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venerdì 26 gennaio 2018

Barry Seal – Una storia tomcruisiana





Barry Seal – Una storia americana
Regia: Doug Liman
Cast: Tom Cruise, Sarah Wright, Domhnall Gleeson, Caleb Landry Jones, Jayma Mays, Jesse Plemons, Lola Kirke, Alejandro Edda, Mauricio Mejía


Tom Cruise negli anni '80 faceva il pilota. Questo già lo sappiamo. Abbiamo visto tutti Top Gun. Quello che quel film non ci diceva, era però che il bel Tom all'epoca aveva anche un secondo mestiere. E pure un terzo. E pure un quarto...

Mentre faceva il figo sugli F-14 (e anche in moto) per la Marina degli Stati Uniti, mentre faceva all'amore con Kelly McGillis, mentre sfidava Iceman sulla Terra a chi pisciava più lontano e tra i cieli a chi volava nella maniera più spericolata, Top Gun lavorava anche per la CIA.
Non ci credete?


Come viene indicato chiaramente all'inizio di Barry Seal – Una storia americana, questa è una storia vera. Non contento di avere un lavoro segreto per la CIA, Top Cruise contrabbandava pure cocaina dalla Colombia fino agli Stati Uniti per conto del cartello di Pablo Escobar.


Una storia incredibile e un personaggio pazzesco, che meritavano di essere raccontati al cinema. D'altra parte oggi si fanno film persino su una bambola bruttona comparsa per 10 secondi in L'evocazione – The Conjuring, non volevate che facessero un film su un pilota che ha lavorato per la CIA, per Pablo Escobar e – ma non ditelo a nessuno – persino per la Casa Bianca di Ronald Reagan?

Barry Seal sarebbe una pellicola davvero avvincente, non fosse solo che ci sono già stati diversi altri film simili e il suo unico problema è che sono stati realizzati prima. È una di quelle vicende così assurde da essere vere, come Prova a prendermi. Solo che Doug Liman, benché giochi in maniera divertita con le atmosfere 70s/80s, non è Steven Spielberg, e Tom Cruise, benché offra la sua solita gigionissima e riuscita performance, non è Leonardo DiCaprio.


Tom Cruise è talmente a suo agio nella parte del Tom Cruise di turno, più che in quella di Barry Seal, che probabilmente ogni scena è stata buona alla prima. Non c'è stato nemmeno bisogno di ripetere i ciak, anche perché con Doug Liman aveva già girato Edge of Tomorrow – Senza domani e ormai si intende alla grande. Il piccolo problema di Tom Cruise, che pure è un attore che mi è sempre piaciuto e tuttora continua a piacermi, è che raramente si fa da parte per lasciare davvero spazio al suo personaggio. Di certo non lo fa qui. Questo film, più che Barry Seal – Una storia americana avrebbe potuto/dovuto chiamarsi Tom Cruise – Una storia americana. È questa la differenza tra un Tom Cruise e un Leonardo DiCaprio, divo sì, ma capace anche di cancellarsi dietro al personaggio che è chiamato a interpretare.

"Io sono leggermente più figo del vero Barry Seal. Ma d'altra parte se per fare Donatella Versace hanno preso Penelope Cruz..."

Al di là dell'ego smisurato di Cruise che aleggia su tutto il film, l'altro problema come detto è sono diversi i film che riecheggia. The Wolf of Wall Street, ad esempio, sempre per rimanere in area DiCaprio. Per la sua ambientazione glamour anni '80, per il suo stile ironico pur nel raccontare una vicenda dai contorni anche seri e volendo drammatici, per l'onnipresenza dei soldi che a un certo punto sommergono addirittura il protagonista. E pure per la bionda moglie di Tom Cruise, la rivelazione Sarah Wright, figosa quasi quanto Margot Robbie. Ho detto quasi.


La vicenda del narcotraffico nel centro America era poi stata raccontata di recente pure ne La regola del gioco (Kill the Messenger) con Jeremy Renner. Quest'anno è inoltre uscito un altro film abbastanza simile a questo, Gold – La grande truffa con Matthew McConaughey, che pure aveva lo stesso problema di raccontare una storia sì potente e affascinante, ma che ne rievocava altre simili. Da dove nasce questo filone delle storie di capitalismo avventuroso e “drogato”, un calderone in cui possiamo infilare dentro pure il valido Trafficanti (War Dogs), e sul versante nostrano Smetto quando voglio?

