Ultimo appuntamento del 2016 con la rubrica musicale di Pensieri Cannibali. Dicembre sarà infatti tempo di bilanci di fine anno e quindi niente rubrica del mese, sorry.
In compenso l'appuntamento con i dischi di novembre è più variegato che mai. Vediamo allora un po' quali sono gli ascolti promossi & bocciati, tra quelli delle ultime settimane.
Robbie Williams “Heavy Entertainment Show”
Robbie Williams is back ed è tornato nella versione in cui lo preferisco. Io, ma credo un po' tutti. Robbie il cazzaro, il buffone di corte, il tipo spumeggiante che fa musica pop con un atteggiamento da rockstar tossica. Messi (fortunatamente) da parte i toni swing alla Michael Bublé dell'ultimo noioso album "Swing Both Ways", Robbie è tornato a fare quello che sa far meglio: il pirla. Pirla, ma non idiota, visto che il primo singolo del nuovo disco, “Party Like a Russian”, è una presa per i fondelli ironica eppure anche dai toni politici di Putin e compagni, e per altro campiona in maniera grandiosa un classico della musica classica di Sergej Prokofiev. Anche il resto dell'album propone varie cose interessanti, mantenendo fede al suo titolo di spettacolo d'intrattenimento di livello davvero pesante. C'è il pezzo glam dalle parti di David Bowie “Bruce Lee”, c'è il brano che riporta alla mente gli Oasis “Motherfucker”, ci sono un paio di ballatone toccanti come “Love My Life” e “David's Song” che si candidano a essere le nuove “Feel” e “Angels”, e c'è una sorprendente canzone sperimentale e sognante come “Hotel Crazy”, per una scaletta che alterna con sapienza atmosfere e suoni diversi.
Robbie is back ed è pure tornato con un album ai livelli dei suoi primi lavori. Intendo quelli solisti, non quelli coi Take That.
(voto 7/10)
Metallica “Hardwire... to Self-Destruct”
Il nuovo disco dei Metallica può essere visto, o meglio sentito sia come:
A) Un ottimo disco di heavy-metal classico, né più né meno
B) Un'ora e passa di baccano infernale con pezzi tutti uguali
Non me ne vogliano gli amici metallari in ascolto, e non preparino qualche rito satanico contro di me, ma io sono più per la seconda ipotesi.
(voto 5,5/10)
Alicia Keys “HERE”
Alicia Keys ha un talento talmente pazzesco, sia a livello vocale che pianistico, che da lei ci si aspetterebbero solo dei capolavori. Invece, a parte alcuni brani grandiosi come “Fallin'”, “You Don't Know My Name”, “If I Ain't Got You”, “No One”, o anche “Empire State of Mind” realizzata insieme a Jay-Z, non è mai riuscita ad azzeccare l'album davvero perfetto, quello in grado di consegnarla alla Storia della Musica.
Anche a questo giro Alicia fallisce di centrare il bersaglio grosso. Paradossalmente, a colpire meno nel nuovo album “HERE” sono proprio i brani più sperimentali e coraggiosi, in cui finisce per strafare, mentre i pezzi più convincenti sono quelli in cui mette il suo talento al servizio di semplici canzoni strofa-ritornello-strofa, come i singoli “In Common” e “Blended Family (What You Do For Love)”. Un disco quindi di conferma: una conferma che Alicia è più artista da singola (grande) canzone che non da (grande) album. Almeno per ora.
(voto 6/10)
A Tribe Called Quest “We Got It From Here...Thank You 4 Your Service”
Gli A Tribe Called Quest sono un gruppo che ha fatto la storia dell'hip-hop anni '90. A 18 anni dal loro ultimo album, hanno tirato fuori (alla buon'ora) un nuovo lavoro, annunciando che si sarebbe trattato del loro disco conclusivo.
A questo punto si potrebbe pensare a una furba operazione di marketing, o a un ritorno fuori tempo massimo, e invece niente di tutto questo. “We Got It From Here...Thank You 4 Your Service” non suona né retrò, né come un tentativo di aggiornamento ai suoni più in voga della scena rap di oggi. Suona semplicemente come un classico moderno. Semplicemente si fa per dire.
