lunedì 4 febbraio 2019

Velvet Buzzsaw: impara l'arte e temila a morte





Velvet Buzzsaw
Regia: Dan Gilroy
Cast: Jake Gyllenhaal, Zawe Ashton, Rene Russo, Toni Collette, Natalia Dyer, Tom Sturridge, Daveed Diggs, John Malkovich, Billy Magnussen


Ragazzi, non vi dico cosa ho visto... e invece sì, ve lo dico che non sto più nella pelle. Ho visto una cosa sensazionale. Roba da strapparsi un orecchio! Senza offesa, Vincent caro.

Dev'essere ciò che hanno provato i matusa quando hanno ammirato per la prima volta un Cézanne. O, andando ancora più indietro nel vecchiume, ciò che hanno provato i Flintstones quando hanno visto per la prima volta una pittura dentro una grotta e all'inizio si saranno chiesti: “Che cazzo è 'sta roba?” se avevano già inventato le parolacce e le parole in generale, o emesso qualche grugnito di stupore se non l'avevano ancora fatto. Dopodiché probabilmente hanno cominciato a rimanerne affascinati, persino incantati.

Adesso forse ho esagerato un pochino e sottolineo il forse, visto che in genere non sono mica uno esagerato no no. Ho visto però anch'io una cosa che non si era mai vista prima: Netflix.


Netflix. Un servizio di streaming che manda in pensione la vecchia televisione così come la concepivamo un tempo e dove ti puoi guardare tutte (o quasi) le serie TV che vuoi quando vuoi, anche in un colpo solo, una stagione o un'intera serie alla volta. Lo conoscete già?

Ok ok. Solo che io dentro questa cosa chiamata Netflix non ho visto una semplice serie TV. Ho visto un film. Perché questo Netflix rischia di mandare in pensione pure il cinema. Il cinema, ho detto!
Sapevate già pure questo?

Va beh, comunque io ho visto questo film nuovissimo, si intitola Velvet Buzzsaw, è impossibile che l'abbiate già visto, visto che è uscito questo weekend e io ho fatto giusto in tempo a metabolizzarlo un attimo e ne ho subito scritto, quindi credo che questa sia la prima recensione in assoluto che compare sul World Wide Web.

No?
Dite che ne sono già 7.895... ora 7.896, contando solo quelle prese in considerazione da Rotten Tomatoes?

"Fanculo Rotten Tomatoes!!!"

Come siamo arrivati a questo punto? Maledetto Netflix! Maledetto Internet! Una volta uno i film un po' strani, un po' di nicchia, doveva sudarseli sette camicie. Roba che uno doveva chiedere al suo commesso del videonoleggio di fiducia, che già di suo era decisamente inculato rispetto al più commerciale Blockbuster, di procurarselo per vie traverse attraverso chissà quale mercato sotterraneo russo illegale. Roba che forse c'era gente che moriva per farti avere quel film. Adesso invece è tutto più semplice. Tutto è a disposizione subito. Non c'è più bisogno di faticarsele, le cose. Di bramarle con ansia. Si perde la magia dell'attesa, dell'ansia che avanza.

Si perde un po' anche la magia dei primi tempi dell'Internet. Quella del tuo blogger di fiducia che ti consiglia un film che solo lui ha visto e che poi tu cerchi per mesi e infine finalmente quando riesci a scaricarlo attraverso qualche oscuro sito pure questo ai limiti dell'illegalità in lingua originale turca con sottotitoli coreani lo guardi e ne resti clamorosamente deluso, però va bene così. Almeno l'avevi visto e dopo mesi potevi tornare a commentare dal tuo blogger (non più così tanto) di fiducia e dirgli che si sbagliava, che quel film non era un capolavoro come diceva lui no no.

Adesso tutti scrivono recensioni. Tutti dicono la loro su tutto. Tipo quel Pensieri Cannibali. Un conto è quando parla di film, e adesso invece si mette pure a stroncare Adrian. Ma lui che ne sa di Celentano? E che ne sa di serie animate?

Oggi tutti grazie all'Internet si improvvisano ingegneri, architetti, dottori, scienziati, e naturalmente pure critici, di musica, di cinema, d'arte. Non è più necessario manco avere un computer. Basta uno smart phone per sentirsi i nuovi Mario Luzzato Fegiz meets Paolo Mereghetti meets Vittorio Sgarbi. Non è importante scrivere chissà quale recensione elaborata, o motivata, o ben strutturata. Basta arrivare per primi. Basta scrivere la prima cosa che passa per la mente, senza manco rileggere i danni che ha fatto il correttore ortografico automatico. Del tipo che tu intendi scrivere Jake Gyllenhaal e sullo schermo invece ti esce fuori Jake Gillette il meglio di un uomo. E comunque l'ho già detto che Jake Gillette il meglio di un uomo Gyllenhaal (menomale che ho riletto) in Velvet Buzzsaw è FA-VO-LO-SA?
Volevo dire FA-VO-LO-SO!


