Oh, ragazzi. Vi devo dire una cosa. Una confidenza che riservo soltanto ai miei lettori più fidati. Ho visto un film survival horror fantascientifico che è una bomba! A parte i primi quieti minuti introduttivi, che ci propongono la vita ordinaria del protagonista, un giovane uomo di 30 anni come tanti, il resto è un'angoscia unica che ti fa rimanere in uno stato d'ansia fino all'ultimo istante. Raccontata così può non sembrare una visione così allettante, però non è forse questo l'effetto che i migliori survival horror fanno?
In più è qui presente una componente fantascientifica. La pellicola è infatti ambientata in Italia in un imprecisato futuro distopico in cui le forze dell'ordine sono il male assoluto. In cui non ci si può minimamente fidare di loro. In cui lasciate ogni speranza voi ch'entrate, se per caso finite fermati da una pattuglia dei carabinieri. Caramba, che sorpresa!
Lo spunto di partenza della vicenda è davvero sci-fi e assurdo. Il protagonista è tranquillo nella sua auto a fumarsi una sigaretta in compagnia di un amico, quand'ecco che dei carabinieri gli vanno a bussare al finestrino, li costringono a scendere e gli fanno una perquisa, a loro e all'auto. Capisco che possano fermarti mentre stai guidando, ma in quale paese civile succede una cosa del genere mentre te ne stai parcheggiato a farti i fatti tuoi?
Chiudendo un occhio su quella che sembra una forzatura della sceneggiatura per farci entrare nell'incubo che da lì in poi inizia per lo sfortunato protagonista, viene qui sviluppata una parte che sembra più da commedia degli equivoci che da dramma. Questo povero ragazzo che si stava fumando una siga tranquillo nella sua macchina viene trattato come il peggior criminale che si sia mai visto sulla Terra. Manco fosse Totò Riina. Manco fosse Freddy Krueger.
"Ma io sono del tutto innocente, fino a prova contraria." |
Una volta portato in commissariato, il protagonista viene interrogato senza il suo avvocato. Chiamare il proprio avvocato è la prima cosa da fare, in situazioni come questa, lo sanno tutti, anche un bambino di 5 anni, come poi dice la sorella del ragazzo. A un certo punto gli viene pure in mente, solo che, non si sa perché, finisce per non chiamarlo. Ecco, questo sarà anche un film assurdo e inverosimile, ma può pure essere preso come un manuale prezioso di cose da NON fare se ci si ritrova in una situazione del genere. Come il non fare battutine ironiche ai carabinieri che ti stanno perquisendo, in particolare se sei effettivamente in possesso di sostanze illegali, che quelli non aspettano altro che un pretesto per far valere il loro potere da Walker Lazio Ranger. Ma soprattutto, la regola numero uno è: chiama immediatamente il tuo avvocato!
Arriviamo qua al punto più dolente dell'intera vicenda. Quello che fa più male e anche quello più tragicamente assurdo: i genitori del protagonista. Io sono sicuro, o se non altro me lo auguro, che se mi trovassi in una situazione del genere i miei genitori smuoverebbero mari e monti pur di tirarmi fuori da quel casino subito. SUBITO. Nel film viene spiegato che il protagonista aveva già avuto in precedenza dei problemi con la giustizia e con le droghe, però niente giustifica un genitore che lascia passare al figlio una notte in galera pur di dargli una lezione. Inoltre, entrano i carabinieri e ti perquisiscono la casa e tu li lasci fare?!? Che non avete mai visto un film o una serie TV? Ok che qui non siamo negli Usa ma in Italia, per quanto sia un'Italia fittizia, però ci vuole un mandato per fare queste cose. Mi stupisce che quello che viene ritratto come un geometra noto e stimato in tutta Roma, o se non altro nella Roma distopica che sembra la nazione di Panem di Hunger Games in cui è ambientato il film, permetta che succeda tutto questo. Ma soprattutto, nemmeno loro chiamano l'avvocato. La regola numero uno è: chiama immediatamente il tuo cazzo di avvocato. Possibile che nemmeno loro conoscano le basi per sopravvivere in questo mondo distopico?
Mi spiace dover parlare male di due personaggi che per carità fanno una gran pena, però certe cose sono difficili da accettare. Gli eventi terribili che sarebbero successi di lì a poco si sarebbero potuti evitare con una semplice telefonata all'avvocato. Possibile che non la facciano? Che nervoso! Chi l'ha scritta la sceneggiatura di questa pellicola? Marlene King di Pretty Little Liars?