Il motivo della loro esplosione credo vada rintracciato nel successo di Breaking Bad, la serie sul serioso professore di chimica che un giorno, dopo che gli viene diagnoticato un cancro, si mette a cucinare e a smerciare metanfetamina. Lo dico per quei due o tre al mondo che non l'hanno ancora vista. Serie geniale e innovativa, che però nasceva a sua volta sulla scia di Weeds, specie di versione dopata delle Desperate Housewives in cui Mary-Louise Parker era una normale casalinga che, in seguito al decesso del marito, decideva di spacciare marijuana. È quindi Weeds ad aver gettato i semi di questa moda?

Può darsi. Fatto sta che Tom Cruise – Una storia americana si getta in pieno nel trend, mettendo dentro anche echi escobariani di Narcos che male non fanno, solo che arrivano anch'essi con colpevole ritardo e la sua visione, per quanto proceda tranquilla e non si schianti al suolo, non decolla mai veramente. Per farlo avrebbe dovuto provare ad accelerare di più sul piano della follia. Basti vedere la scena in cui Top Cruise atterra in una strada cittadina con il suo aereo, per poi scappare con il volto ricoperto di coca sulla mountain bike di un ragazzino. Una sequenza che in mano a uno Scorsese sarebbe potuta diventare leggendaria come quella del quaalude nel citato The Wolf of Wall Street, e invece si limita a essere simpatica e niente più.


O ancora si sarebbe potuto dare maggiore spazio a Caleb Landry Jones, con il suo schizzato personaggio da tipico ragazzino white trash che sembra uscito da un episodio di Beavis and Butt-head o South Park.

"Sul serio c'è qualcuno che pensa che darmi maggiore spazio sarebbe stata una buona idea?"

A tratti il regista Doug Liman ci prova ad animare la situazione, con un montaggio rapidissimo, o anche con la scelta di sostituire i titoli di testa della Universal Pictures attuale con quelli della Universal Pictures di fine anni '70. Piccole trovate che contribuiscono ad accrescere l'impressione di trovarsi di fronte alla classica occasione sprecata. A quando la prossima?
Tom è già pronto per un nuovo volo. Top Gun: Maverick, il sequel di Top Gun, è annunciato in arrivo negli aeroporti e nei cinema di tutto il mondo per il 2019. Prenotate il biglietto già ora, che così risparmiate come con Ryanair e easyJet.
(voto 6/10)


7 commenti:

  1. Cruise mi sa simpatico, ma forse non abbastanza da recuperarlo.

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  2. L'unico ricordo che ho di questo film, per il resto piuttosto inutile, è che non mi era dispiaciuto. Ma non chiedetemi nulla sulla trama o sul personaggio, perchè me lo sono già dimenticato.

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  3. Ehm... e se dico che io non ho mai visto Top Gun (intendo visto-visto, dall'inizio alla fine come si deve, e ché gli spezzoni qua e là che mi ricordo risalgono alla mia infanzia)? E se dico che Tom Cruise mi fa antipatia più di Tom Hanks e Mel Gibson, e proprio per questo Top Gun non è nemmeno ne La Promessa che ho fatto?
    Niente, lo dico e da tutti i film con il brutto Tom mi tengo alla larga, questo compreso che non sapeva di nuovo neanche quand'era una novità...

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  4. Cruise sta simpatico anche a me, e questo film è proprio una sua appendice.
    Si guarda, ma effettivamente è un pò sprecato. Un pò come qualsiasi film che ci metta d'accordo. ;)

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  5. A noi è piaciuto,certo non è un capolavoro indimenticabile,ma ci ha intrattenuto il giusto.

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  6. io di Tom|Cruise ho visto soltanto Innocenti|Bugie (carino|divertente) e anche lì pilotava un aereo! :D

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  7. L'ho dimenticato... E' uscito al cinema è l'ho dimenticato :I

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