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sabato 9 agosto 2014

TOP 10 CANZONI PER CORRERE




Buongiorno lettori cannibali e benvenuti a Salviamo le forme. L’imperdibile rubrica di Studio Aperto oggi prende possesso del celebre (ehm, insomma) blog pseudo cinematografico Pensieri Cannibali per un incredibile appuntamento che mixa musica e forma fisica. Siete pronti?
L’allenamento di oggi prevede una corsetta rilassante di 50 kilometri. Siete ancora pronti?

Bene. La cosa più importante per prepararsi a una corsa non è tanto lo stretching o una corretta alimentazione, ma è la selezione musicale. Qualcuno vi dirà che il ritmo di corsa medio di un corridore medio si attesta sui 180 passi al minuto. Vero. Qualcuno vi dirà anche che quindi mentre si fa jogging è consigliato l’ascolto di brani dal ritmo intorno ai 180 o ai 90 BPM (battiti per minuto). Se la canzone ha un tempo di 180 BPM significa fare un passo per ogni battito, mentre nel caso di pezzi a 90 BPM si fanno due passi per ogni battito. Io a quel qualcuno dico però: “Fanculo!”.

Il mio approccio alla corsa non è di tipo scientifico. Massimo rispetto per quelli che si mettono a contare i battiti del cuore o dei passi e le calorie bruciate, ma non è come piace correre a me. A me piace correre per mantenermi in forma, ok, ma soprattutto perché mi diverte. Mi aiuta a rilassarmi e mi aiuta a pensare e preferisco farlo a modo mio. Se ho i polmoni affaticati per le troppe cannsigarette fumate, rallento. Se ho i muscoli indolenziti perché mi sono allenato 6 giorni di fila, il settimo faccio come Dio e mi riposo. Se invece sento di avere ancora energie, continuo a correre. L’unica cosa di cui ho bisogno è la musica.


Non riesco a correre senza lettore mp3 nelle tasche e cuffiette nelle orecchie. La mia selezione musicale varia ogni settimana, per non dire ogni giorno, e non ha molto a che fare con i BPM, anche se musica lenta tipo Sigur Rós o Chopin non è proprio indicata per il jogging ed è meglio sentirsela in altre circostanze.
Nonostante correndo ascolti un po’ di tutto, di recente soprattutto dubstep, drum and bass e hip-hop, ci sono alcuni brani che sono dei classici per la corsa, più a livello motivazionale e di parole che non di ritmi. Ecco la mia decina magica.
E allora salvate anche voi le forme ascoltando questi pezzi, più gli altri della playlist Spotify proposta a fondo post.

Top 10 – I 10 migliori brani da corsa selezionati da Pensieri Cannibali

10. Phoenix “Run Run Run”
Per correre e stare in forma, ma rimanere pur sempre degli hipster,
con la musica indie-pop radical-chic dei francesi Phoenix capitanati da Thomas Mars, il maritino di Sofia Coppola.



9. Fatboy Slim “Right Here, Right Now”
Ascoltatela pensando al video.
Videoclip alternativo valido: "Nuvole rapide" dei Subsonica.



8. Vangelis “Chariots of Fire”
Questo pezzo dal film Momenti di gloria è da ascoltare solo a fine corsa, quando ormai le energie vengono a mancare e ci si slancia nell’ultimo sforzo. Prima di cadere a terra stremati.



7. Survivor “Eye of the Tiger”
Più un brano per Sylvester Stallone o per gli allenamenti del mio blogger nemico Mr. James Ford, ma comunque un classico immancabile per darsi la giusta dose di carica tamarra.



6. Michael Sembello “Maniac”
Da ascoltare ripendando a Jennifer Beals che muoveva le natiche correndo da ferma in Flashdance sulle note di questa canzone.



5. 99 Posse “Curre curre guagliò”
Correte, guaglioni, correte. Soprattutto se alle calcagna avete Genny di Gomorra – La serie.



4. Spencer Davis Group “Keep on Running”
Continuate a correre, insieme all'incedere 60s dello Spencer Davis Group.



3. A Flock of Seagulls “I Ran (So Far Away)”
Negli anni '80 si correva su queste note.
E si correva anche so far away.



2. Florence + the Machine “Dog Days Are Over”
Run fast for your mother, run fast for your father
Run for your children, for your sisters and brothers

Correte! Per tutta la famiglia o per chi diavolo volete, basta che correte!



