È successo l’impensabile. A Sanremo per una volta (per la prima volta?) è stata premiata la canzone più bella, originale, fresca. La canzone che verosimilmente passerà di più in radio e venderà di più. Niente sfoggi di tecnica vocali, ghirigori mariahcareyiani o altri espedienti utili solo a far del male alle orecchie. Un testo semplice ma non stupido, una canzone nuda e cruda fatta di piccole sfumature, che è proprio come deve essere la musica pop. Ed è stata premiata l’artista più stramba che sia salita sul palco dell’Ariston da molti anni a questa parte. Timidissima, occhialoni, look splendidamente nerd. Se anche fosse costruita, complimenti a chi ha avuto l’idea di un personaggio del genere. Ma, soprattutto, è stata premiata la canzone che preferisco, cosa che in nessuna manifestazione di tipo nazional-popolare succede mai. È il mondo che sta cambiando oppure sono io? In ogni caso, si tratta solo della categoria Nuove Proposte, categoria in cui erano presenti tra l’altro altre voci femminili promettenti, mentre in quella principale per bilanciare le cose la canzone vincitrice farà sicuramente cagare: il favorito è Marco Carta, re del televoto. Come esaltanti alternative possibili vedo Povia o Francesco Renga, mentre tutte le canzoni migliori sono ovviamente già state eliminate inesorabilmente una dopo l’altra: Afterhours, Tricarico, Dolcenera. È per questo che la vittoria di Arisa mi stupisce tanto. Per una volta è successo l’impensabile. YES-WE-FUCKIN'-CAN
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sabato 21 febbraio 2009
L'impensabile
parole magiche
Arisa,
Festival di Sanremo 2009,
Sincerità
giovedì 19 febbraio 2009
Povia era gay
Povia era gay
e adesso sta con Casadei
parla con il cazzo in mano
Povia dice non sono un uomo
Povia dice: prima di raccontare il mio cambiamento di sesso volevo chiarire che se Dio esiste m’arriva un fulmine in testa e mi fa ancora più fesso, non mi riconosco nel pensiero dell’uomo sai perché io non penso non penso mai
Non sono andato da psicologi, psichiatri, preti o scienziati perché mi hanno detto tutti che ero un caso, e anche bello disperato
Mia madre mi ha cacciato di casa e la serratura ha pure cambiato ed io giravo, giravo la chiave, ma non c’era proprio nulla nulla da fare
Mio padre stava fuori tutto il giorno a ubriacarsi, invece di stare a casa a sentire le mie canzoni che fanno oooh, e io il perché ancora non lo sooo
Mamma allora chiese di togliermi dal testamento avevo 12 anni non capivo bene ero un po’ tardo e lento, mio padre disse è la giusta soluzione figlio mio, sai che sei proprio un coglione?
Mamma beveva anche più di papà mi diceva: non sposarti mai per carità e pietà di quella poveretta che tua moglie diventerà badabum badabum cha cha
Povia è ancora gay
e mò so’ cazzi miei
parla mica con la bocca ma con l’ano
tutti gli dicono non sei un uomo
sono ancora omo ma in quel momento cercavo risposte, ho letto Freud e non c’ho capito una sega e ho letto Topolino e non c’ho capito una sega e son tornato all’alfabeto ma pure lì non c’ho capito una sega e allora ho preso Playboy e ho provato a farmi una sega
poi arrivò la maturità m’hanno promosso perché i prof m’han detto: Povia vattene via di qua e all’ospedale un uomo grande mi ha dato un taglio un po’ sotto il cuore ed è lì che ho scoperto di essere diventato un transessuale
con lui nessuna inibizione il corteggiamento c’era ma lui è insorto m’ha detto: con te Povia non mi ci metto neanche morto
e mi sentivo un colpevole e per evitare rogne ho confessato l’omicidio di Garlasco, Perugia e pure Cogne, cercavo negli uomini chi era mio padre andavo con gli uomini perché tutte le donne mi dicevano: Povia va a cagare
Povia era gay
e adesso ce l’ha pure con gli ebrei
parla parla tanto è invano
tutti gli dicono non sei proprio un uomooo
