No, ma è un'idea che potrei giocarmi in futuro. Ho invece deciso di prendere ispirazione dalla serata delle cover per realizzare una playlist con una selezione di rifacimenti originali, in alcuni casi spiazzanti e pazzerelli. Una celebrazione dei remake in musica.
Album del mese
Joan Thiele "Joanita"
C'è gente che piange e si lamenta perché Giorgia non è riuscita ad arrivare nella top 5 di Sanremo 2025. Cosa dovrei fare allora io, visto che la mia preferita Joan Thiele è arrivata 20esima su 29, quando era palesemente di gran lunga superiore al resto della "concorrenza", a parte giusto Lucio Corsi?
A conferma della sua superiorità musicale, ma senza farlo pesare, c'è ora il suo nuovo album "Joanita", il secondo della sua carriera e il primo in italiano. Dentro c'è tutto quello che mi piace: una voce dolce, sognante, ipnotica e mai urlata, senza per questo essere arrendevole, delle basi belle potenti d'ispirazione trip hop/hip hop, atmosfere cinematografiche presenti in dosi abbondanti (splendido in particolare l'omaggio a Piero Umiliani in "Tramonto"), e quella capacità di unire la contemporaneità con un gusto retrò che ricorda "Back to Black" di Amy Winehouse. Il tutto fatto con una grande personalità e un suono sempre più suo. Non mi viene in mente cos'altro potrei chiedere di più a un disco solo.
(voto 8/10)
Gli altri album
Brunori Sas "L'albero delle noci"
Il calabrese Brunori Sas ha realizzato il suo album "romano". Oltre all'influenza di De Gregori Sas da sempre presente nella sua musica - qualcuno per caso se n'è mai accorto? - a questo giro si è avvalso della produzione di Riccardo Sinigallia, ex membro dei Tiromancino e nome cardine della scena cantautorale della Capitale, nonché uno dei più sottovalutati talenti musicali del nostro Belpaese.
Il tocco di Sinigallia si sente e contribuisce a dare un qualcosa in più alla musica di Brunori Sas, che già di suo non se la cava male. A questo giro emerge a tratti anche una maggiore ironia e una maggiore leggerezza rispetto al precedente "Cip!", che avevo trovato emotivamente devastante. Le sue canzoni però - faccio mea culpa - ci mettono sempre un po' di tempo ad arrivarmi e quindi anche questa volta potrebbero migliorare ulteriormente col tempo. Per il momento comunque, dopo alcuni giorni di frequentazione, questo albero delle noci sta crescendo bene, e pezzi come "Per non perdere noi", la title track sanremese e "Il morso di Tyson" sono da KO.
(voto 6,5/10)
Jovanotti "Il corpo umano VOL. 1"
A Jovanotti ho sempre invidiato una cosa: l'ottimismo. Il suo pensopositivo perchésonvivo perchésonvivo. Dopo il grave incidente in bici avuto nell'estate 2023, e che l'ha tenuto fermo ai box per buona parte del 2024, questo ottimismo sembra però per la prima volta incrinato. Se a livello musicale ha sempre fatto dischi differenti, essendo uno che non sta mai fermo, nel nuovo "Il corpo umano" emerge soprattutto nei testi un mood per lui inedito, che l'ha portato a scrivere alcune delle canzoni più profonde della sua carriera.
Facciamo qui insomma conoscenza del dark side di Lorenzo, e la cosa mi piace. Poi certo, lui è uno capace di trasformare persino la depressione in un party, si senta l'anthemica "Fuorionda", ed è anche per questo che è così tanto amatodiato. Per una volta comunque l'ottimista e quello che pensapositivo lo voglio fare io e a questo nuovo Jova la promozione gliela sgancio.
