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domenica 31 maggio 2020

La musica di maggio 2020: i top, i flop e anche gli indecisi


Pandemia o non pandemia, abitudini vecchie o nuove, lockdown o liberi tutti, c'è una cosa che da questa parti non manca mai. Il buon senso?
No, la musica. Non quella dei balconi, quella aveva stufato già il primo giorno di quarantena. Intendo quella che si può trovare su Spotify, su vinile, su CD, su musicassetta o dove altro preferite ascoltarla. Ecco alcune cose arrivate nelle ultime settimane che vi consiglio di suonare. O non suonare, fate un po' come vi pare, che poi mi sembra il motto di questa Fase 2.

venerdì 28 febbraio 2020

La musica top e flop di febbraio 2020, tra sanremate e altro





Un febbraio strano, apocalittico, dominato non a caso dalla musica sanremese. Musica sanremese che a sorpresa è risultata meno peggio del solito, va riconosciuto. Al di là delle sanremate, comunque, c'è stato spazio anche per altro. Ecco i top e flop mensili secondo Pensieri Cannibali.

lunedì 25 febbraio 2019

Oscar 2019: maggica Roma? No, maggico Green Book e maggico maggico Rami





Ha vinto il cuore. Hanno vinto le emozioni. Hanno vinto le risate e le lacrime regalate da Green Book, contro il freddo sfoggio di tecnica cinematografica fine a se stesso esibito dal lavoro diretto da Alfonso Cuarón.
In altre parole: vattelo a pija' in quel posto Roma!


lunedì 7 gennaio 2019

Golden Globe 2019: vincitori e red porchet face po-po-po-porchet face






Senza troppi mezzi termini, posso dire che i Golden Globe 2019 mi sono sembrati... i peggiori premi mai assegnati nella storia del cinema e della televisione, e forse dell'umanità in generale. E sì che io di classifiche, liste e riconoscimenti discutibili me ne intendo parecchio, come i recenti Cannibal Awards possono testimoniare.


lunedì 17 dicembre 2018

Person of the Year 2018 – I personaggi dell'anno





La stagione dei premi può cominciare anche qui su Pensieri Cannibali. I Cannibal Awards 2018 hanno ufficialmente il via quest'oggi. Considerando che è il 17 dicembre, quest'anno non ho iniziato nemmeno troppo presto, concedemetelo. La partenza tocca alla classifica delle persone dell'anno. 10 personaggi (a dire il vero qualcuno in più) che a mio avviso hanno segnato in maniera importante gli ultimi 12 mesi. Andiamo a scoprire chi sono.

martedì 20 novembre 2018

A ⭐ Is Born This Way





A Star Is Born
Regia: Bradley Cooper
Cast: Lady Gaga, Bradley Cooper, Sam Elliott, Dave Chappelle, Andrew Dice Clay, Anthony Ramos, Michael Harney


 

lunedì 29 ottobre 2018

La musica di ottobre 2018: i Top, i Flop e qualche altra cosa





Ci risiamo. Nuovo mese, nuova puntata della rubrica sulla musica del mese, e naturalmente anche nuova... musica. Ecco chi sono i bocciati, chi sono i promossi, e chi si è ritagliato uno spazio in qualcuna delle varie rubrichette all'interno della rubrica.


giovedì 11 ottobre 2018

Il film con Lady Gaga, più le uscite inutili della settimana





Questa settimana nei cinema escono così tanti film che farò un'introduzione brevissima alla rubrichissima delle uscitissime settimanali. A commentare le numerossime pellicole in questa puntata insieme a me Cannibal Kid e al solito Mr. James Ford c'è anche...
Valentina Orsini, bravissima autrice del bellissimo e interessantissimo blogghissimo CriticissimaMente. Sentiamo un po' le tantissime cosissime che ha da dire sui seguenti tantissimi filmissimi.

1938 - Diversi
Valentina: 1938-2018, un anniversario di cui avremmo fatto volentieri a meno, ma la storia ci obbliga a ricordare, o meglio, ci dà questa grande opportunità, e il cinema corre sullo stesso binario sfruttando appieno il suo potenziale. Se fossi un’insegnante porterei senz’altro i ragazzi a vedere questo documentario di Giorgio Treves. Fosse solo per ammirare la grandezza di Roberto Herlitzka. Se penso alla mia prima volta al cinema con la scuola… be’. “Come te nessuno mai”, avete presente? Roba che Muccino (Silvio) era un bimbo, e aveva ancora la feppola, e okkupava le skuole. Bei ricordi, tutto sommato.
Ford: ho sempre adorato i documentari, spesso e volentieri portatori di storie e situazioni anche più "oltre" di qualsiasi pellicola. Il timore, in questo senso, è che il prodotto sia un pò troppo didascalico e scolastico, e in tal caso farò il cattivo ragazzo e salterò la lezione per andare a farmi un paio di birre e costringere poi i supersecchioni come Valentina a raccontarmi tutto per bene.
Cannibal Kid: Ho sempre odiato i documentari, ho sempre odiato la scuola, e ho sempre odiato i film che mi hanno fatto vedere a scuola. Pure quelli belli. Se fossi un insegnante credo quindi che non farei mai vedere delle pellicole ai miei studenti. Consiglierei loro di scaricarseli in rete e guardarseli a casa mentre fanno chiodo. E poi venire a scrivere qualche cacchiata su Pensieri Cannibali e fare un salto pure su WhiteRussian per massacrare l'opinione di Ford. Se infine vogliamo scoprire i veri significati del film, meglio che vadano su CriticissimaMente di quella secchiona di Valentina.

