martedì 2 luglio 2019

Recensioni flash - Le storie così assurde da essere vere





Nuovo appuntamento con la rubrica delle mini recensioni cinematografiche di Pensieri Cannibali periodica a scadenza non fissa. Cosa significa?
Che la scrivo e la pubblico quando c'ho voglia. In questo appuntamento, il tema è quello delle storie vere. I film tratti da fatti realmente successi e personaggi realmente esisiti. All'incirca.


J.T. LeRoy


Cominciamo questa rassegna dei personaggi realmente esistiti, con un personaggio NON realmente esistito. J.T. Leroy può essere considerato il Mark Caltagirone della letteratura statunitense.


C'è stato un periodo, all'inizio degli anni zero, in cui non si parlava d'altro negli ambienti indie. Quando gli ambienti indie ancora manco si chiamavano indie. Sarah, il romanzo d'esordio del misterioso J.T. Leroy, era il caso letterario del 2000. Un tipo uscito fuori dal nulla, sessualmente ambiguo, un po' ragazzo e un po' ragazza, che raccontava della sua infanzia con la mamma buttana prostituta, che vedeva come un modello esistenziale, nonostante non potesse proprio ambire al premio di Madre dell'anno.


Tutti hanno cominciato a chiedersi: “Ma chi diavolo è questo J.T. Leroy?”. E poi è venuto fuori che...

Questo potete scoprirlo guardando questo piacevole J.T. LeRoy con una Kristen Stewart più androgina che mai e con una prezzemolina Laura Dern più stralunata che mai. E sì che è una delle attrici feticcio di David Lynch. Senza strafare, la pellicola propone qualche interessante rifessione su ciò che è reale e ciò che non è proprio reale, ma se le persone lo percepiscono come tale, un po' finisce per esserlo. Dopo tutto, quando si parla di prodotti di fiction, che siano film o libri, persino quando sono tratti da storie vere, chi può dire che percentuale di verità contengano per davvero al loro interno?
(voto 6,5/10)


Copia originale

Altra storia vera, altra riflessione sul concetto di verità e falsificazione in ambito letterario. Copia originale è il titolo migliore di questo lotto. È la storia di Lee Israel: scrittrice, biografa e... falsaria. A portarla sul grande schermo è una grande Melissa McCarthy lontana dalle sue solite parti comiche, in un ruolo non privo comunque di una certa carica ironica. Ironia della sorte, la vicenda di quella che ha contraffatto le lettere di alcuni scrittori morti è una delle pellicole più originali e ricche di personalità viste di recente. Raccontato con toni da commedia d'altri tempi, un personaggio così sgradevole finisce per risultare (quasi) simpatico e si finisce (quasi) per capirla e apprezzarla. Io ho una bassissima reputazione di chi copia gli altri – meglio fallire alle proprie condizioni che fare soldi e successo imitando qualcuno – però a questa Lee Israel non sono riuscito a volere troppo male. E applausi pure per il BFF della protagonista, interpretato da un ottimo Richard E. Grant andato a un passo dall'Oscar. Solo che questo non è un film da Oscar. È meglio dei soliti film da Oscar.
(voto 7,5/10)


Ted Bundy - Fascino criminale
"Vuoi morire?"
"Come???"
"Ti ho chiesto: 'Vuoi ballare?'"

Poteva essere un film davvero affascinante. Il protagonista, Ted Bundy, è uno dei serial killer più controversi e misteriosi di sempre, fino ad ora raccontato al cinema e in tv soltanto con opere uscite piuttosto in sordina. Il caso mediatico che l'ha circondato è stato poi tra i più clamorosi nella storia degli Stati Uniti. Poteva venirne fuori qualcosa di notevole, come la miniserie American Crime Story – Il caso O.J. Simpson. Invece è uscito un filmetto di quelli che una volta lo si sarebbe definito “televisivo” in senso dispregiativo e ora no, visto che produzioni come appunto quella su O.J. hanno mostrato come il piccolo schermo sappia fare molto meglio del grande.