(voto 6/10)
The Weeknd "Hurry Up Tomorrow"
Abel Makkonen Tesfaye è stanco. Stanco di nascondersi dietro al nome d'arte The Weeknd, tanto che ha annunciato che questo "Hurry Up Tomorrow" è l'ultimo album pubblicato con questa denominazione. Abel Makkonen Tesfaye è stanco, e onestamente lo sono anch'io dopo aver sentito le 22 tracce del suo disco finale, che poco aggiunge a quanto fatto dall'artista finora, ma tutto sommato risulta a tratti gradevole, soprattutto nella prima parte. Una sforbiciata ma diciamo anche una dimezzata nella lista dei pezzi avrebbe però sicuramente giovato all'esperienza di ascolto complessiva, visto che si arriva alla fine degli 84 minuti di musica un po' sfiancati.
Bene quindi chiudere qui il capitolo The Weeknd, visto che con questo stile e con questo tipo di sonorità sembra avere dato tutto, e forse pure troppo. Chissà ora cosa il tomorrow riserverà ad Abel Makkonen Tesfaye?
Personalmente gli auguro una maggiore concisione.
(voto 5,5/10)
Manic Street Preachers "Critical Thinking"
Che bello che in giro ci sia ancora in giro un gruppo come i Manic Street Preachers. I miei predicatori preferiti. Sopravvissuti a varie vicissitudini e a varie fasi nella loro carriera, sono giunti ora al loro 15° album in studio e, prima di esclamare: "Madonna, quanto son vecchi!" aspettate di ascoltarlo. Pur non dicendo niente di nuovo e pur non rinnovando in maniera radicale il loro suono, i Manics sanno ancora il fatto loro e di belle canzoni, specie nella prima parte del disco, sanno sempre come regalarcene. Per la pensione, insomma, c'è tempo.
(voto 7/10)
Sam Fender "People Watching"
Sam Fender è un po' un nongiovane. Un giovane vecchio. Ha 30 anni, ma suona quasi come un equivalente britannico di Bruce Springsteen, non a caso suo grande idolo, che di anni ne ha 75. Messa in un altro modo: è un'anima antica. Questo si riflette nella sua musica, che ha il potere di suonare come un moderno classico, come se fosse sempre esistita. "People Watching" è il suo terzo album, eppure suona con la stessa maturità raggiunta da band come i Manic Street Preachers dopo 15 dischi. A voi stabilire se è una cosa positiva o meno, io resto indeciso.
(voto 6,5/10)
Sharon Van Etten "Sharon Van Etten & the Attachment Theory"
Sharon Van Etten questa volta non se la canta e non se la suona da sola. Questa volta ha messo su una band, gli Attachment Theory, e il suo/loro nuovo album ha (ovviamente) un sound da gruppo che rende la sua proposta ancora più interessante. Se Sharon Van Etten da sola è tanta roba, in compagnia è tantissima roba.
(voto 7,5/10)
Everyone Says Hi "Everyone Says Hi"
Se vi piacciono il Britpop anni '90 e le melodie anni '60 di Beach Boys e Beatles, e non vedo per quale razionale motivo a una persona sana di mente non dovrebbero piacere, non perdetevi l'album di debutto degli Everyone Says Hi. Dieci canzoni di pura perfezione pop messe insieme da un supergruppo che comprende ex membri di Kaiser Chiefs, The Kooks, Howling Bells e The Dead 60s e che prende in prestito il suo nome da una canzone di David Bowie. Più che un disco, una delizia.
(voto 7,5/10)
Squid "Cowards"
C'è un genere di film che mi piace particolarmente. Un genere che non ha un nome preciso, ma che si può definire dei film "imprevedibili". Quelli che magari partono come una commedia, poi diventano un dramma, dopodiché si trasformano in un thriller/horror o altro ancora. Le canzoni degli Squid sono un po' così. Iniziano in un modo, quindi si evolvono in un'altra direzione e finiscono in una maniera che all'inizio non avresti immaginato.