1. Woodkid “Run Boy Run”
Corri ragazzo laggiù, coda da lampi di blu, corri in aiuto di tutta la gente dell'umanità,
diceva 'na vorta la sigla di Jeeg robot d'acciaio.
Oggi invece Woodkid canta:
Tomorrow is another day
And when the night fades away
You'll be a man boy!
But for now it's time to run, it's time to run!

Le parole cambiano, il messaggio no: l'importante è correre.
Fermatevi però prima di finire così...




Infine, dopo tanta fatica, prendetevi un attimo di pausa per recuperare la Playlist da corsa di Pensieri Cannibali su Spotify.


sabato 24 maggio 2014

GUIDA GALATTICA AL RAP ITALIANO





La quarta puntata delle guide musicali galattiche fornite da Pensieri Cannibali, dopo Britpop, Grunge e Hip-Hop internazionale, si occupa di un genere molto, come dire? Odiato. Sì. Forse il rap italiano è il genere musicale più odiato d’Italia. La colpa? Fondamentalmente di una scena passata non sempre fenomenale e di una odierna ancora più discutibile, capitanata da nomi sputtanati come Moreno, Fedez ed Emis Killa. Soltanto perché loro fanno schifo, non significa però che sia tutta ‘nammerda.
Un altro motivo per cui il genere non è visto di buon occhio è il fatto che in Italia l’hip-hop tutto, e non solo quello nazionale, viene ancora considerato da molti come un tipo di musica di serie B. Perché questo?
Forse perché in Italia non c’è mai stata una forte comunità black, non come in altri paesi come Francia o Regno Unito, per non nominare gli USA. O forse perché da noi c’è ancora la concezione che solo il rock è musica di serie A, senza però considerare che i dischi rock davvero fondamentali usciti nel nuovo millennio si possono contare sulle dita di una mano. Monca.

Come sia o come non sia, la scena hip-hoppara italiana nel corso degli anni qualche cosa di interessante l’ha anche prodotta. Volendo provare a fare un brevissimo bignamino per babbani, possiamo dire che tra i primi a importare dagli Stati Uniti il rap c’è stato Jovanotti. Proprio lui. Per quanto sia sempre stato un po’ ai margini del movimento hip-hop e sbeffeggiato dagli intregralisti del genere, il Jova ha dato un contributo fondamentale per far conoscere la musica rap dalle nostre parti. La scena si è poi sviluppata negli anni ’90 grazie al successo di Articolo 31 e Sottotono, mentre nell’ underground si sono mosse le posse, oltre a varie realtà locali con il loro rap in dialetto, soprattutto in napoletano uè uè e in romanesco aò.
Dopo un periodo di stallo a livello commerciale, negli ultimi anni il genere è tornato sulla cresta dell’onda, grazie in particolare al fenomeno Fabri Fibra che, nel piccolo dello Stivale, ha rappresentato un po’ quello che Eminem è stato dall’altra sponda dell’Atlantico. Applausi per Fibra, dunque?
Da una parte sì, perché insieme ad altri rappers come Caparezza, Club Dogo, Mondo Marcio, Marracash etc. ha sdoganato definitivamente il genere nel mainstream, dall’altra parte no, perché ha (involontariamente) dato vita a tutta una serie di suoi cloni in tono minore, come i vari rapperoni citati in apertura di post.
Ma adesso basta polemiche e chiacchiere da bar e via alla musica, con i miei 10 pezzi di rap italiano preferiti di sempre. E, a fondo post, trovate anche la mia ormai tradizionale playlist Spotify.


Top 10 – Le canzoni di rap italiano preferite di Pensieri Cannibali

10. Piotta "Super cafone"



9. Club Dogo "Spaccotutto"



8. Sottotono "Tranquillo"



7. Fabri Fibra "Bugiardo"



6. Jovanotti "Non m'annoio"



5. Neffa e I messaggeri della dopa "Aspettando il sole"



4. Frankie HI-NRG MC feat. Riccardo Sinigallia "Quelli che benpensano"



3. Articolo 31 "Tranqi funky"



2. 99 Posse "Comuntwist"



1. Caparezza "Eroe (Storia di Luigi delle Bicocche)"




Ecco la playlist Spotify di Pensieri Cannibali dedicata al rap italiano

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