivelare non vi farà più dormire la notte e vi farà mettere in dubbio ogni cosa in cui credevate.
Nonostante si vanti di essere un duro e puro e di amare la cultura americana, Mr. James W. Ford non è mai stato arruolato nell'esercito statunitense!
Non ha mai fatto il Vietnam!
In Vietnam non c'è nemmeno mai stato in vacanza!
Nonostante si vanti di essere un duro e puro e di amare la cultura americana, Mr. James W. Ford non è mai stato arruolato nell'esercito statunitense!
Non ha mai fatto il Vietnam!
In Vietnam non c'è nemmeno mai stato in vacanza!
Ebbene sì. Mr. James W. Ford, l'uomo che esalta American Sniper e tutti gli action heroes vari non è mai stato un militare. Non è finita qui. Siete pronti per la parte davvero shockante?
Rinnegando la sua militanza repubblicana, come un qualunque no global comunista hippie liberal sinistrorso ha fatto l'obiettore di coscienza, cosa da lui stesso testimoniata in più di un'occasione.
E non basta. Non ha svolto il servizio civile negli USA, bensì in un esotico e poco conosciuto paese dell'Europa meridionale chiamato Italia.
Proprio il paese da cui provengono quei tre pericolosi attentatori al buon gusto musicale armati di voci mortali che rispondono al nome de Il Volo.
Per confermare la teoria della nostra indagine, siamo andati a sentire due valorosi uomini dell'esercito che hanno prestato servizio militare, loro sì, alla patria americana.
Il tenente colonnello William “Bill” Kilgore ai nostri reporter ha dichiarato: “Mi piace l'odore del napalm al mattino e non mi piace WhiteRussian. Conosco bene Mr. James W. Ford e faccio attenzione a non seguire mai i suoi consigli cinematografici, e posso affermare con certezza di non averlo visto in Vietnam in nessuna occasione”.
Abbiamo quindi raggiunto telefonicamente il Sergente Maggiore Hartman, che ha affermato: “Luridissimi vermi, io questo Mr. James W. Ford non l'ho mai visto in vita mia. Una simile palla di lardo me la ricorderei di certo, signor sì signorine”.
La verità quindi è che Ford non è mai stato in Vietnam. Una vicenda sconcertante simile a quella raccontata dal film Truth - Il prezzo della verità, incentrato su un gruppo di giornalisti capitanato da Mary Mapes, interpretata da una brava bravissima Cate Blanchett, che nel 2004 hanno cercato di fare luce sul misterioso servizio militare prestato negli anni '70 dall'allora presidente George W. Bush.
(USA, Australia 2015)
Titolo originale: Truth
Regia: James Vanderbilt
Sceneggiatura: James Vanderbilt
Tratto dal libro: Truth and Duty: The Press, the President and the Privilege of Power di Mary Mapes
Cast: Cate Blanchett, Robert Redford, Topher Grace, Dennis Quaid, Elisabeth Moss, Bruce Greenwood, Dermot Mulroney, David Lyons
Genere: giornalistico
Se ti piace guarda anche: Il caso Spotlight, The Newsroom, Tutti gli uomini del presidente
La pellicola Truth, in una maniera non troppo distante dal recente Il caso Spotlight, segue il filone del cinema sul giornalismo investigativo di stampo 70s alla Tutti gli uomini del presidente. Lo stile registico si fa quindi da parte, così come i personaggi. Al di là di Mary Mapes/Cate Blanchett, che comunque ci viene presentata a una certa distanza e con cui non si riesce a empatizzare fino in fondo, gli altri sono delle semplici macchiette: c'è la figura paterna e rassicurante rappresentata dal mezzobusto Robert Redford, c'è il classico marine Dennis Quaid, c'è il tipico giovane giornalista amante delle teorie cospirazioniste Topher Grace e poi c'è Elisabeth Moss, l'ottima Elisabeth Moss di Mad Men, nella parte di... boh, di lei si sa davvero poco ed è un peccato perché prendere un'attrice come Elisabeth Moss e poi farle dire sì e no due battute in croce è come avere a disposizione Antonino Cannavacciuolo e poi andare fuori a mangiare al McDonald's. Cosa che io, per carità, sarei benissimo capace di fare, però sarebbe uno spreco.
