Parthenope
Di recente ho guardato Looks That Kill (voto 6+/10), una piccola e carina pellicola indipendente statunitense in cui un ragazzo deve andare in giro con le bende sulla faccia. Per quale motivo?
Non perché è brutto, ha il volto ustionato, o ha qualche deformità, ma perché è troppo bello e la gente appena vede il suo viso muore. Così, di colpo, stecchita.
Sorge a questo punto un'altra domanda: ma questo post non dovrebbe parlare di Parthenope?
Calmi, ora c'arrivo!
Celeste Dalla Porta dovrebbe andare in giro pure lei con le bende sulla faccia, e già che ci siamo pure sul resto del corpo, perché è così bella che non si può vedere. È di una bellezza imbarazzante. Roba da rimanerci secchi.
Nel film Parthenope, Celeste Dalla Porta ha la parte di una ragazza che si chiama Parthenope, che in più è un ovvio riferimento a Napoli, e quindi il titolo ci sta tutto, ma quello più azzeccato sarebbe stato un altro: La grande bellezza. Paolo Sorrentino avrebbe dovuto conservare il titolo per quest'occasione, e invece se l'è giocato già nel 2013. Peccato. Comunque non si può lamentare, visto che allora ha vinto l'Oscar.
Ora è il momento di un'ulteriore domanda: le persone a cui non è piaciuto Parthenope esattamente che problema hanno?
Se il film si fosse limitato a seguire Celeste Dalla Porta in giro per Napoli e per Capri per 2 ore e un quarto già così sarebbe stato un capolavoro.
La pellicola però non è solo questo, è molto di più. Parthenope è bellissima da vedere, ma pure da sentire. Quasi ogni volta che apre bocca dice una frase memorabile, come i divi nei film di una volta, e pure gli altri personaggi non sono da meno. Si potrebbe prendere la sceneggiatura di Parthenope e inserirla in toto all'interno di Wikiquote. Una massima dietro l'altra. Una collezione di perle di saggezza con cui Paolo Sorrentino ci blessa per 2 ore e un quarto. E c'è gente che non ha apprezzato. È proprio il caso di dirlo: perle ai porci.
C'è così tanta bellezza in questo film da restare sommersi. Da restare devastati, perché “La bellezza è come la guerra: spalanca le porte”, come dice Gary Oldman in una scena del film. Perché sì, nello stellare cast della pellicola che vanta tra gli altri Silvio Orlando, Isabella Ferrari, Stefania Sandrelli, Luisa Ranieri e gli emergenti Margherita Aresti, Daniele Rienzo e Dario Aita, c'è anche lui: Gary Oldman.
E a sorpresa c'è pure Biagio Izzo.
Sul serio. Non è una battuta del fake Stefano De Martino al GialappaShow.
La cosa più bella di Paolo Sorrentino, a parte avere un talento nel girare come se Terrence Malick incontrasse idealmente Federico Fellini, è proprio la sua imprevedibilità. All'interno di un suo film ci può essere chiunque, Gary Oldman così come Biagio Izzo, e può succedere qualunque cosa. Anche in Parthenope infatti non mancano i momenti WTF assurdi. Le classiche "sorrentinate" che me lo fanno adorare ancora di più.
Come e più dei suoi lavori precedenti, anche questo suo nuovo film sa quindi essere imprevedibile.
Una cosa prevedibile comunque c'è e ve la posso anticipare: qualunque sia il vostro orientamento sessuale, durante la visione non potrete fare a meno di innamorarvi di Parthenope alias Celeste Dalla Porta. Garantito. Attenti solo a non rimanerci secchi.
(voto 8+/10)
Un blog figo, finalmente! Dopo facebook instagram finalmente tornano i contenuti, ti scopro solo oggi, ti ameró per sempre
RispondiEliminaStesso identico commento dopo averlo visto proprio stasera. Anzi, ti dirò, per me è durato pure poco. (El_Gae)
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