Ecco i primi telefilm, pardon le prime serie passate sugli schermi di Pensieri Cannibali in questo promettente (almeno televisivamente parlando) 2024.
Serie del mese
True Detective: Night Country
(stagione 4, episodi 1-3)
Il bello delle serie antologiche è che a ogni stagione si riparte con una storia nuova.
Il brutto è che viene a mancare l'elemento di affezione ai personaggi che è un elemento fondamentale in una serie tv.
Il brutto brutto nel caso di True Detective è che, quando parti subito con una stagione fenomenale come la prima con protagonisti Matthew McConaughey e Woody Harrelson, poi sarà difficile non dico fare di meglio, ma anche solo avvicinarsi a quei livelli. La poco riuscita seconda e anche la già più convincente però non del tutto straordinaria terza stagione uscivano inevitabilmente con le ossa rotta dal confronto con la prima. La quarta riuscirà finalmente a non farla rimpiangere, non troppo almeno?
La partenza lascia ben sperare. Complice l'ambientazione in Alaska, parecchio più glaciale rispetto alle precedenti location, e una differente showrunner, con Issa López andata a prendere il posto del creatore della serie Nic Pizzolatto (rimasto comunque come produttore esecutivo), pur restando il brand True Detective, Night Country appare come una serie (quasi) del tutto differente. E così non si passa tutto il tempo a fare un confronto con il passato e la si può godere senza pretendere in ogni momento qualche perla degna di Rust Cohle.
"Fa freddo, vero?" "Mai quanto in Piemonte a gennaio" |
Anche se i collegamenti con la prima stagione non mancano, più che il "vecchio" True Detective, i primi episodi di Night Country mi hanno fatto pensare a A Murder at the End of the World (mia serie top del 2023), a La cosa di John Carpenter, a Fargo e a Twin Peaks. Paragoni importanti, certo, ma l'aspetto fondamentale è che la serie con un'ottima Jodie Foster e una folgorante Kali Reis, campionessa di pugilato con appena un paio di altre esperienze recitative alle (forti) spalle, ha un'identità sua e sa camminare sulle proprie gambe.
Come suggerisce la detective interpretata da Jodie Foster nella serie, ci stiamo allora facendo la domanda sbagliata, che in questo caso non è più: "Ma la quarta stagione di True Detective è bella quanto la prima?".
La domanda giusta da porsi è: "Ma quanto è bella Night Country?".
(voto 8/10)
Le altre serie
The Brothers Sun
(stagione 1)
The Brothers Sun. Non è che si parla dei fratelli del sole. Si parla dei fratelli Sun: l'imbranato l'impacciato Bruce Sun, studente universitario cresciuto in California con la madre (interpretata da Michelle Yeoh), e il ca**utissimo Charles Sun, suo fratello cresciuto a Taiwan con il padre e diventato come lui un gangster. Quando Charles arriva in California, la vita di Bruce verrà stravolta...
Spunto piuttosto classico per un confronto tra due fratelli diversi che impareranno a (ri)conoscersi, per una classica comedy-action d'altri tempi, molto anni '90. Niente di nuovo, ma la serie funziona alla grande. Grazie ad abbondanti dosi di umorismo e a scene d'azione molto tarantiniane, anche se io personalmente avrei ridotto un po' i combattimenti. Spettacolari e tutto, però dopo un po' che palle.
A firmare la serie insieme a Byron Wu c'è Brad Falchuk, storico partner professionale di Ryan Murphy e nella vita marito di Gwyneth Paltrow, che garantisce una buona qualità nella scrittura. Il resto lo fa un cast efficace, che oltre al premio Oscar Michelle Yeoh propone un gruppo di volti nuovi parecchio promettenti.
The Brothers Sun insomma è il fratello la serie action di cui non sapevo di avere bisogno.
(voto 7/10)
La Storia
(miniserie)
La bella miniserie con protagonista un'ottima Jasmine Trinca e in un piccolo ruolo una sorprendente Asia Argento e tratta dall'omonimo romanzo di Elsa Morante
riassunta in un'immagine
(voto 7/10)
Skam Italia
(stagione 6)
Di fascismo e soprattutto di antifascismo si parla non solo ne La Storia, ma anche nella nuova stagione di Skam Italia. Una serie che ogni volta riesce a rinnovarsi, cosa nient'affatto scontata specie per un prodotto adolescenziale, ma rivolto non solo agli adolescenti. Utilizzando il "trucco" già usato ad esempio da Skins, la chiave è quella di proporre dei protagonisti nuovi, in grado a sorpresa di non far rimpiangere i "vecchi", che qui appaiono giusto con qualche piccola comparsata.
