Finestrini giù, volume dell'autoradio su. Sulla Panda del mio amico Carlo passavano in loop Showbiz dei Muse, Nevermind dei Nirvana e Hybrid Theory dei Linkin Park. Erano la colonna sonora della nostra adolescenza. Non sono mai stato un fan totale dei Linkin, all'epoca all'interno del calderone nu metal preferivo i Limp Bizkit e i Korn, però hanno comunque rappresentato anche loro il suono dei miei anni teen, nei primi duemila, come solo pochi altri gruppi.
Ce ne andavamo in giro respirando l'aria di libertà e poco importava che la Panda non fosse una Ferrari. L'importante per sentirsi fighi era la musica che pompava dalle casse. Papercut, One Step Closer, Crawling, la super mega hit In the End. Quelle erano le Satisfaction, le Sound of Silence della nostra generazione. Poco importava anche che queste canzoni non potessero essere considerate capolavori indiscussi. Facevano e faranno sempre parte delle nostre vite, delle nostre gioventù, dei nostri ricordi di quando avevamo ancora tutta la vita davanti.
Anche Chester Bennington allora aveva tutta la vita davanti. Era il cantante di una delle band più popolari del pianeta e, dopo quel folgorante disco d'esordio, con i suoi Linkin Park avrebbe tirato fuori ancora un paio di altri album notevoli, lo riuscito sequel Meteora e Minutes to Midnight, che segnava il passaggio del gruppo dal nu metal a un rock più classico, ma comunque ancora più che apprezzabile. Era il 2007. Da lì in poi le cose sarebbero cambiate. Il mio amico Carlo se n'è andato a vivere in Inghilterra, mentre io sono rimasto qua in questo paese per vecchi e sono diventato anch'io un po' vecchio. Non troppo, eh, giusto un filino. Chester intanto ha continuato a pubblicare dischi con i Linkin sempre meno interessanti, almeno per noi, sebbene il loro ultimo One More Light ascoltato per bene non è nemmeno così malvagio come si è detto in giro, e sono così diventati la colonna sonora dell'adolescenza di altri.
Fino ad ora. Fino al giorno in cui Chester ha visto che per lui non c'era più tutta una vita davanti, e ha scelto di concluderla con un gesto che ricorda quello del suo amico e mito scomparso da poco, Chris Cornell. Un gesto che può far intristire, dispiacere, così come anche incazzare. Qualcuno si potrà pure domandare come possa essere depresso un uomo ricco, famoso, con 6 figli e che fa, che faceva un lavoro che in molti si sognano.
Io no. Io preferisco seguire il testo di una delle mie canzoni preferite, Leave Out All the Rest, e non avercela con lui, e ricordare solo le cose belle, le emozioni che mi ha regalato con la sua musica, e lasciare fuori tutto il resto.
Quando giungerà la mia ora
dimentica tutti gli sbagli che ho fatto
aiutami a lasciare indietro qualche ragione per far sentire la mia mancanza
e non avercela con me
e quando ti sentirai vuoto
tienimi tra i tuoi ricordi
lascia fuori tutto il resto
lascia fuori tutto il resto
Mai stato un suo grande fan (io, in verità, non sono un grande fan di niente e di nessuno: ci sono canzoni che mi piacciono, altre che non mi piacciono o non conosco affatto), però lui me lo ricorderò, sì. Forse era la fine delle medie, non era un bel periodo. E incazzarsi appresso a lui, anche se poco capivo di quel che diceva, era bello. Poi gran voce. Ricordo un live in cui cantò Rolling in the Deep di Adele, meglio dell'originale.
RispondiEliminaUna delle voci più belle di sempre, carica di tante emozioni diverse e te le faceva arrivare tutte. Davvero un peccato che non ci sia più...
RispondiEliminaMinutes to midnight è uno degli album della mia adolescenza, una colonna sonora, e riascoltarlo oggi è un colpo
L'ho seguito poco e dei Linkin Park conosco giusto quei pezzi che passarono in radio grazie al traino del Transformers di Bay, ma come sempre in questi dispiace perché avrebbe potuto dare ancora molto alla musica.
RispondiEliminaPoi con sei figli...
Sono scelte, purtroppo.
E lui ha fatto la sua.
Penso che sia giusto ricordare il "bello" che ha lasciato, senza polemiche e goffi tentativi di comprendere l'incomprensibile (scelte, non credo lo siano mai francamente).
RispondiEliminaNon sono mai stata una fan dei Linkin Park, però dispiace che un altro artista ha lasciato questo mondo... ;-(
RispondiEliminaNon sono mai stato un fan dei Linkin, ma mi è dispiaciuta la morte di Bennington....
RispondiEliminaHybrid Theory è stato colonna sonora anche della mia adolescenza, uno dei primi CD piratati e In the end una delle prime canzoni di cui ho imparato a memoria il testo. Poi i Linkin Park li ho persi per strada, o si sono persi loro in sonorità diverse e distanti dagli esordi. Resta il dispiacere, grande, e la riletture di quelle stesse parole in chiave tristemente diversa.
RispondiEliminaNon entro nel merito delle scelte personali di chi, soprattutto in determinate condizioni, decide di far calare il sipario. Cose davvero troppo lontane da me.
RispondiEliminaMa la parte del post autobiografica è molto bella.