venerdì 27 gennaio 2017

The Childhood of a Leader: Crescere dittatori, che fatica!






The Childhood of a Leader
Regia: Brady Corbet
Cast: Tom Sweet, Bérénice Bejo, Liam Cunningham, Stacy Martin, Robert Pattinson, Yolande Moreau



Com'è l'infanzia di un leader?
Io lo so già. Basta che ripensi alla mia, LOL! 😁

Se voi invece non ne avete idea, ora potrete scoprirlo grazie al film intitolato in maniera un po' didascalica: The Childhood of a Leader, ovvero L'infanzia di un leader.

A scrivere e girare questa pellicola è stato l'esordiente Brady Corbet, già attore molto famoso...

Ehm, non l'avete mai sentito nominare?
Diciamo che non è proprio un attore famoso famoso. Diciamo che è noto più che altro negli ambienti del cinema più alternativo e autoriale. Brady Corbet, con il suo volto leggermente da psicopatico, si è infatti visto in film come Thirteen – 13 anni, Mysterious Skin, La fuga di Martha, Forza maggiore, Sils Maria, Eden e Giovani si diventa. Nessun blockbuster fantascientifico o supereroistico quindi, almeno per ora.

Sono in particolare due i registi con cui ha lavorato e a cui pare essersi in parte ispirato per il suo esordio dietro la macchina da presa: Michael Haneke, con cui ha fatto la versione americana di Funny Games, e Lars Von Trier, che ha avuto modo di vedere all'opera durante le riprese di Melancholia.


Da questi due nomi, potete quindi intuire che The Childhood of a Leader è un film bello tosto, freddo e cattivo. Da Haneke, Brady Corbet ha preso una predilezione per le riprese con camera fissa, una tendenza a mostrare la violenza più fuori campo che non davanti all'obiettivo della cinepresa, un amour per il piano sequenza, oltre a uno sguardo alle origini del male che ricorda da vicino Il nastro bianco. Con Von Trier invece condivide la scelta di dividere la sua pellicola in capitoli, un rapporto malato con la sessualità, più una notevole dose di bastardaggine di fondo.


Il pregio di The Childhood of a Leader è quello di prendere una vaga ispirazione da questi due maestri del cinema europeo, ma comunque cercare la sua strada. Lo statunitense Brady Corbet dimostra con questa opera prima di possedere uno sguardo suo. Questo film sembra proprio l'infanzia di un futuro leader registico. Il primo passo verso qualcosa di grande. Sarebbe invece fare un torto alla sua crescita personale parlare subito di The Childhood of a Leader come di un masterpiece, un capolavoro, come qualcuno ha fatto (vedi poster).


Brady Corbet è un talento ancora acerbo, molto acerbo soprattutto in fase di sceneggiatura. Se alcune scene sono costruite con notevole tensione, quasi horror, anche grazie alle impressionanti musiche realizzate dal cantautore e compositore Scott Walker, in molti momenti il film invece annaspa e annoia, in particolare nelle parti più strettamente legate alla Prima Guerra Mondiale. Un argomento che, a meno che non siate appassionati di Storia (e in tal caso cosa diavolo ci fate su questo blog frivolo?), non è proprio entusiasmante.
A non convincermi poi è stato in particolare il finale, che non svelo. Dico solo che vorrebbe essere un colpone di scena clamoroso, e lo è anche, solo che mi è sembrato un po' troppo forzato e inserito con la voglia di stupire a tutti i costi.

Al di là del finale, la pellicola lascia in sospeso con una domanda: di chi parla questo film?

Qualcuno ha ipotizzato che si potesse trattare di Hitler o di Mussolini, ma non è così, anche perché date e origini geografiche non coincidono, e poi a smentire tali ipotesi è stato lo stesso Brady Corbet, che ha detto: “Intenzionalmente non ho rivelato l'identità del personaggio. Ed è divertente pensarci perché non è per le ragioni che la gente crede. Una cosa che posso tranquillamente dire a tutti è che il personaggio non è Hitler. E neanche Mussolini. È qualcun altro. E nel film c'è un evento drammatico che ti fa capire chi è quella persona ed è qualcosa che voglio riservare per gli spettatori”.


Sinceramente io, da ignorantone Storico quale sono, guardando il film non sono riuscito a capire di quale personaggio si tratti. Vedendo questa pellicola mi è comunque venuta voglia di scoprire qualcosa in più riguardo all'infanzia di Adolf Hitler, sebbene il film non sia su di lui. Era una cosa che finora non mi aveva mai incuriosito anche perché, se al cinema i miei preferiti sono i cattivoni, non sono invece mai stato attratto dai villain della Storia.