Povia dice: per 4 anni sono stato con un uomo tra amore e inganni spesso ci tradivamo poi ad una festa fra tanta gente ho conosciuto lei che troieggiava lei che la mia musica non ascoltava lei che per il culo mi pigliava lei ricordo solo che il giorno dopo un rene mi mancava
questa è la mia storia solo la mia storia sembra una cazzata mi stupisco anche solo di averla pensata manco so scrivere figurati far riflettere e mi hanno dato dell’omofobo, quando invece sono solo musicofobo
caro papà ti ho perdonato ti ho pure mandato un mio cd e tu indietro me l’hai tirato
mamma ti penso spesso ti voglio bene ma te la serratura di casa n’altra volta hai cambiato adesso che sono padre un bambino del Darfur ho adottato ma manco un soldo a quel morto di fame gli ho dato
e adesso sta con Casadei
parla con il cazzo in mano
Povia dice non sono un uomo
Povia dice: prima di raccontare il mio cambiamento di sesso volevo chiarire che se Dio esiste m’arriva un fulmine in testa e mi fa ancora più fesso, non mi riconosco nel pensiero dell’uomo sai perché io non penso non penso mai
Non sono andato da psicologi, psichiatri, preti o scienziati perché mi hanno detto tutti che ero un caso, e anche bello disperato
Mia madre mi ha cacciato di casa e la serratura ha pure cambiato ed io giravo, giravo la chiave, ma non c’era proprio nulla nulla da fare
Mio padre stava fuori tutto il giorno a ubriacarsi, invece di stare a casa a sentire le mie canzoni che fanno oooh, e io il perché ancora non lo sooo
Mamma allora chiese di togliermi dal testamento avevo 12 anni non capivo bene ero un po’ tardo e lento, mio padre disse è la giusta soluzione figlio mio, sai che sei proprio un coglione?
Mamma beveva anche più di papà mi diceva: non sposarti mai per carità e pietà di quella poveretta che tua moglie diventerà badabum badabum cha cha
Povia è ancora gay
e mò so’ cazzi miei
parla mica con la bocca ma con l’ano
tutti gli dicono non sei un uomo
sono ancora omo ma in quel momento cercavo risposte, ho letto Freud e non c’ho capito una sega e ho letto Topolino e non c’ho capito una sega e son tornato all’alfabeto ma pure lì non c’ho capito una sega e allora ho preso Playboy e ho provato a farmi una sega
poi arrivò la maturità m’hanno promosso perché i prof m’han detto: Povia vattene via di qua e all’ospedale un uomo grande mi ha dato un taglio un po’ sotto il cuore ed è lì che ho scoperto di essere diventato un transessuale
con lui nessuna inibizione il corteggiamento c’era ma lui è insorto m’ha detto: con te Povia non mi ci metto neanche morto
e mi sentivo un colpevole e per evitare rogne ho confessato l’omicidio di Garlasco, Perugia e pure Cogne, cercavo negli uomini chi era mio padre andavo con gli uomini perché tutte le donne mi dicevano: Povia va a cagare
Povia era gay
e adesso ce l’ha pure con gli ebrei
parla parla tanto è invano
tutti gli dicono non sei proprio un uomooo
Povia dice: per 4 anni sono stato con un uomo tra amore e inganni spesso ci tradivamo poi ad una festa fra tanta gente ho conosciuto lei che troieggiava lei che la mia musica non ascoltava lei che per il culo mi pigliava lei ricordo solo che il giorno dopo un rene mi mancava
questa è la mia storia solo la mia storia sembra una cazzata mi stupisco anche solo di averla pensata manco so scrivere figurati far riflettere e mi hanno dato dell’omofobo, quando invece sono solo musicofobo
caro papà ti ho perdonato ti ho pure mandato un mio cd e tu indietro me l’hai tirato
mamma ti penso spesso ti voglio bene ma te la serratura di casa n’altra volta hai cambiato adesso che sono padre un bambino del Darfur ho adottato ma manco un soldo a quel morto di fame gli ho dato
“Nessuno ha sempre ragione,” ha mostrato Povia in un cartello ieri sera alla fine della sua esibizione. Vero. Ma qualcuno non ce l’ha proprio mai, la Ragione.
parole magiche
Festival di Sanremo 2009,
Luca era gay,
Povia
mercoledì 18 febbraio 2009
Comunque vada...