A questo giro la protagonista è Asia, splendidamente ritratta da Nicole Rossi, una ragazza antifascista, con dei problemi alimentari e al centro di un triangolo sentimentale, ma anche alle prese con un dilemma morale non da poco: si può perdonare una persona per qualcosa di terribile che ha fatto in passato, anziché "cancellarla" del tutto come va di moda oggi?
Questi ingredienti combinati insieme garantiscono una delle migliori stagioni di una serie che non smette di appassionare, stupire e lasciare con la voglia di più episodi, più storie, più personaggi.
(voto 7,5/10)
Berlino
(stagione 1)
Questa serie è intitolata Berlino, però è spagnola ed è ambientata a Parigi
Beh, Berlino qui è inteso come il nome in codice del personaggio interpretato dal solito magnetico Pedro Alonso, già noto al pubblico de La casa di carta, cui questo spin-off prequel è dedicato.
Gli elementi di base sono gli stessi della serie "madre". C'è una super rapina da organizzare, che può sembrare inverosimile ma nemmeno troppo, considerando quello che ci hanno abituato in passato, cioè in teoria nel futuro, ne La casa di carta.
C'è poi un gruppo di rapinatori affascinanti e di talento, almeno nel rubare.
Dopo "Bella ciao", c'è anche un'altra celebre canzone italiana cantata dal cast. Non vi spoilero quale.
E ci sono inoltre gli intrecci sentimentali, che se in La casa di carta avevano un ruolo abbastanza importante, qui diventano proprio centrali. Possiamo quasi dire che Berlino è una romcom, che racconta non una non due bensì tre storie d'amore, accompagnata da un contorno di rapine. A funzionare infatti è soprattutto la parte sentimentale, capace di "rubare" la scena a tutto il resto. Isn't it ironic?
(voto 6+/10)
Griselda
(miniserie)
AAA Mamma single appena arrivata in città direttamente dalla Colombia cerca soci per narcotraffico da avviare a Miami. Esperienza nello spaccio e nel mondo della droga pluriennale comprovata e ottima predisposizione al comando. Nel giro non ha rivali, Tony Montana al suo confronto è un pivellino. Ottime referenze: persino Pablo Escobar ha paura di lei. Ha anche una lunga esperienza alle spalle nell'ambito delle sitcom e di Modern Family in particolare, e se la cava bene pure con la mazza da baseball.
No perditempo, no brave persone, no agenti infiltrati in borghese e spie. Siamo negli anni '80, quindi non ha una e-mail, non ha un numero di cellulare, ma in compenso, se volete rispondere a questo annuncio, la potete trovare in una qualche discoteca cool di Miami.
(voto 6,5/10)
Un inganno di troppo
(titolo originale: Fool Me Once, stagione 1, episodi 1-6)
"Fa freddo, vero?" "Sì, ma in Piemonte a gennaio ancora di più!" |
Più che Un inganno di troppo, per quanto mi riguarda un mediocre thrillerino di troppo.
Il confine tra guilty pleasure trash e semplice spazzatura è sottile e qui, tra colpi di scena assortiti e intrecci familiari da soap opera, si oscilla velocemente da una parte all'altra. Non ci si annoia, se non altro, ma la serialità britannica almeno in passato ci ha abituati a prodotti decisamente di maggiore qualità.
(voto 5,5/10)
P.S. Non ho ancora visto il season finale, che ha fatto discutere in rete, ma mi aspetto il peggio.
P.P.S. La protagonista non è Anna Tatangelo, come si potrebbe pensare dando un'occhiata frettolosa, bensì Michelle Keegan, attrice che ha iniziato la sua carriera nelle soap, e la cosa non sorprende affatto.
"🎵 Essere una donna, non vuol dir riempire solo una minigonna 🎵 Io comunque questa Anna Tatangelo non so chi sia" |
No Activity: Niente da segnalare
(stagione 1)
Niente da segnalare?