(voto 8/10)
MinaCelentano “Le migliori”
Come direbbe Rocco Schiavone, questo disco è una rottura di coglioni del decimo livello cum laude.
Cosa che per Mina è un peccato, considerando che lei la migliore un tempo lo è stata, almeno in Italia. Meno per Adriano Celentano. Lui la migliore non lo è mai stata. E nemmeno il migliore.
(voto 4/10)
Ligabue “Made in Italy”
Il nuovo lavoro di Ligabue è un concept album.
Un concept album particolarmente riuscito sul pessimo stato di salute attuale della musica made in Italy, o se non altro made in Liga.
O forse non è un concept album su questo?
(voto 4,5/10)
Boosta “La stanza intelligente”
I Subsonica si sono sciolti?
I loro detrattori non comincino a esultare. La band torinese si è separata sì, ma solo provvisoriamente. I 5 membri del gruppo si sono presi un periodo sabbatico durante il quale ognuno si può dedicare alle sue cose. Il cantante Samuel ad esempio ha esordito da solista con il singolo La risposta, in attesa di un album in arrivo nel corso del 2017. Il chitarrista e producer Max Casacci credo sia in giro a produrre qualche band a caso, anzi a casacci.
Il batterista Ninja penso sia impegnato a tenere fede al suo nome e quindi si sta dedicando a mangiare pizza, giocare con il nunchaku e gridare “Cowabunga!”, o almeno questo è quello che mi immagino facciano i veri ninja, mentre il bassista Vicio non se lo fila nessuno, quindi potrebbe essere andato a cercarsi un impiego temporaneo da McDonald's.
E poi c'è il tastierista Boosta, il primo ad aver tirato fuori un intero album solista. Un lavoro piuttosto sorprendente, visto che Davide Dileo (questo il suo vero nome) dimostra qui di essere non solo un tastierista, DJ, produttore discografico, presentatore televisivo, presentatore radiofonico e ciulatore di Miriam Leone, ma sa anche cantare. Non è un cantante fenomenale, difatti in molti brani si avvale di una gamma assortita di ospiti, però quando lo fa riesce a essere efficace, come nel brano d'apertura nonché primo singolo “1993”, un pezzo che sembra ispirato alla nuova stagione della serie nata da un'idea di Stefano Accorsi. Non a caso Boosta ha composto la sigla della prima stagione di 1992. “1993” non suona però come una sigla tv ed è una ballata pianistica delicata, alla Air, con un crescendo alla Sigur Rós/Arcade Fire.
Il resto dell'album procede tra alti e bassi, a seconda delle collaborazioni. Promosse quelle con Cosmo, Nek, Malika Ayane e Raf (che incredibilmente canta in quello che sembra quasi un pezzo di Beck), bocciate invece quelle con Giuliano Palma, Luca Carboni, Briga, Enrico Ruggeri, Marco Mengoni e Diodato.
Un lavoro quindi discontinuo, che a tratti cerca in maniera troppo insistente l'epicità, il più delle volte senza trovarla, ma che comunque mi sento di incoraggiare. C'è ancora da lavorare neh, Boosta, però la strada è quella giusta.
(voto 6+/10)
Il Pagante “Entro in pass”
Il Pagante è come la serie tv Black Mirror: un riflesso inquietante della nostra società. Non quello che i giovani d'oggi sono, ma quello che potrebbero diventare se solo vengono esposti a una dose troppo massiccia di lampade, discoteche, Jersey Shore e sostanze chimiche.
Che poi chi o cosa sono Il Pagante?
Un gruppo musicale?
Un collettivo di tipi discotecari tamarri fuori di zucca?
Un'entità inquietante?
Oppure tutte queste cose messe insieme come in una canzone remix, o come in un cocktail superalcolico preparato a caso?