Jake Gyllenhaal nella parte del critico d'arte un po' effeminato e un po' no e un po' tanto radical-chic offre l'ennesima interpretazione da Oscar della sua carriera. Di certo però questo film non sarà minimamente preso in considerazione dai prossimi Academy Awards, nonostante a mio avviso sia più interessante di tutti i titoli in corsa quest'anno per la statuetta dorata. Di sicuro più di Roma. Tutti sono capaci a scrivere che Roma è un capolavoro. Per forza. È un film autoriale messicano in bianco e nero lento fino allo sfinimento che parla della triste vita di una povera domestica. La recensione entusiastica si scrive da sola. Scommetto che in molti lo hanno definito un toccante capolavoro di rara poesia, e senza manco averlo visto. A me è sembrato tutto il contrario di emozionante. Il regista Alfonso Cuarón con la sua macchina da presa snob si mantiene sempre distante dalla sua protagonista, quasi avesse paura che questa possa contagiarlo con la sua povertà. A questo punto qualcuno dirà che anche Velvet Buzzsaw si mantiene distante dai suoi personaggi, quasi tutti esagerati, sopra le righe e macchiettistici, ed è vero.


Solo che il regista e sceneggiatore Dan Gilroy, già autore del folgorante Lo sciacallo - Nightcrawler, propone una galleria di personaggi tutti più o meno odiosi, che sembrano usciti da un romanzo di Bret Eason Ellis stile Glamorama. Dan Gilroy non vuole far provare empatia nei confronti. Sembra più che altro divertirsi a farli fuori uno dopo l'altro, proprio come in ogni buon slasher horror che si rispetti. Non tutti, comunque. Senza fare spoiler, vi anticipo solo che qualcuno che si salva c'è, ma tanto già lo sapete perché il film ormai è fuori su Netflix da più di 48 ore e quindi l'avrete già visto e probabilmente pure già recensito tutti.



Velvet Buzzsaw è un film imperfetto, è un film a tratti pure trash. Ha alcuni intrecci sentimentali e sessuali quasi da soap opera e ha numerosi momenti WTF?!?


Nel suo essere (volutamente) kitsch mi ha ricordato certi lavori di David Lynch e di David Cronenberg. Nelle sue componenti horror mi è invece sembrato un incrocio tra The Ring e Final Destination. In più è una bizzarra satira del mondo dell'arte contemporanea e del mestiere del critico. Quello che oggi tutti sembrano saper fare, sui blog, su Facebook, su Twitter.


Non so cosa scriveranno gli altri “critici” da bar da web che ci sono in giro su questo film. Magari lo spernacchieranno. Magari lo eleggeranno a scult dell'anno. Per ora non voglio saperlo. Non voglio che la mia visione ne venga condizionata. Li andrò a leggere soltanto quando avrò finito di scrivere questo post. Forse sarò l'unico a pensarla così, ma Velvet Buzzsaw mi è sembrato un film davvero riuscito in pratica sotto tutti i punti di vista. È un guilty pleasure che funziona alla grande, con tanti morti ma senza manco un momento morto. Funziona come horror. Funziona come commedia satirica. Funziona come riflessione sullo stato dell'arte, e più in generale sulla società, di oggi. Velvet Buzzsaw è essa stessa un'opera d'arte. Folle. Esagerata. Assurda. Destinata a dividere il pubblico e a essere massacrata da una parte della critica. Un giorno però credo avrà il merito che merita. In attesa di quel giorno, io lo dico fin da subito: Velvet Buzzsaw è una figata assurda!
(voto 8/10)


6 commenti:

  1. Ma che davvero?
    Per me una schifezza che probabilmente rientrerà tra le peggiori dell'anno, e siamo solo a febbraio.

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  2. Ho aspettato appunto di scriverne anch'io prima di leggerti, per evitare influenze e ripensamenti. Con meno entusiasmo e qualche convinzione in meno, siamo però d'accordo. Non tutto funziona per me, a partire dalla trama e da quel finale frettoloso, ma ci si diverte, si resta affascinati anche dal sangue.

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  3. A questo punto devo proprio vederlo. E spero di spernacchiarlo come si deve. :)

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