A Star Is Born
Valentina: Enniente, mi sa che stavolta mi innamoro di Bradley. Sul serio. Io che l’ho sempre detestato, almeno fino a Pat Solitano de “Il lato positivo”. Sarà quella barba a metà tra il filosofo greco e il naufrago, un po’ Cast Away, un po’ il musicista maledetto… (un po’ zingaro un po’ peones… cit.) saranno pure la bellezza e la voce di Lady Gaga…
Insomma torno al cinema dai tempi di Civil War con questo film.
Ford: ho diversi dubbi anche rispetto a questo film, nonostante Cooper mi stia simpatico dai tempi di Alias e questo suo look tendente al country rievochi un'attitude fordiana che potrebbe indispettire Cannibal. Quello che c'è da sperare, è che non sia la classica ciucciata amorosa a caccia di Oscar.
Cannibal Kid: Tra le mille uscite di questa settimana, l'unica davvero degna di nota. Da fan di Lady Gaga della prima ora, conto molto su questa sua prova senza trucco e senza inganno, in cui la popstar si trasforma in star del cinema, magari da Oscar. Punto molto su questo film, anche se temo l'esordio alla regia del fordiano Bradley Cooper, che spero non si limiti a scimmiottare lo stile classico del suo maestro Clint Eastwood, ma proponga qualcosa di più fresco e personale. Troverà la sua voce, o dovremo accontentarci di quella della Germanotta?

"Mio Dio Bradley, ma chi sono i tuoi stylist? Dolce & Fordana?"

"Ecco Bradley, seguendo i consigli di Chanel Kid va molto meglio."

venerdì 28 ottobre 2016

Lady Gaga, Zen Circus, Kings of Leon etc. – La musica di ottobre 2016






Pop, rock, jazz, metal, roba italiana, artisti nuovi e gruppi vecchi...
Questo e molto altro vi aspettano nella rubrica tutta da leggere e soprattutto da ascoltare dedicata alla musica passata su Pensieri Cannibali nell'ultimo mese.

Lady Gaga “Joanne”

venerdì 30 settembre 2016

Nick Cave, Britney Spears, Green Day etc. - La musica di settembre 2016





Qualche opinione, o più che altro qualche pensiero sparso, e naturalmente cannibale, sulle uscite discografiche delle ultime settimane.
Questo mese spazio per un po' di tutto, dal depresso Nick Cave alla più spensierata Britney Spears, passando per Green Day e... Moreno?!?


Nick Cave & The Bad Seeds “Skeleton Tree”
"Pensieri Cannibali mi ha davvero infilato nello stesso articolo con Britney, Lady Gaga e Moreno???"

martedì 12 gennaio 2016

Golden Globe 2016: vincitori, vinti e soprattutto red porchet






The show must go on, diceva il gruppo con cui ha cantato “Under Pressure” e così deve fare anche questo sito. Pensieri Cannibali must go on e riprende dopo la bruttissima notizia della morte di David Bowie, sperando di riuscire a commentare con un minimo di sorriso sulle labbra, o se non altro mettendo da parte le lacrime, i Golden Globe 2016 che si sono tenuti domenica notte.

Com'è andata già lo sapete. È stata la grande serata di Leonardo DiCaprio, vincitore del premio di miglior attore drama e protagonista pure del vero momento clou della serata, la sua occhiata a Lady Gaga.

lunedì 21 settembre 2015

Shame of Thrones






C'è un'unica cosa che posso dire a chi ha deciso gli Emmy Awards 2015:
SHAME! SHAME! SHAME! SHAME! SHAME! e ancora SHAME!

"SHAME!"

lunedì 6 ottobre 2014

SIN CITY – UN PAIO DI TETTE PER CUI UCCIDERE





Sin City – Una donna per cui uccidere
(USA, Cipro 2014)
Titolo originale: Sin City: A Dame to Kill For
Regia: Frank Miller, Robert Rodriguez
Sceneggiatura: Frank Miller
Cast: Mickey Rourke, Josh Brolin, Joseph Gordon-Levitt, Eva Green, Jessica Alba, Bruce Willis, Rosario Dawson, Christopher Meloni, Juno Temple, Powers Boothe, Dennis Haysbert, Jeremy Piven, Ray Liotta, Jamie Chung, Jaime King, Julia Garner, Christopher Lloyd, Marton Csokas, Jude Ciccolella, Alexa Vega, Lady Gaga
Genere: fumettoso
Se ti piace guarda anche: Sin City, Spirit, Gotham