Raccontando la vicenda attraverso il punto di vista della fidanzata storica di Bundy, poteva inoltre rappresentare qualcosa di differente rispetto al solito film su un serial killer. Ted Bundy - Fascino criminale è però più che altro un legal drama che si concentra troppo sulla parte giudiziaria, raccontata in maniera cronachistica e wikipediana. La prova recitativa di Zac Efron inoltre può considerarsi riuscita solo a metà: riesce a rendere bene Bundy come tipo affascinante e insospettabile, mentre non ce la fa a mostrare il suo lato più inquietante. Proprio quello che questa pellicola thriller ben poco thriller si dimentica quasi del tutto di mettere in scena, finendo per risultare una versione annacquata e quasi disneyana di una storia su uno psyco killer. Zac Efron faceva più paura quando ballava e cantava come un indemoniato in High School Musical, LOL. 😂
(voto 5/10)


Cocaine - La vera storia di White Boy Rick
"Sei solo un delinquentello da strapazzo, propio come quel fallito di tuo padre."
"Ma sei tu mio padre..."
"Ecco, appunto!"

Così come quella di Ted Bundy, anche quella di Richard Wershe Jr., meglio noto come “White Boy Rick”, trafficante di droga nonché più giovane informatore dell'FBI, è una storia potente, potenzialmente potentissima. Così come quello su Ted Bundy, il film su White Boy Rick racconta la vicenda del suo protagonista senza personalità. Senza trasporto. Senza fantasia. L'ennesima true story cui la pellicola non aggiunge granché a quanto si possa apprendere dalla pagina Wikipedia sul personaggio. Non malvagia, sebbene non del tutto strepitosa, la prova del giovane protagonista Richie Merritt, di cui forse sentiremo ancora parlare, mentre Matthew McConaughey, come al solito negli ultimi tempi sopra le righe, comincia qui ad assomigliare alla parodia di se stesso. La vicenda sarebbe anche intrigante, solo non spacciatelo per un bel film.
(voto 5/10)


Il corriere - The Mule
"Clint, m'hai portata al cinema a vedere un tuo film? Ma quanto sei egocentrico?"
"Oh, so' soldi. Così faccio salire gli incassi al box office. Preferisci che mi metta a spacciare?"

Da un narcotrafficante giovanissimo come White Boy Rick, che a 14 anni poteva già essere considerato il nuovo Pablo Escobar o giù di lì, a uno non esattamente di primo pelo. Clint Eastwood con il suo cinema tanto classico quanto immutabile porta al cinema un'altra storia vera. Questa volta grazie a Dio ci risparmia i toni quasi supereroistici usati in American Sniper per presentarci la vicenda di un antieroe. Un novantenne che si mette a fare il corriere della droga un po' per caso e un po' per moda, visto che da Breaking Bad in poi i trafficanti più improbabili sono i più ricercati su piazza. Se alcuni dei titoli sopra proposti in questa rassegna non aggiungono molto a quanto si può scoprire su Wikipedia, questo film non sembra andare molto oltre l'articolo giornalistico da cui è tratto. Il viaggio fila via prevedibile, senza troppi scossoni, e contiene tutti gli elementi tipici del cinema eastwoodiano. Cosa che ha portato i suoi fan più ciechi a gridare in maniera ingiustificata all'ennesimo capolavoro, quando invece è una storiella curiosa raccontata in maniera piuttosto anonima. E con il solito moralismo di fondo. Con questa pellicola Clint - uno che nei suoi 89 anni di vita è stato raramente per più di qualche settimana lontano da un set - ci vuole dire che la famiglia è più importante del lavoro. Ma va???
(voto 5,5/10)

Vogliamo mettere eMule con The Mule?


Beautiful Boy
"Mi spiace, Timothée. Il Beautiful Boy del titolo è riferito a me, non a te."
"UEEEEE'! Ecco perché mi drogo."