Le responsabilità penali e criminali di ciò che succede dopo mi sembra siano chiare ed evidenti sotto gli occhi di tutti, benché il film eviti di mostrare la scena delle violenze inflitte al protagonista. Non sto a specificare chi siano i criminali in questione non tanto per non fare spoiler ma perché, anche se questa è tutta una fiction, non si sa mai che escano dallo schermo e me menino pure a me. Oltre alle loro, sono però purtroppo presenti anche delle responsabilità morali da parte di altri, che hanno contribuito a rendere questa vicenda mostruosa ancora più incredibile e pazzesca. Sarebbe bastato così poco per evitare che accadesse. Certo, delle persone ingenue, o anche solo delle persone normali, non si possono immaginare che affidare il proprio figlio alle forze dell'ordine rappresenti una condanna a morte ma, almeno nell'Italia distopica qui messa in scena, tutti dovrebbero essere diffidenti abbastanza da non fidarsi di loro.
Non fidarsi di nessuno è ciò che fa il protagonista dopo il pestaggio... pardon, dopo “essere caduto dalle scale”. Altro errore che commette. Va bene che a questo punto ha perso ogni speranza nelle forze dell'ordine, però il personale medico è un'altra cosa. Lascia che ti curino. Certo poi c'è da aggiungere che pure loro non mi sembra che facciano tutto ciò che è in loro potere per curarlo.
L'infame numero uno comunque è un altro: l'amico, o presunto tale, del protagonista. Quello con cui stava fumando la sigaretta mentre sono stati fermati. Pur di pararsi il culo, l'amicone tradisce il protagonista e lo accusa di essere il suo spacciatore, segnando così la sua condanna al carcere. A questo punto uno si può chiedere che leggi siano in vigore in questa distopica Italia orwelliana in cui un ragazzo fermato con un po' di droga, ma non parliamo di quantità ingenti, debba passare (almeno) un mese in prigione in attesa del processo, però queste sono cose che dovreste andare a chiedere ai molto fantasiosi sceneggiatori del film.
Sono insomma tanti gli aspetti che lasciano senza parole di fronte a questa pellicola, che mette addosso un senso di impotenza e frustrazione che raramente mi era capitato di provare. Soprattutto di fronte a una vicenda così fantascientifica e completamente di fiction come questa. Tutti i personaggi sembrano fare esattamente il contrario di ciò che dovrebbero fare: carabinieri che sono i peggio criminali, genitori che si comportano da bambini ingenui, medici che non salvano la vita alle persone. Pure il protagonista, una specie di versione de' noantri di Spud di Trainspotting, fa sempre il contrario di ciò che dovrebbe fare e sotto questo aspetto è il tipico personaggio degli horror che tu gridi: “Non scappate su dalle scale!”, oppure “Non dividetevi!” e loro niente, non ti danno retta. Nei suoi martoriati panni troviamo un attore bravissimo come Alessandro Borghi, che avevo già visto in numerosi altri film, come Non essere cattivo, Suburra, Fortunata, The Place e Napoli velata, e ogni volta sembra una persona del tutto diversa. È questa una dote rara che molti big di Hollywood non si sognano nemmeno di possedere e che invece soltanto gli interpreti più efficaci hanno: annullarsi del tutto e diventare un tutt'uno con il proprio personaggio. E non parlo solo di un cambiamento a livello fisico.
Tutti i personaggi di questo assurdo film sembrano fare esattamente il contrario di ciò che dovrebbero fare e anche io mi rendo conto soltanto adesso di aver commesso un grave errore per un buon recensore. Sto continuando a parlarvi di un film di cui non ho nemmeno specificato il titolo. Il film, del tutto inverosimile e che è impossibile sia tratto da un fatto di cronaca davvero successo, si chiama...
Sulla mia pelle
Regia: Alessio Cremonini
Cast: Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max Tortora, Milvia Marigliano
(voto 7-/10)
Da brividi questa tua recensione, caro Marco...
RispondiEliminaIn questi giorni, e anche proprio oggi, ho letto decine di post sul tema.
RispondiEliminaIl tuo, con tanto di twist finale, è tra i più belli e originali, per raccontate eppure una vicenda bruttissima.
PS. Felice di vedere il grande Dogman nella colonnina a destra: quest'anno, vedrai, Garrone batte Sorrentino a mani basse.
Mi accodo a Michele con i complimenti per un post originale che sa toccare tasti dolorosi.
RispondiEliminaIl film per quanto faccia male e per quanto Borghi sia impressionantemente bravo, sa essere troppo didascalico e troppo vero, come se quell'assurda realtà -appunto- non potesse reggere in un film.
Con il senno di poi, concordo pienamente con te.
EliminaFinzione che non troppo funziona, nonostante un Borghi eccezionale e farfugliante.
Bellissima la tua recensione e conto di vedere il film tra questa sera e domani.
RispondiEliminaIo l'ho trovato potente e maturo proprio perchè vero.
RispondiEliminaMostra le colpe da tutte le angolazioni, e l'assurdità della macchina della "giustizia".
Borghi pazzesco.