The Outrun - Nelle isole estreme
(titolo originale: The Outrun)
Il mio nome è Cannibal Kid e sono un alcolista.
In coro: "Ciao Cannibal"
Scusate se faccio subito il pignolo, ma se questa è una riunione degli Alcolisti Anonimi, com'è che la prima cosa che bisogna dire è il proprio nome? Dove sta l'anonimato?
Tralasciando questo piccolo dettaglio, sono qui a parlarvi, anche se io odio parlare in pubblico e, a dirla tutta, non sono nemmeno sicuro di essere un vero alcolista. Per gli standard americani sarei un alcolista irrecuperabile e in fase terminale. Secondo i parametri italiani, o anche quelli britannici, irlandesi o tedeschi, potrei invece essere considerato quasi un astemio. Dipende tutto dai punti di vista.
Qui da noi è quasi impossibile NON bere. Se vai a un pranzo di Natale, a un compleanno, a una cena tra amici, o anche solo a un aperitivo qualsiasi, se non prendi qualcosa di alcolico la gente ti guarda male e pensa che tu sia malato, o strano. L'unica giustificazione accettabile per non bere è essere una donna incinta, e non essendo io una donna incinta è in pratica impensabile rifiutare alcol a un evento pubblico o in una qualunque situazione sociale. Persino se poi ti devi mettere alla guida c'è qualcuno che ti suggerisce nell'orecchio: "Sì, ok, ma una birretta però te la puoi bere comunque". Anche se ormai con il nuovo codice della strada in teoria non potresti bere manco più quella.
Io quando non bevo
Io quando bevo
Io dopo aver bevuto
Non è quindi per giustificarmi, però un po' sì, ma è in questo contesto che è nato il mio "alcolismo". Quando ero un ragazzino nei locali di solito ordinavo soltanto dei cocktail assurdi, alcuni buoni altri quasi schifosi, mentre la birra non è che mi facesse impazzire. Solo in età più adulta ho imparato ad apprezzarla. Di vino poi non sono mai stato un gran bevitore. Solo che, riprendendo il discorso di prima, in certe occasioni è impossibile non accettare un bicchiere di vino senza essere guardato come un ingrato o uno psicopatico, e quindi ogni tanto mi tocca bere pure il vino, che vi devo dire?
Col passare del tempo gli alcolici sono diventati un buon modo per rilassarmi e per alleviare la mia ansia. È questo il motivo per cui oggi sono qui a parlarvi del mio problema con l'alcol. Che poi una volta ero solito dire: "Il mio unico problema con l'alcol? La mancanza di alcol". Solo che è una battuta diventata abusata e poi raccontata a un incontro degli Alcolisti Anonimi mi sa che suona un po' fuori luogo.
Guardando il film The Outrun ho capito che forse anche io ho un problema con l'alcol. In realtà io ho un problema con l'ansia e l'alcol mi aiuta a gestirla meglio. Peccato che poi ciò rischi di trasformarsi in una forma di dipendenza dall'alcol e quindi diventa un circolo vizioso da cui è difficile uscire. Un po' quello che succede alla protagonista di The Outrun, interpretata da una Saoirse Ronan così strepitosa che avrebbe meritato tutti i premi del mondo e invece è stata una delle grandi escluse non solo dalle nomination agli Oscar ma da quasi tutta l'award season escluse le candidature dei BAFTA, e io sento che mi devo prendere una sbronza colossale per superare la delusione di tutto ciò.
In questo adattamento cinematografico dell'autobiografia Nelle isole estreme di Amy Liptrot, magnificamente raccontato in una maniera non lineare come i ricordi sovrapposti di un ubriaco, Saoirse (attrice che adoro ma di cui non ho ancora imparato a pronunciare il nome manco da sobrio) ha la parte di Rona, una giovane donna laureata in biologia che a Londra conduce una vita da festaiola che presto sfocia in una forma grave di alcolismo autodistruttivo. Cose che capitano. Dopo un periodo in un centro di disintossicazione, Rona torna a casa, nelle sperdute e ventose isole Orcadi, in Scozia, il luogo in cui è cresciuta. Certo, lì non ci sono tutte le tentazioni che puoi trovare in una città tentacolare come Londra, però non mi sembra comunque l'ambiente ideale in cui superare il proprio alcolismo. Anzi, in un posto del genere cos'altro puoi fare se non bere come una spugna?
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"Ero così annoiata che mi sono fatta un bagno, anche se ci sono -20 gradi" |
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"E mi sono pure messa a governare le maree, sempre perché non sapevo che cosa fare" |
C'è quindi da apprezzare doppiamente Rona: 1) per tentare di smettere di bere e 2) per cercare di farlo nelle dannate isole Orcadi, un posto che al confronto il mio Piemonte sembra Malibù.
Pur non avendo, per fortuna, mai raggiunto i suoi livelli di alcolismo, mi sono ritrovato molto nel personaggio di Rona, in una maniera persino preoccupante, e quindi eccomi qui. Il mio nome è Cannibal Kid e sono un alcolista. Ho una dipendenza dalle birrette e pure dai film con Saoirse Ronan. Aiutatemi a smettere.
(voto 9/10)
Quanta roba bella che devo recuperare, aaaa!
RispondiEliminaUna dipendenza da Saoirse Ronan? No, da quella è meglio non guarire, soprattutto se va a scegliere e produrre un film così, che più che smettere di bere mi ha fatto venir voglia di partire per le Isole Orcadi.
RispondiEliminaForse ho un problema ancora più grave?