Non solo un film tratto da una storia reale e non solo un film tratto da un libro, ma da ben due libri biografici: Beautiful Boy: A Father's Journey Through His Son's Addiction scritto da David Sheff e Tweak: Growing Up on Methamphetamine di suo figlio Nic Sheff. Considerando poi che il protagonista è Timothée Chalamet, uno dei giovani attori più folgoranti degli ultimi anni, che il regista è il belga Felix Van Groeningen dello splendido Alabama Monroe - Una storia d'amore e che la colonna sonora comprende brani di Nirvana, Sigur Rós, Tim Buckley, John Lennon, Aphex Twin, Zola Jesus e David Bowie, era lecito attendersi non solo un beautiful movie, ma un capolavoro o qualcosa del genere e invece...

Più che un film sulla battaglia di un ragazzo contro la tossicodipendenza e i tentativi del padre (interpretato dal solito insipido Steve Carell) di aiutarlo, sembra uno spot antidroga della durata di 2 ore. Con i tentativi di affrontare l'argomento in maniera originale e non troppo moralistica che naufragano miseramente. A questo giro nemmeno Timothée Chalamet si fa apprezzare particolarmente, complice un personaggio che si vorrebbe prendere a schiaffoni dal mattino alla sera più che aiutare, e le belle canzoni della soundtrack sono gettate nel film a caso, troppo slegate l'una dall'altra per regalare alla pellicola un'atmosfera omogenea o con un minimo di senso. Alla fine non passa manco il messaggio del film: quello che la droga è il Male assoluto. La visione è infatti talmente piatta che, per rianimarla, fa venire una gran voglia di drogarsi.
(voto 5-/10)

"Avevamo smesso di drogarci. Poi abbiamo visto Beautiful Boy..."


American Animals

Chiudiamo questa rassegna sui film tratti da storie vere con un film ispirato alla rapina avvenuta alla Transylvania University di Lexington nel 2004. Solo che American Animals sembra un mockumentary. A tratti pare di assistere quasi a una parodia, o comunque a una rilettura ironica, delle classiche pellicole e documentari ispirati a vicende realmente accadute, come la serie American Vandal. E invece a quanto pare è tutto successo per davvero e i protagonisti della vicenda di cronaca appaiono anche all'interno del lavoro nei panni di loro stessi.


Il bello di questo film diretto da Bart Layton, al suo primo lavoro cinematografico dopo alcuni docu, è proprio quello di mixare fiction e realtà in maniera tanto estrema da non capire cosa sia successo, cosa sia stato parzialmente romanzato e cosa sia stato del tutto inventato. È un heist movie mascherato da documentario. O forse è un documentario mascherato da heist movie?
(voto 7/10)


6 commenti:

  1. Devo recuperare assolutamente il primo e, forse forse, anche l'ultimo.
    Sugli altri, a parte la bocciatura di Bundy, concordo. :)

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  2. Di J.T. Leroy voglio assolutamente sapere di più, e promette meglio di tante biografie televisive, confuse, irritanti, noiose (abbina gli aggettivi ai vari film).
    Del mucchio, gli applausi vanno al più bei film degli Oscar: Copia Originale, e al 90enne Clint, che ha saputo commuovermi a sorpresa.

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  3. Mmmmh curiosità per J.T. Leroy, me lo segno

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  4. nooo, ted bundy e beautiful boy mi sono piaciuti molto :(

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  5. Un po’ di tempo fa avevo visto un documentario molto interessante su T.J. LeRoy e sono rimasta sconvolta. Non sapevo fosse uscito anche il film. Se mi capita un’occhiata gliela do.

    Su Ted Bundy sono più o meno d’accordo con te, troppo legal drama. Comunque a me l'interpretazione di Efron è piaciuta, anche per quanto riguarda il trasmettere la parte oscura di Bundy.

    Beautiful Boy l’ho odiato più di te

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  6. Molti mi mancano, ma nonostante ovviamente meriti un voto più alto di quello che hai dato, su Eastwood concordo anche io, da suo fan. Impossibile considerarlo tra i suoi film migliori.

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