Pensavo che sull'argomento avessero scritto vari libri e biografie, mentre invece è tutto avvolto nel mistero. A quanto pare, almeno secondo alcune fonti non confermate con assoluta certezza, Hitler è nato da due genitori austriaci che erano imparentati tra di loro, e questa è la dimostrazione di come il sesso tra parenti oltre che moralmente sbagliato possa generare degli autentici mostri, e, ciliegina sulla torta, forse aveva per un quarto origini ebraiche.
In pratica, questo qua ha fatto uccidere oltre 6 milioni di ebrei, distruggendo quindi (forse) le sue stesse origini, per imporre l'egemonia dell'impero tedesco, quando lui invece era (sicuramente) austriaco...
Questo qua oltre a essere malvagio era davvero il führer, il capo. Sì, certo: il capo dei cretini.
Non a caso, visto che la mamma dei cretini è sempre incinta, non ha faticato a trovare milioni di persone che lo seguissero.

Per comprendere le origini del Male, oltre a chiedersi quale sia l'infanzia di un leader, ci sarebbe da chiedersi anche quale sia l'infanzia delle pecore che i leader li seguono. Come dice il personaggio interpretato da Robert Pattinson (sì, in questo film c'è Edward Cullen della saga di Twilight e ha pure un ruolo in apparenza minore ma in realtà centrale): “La tragedia della guerra non è che un uomo abbia il coraggio di essere malvagio, ma che in tanti non abbiano il coraggio di essere buoni”.


Le origini, o meglio l'infanzia del Male era già stata raccontata in maniera più efficace da Il nastro bianco di Michael Haneke, quello sì un capolavoro vero. Questo The Childhood of a Leader, nonostante le buone intenzioni e le riflessioni non da poco che fa nascere, purtroppo non appare del tutto riuscito e risulta un lavoro da non sopravvalutare, ma nemmeno da sottovalutare. Brady Corbet ha tutto il tempo per crescere, come regista e ancor più come sceneggiatore, e diventare un leader del cinema di domani.


Adesso mi sa che è meglio che la smetta di parlare di argomenti troppo seri e noiosi e torni a occuparmi di cose più interessanti. Come tette, culi & vagine, di cui comunque in qualche modo si occupa anche questo film. Dopotutto nel cast c'è pur sempre Stacy Martin, l'assatanata di Nymphomaniac.
(voto 6/10)

9 commenti:

  1. Ricordo che neanche Lisa, a Venezia, era uscita entusiasta. Anzi.
    Lo metto da parte, per chissà quando. ;)

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    1. Ciao sono Theresa Williams Dopo essere stato in rapporto con Anderson per anni, ha rotto con me, ho fatto tutto il possibile per riportarlo indietro, ma tutto è stato vano, lo volevo tornare tanto per l'amore che ho per lui, lo pregai con tutto, ho fatto promesse, ma ha rifiutato. Ho spiegato il mio problema al mio amico e ha suggerito che dovrei piuttosto contattare un mago che potrebbe aiutare me un incantesimo per riportarlo indietro, ma io sono il tipo che non ha mai creduto in magia, non avevo altra scelta che tentare, io mail il mago, e mi ha detto che c'era un problema che tutto andrà bene prima di tre giorni, che il mio ex tornerà a me prima di tre giorni, ha gettato l'incantesimo e sorprendentemente nel secondo giorno, era intorno 16:00. Il mio ex mi ha chiamato, ero così sorpreso, ho risposto alla chiamata e tutto quello che disse era che lui era così dispiaciuto per tutto quello che è successo che voleva me tornare a lui, che mi ama così tanto. Ero così felice e sono andato a lui che era così che abbiamo iniziato a vivere insieme felicemente di nuovo. Da allora, ho fatto promessa che qualcuno so che hanno un problema di rapporto, mi sarebbe di aiuto a tale persona da lui o lei si riferisce all'unico mago reale e potente che mi ha aiutato con il mio problema. e-mail: drogunduspellcaster@gmail.com lo si può e-mail se avete bisogno la sua assistenza nel vostro rapporto o di altri casi.

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    2. Bellissimo.
      Ti prego, Marco... NON CANCELLARLO.

      Moz-

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    3. Ma ce l'ha con me? AHAHAHAHAHAH

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  2. Potenzialmente interessante ma se è così tiepidino come lo descrivi, è sicuramente un'occasione mancata...

    Moz-

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  3. Ne ero così poco entusiasta che lo avevo dimenticato! Ora che me l'hai fatto ricordare, ricordo che non stavo per niente bene quella sera, che quel finale da mal di mare non ha di certo aiutato né la lentezza del tutto. L'unica cosa degna di nota, è la bellissima vignetta che ne fece Stefano Disegni su Ciak, ma che non sono riuscita a trovare da nessuna parte.

    Comunque, io più che sull'infanzia di Hitler, mi sono chiesta spesso se il cognome esiste ancora, e ho scoperto che proprio su questo c'hanno fatto un documentario ("Meet the Hitlers" di Matt Ogens) che prima o poi vedrò.

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  4. Non ho nulla da dire su questo film,ma il Khal mi fa sapere che si è annoiato già solo col trailer...mi sa che non fa per noi lol!

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  5. Sembra comunque una visione interessante.
    Se mi capita, ci do un'occhiata. Sperando che non sia una trasposizione della tua infanzia! Ahahahahah!

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