The Girl with the Needle
(titolo originale: Pigen med nålen)
Già lo sapete. Vermiglio non è riuscito a entrare nella cinquina degli Oscar 2025 per il miglior film internazionale. Apriti cielo. Sono nate le solite polemiche. C'è chi sostiene che non fosse il candidato migliore per rappresentare l'Italia. Tra i papabili dell'ultima annata cinematografica, personalmente ho preferito altri titoli come Gloria!, Parthenope e Il tempo che ci vuole, però non sono mica sicuro che loro sarebbero riusciti ad aggiudicarsi la tanto ambita nomination dell'Academy.
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"Non sto piangendo perché non siamo entrati in nomination, è che mi è entrata una bruschetta nell'occhio" |
C'è anche chi sostiene che in Italia non abbiamo i professionisti della comunicazione adeguati per spingere a dovere una pellicola in una corsa così competitiva come quella per il miglior film internazionale. Come Chiara Sbarigia, presidente di Istituto Luce Cinecittà, che ha dichiarato che: “Servono professionisti della comunicazione e dei social che conoscano bene i mercati internazionali”.
Può anche darsi. C'è comunque da ricordare che, nella storia degli Oscar, l'Italia è il paese che ha conquistato più statuette in assoluto nella categoria di miglior film straniero: 14 vittorie su un totale di 30 candidature. Dietro di noi ci sono la Francia con 12 vittorie, il Giappone con 5 e altre nazioni con 4 statuette o meno. Direi quindi che il nostro paese è sempre stato tenuto in alta, altissima considerazione, che ci fossero dietro professionisti della comunicazione o meno. L'ultima vittoria è arrivata nel 2014 con La grande bellezza di Paolo Sorrentino e da allora siamo stati ancora in nomination nel 2022 con È stata la mano di Dio sempre di Sorrentino e l'anno scorso con Io capitano di Matteo Garrone. Quest'anno Vermiglio c'è poi andato vicino: è entrato nella shortlist dei 15 migliori film internazionali e alla fine non ce l'ha fatta a essere selezionato nella cinquina. Capita.
Vermiglio di Maura Delpero era comunque un candidato forte, che ha ricevuto un'accoglienza internazionale più che positiva, s'è aggiudicato il Leone d'argento - Gran premio della giuria all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, e ha ottenuto candidature ai Golden Globe, agli European Film Awards e ai Gotham Independent Film Awards. Detto questo, c'è da sottolineare che il cinema non è uno sport. È arte. Il suo valore non va misurato unicamente in premi e riconoscimenti, o con il successo al box office.
Nella corsa alla nomination per il miglior film internazionale agli Oscar c'è inoltre da tenere conto di un altro fattore non di poco conto. Quest'anno nella categoria sono stati ammessi dall'Academy Awards 85 paesi, quindi finire già nella shortlist dei migliori 15 è un risultato da non sminuire. Il fatto è che al mondo non c'è solo l'Italia e, come succede nel calcio quando vai a giocare in Champions League, può capitare di scontrarsi contro delle corazzate difficili da battere.
Non ho ancora visto gli altri candidati Flow - Un mondo da salvare (rappresentante della Lettonia), Io sono ancora qui (Brasile) e Il seme del fico sacro (Germania), ma devo riconoscere che Vermiglio, per quanto mi sia piaciuto parecchio, sta un gradino sotto l'ex favorito ormai caduto in disgrazia per ragioni extra cinematografiche Emilia Pérez (Francia) e pure a The Girl with the Needle, il rappresentante della Danimarca, diretto dallo svedese Magnus von Horn.
The Girl with the Needle è un film cattivissimo, devastante. Fa male da vedere e allo stesso tempo è bellissimo da vedere. Se ci fosse un Oscar per la rappresentazione della cattiveria, vincerebbe facile. Affronta il tema della maternità in una maniera ancora più spietata e originale di quanto fatto da Nightbitch. Ti mette di fronte a tutto il male del genere umano. Un male che si può celare anche dietro a gesti apparentemente buoni, come le uova di Pasqua solidali. Pur non essendo privo di qualche bagliore fugace di speranza, è una visione raggelante. Un horror, pur non essendo un horror.
Purtroppo, o per fortuna a seconda dei punti di vista, in Italia film così non riusciamo a farli. Non possiamo farli. Abbiamo un imprinting troppo cattolico, troppo moraleggiante e, diciamolo, siamo anche troppo buoni per realizzare una pellicola del genere. Questo è quello che al cinema nordico riesce meglio, lasciamolo fare a loro. Per ottenere una nomination agli Oscar se ne riparla il prossimo anno. Sempre tenendo conto che, su 85 paesi, può succedere di non riuscire a entrare in cinquina ogni volta e non per questo si deve parlare di sconfitta. Specie quando di fronte ti trovi film potenti e meravigliosi come questo The Girl with the Needle.
(voto 8,5/10)
Bello, ma non mi ha particolarmente sconvolto, sarà che la storia mi era già nato. Avrei avuto più piacere che ci fosse Vermiglio, e non per cameratismo. Questo b/n, questi 4:3, hanno un po' stufato.
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