Nonostante il titolo, il loro nuovo album "Cowards" non è certo roba fatta da dei codardi. Gli Squid propongono un alternative rock anni '90 tra Pavement e Sonic Youth con la voglia di sperimentare di certi Radiohead, e il risultato finale è del tutto imprevedibile. Proprio come certi film che mi piacciono tanto.
(voto 6,5/10)
Oracle Sisters "Divinations"
Mi sono innamorato del disco degli Oracle Sisters, band francese di base a Parigi, la città dell'amore, e quindi questo colpo di fulmine (musicale) ci sta tutto. Nonostante il nome, gli Oracle Sisters non sono sorelle e non sono nemmeno tutte donne. Anzi, di donna ce n'è solo una, la musicista finlandese Julia Johansen, che si è unita agli amici d’infanzia Lewis Lazar e Christopher Willatt. Quanto alla loro musica, è un pop raffinato, sognante e nostalgico, che però non ha nulla a che vedere con la "Balorda nostalgia" di Olly. Grazie a Iddio.
(voto 7/10)
The Murder Capital "Blindness"
Se per voi i Fontaines D.C. sono diventati troppo pop e "commerciali" (io non ho certo questo problema, vedi sotto), ecco un altro gruppo irlandese che per ora non ha ancora fatto questa svolta. I The Murder Capital sono duri e puri, e il loro sound rock grezzo, post-punk e senza troppi compromessi vi conquisterà. Se poi non dovesse succedere, prendetevela con loro e non con me, se avete il coraggio.
(voto 7,5/10)
Canzoni Top del mese
#2 Lady Gaga "Abracadabra"
Abracadabra. Con una magia Lady Gaga è tornata la regina della musica dancepop, con un pezzo dalla forza primordiale, come se il tempo non fosse mai passato e fossimo ancora nel 2008/2009. Che stregoneria è mai questa?
#1 Fontaines D.C. "It's Amazing to Be Young"
Mentre il nongiovane Olly vince Sanremo macchiandosi di appropriazione culturale, reo di aver rubato la balorda nostalgia a noi "vecchi", i Fontaines D.C. (ovvero il più grande gruppo del mondo oggi in circolazione, o se non altro il mio preferito) ci regalano uno splendido inno su quanto sia bello essere giovani. It's amazing to be young, qualcuno vada a spiegarlo a Olly.
Cover del mese
Bring Me the Horizon "Wonderwall"
Today is gonna be the day che i Bring Me the Horizon realizzano a sopresa una cover emo-metal di "Wonderwall" e, ancora più a sorpresa, Liam Gallagher in persona dà la sua approvazione commentando sui social: "I fuc*ing LOVE it". Se è piaciuta a lui, figuriamoci se non piaceva a me. La celebre ballatona degli Oasis non è mai suonata tanto esaltante. I fuc*ing LOVE it, too!
Reboot del mese
Frankie hi-nrg mc "Vorrei cantar come Simone"Da applausi la rilettura fatta da Frankie hi-nrg mc della prima (e unica?) hit nella carriera di Simone Cristicchi. A mio modesto avviso manca soltanto un verso che ci sarebbe stato bene: "Vorrei essere modesto come Simone Cristicchi".
Cotta del mese
Clara
Sanremo è finito da parecchi giorni, ma la febbre da Clara non m'è ancora scesa. Dottore, cosa ne dice, è grave?
Guilty Pleasure del mese
Tommy Cash "Espresso macchiato"
Il rappresentante dell'Estonia all'Eurovision 2025 è Tommy Cash con una canzone ironica piena di stereotipi sull'Italia. Un pezzo tanto scemo quanto irresistibile che ha già fatto scatenare le reazioni scandalizzate dei patridioti nostrani, e già solo per questo ci sarebbe da fare il tifo per lui al Song Contest, dopo naturalmente il nostro Lucio Corsi. Io da italiano non mi sento per niente offeso e mi faccio solo una grande risata, mentre ordino un espresso macchiato, por favore, por favore.
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