…sarà un (suc)cesso. Perché Sanremo è Sanremo. Questo è un resoconto della prima serata del Festival. Ma forse mi sono addormentato subito e ho solo immaginato tutto.
Bonolis inizia parlando con una bambina. Si può essere più ruffiani e paraculi?
Il tanto sbandierato Nessun dorma cantato da Mina è penoso. Stamattina in radio ho sentito Grande grande grande e quella era un’altra cantante, un’altra voce, un altro tempo.
Dolcenera: più che dignitosa, quasi rocknroll per gli standard sanremesi.
La giuria demoscopica: c’è un motivo per cui è composta da soli mormoni?
Fausto Leali: ma perché, è ancora vivo? Metto su Italia1. Pensavo di aver cambiato canale e invece c’è Leali pure lì… Ah no, è il Gollum. Cazzo, ma hanno lo stesso look e la stessa voce!
Luca Laurenti: invece di una bella figa, Bonolis ha preso lui. Luca era gay, ma Bonolis è gay. Ma no, ha preso anche Alessia Piovan! Chiiii?? La tipa morta dello splendido film La ragazza del lago. No, non è Laura Palmer e non è nemmeno una valletta. Col Festival non c’azzecca nulla, ma è una bella statuina.
Tricarico: per citare la sua canzone è bravo, è bravissimo (e pure stralunatissimo)
Marco Carta igienica. Alle prime note della sua canzone il bifidus actiregularis comincia per magia a fare il suo effetto.
Patty Pravo: inquietante. Se stasera non usciva fuori dalla sua cripta era meglio.
Collegamento con le Nazioni Unite: che eventone, ma ce n’era proprio bisogno? È vero che Bonolis vuole fare quello tutto impegnato oh yeah, ma non dovrebbe condurre un programma musicale?
Marco Masini: canzone di denuncia sullo stato attuale dell’Italia. Apprezziamo almeno questa cosa, visto che musicalmente è una ciofeca.
Arriva il modello Paul Sculfor. Povia lo vede, sente gli uccellini cinguettare e realizza di essersi innamorato di un uomo. O forse non erano gli uccellini, era solo la sua vecchia “hit”(?!) Vorrei avere il becco che in un momento di megalomania si è messo come suoneria del cellulare.
Francesco Renga: canta la stessa identica canzone con cui ha vinto qualche anno fa. Ha giusto cambiato qualche parola nel testo. Che fantasia (e che voce insopportabile).
Roberto Benigni: ultimamente mi sembrava un’anima in pena, perso al confine tra se stesso e il personaggio che si è creato. Nel suo intervento sul palco dell’Ariston mi sembra abbia però ritrovato un certo equilibrio, tra divertenti frecciatine a Mina e Berlusconi e la scelta di concludere recitando una splendida lettera di Oscar Wilde, suggellando una puntata molto a tematica gay, per la gioia di papa Ratzinger.
Pupo, Paolo Belli & Youssou N’Dour: un trio male assortito.
Gemelli Diversi: arrivano loro e il microfono si rifiuta di funzionare. Sarà un caso? Eppure il loro pezzo è passabile. Ok, mi correggo: quasi passabile.
(Alb)ano: la ragione per cui hanno inventato il tasto MUTE sul telecomando.
Afterhours: il momento più atteso da tutti noi ragazzini indie cresciuti nei 90s. E anche quello più temuto. Però tranquilli, gli After non si sono sputtanati. Hanno fatto la loro cosa, molto Tonight Tonight degli Smashing Pumpkins, e messi in scaletta tra Albano e la Zanicchi sono apparsi come degli alieni arrivati da un pianeta. Un pianeta migliore, ovviamente.