In una maniera analoga a Il caso Spotlight, regista e personaggi lasciano spazio alla storia. Solo che, se Spotllight racconta una vicenda molto forte e appassionante, la stessa cosa non la si può dire di Truth. Per quanto sia interessato alla Storia e ai Presidenti americani, di un'indagine del 2004 che riguarda l'esperienza militare di George W. Bush nei primi anni '70 mi frega ben poco. E posso solo immaginare quanto poco possa interessare a chi dei Presidenti Usa non gliene frega proprio una cippa.
Sul fatto poi che questa sia un'indagine da prendere come modello ci sarebbe da discutere. Non metto in dubbio che Mary Mapes sia stata una grande reporter però, in questo preciso caso, almeno da quanto emerge dal film, non è che abbia seguito alla perfezione le regole del giornalismo, avendo presentato una notizia senza aver verificato le fonti in maniera accurata, cosa che ahi ahi ahi non si fa, no no no, nemmeno quando il bersaglio è un jackass come l'ex presidente degli Usa. E lo dice uno del tutto anti Bush come me. E inoltre, a dirla tutta, per smerdare Bush Mary Mapes avrebbe anche potuto indagare sulla sua discutibile amministrazione, e di cose ne avrebbe trovate parecchie, anziché andare a cercare scheletri nell'armadio risalenti a 30 anni prima.
"Signor Presidente, è venuto fuori che il suo braccio destro James Ford è un obiettore di coscienza." "Oh mio Dio, e ora che faccio?" |
In più, a voler proprio fare i pignoli, non è ben spiegato il contesto del periodo. Solo perché racconta una vicenda piuttosto recente, Truth dà per scontato che tutti conoscano la sfida elettorale del 2004 per il secondo mandato di George W. Bush contro John Kerry. Io però mi chiedo cosa possa capire ad esempio un ragazzo di 16 anni, che nel 2004 di anni ne aveva 4, a cui magari fanno vedere questo film a scuola. Credo che Truth abbia molto da imparare da una serie tv come American Crime Story, la nuova produzione di Ryan Murphy che racconta il caso di O.J. Simpson e che sviluppa molto bene anche tutto il contesto socio-culturale dell'epoca, i primi anni '90. Credo che avrebbe da imparare molto pure da The Newsroom, una serie capace di parlare del mondo del giornalismo in una maniera coinvolgente, con il giusto mix tra personaggi che danno le news, e news date. Film come Il caso Spotlight e questo Truth - Il prezzo della verità sono invece ancorati a un modello di cinema anni '70 ormai superato alla grande dal piccolo schermo. La verità, almeno per me, è questa.
(voto 6-/10)
Ahahah, lo scoop sul buon Ford è sensazionale, ma quello di cui parla il film...
RispondiEliminaChe mi frega? Salto volentieri, nonostante la bravissima Blanchett ;)
Ahahaha l'idea è un vero spasso, anche se potevi dedicare uno special anche a quella volta in cui mi produssi in un fantastico corso intensivo di wrestling. ;)
RispondiEliminaIl film lo guarderò in questi giorni, invece: e spero ovviamente di essere in disaccordo. ;)
Peccato per il 6-, ma complimenti per lo sconvolgente scoop su Ford. Siamo "sgonvolti" ahahah
RispondiEliminaovviamente devo recuperare la visione...
RispondiEliminaè un periodo che ci sto poco dietro, dannazione
Uno scoop da perderci il sonno, ahaha!
RispondiEliminaIl film, invece, me lo evito tranquillamente.
La prima parte del post è esilarante, mentre il film mi interessa davvero poco ahahah
RispondiEliminaLa prima parte non è uno scoop,che Ford fosse un no global comunista hippie liberal sinistrorso obiettore lo sapevo già XD
RispondiEliminaIl film su Bush sembra una palla,mi sa che ce lo risparmiamo!
Ho iniziato il post con uno strano senso di WTF? XD
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