Qualunque sia la risposta, questo disco è talmente una tamarrata oscena che a tratti sembra di sentirci dentro qualcosa di quasi geniale. “Entro in pass” è un delirante diario della vita dei giovani Millennial senza futuro d'oggi, tra neologismi (“sbatti”, “sciabolarsi alla playa”, “sboccing like no tomorrow” e Dio solo sa cosa vogliano dire), revisioni ai tempi dei social network delle canzoni degli 883 (con la regina del Celebrità che è diventata la regina di Instagram) e perle di saggezza (“Alla sera leoni/la mattina in Bocconi/scrivo la tesina/quando esco dal Divina” oppure “Fra siamo qua a casa di Anna Frank/Tutti quanti fatti di Pineapple Chunk/Per la fame chimica, burger bar/Succede solo ad Amsterdam” o ancora “Qua si sta tutti in piedi/con le star dei nostri tempi/Martin Garrix come Jimi Hendrix/e il nostro Woodstock con il laser verdi”).
Nonostante a livello musicale sia poca roba, tra tentazioni dubstep ed echi della dance anni '90 di Gigi D'Agostino quando va bene, un ascolto attento ai loro testi è consigliato a chi studia sociologia e comunicazione. Più che un semplice disco, questo è un manifesto generazionale del “cazzo mene”.
(voto 6/10 se ascoltato il sabato sera, 0/10 se ascoltato la domenica mattina)
Laura Pausini “Laura Xmas”
Voci non confermate dal Polo Nord sostengono che Babbo Natale, dopo aver ascoltato l'album natalizio della Pausini, abbia bestemmiato pesantemente. Pare sia così incazzato da meditare di cambiare lavoro e così la consegna dei doni, il prossimo 25 dicembre, è fortemente a rischio. Se quest'anno non riceverete nulla, insomma, sapete con chi prendervela.
(voto sottozero/10)
Canzone del mese
The xx “On Hold”
I The xx sono tornati e sono meno soffici e sussurrati rispetto a quelli sentiti nei loro primi due dischi. Qui si sente di più il tocco dance di Jamie xx e qualcuno storcerà il naso, dicendo che sono diventati “commerciali”. In attesa del loro terzo atteso album “I See You” in uscita a inizio 2017, a me intanto questa versione xxx più gasante e (leggermente) ritmata degli xx mi gusta.
Il peggio del mese
J-AX & Fedez ft. Stash, Levante “Assenzio”
J-AX, Fedez e Levante presi singolarmente non mi dispiacciono nemmeno. Mixati insieme e con l'aggiunta di un tocco di Stash dei The Kolors, però, mi fanno lo stesso effetto dell'assenzio: mi provocano un gran mal di testa. E pure un po' di sbocco.
Laura Pausini XMas mi sa di gaypride a cento km!
RispondiEliminaLigabue lo hai massacrato, nella rece! XD
Moz-
Robbie Williams non mi è mai piaciuto ma con questo album ha guadagnato parecchi punti! L'ultimo di Alicia Keys è un grande "Mah", mah.. Mentre MinaCelentano - ahimè - è in ripetizione da qualche giorno a casa di mio nonno, povere orecchie..
RispondiEliminaDell'ultimo di Bruno Mars che dici?
Il nuovo di Bruno Mars a un primo ascolto mi è sembrato un disco piuttosto valido di funk retrò, molto 70s/80s, però devo ancora approfondire per bene...
RispondiEliminaLa Pausini è già il mio incubo peggiore, lei, i suoi striduli, le sue strenne natalizie. E lo dico da amante del Natale, anzi, proprio per questo.
RispondiEliminaPer il resto, mi ascolterò Boosta e mi faccio conquistare dal Robbie più pop che non può non piacere ;)
Intervengo solo sui Metallica, unico disco degno di nota. Il 5,5 è ingeneroso: il primo cd è notevole, il secondo spegne in parte gli ardori. Ma siamo ad una sufficienza abbondante. Piuttosto che ascoltare il resto, voto Si al referendum...:)))
RispondiEliminaFortunatamente non ho sentito nulla, dunque non posso essere d'accordo, soprattutto sulla roba italiana. ;)
RispondiEliminaDovrei sentire l'ultimo dei Metallica... Ma ho voglia zero :I
RispondiEliminaIo da quando ho mollato MTV (cioè un secolo fa) ascolto solo vecchie canzoni dei miei artisti preferiti e mi tengo aggiornata solo su quelli che seguo/sono ancora vivi. Ma dalle tue rece, mi sa che faccio bene a essere vintage! :-D
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