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lunedì 4 novembre 2024

The Substance: David Cronenberg ormai je spiccia casa a Coralie Fargeat





The Substance

Ciao raga, dimenticate il vecchio noioso sorpassato Cannibal Kid del blog Pensieri Cannibali. Qui vi parla Canny del blog Pensieri Cannibalissimi, in una versione tutta nuova rinnovata supermegaiperfiga. Di solito recensisco i film con video postati su TikTok accompagnandomi con un balletto coreografato a tema col film di cui parlo, ma oggi vi limiterò a scrivere.

Oggi vi parlerò di un film che BOOM – ma che dico? – BOOM BOOM BOOM vi farà saltare per aria BOOM BOOM BOOM la testa! 🤯

Come si chiama?
The Substance.



Com'è?
È tipo Cocoon che incontra Matrix che incontra La morte ti fa bella che incontra Viale del tramonto che incontra Nip/Tuck. È un ritratto di Dorian Gray per le nuove generazioni, scritto e diretto da una versione femminile del miglior David Cronenberg, la sempre più promettente Coralie Fargeat, che non è parente del DJ Fargetta, meglio specificarlo.

Chi è Coralie Fargeat?
È una regista francese che per questa sua nuova opera si è aggiudicata il premio per la miglior sceneggiatura all'ultimo Festival di Cannes, se ve ne può fregare qualcosa, e che già si era fatta notare al suo debutto con il notevole revenge movie Revenge. Con un titolo del genere, non l'avreste mai detto che fosse un revenge movie, vero, miei amici scemotti?



Chi c'è?
Una protagonista è una rediviva Demi Moore nei panni di una star hollywoodiana in declino. E ogni riferimento a se stessa credo sia puramente... voluto.


L'altra protagonista è Margaret Qualley, attrice lanciata dalla serie The Leftovers, strepitosa nella miniserie Maid e vista anche in vari film tra cui C'era una volta a... Hollywood, Povere creature! e Kinds of Kindness, che qui ha la parte della versione più giovane e soda di Demi Moore.



Perché dovete vederlo?
Perché è una figata!
Ho detto: una FIGATA!



Ulteriori motivi?
Perché omaggia in maniera fedele ma personale dei film cult come Shining di Stanley Kubrick.


E Psyco di Alfred Hitchcock.



Altri motivi?
NO! Lasciate perdere i soporiferi critici cinematografici che vi diranno come questo body horror sia lo specchio deformato di una società sempre più ossessionata dall'esteriorità, dalla perfezione e dal non invecchiare mai, che vive nel mito dell'eterna giovinezza cercando di fuggire il più possibile lontano dall'inevitabilità prima del declino e poi della morte, ma anche un film sull'odio verso se stessi e bla bla bla.


Sì, sarà forse anche queste cose, o forse no, ma chissenefrega? Dite NO! a queste critiche che vogliono sempre trovare un messaggio, una riflessione sociale, una qualche rilevanza culturale, e riappropriatevi del puro piacere di vedere un film per GODERE, seppure in maniera alquanto singolare e a tratti quasi sgradevole. Lasciatevi trascinare dalla storia, dalle immagini, dalle sensazione fisiche che The Substance SCATENA. IMMERGETEVI in quest'esperienza cinematografica estrema, folle e fuori dal comune.


Mentre sarete risucchiati all'interno dello schermo, vi domanderete se anche voi come la protagonista vorreste avere una nuova versione di voi più giovane, bella e perfetta. Se la risposta è positiva, chiamate il 909-555-0199, vi cambierà la vita. Un unico avvertimento: attenti a ciò che desiderate, miei cari, attenti a ciò che desiderate.
(voto 8+/10)




4 commenti:

  1. Magnifico. Sono uscito dalla sala sottosopra.

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  2. Io continuerò a ripetere che è la trama de Il professore matto 😅

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    1. Che è le versione comica di Dottor Jeckyl e Mr Hyde, no?

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  3. Interesting perspective on the portrayal of cannibalism in popular culture! It’s fascinating how the theme has evolved over time, moving from shock value to deeper explorations of human psychology and societal issues. While some depictions can feel outdated, they also reflect historical fears and taboos that continue to resonate today. I’d love to see more modern interpretations that challenge our understanding of morality and survival. Thanks for sparking this thought-provoking discussion.
    bawdy place
    reside in bawdy place

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