(USA, UK, Qatar 2012)
Titolo originale: The Reluctant Fundamentalist
Regia: Mira Nair
Sceneggiatura: William Wheeler
Tratto dal romanzo: Il fondamentalista riluttante di Mohsin Hamid
Cast: Riz Ahmed, Kate Hudson, Liev Schreiber, Kiefer Sutherland, Om Puri, Shabana Azmi, Martin Donovan, Nelsan Ellis, Meesha Shafi
Genere: terrorista
Se ti piace guarda anche: La regola del silenzio, Zero Dark Thirty, Homeland
I film sull’11 settembre stanno diventando più letali di quelli sull’Olocausto. Gli attentati alle Torri Gemelle e al Pentagono sono una ferita ancora aperta sulla pelle degli americani, questo pare evidente, però bom, adesso basta! Soprattutto quando si tirano fuori filmucoli moralisti di basso livello che non aggiungono nulla di quanto già detto/visto in un’Opera grandiosa come Zero Dark Thirty o in immense serie tv come Homeland o 24 (che tornerà nel 2014 con una nona stagione, yeah!).
Il fondamentalista riluttante non gioca nemmeno nel loro stesso campionato. È meno incentrato sul versante action e spionistico e preferisce concentrarsi sulla vita di un pakistano che ha studiato in una prestigiosa università della Ivy League americana e ha una brillante, brillantissima carriera negli USA presso una grossa compagnia. Il suo lavoro? Difficile da spiegare. È un consulente aziendale un po’ come quelli della serie tv House of Lies. Gente che tira fuori un’idea e per questo viene pagata milioni di dollari. Fortunato al lavoro e fortunato anche in amore. Il protagonista si fa infatti Kate Hudson, nella vita reale compagna di Matt “voglio essere Freddie Mercury ma versione etero” Bellamy dei Muse. Con lei vive una storiella d’amore messa dentro in maniera banale tanto per, con tanto di videoclip/esterna alla Uomini e Donne con i due piccioncini che si fanno le foto, e con tanto di drammoni alla romanzo di Nicholas Sparks.
Per il protagonista va tutto alla grande, quindi. Sta vivendo in pieno l’American Dream. Fino all’11 settembre. In quella data per lui cambia ogni cosa. Dopo quel giorno, la gente intorno a lui lo guarda con sospetto. Se prima era l’esotico esperto finanziario di una grossa compagnia, adesso è diventato soltanto un altro musulmano potenziale terrorista, per quanto ricco, vestito in giacca e cravatta e accompagnato da Kate Hudson.
In aeroporto comincia perfino a essere perquisito fino al buco del culo, letteralmente.
“Mi perquisite solo perché sono musulmano?”
“No, ti perquisiamo perché ti bombi Kate Hudson e in qualche modo te la dobbiamo far pagare, bombarolo!”
(questo dialogo potrebbe non essere effettivamente presente nel film)
"Allora, me lo vuoi portare o no questo kebab?" |
Non solo. Un giorno viene addirittura arrestato, soltanto per il suo aspetto da mediorientale. Solita storia degli atteggiamenti xenofobi. Prima dell'11 settembre se la prendevano con gli afroamericani, dopo l'11 settembre con i musulmani, oggi giorno per non fare torti a nessuno sia con gli afroamericani che con i musulmani. Questa è l’America, con tutte le sue contraddizioni che già conoscevamo.
La vicenda sarebbe anche interessante, non fosse piena di stereotipi e non fosse raccontata con uno stile fiction molto patinato da Mira Nair. Tra new-economy, terrorismo, razzismo e love-story, la regista indiana non è riluttante a mettere all’interno del suo film, tratto dall'omonimo romanzo di Mohsin Hamid, di tutto e di più. Il fatto che non riesca ad approfondire un minimo alcuno di questi aspetti non sembra interessarle più di tanto. In più, per accompagnare il racconto della trasformazione del protagonista da fan degli USA! USA! a suo detrattore, viene usata una colonna sonora ributtante che sembra di sentire la musica che c’è quando entri dal kebabbaro.
Maluccio pure il cast, per quanto prestigioso. Se Riz Ahmed (già visto in Dead Set, Four Lions e Ill Manors) come protagonista assoluto è poco convincente e molto riluttante, Kate Hudson non si sforza nemmeno di risultare credibile come sua innamorata e, in più, con i capelli neri non è che stia molto bene, a dirla tutta tutta. In più dal mondo telefilmico ci sono un Kiefer Sutherland per una volta parecchio fuori parte, un Liev Schreiber attuale protagonista di Ray Donovan che sembra pure lui passare di lì per caso e un irriconoscibile Nelsan Ellis, il Lafayette di True Blood.
12 anni fa, chi diceva che gli attentati dell’11 settembre avrebbero segnato gli Stati Uniti per sempre, aveva ragione. Purtroppo, anche a livello cinematografico. Film come Molto forte, incredibilmente vicino, Attacco al potere – Olympus Has Fallen e questo Il fondamentalista riluttante ne sono delle pessime prove.
Osama, perché non hai pensato alle conseguenze per il cinema, perché???
(voto 5-/10)