Iva Zanicchi: svolta sexy per l’artista romagnola che adesso vuole conquistare il pubblico di Britney Spears con riferimenti sessuali neanche tanto velati. Eppure di un velo ci sarebbe bisogno. Un provvidenziale velo pietoso.
Nicky Nicolai con Stefano Di Battista: non so chi siano e non voglio neanche scoprirlo. Intanto su Canale 5 la tettona del Grande Fratello sta cantando: “coccolino amoroso e dudù dadadà.” La realtà sta assumendo contorni sempre più sfumati e inquietanti.
Povia: è arrivato sul palco come un appestato e ha cantato questa sua roba da lui stesso definita un rap (!?) che un bambino di tre anni riesce a mettere insieme delle frasi migliori. Perché i bambini non fanno solo oooh ma sanno anche dire cose molto più intelligenti e profonde di un testo del genere.
Sal Da Vinci: è il protetto di Gigi D’Alessio, tuttora convintissimo che Il codice Da Vinci sia dedicato a lui.
Alexia con Mario Lavezzi: dalle collaborazioni tra artisti completamente differenti a volte nascono cose molto interessanti. Non è certo questo il caso.
Katy Perry: mi inchino a cotanta bellezza e talento. Con la sua musica è riuscita a far muovere gente tra il pubblico sanremese che veniva data per totalmente paralizzata, quando non del tutto morta. A livello vocale ha dato merda a tutti, dimostrando perché lei è una star internazionale e i nostri cantantucoli sanremesi se vendono 10 copie devono già ritenersi fortunati.
Malika Ayane: la più interessante tra le nuove proposte, anche se ha già una hit recente (Feeling Better) alle spalle. Il suo pezzo è stato scritto da Giuliano del progetto Negramaro e lei lo interpreta con una voce molto particolare che rischia di farla diventare la nuova Giusy Ferreri. Che ciò sia un bene o un male lo lascio decidere a voi.
Mentre scorrono le ultime note fastidiose delle altre nuove proposte, le ore si fanno piccole e gli occhi anche, ma io forse sono nel mondo dei sogni già da un pezzo e tutto è stato solo un sogno. O un incubo?
Bonolis inizia parlando con una bambina. Si può essere più ruffiani e paraculi?
Il tanto sbandierato Nessun dorma cantato da Mina è penoso. Stamattina in radio ho sentito Grande grande grande e quella era un’altra cantante, un’altra voce, un altro tempo.
Dolcenera: più che dignitosa, quasi rocknroll per gli standard sanremesi.
La giuria demoscopica: c’è un motivo per cui è composta da soli mormoni?
Fausto Leali: ma perché, è ancora vivo? Metto su Italia1. Pensavo di aver cambiato canale e invece c’è Leali pure lì… Ah no, è il Gollum. Cazzo, ma hanno lo stesso look e la stessa voce!
Luca Laurenti: invece di una bella figa, Bonolis ha preso lui. Luca era gay, ma Bonolis è gay. Ma no, ha preso anche Alessia Piovan! Chiiii?? La tipa morta dello splendido film La ragazza del lago. No, non è Laura Palmer e non è nemmeno una valletta. Col Festival non c’azzecca nulla, ma è una bella statuina.
Tricarico: per citare la sua canzone è bravo, è bravissimo (e pure stralunatissimo)
Marco Carta igienica. Alle prime note della sua canzone il bifidus actiregularis comincia per magia a fare il suo effetto.
Patty Pravo: inquietante. Se stasera non usciva fuori dalla sua cripta era meglio.
Collegamento con le Nazioni Unite: che eventone, ma ce n’era proprio bisogno? È vero che Bonolis vuole fare quello tutto impegnato oh yeah, ma non dovrebbe condurre un programma musicale?
Marco Masini: canzone di denuncia sullo stato attuale dell’Italia. Apprezziamo almeno questa cosa, visto che musicalmente è una ciofeca.
