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domenica 3 giugno 2012

Season finales (Hart of Dixie, Shameless, Suburgatory, GCB)

Ennesimo episodio della serie dei finali di stagione delle serie tv americane 2011/2012.
Ma prima, ricapitoliamo le scorse puntate...

"Ehm, non so chi scegliere... In Alabama la poligamia è legale?"
The Walking Dead
The Vampire Diaries
Gossip Girl
New Girl
2 Broke Girls
Don' Trust the B---- in Apartment 23

ATTENZIONE: presenti qua e là alcuni SPOILER!

"Le didascalie cannibali fanno ridere giusto i polli!"
"Hey, ma allora perché noi stiamo ridendo?"
Hart of Dixie
(stagione 1)

Serie caruccia immersa in un’atmosfera tra il country e Una mamma per amica, è la classica visione non imprescindibile ma comunque godibile. Lo guardi con piacere, però se ti perdi una puntata non è certo una tragedia. È come un Everwood però senza tutto il drama drama drama e, soprattutto, con Rachel Bilson tutto il tempo in hot pants e t-shirt bagnate al posto del Dr. Brown che consola qualche paziente cui sono appena morti tutti i conoscenti. Anche se il personaggio migliore, a sorpresa, si è rivelato quello della conservatrice e old-style Lemon, interpretata da una ottima Jaime King.
Tra casi medici poco o nulla interessanti e intrecci sentimentali scontati, la serie, pur gradevole, per la seconda stagione ha bisogno di una bella scossa (piccolo suggerimento: Rachel Bilson nuda!), altrimenti sarà costretta all’oblio.
(voto alla stagione: 6+
voto al season finale: 6,5)

"Sono io il sex-symbol della serie. Perché, avevate dubbi in proposito?"
Shameless US
(stagione 2)

Ottima stagione per la seconda famiglia Gallagher più disastrata della storia. Una season ancora più divertente e scoppiettante della prima, che però negli ultimi episodi ha trovato anche un notevole spessore drammatico. Parecchio interessante soprattutto il personaggio della madre tossica e bipolare della Gallagher family e niente male anche la story di Karen (Laura Wiggins) alle prese con una gravidanza non proprio da futura mammina ideale. Una sorta di Juno stronza. Per qualche altro personaggio invece è sembrata più una stagione di transizione e l’impressione è che la serie, per quanto valida, debba ancora regalarci il suo meglio.
Sempre grandioso comunque l’intero cast, con vertice negli immensi William H. Macy ed Emmy Rossum.
E a proposito di famiglie particolari, tenete d’occhio la nuova serie di Paul Abbott, il creatore di Shameless. Si chiama Hit and Miss e la protagonista è Chloe Sevigny.
(voto alla stagione: 7+
voto al season finale: 7)

"Anche la nostra è stata una parata all'insegna della sobrietà,
è costata meno di 3 milioni di euro. Una bazzecola!"
Suburgatory
(stagione 1)

Ancora ben lontana dall’essere giunta nel mezzo del cammin di sua vita, la sedicenne Tessa viene beccata in possesso di un pacchetto di preservativi e così il padre single decide di prendere armi e bagagli e trasferirsi con la figlia teenager dalla lussuriosa New York City ai sobborghi di periferia. Un luogo tranquillo fatto di villette a schiera e giardini ben curati che a qualcuno potrebbe sembrare un Paradiso, ma che per la nostra giovane protagonista si rivelerà, almeno inizialmente, un Inferno.
L’ambiente è infatti quello perfettino e precisino dei suburbs americani già osservato da vicino più e più volte a partire da quell’American Beauty scritto da Alan Ball (poi artefice di Six Feet Under e True Blood) e quindi in serie come Desperate Housewives o il più trasgressivo e “dopato” Weeds.