E invece sì. C'è da segnalare una serie comedy italiana che fa (abbastanza) ridere. E anche se per una serie comedy dovrebbe essere una cosa scontata, nella realtà dei fatti è quasi un evento. No Activity: Niente da segnalare è realizzata in modo molto semplice, credo piuttosto low cost, ha personaggi decisamente stereotipati, trame non troppo elaborate, e come parodia del genere poliziesco è parecchio basic.
In compenso può vantare un cast piuttosto efficace, in cui spiccano una favolosa Emanuela Fanelli, il solito irresistibile Alessandro Tiberi, uno Luca Zingaretti che fa (auto)ironia sui commissari e il fuoriclasse Maccio Capatonda, che però avrebbe meritato un ruolo più incisivo. Personalmente avrei invece fatto a meno di Rocco Papaleo, Lorella Cuccarini e Diego Abatantuono.
Tra pregi e difetti, come serie tappabuchi tutto sommato fa il suo dovere e se non altro qualche risata la strappa. Accontentiamoci, dai.
(voto 5,5/10)
Cotta del mese
Samantha Siqueiros e Begoña Vargas (Berlino)
Non far rimpiangere Úrsula Corberó alias Tokyo non era facile, e così gli addetti al casting dello spin-off de La casa di carta hanno deciso di puntare su (almeno) due presenze femminili avvenenti per far contento il pubblico di Berlino. A questo punto però sorge un dubbio.
Meglio Samantha Siqueiros?
O meglio Begoña Vargas?
Una scelta non semplice, ma tanto la serie Berlino non ci costringe a scegliere. E per altro, pure il resto del cast non è che faccia proprio schifo.
Guilty pleasure del mese
Ted
(stagione 1, episodi 1-5)
C'era bisogno di una serie prequel di Ted?
Mi ero piegato dalle risate con il film del 2012 con Mark Wahlberg, Mila Kunis e il ben poco teneroso orsetto Ted, mentre ero rimasto piuttosto deluso dal non troppo riuscito sequel del 2015. Una serie che va a ripescare i personaggi di quei due film da più giovani era quindi una mossa rischiosa e invece... funziona, ed è uno spasso.
L'atmosfera e l'ambientazione sono quelle da sitcom anni '90, con una durata però intorno ai 40/50 minuti a puntata. Ho l'impressione che con una durata inferiore funzionerebbe ancora di più, ma anche così la serie si guarda che è un piacere e fornisce una sana dose di umorismo scorretto made in Seth MacFarlane, il "papà" dei Griffin.
Quindi sì, c'era bisogno di una serie prequel di Ted.
(voto 6,5/10)
Finale di stagione più assurdo Award
The Curse
The Curse è già di suo una serie parecchio eccentrica, con un senso dell'umorismo molto particolare, e non sai mai quale direzione potrebbe prendere o cosa potrebbe succedere. Per il finale però si sono davvero superati, regalandoci il WTF supremo.
Non so se ci sarà una seconda stagione, e non so nemmeno se è stata concepita per avere più stagioni, ma dopo cotanta conclusione è difficile immaginare qualcosa di ancora più assurdo. Resto però pronto a essere smentito.
(voto: WTF?!?)
Valium Award
Masters of the Air
(stagione 1, episodi 1-2)
Ha un ottimo cast capitanato dai belli e impossibili Austin Butler e Callum Turner e dal sempre sia lodato Barry Keoghan, è prodotta da Steven Spielberg e Tom Hanks e c'è già chi parla di Capolavoro, una delle parole più abusate della nostra epoca. A me Masters of the Air sembra invece solo la solita roba bellica già vista e stravista, ricca di enfasi e retorica ammeregana fin dalla sigla che è di un cringe da non credere.
Io non lo sono, ma se proprio siete patiti di combattimenti e inseguimenti volanti, in Top Gun e in Top Gun: Maverick ne trovate di ben più emozionanti. Qui sono una palla pure e soprattutto quelli. Ora fatemi scendere da questo aereo, o devo ricorrere al seggiolino eiettabile?
(voto 5/10)
Devo ancora riprendermi dal finale shock di The Curse, ma questo mese ho solo True Detective da iniziare che il resto sembra non essere così imperdibile... i segni dello sciopero si fanno già sentire?
RispondiEliminaCiao.
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