Arriva il modello Paul Sculfor. Povia lo vede, sente gli uccellini cinguettare e realizza di essersi innamorato di un uomo. O forse non erano gli uccellini, era solo la sua vecchia “hit”(?!) Vorrei avere il becco che in un momento di megalomania si è messo come suoneria del cellulare.
Francesco Renga: canta la stessa identica canzone con cui ha vinto qualche anno fa. Ha giusto cambiato qualche parola nel testo. Che fantasia (e che voce insopportabile).
Roberto Benigni: ultimamente mi sembrava un’anima in pena, perso al confine tra se stesso e il personaggio che si è creato. Nel suo intervento sul palco dell’Ariston mi sembra abbia però ritrovato un certo equilibrio, tra divertenti frecciatine a Mina e Berlusconi e la scelta di concludere recitando una splendida lettera di Oscar Wilde, suggellando una puntata molto a tematica gay, per la gioia di papa Ratzinger.
Pupo, Paolo Belli & Youssou N’Dour: un trio male assortito.
Gemelli Diversi: arrivano loro e il microfono si rifiuta di funzionare. Sarà un caso? Eppure il loro pezzo è passabile. Ok, mi correggo: quasi passabile.
(Alb)ano: la ragione per cui hanno inventato il tasto MUTE sul telecomando.
Afterhours: il momento più atteso da tutti noi ragazzini indie cresciuti nei 90s. E anche quello più temuto. Però tranquilli, gli After non si sono sputtanati. Hanno fatto la loro cosa, molto Tonight Tonight degli Smashing Pumpkins, e messi in scaletta tra Albano e la Zanicchi sono apparsi come degli alieni arrivati da un pianeta. Un pianeta migliore, ovviamente.
Iva Zanicchi: svolta sexy per l’artista romagnola che adesso vuole conquistare il pubblico di Britney Spears con riferimenti sessuali neanche tanto velati. Eppure di un velo ci sarebbe bisogno. Un provvidenziale velo pietoso.
Nicky Nicolai con Stefano Di Battista: non so chi siano e non voglio neanche scoprirlo. Intanto su Canale 5 la tettona del Grande Fratello sta cantando: “coccolino amoroso e dudù dadadà.” La realtà sta assumendo contorni sempre più sfumati e inquietanti.
Povia: è arrivato sul palco come un appestato e ha cantato questa sua roba da lui stesso definita un rap (!?) che un bambino di tre anni riesce a mettere insieme delle frasi migliori. Perché i bambini non fanno solo oooh ma sanno anche dire cose molto più intelligenti e profonde di un testo del genere.
Sal Da Vinci: è il protetto di Gigi D’Alessio, tuttora convintissimo che Il codice Da Vinci sia dedicato a lui.
Alexia con Mario Lavezzi: dalle collaborazioni tra artisti completamente differenti a volte nascono cose molto interessanti. Non è certo questo il caso.
Katy Perry: mi inchino a cotanta bellezza e talento. Con la sua musica è riuscita a far muovere gente tra il pubblico sanremese che veniva data per totalmente paralizzata, quando non del tutto morta. A livello vocale ha dato merda a tutti, dimostrando perché lei è una star internazionale e i nostri cantantucoli sanremesi se vendono 10 copie devono già ritenersi fortunati.
Malika Ayane: la più interessante tra le nuove proposte, anche se ha già una hit recente (Feeling Better) alle spalle. Il suo pezzo è stato scritto da Giuliano del progetto Negramaro e lei lo interpreta con una voce molto particolare che rischia di farla diventare la nuova Giusy Ferreri. Che ciò sia un bene o un male lo lascio decidere a voi.
Mentre scorrono le ultime note fastidiose delle altre nuove proposte, le ore si fanno piccole e gli occhi anche, ma io forse sono nel mondo dei sogni già da un pezzo e tutto è stato solo un sogno. O un incubo?
(Afterhours e Tricarico sono subito tra i meno votati dalla giuria di mormoni, c'è ancora da stupirsi?)
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