"Lo so anch'io che ero molto meglio negli anni '90,
non c'è bisogno che me lo ricordi tutte le volte..."
In Suburgatory i toni sono però ancora più da (divina) commedia, vicini a Cougar Town. E proprio come nella cittadina capitanata da Courteney Cox, anche qui il padre della protagonista si troverà di fronte a un esercito di MILF assatanate, sposate o meno, che gli daranno la caccia: dalla sua autodichiarata stalker personale fino a Dallas, la rifattissima “panterona” che gli dà il benvenuto nei suburbi. La figlia di Dallas è però Dalia (personaggio cult della serie), una Barbie-mean girl che diventa subito una sorta di nemesi della nostra protagonista Tessa, tipica newyorker alternativa che avrà qualche problemino a inserirsi in un contesto tanto plastificato e finto. Eppure anche lei scoprirà che dietro a protesi al seno e nasi rifatti potrebbe nascondersi qualcosa di più…
O forse no.
La prima stagione è proseguita tra su e giù, tra momenti esilaranti ed episodi riempitivo. Poco convincente l’ingresso nel finale di Alicia Silverstone, idola indiscussa degli anni ’90 cui è stato affidato un personaggio parecchio odioso. Io lei un tempo la AMAVO ma, cazzo, adesso non è che stia invecchiando proprio bene...
Scritta in maniera molto intelligente e pungente, Suburgatory rimane per ora sospesa nel limbo delle serie che potrebbero finire nel Paradiso dei cult tv oppure andare giù nell’Inferno del dimenticatoio. In ogni caso, proprio come la protagonista Tessa, riuscirà a uscire almeno dal Purgatorio?
(voto alla stagione: 6,5
voto al season finale: 6)

"Dio ti benedica, Cannibal Kid. Dio ti benedica!"
GCB
(stagione 1)

Gradevole variante in salsa texana delle Desperate Housewives, è riuscito a strapparmi qualche sorriso soprattutto grazie alla scatenata Kristin Chenoweth, l’interprete della super bigotta Carlene. Una serie dal forte sapore country che si è proposta come una satira troppo leggera sui valori tradizionali dell’America più conservatrice, finendo per diventarne quasi una celebrazione. GCB (ovvero Good Christian Bitches) non è stata confermata per una seconda stagione, ma non è che mi mancherà particolarmente. Mitica Kristin Chenoweth a parte, of course.
(voto alla serie: 6-
voto al series finale: 5,5)

lunedì 26 marzo 2012

GCB, Pu**anelle cristianelle

Dopo il post-recensione dedicato al nuovo disco di Madonna, prosegue su Pensieri Cannibali lo speciale GILF MILF day, con questa nuovissima serie tv…

GCB
(serie tv, stagione 1, episodi 1-3)
Rete americana: ABC
Rete italiana: non ancora arrivata
Creata da: Robert Harling
Tratta dal romanzo: Good Christian Bitches di Kim Gatling
Cast: Leslie Bibb, Kristin Chenoweth, Miriam Shor, Marison Nichols, Jennifer Aspen, Annie Potts, Mark Deklin, David James Elliott, Brad Beyer, Lauran Irion, Colton Shires, Tyler Jacob Moore, Chynna Johnson, Erin Alexis, Mackindlee Waddell, Tom Everett Scott
Genere: desperate bitches
Se ti piace guarda anche: Desperate Housewives, Suburgatory, Cougar Town, Mean Girls, Saved!, The Help, Young Adult, Hart of Dixie

“So quanto ami il Pinot nero.”
“Mamma, sono sobria da 18 mesi…”
“Peeerché???”

GCB non è il nuovo S&TC, però potrebbe essere il nuovo DH o perlomeno una serie cui dire TVTB.
GCB è una serie incentrata su un gruppo di MILF cattoliche iper-cattoliche però tutte molto DTF e con un look Cougar Town alla MDNA di una cittadina del Texas. Cittadina in cui fa ritorno l’ex mean girl nonché ex teen mom Leslie Bibb, rimasta vedova dopo che il marito è morto mentre la sua amante gli faceva un pompino in auto. WTF?
Pensate che abbia preso XTC oppure MDMA? No, sono solo un CGLN.
Quest’ultima non è una sigla, è solo la parola “coglione” senza vocali.

Tralasciando il linguaggio delle sigle che fa molto young adult, molto Twitter, molto SMS, però non si capisce una sega, vediamo di capire per cosa sta GCB.
GCB sta per Good Christian Bitches, come il titolo del romanzo di Kim Gatling cui la nuova serie comedy di ABC (e daje con ‘ste sigle!) è tratta. Peccato che per la tv americana fosse un titolo troppo esplicito, il che è una cosa ancora più paradossalmente comica, considerando come la serie si prenda gioco proprio del puritanesimo americano…
E così hanno deciso di intitolarlo Good Christian Battons, ma anche questo era troppo estremo e allora hanno optato per il soft Good Christian Belles. Non proprio il massimo, quindi per una volta le sigle ci vengono in soccorso e se lo chiamiamo semplicemente GCB è davvero meglio per tutti.

GCB non si segnala per una estrema originalità. Tutt’altro. Il paragone più ovvio è quello con Desperate Housewives; le protagoniste sono un gruppo, per la precisione sempre 4, di signore di mezza età che vivono in un ricco sobborgo di quelli tipicamente americani, con le villette schierate diligentemente a schiera, le station wagon parcheggiate di fronte al garage sovrastato da un canestro da basket, a fianco di giardini pieni di rose american beauty curate con maniacale cura e a fianco di vite che sembrano perfette e poi, grattando sotto la superficie, svelano tanti piccoli segreti.
Le Desperate però tra poche settimane finiranno la loro lunga corsa durata 8 stagioni e già i vari network USA, ABC in particolare, stanno cercando le loro legittime eredi. Se Suburgatory è virato più sul versante sitcom, GCB pare dunque il candidato ideale. Rispetto alle disperate manca, almeno al momento, quella componente mystery che faceva molto Twin Peaks e si gioca più dalle parti di una divertita critica sociale all’America della medio-alta borghesia bigotta e provincialotta.

"Lo sai che somigli a Justin Bieber?"
"Ah, grazie!"
"Non era un complimento..."
Una satira che per il momento diverte parecchio, ma potrebbe mordere anche di più, soprattutto nello sberleffo religioso. Le GCB cercano di essere cattivelle, e ci riescono pure, però lasciano intravedere troppi momenti buonisti e sentimenti da volemose bene che mi fanno storcere il naso. La cosa non sorprende troppo; dietro alle Christian bitches, scusate alle Christian Belles, ci sta infatti come producer un certo signor Darren Star. Se non sapete chi è, significa che non siete cresciuti negli anni ’90. E se non sapete chi è però siete cresciuti negli anni ’90, la vostra adolescenza non è stata normale. Darren Star è infatti tra gli autori di Beverly Hills 90210 e Melrose Place. Sì, vabbè, anche di Sex and the City, però questo preferisco dimenticarmelo.
In effetti il tocco 90s in questa serie si sente, però aggiornato ai tempi in cui le MILF sono le nuove teen. Dopo tutto, se Smash è considerabile come una versione adulta di Glee, GCB è la versione adulta di Mean Girls, pellicola citata fin dalla telefonata multipla tra le protagoniste nel corso della prima puntata.

Se in Melrose Place si intrecciavano le vicende di un gruppo di inquilini che potevano permettersi ognuno di affitare un appartamentino esclusivo in uno dei quartieri più cool di Los Angeles, adesso la crisi economica impone nuove situazioni. Così come per la mamma per amica Lauren Graham di Parenthood, anche qui troviamo la MILFona protagonista Leslie Bibb costretta a tornare a vivere con i due figli a casa di mammà in Texas e arrangiarsi con un lavoro come sexy cameriera in un locale chiamato Boobylicious! Il suo defunto marito, da tipico new economy man, era infatti un ladrone di prima categoria e quindi tutti i suoi beni sono stati confiscati in seguito alla sua morte.
Ci troviamo dunque di fronte a tipiche dinamiche da commedia famigliare, però in un contesto di famiglia sempre più atipico, con la figlia che appare più matura della mamma MILF e con un figlio che invece è una copia di Justin Bieber. Non riesco a immaginare cosa possa capitare di peggio a una madre di un figlio simil-Bieberon. Forse a Tilda Swinton nel film …e ora parliamo di Kevin non è andata poi tanto male…

E l’harem, pardon il cast delle MILFone della serie?
Leslie Bibb finora non è che abbia avuto una carriera folgorante. Lanciata dalla primissima serie firmata da Ryan Murphy (Nip/Tuck e American Horror Story), ovvero Popular dove interpretava il personaggio di una bionda superficiale cheerleader come la protagonista di GCB da giovane, si è vista in tutta una serie di particine in serie tv e filmetti come Iron Man, I teschi e Spot (aaaargh!), ma qui sembra aver finalmente trovato il suo personaggio ideale.
Nel resto del cast spiccano poi Marisol Nichols, passata pure lei tra una miriade di serie tv, in particolare nella stagione 6 di 24, e soprattutto Kristin Chenoweth, già in Pushing Daisies e Glee: è lei la Good Christian Bitch, scusate Bell, suprema ed è lei il personaggio più divertente. Anche se ho come l’impressione che il suo potenziale sia destinato a esplodere ulteriormente con i prossimi episodi.
GCB è una SSB: Serie da Seguire, Bitches!
(voto 6,5/10)

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