La recensione cannibale

Sin City – Una donna per cui uccidere è stato il super mega floppone dell'estate americana. Costato $60 milioni, in patria sta facendo fatica a raggiungere quota $15 milioni e nel weekend d'apertura è riuscito a mala pena a entrare nella Top 10 dei film più visti, nonostante la totale assenza di grandi concorrenti. Perché un tonfo così clamoroso?
Per prima cosa, va detto che Robert Rodriguez non è che sia sempre una garanzia al box-office. Già la poco riuscita operazione Machete Kills doveva fargli fischiare le orecchie in tal senso.
Un altro motivo va secondo me ricercato anche nel tempismo. Il tempismo è tutto nella vita e questo Sin City 2 è giunto nel momento probabilmente meno propizio. Dal primo capitolo del 2005 è passato troppo tempo per poterne sfruttare l'hype e allo stesso tempo ne è passato troppo poco perché si possa parlare di riscoperta vintage.
Il problema fondamentale sta però probabilmente nella natura intrinseca del film stesso. Sin City 1 era un cult movie wannabe, ma non era un cult movie vero e proprio. A livello visivo rappresentava qualcosa di nuovo e di davvero fico, un modo di usare la computer grafica per realizzare un cine-fumetto folgorante, anni luce più avanti di quanto visto prima di allora e che avrebbe aperto la strada a 300 e cloni vari. Peccato soltanto che nell'anno 2014 una pellicola girata in questa maniera non faccia più notizia e la sua indubbia bellezza estetica finisca di affascinare dopo appena pochi minuti.
Una volta che viene a mancare l'effetto “WOW!” della realizzazione tecnica del film, Sin City – Una donna per cui uccidere lascia di fronte a ciò che è veramente, e che forse già il primo Sin City era: una pellicola vuota. Terribilmente vuota.

mercoledì 5 febbraio 2014

DISCHI VERGOGNA



Dopo aver annunciato al mondo i miei Film Vergogna, ed essere stato pubblicamente deriso, oggi bisso con i miei Dischi Vergogna. Di che si tratta?
Sono quei dischi che amo, o più che altro che ho amato in passato, segretamente. Quei dischi commerciali, o fatti da band e artisti discutibili o scandalosi, o tutte queste cose messe insieme. Gli album “guilty pleasure” che ascolto, ma soprattutto che ho ascoltato, e di cui più mi vergogno. E attenzione perché la settimana prossima ci sarà spazio pure per le mie 10 Canzoni Vergogna preferite, giusto per raddoppiare la dose di shame on me!


Ecco la blacklist dei miei dischi vergogna.

10. Duran Duran “Rio”
Partenza soft con un gruppo che la Storia ha ormai ampiamente riabilitato. Eppure, per i puristi della musica alternative anni ’80, i Duran Duran saranno sempre il suono degli yuppie, dei wild boys, dei paninari, per qualcuno anche i precursori delle boy band. Come sia o come non sia, il gruppo del bel Simon le Bon, che all’epoca faceva urlare le teenagers come oggi i One Direction, ha rappresentato il lato più pop e glamour  e godereccio della anni ’80. Dopo tutto non di soli Joy Division si può vivere. E poi Rio è un Signor Album.



9. t.A.T.u. “200 km/h in the Wrong Lane”
Una delle operazioni di marketing più geniali nella Storia. Della musica pop e non solo. Prendi due ragazzine russe dal fascino lolitesco (Nabokov d’altra parte di che paese era?), le metti a limonare e poi, se avanza del tempo, le metti anche a cantare qualche canzoncina, come “All the Things She Said” che spaccava e spacca ancora di brutto!



8. Robbie Williams “Life thru a Lens”
Tra le mie vergogne musicali non ci sono boy band, che non ho mai amato particolarmente manco per sbaglio. Preferisco quando un cantante esce dal gruppo, come Justin Timberlake dagli 'N SYNC, o come Robbie Williams che, dopo essere stato il cicciobombo cannoniere dei Take That, si è costruito una carriera di tutto rispetto. Tra i suoi dischi, il mio preferito è l’esordio solista, britpop nella sua veste più commerciale allo stato puro. Sì, è quello con “Angels”.
7. Lady Gaga “The Fame Monster”
L’esordio di Lady Gaga nel mondo del pop con “The Fame”, riuscito poi in versione deluxe più goduriosa come “The Fame Monster”, è stato una bomba, boom! Peccato che al terzo album abbia già fatto un bell’artflop. In attesa di capire se il suo periodo d’oro sia terminato o meno, io canto “po-po-poker face po-po-poker face” come se non ci fosse un domani.



6. Avril Lavigne “Let Go”/“Under the Grip”
La mia cantante bimbominkiosa preferita. Ultimamente la Avril non se pò più sentì, ma per i suoi primi due dischi, “Let Go” bello pop-punk e “Under the Grip” bello darkone, ci metto ancora oggi un sacco di ♥ ♥ ♥ ♥ ♥
Cotta adolescenziale ad honorem 4ever!



5. Articolo 31 “Così com’è”
Questa è stata la prima musicassettina tarocca che ho comprato da un vucumprà. Si sentiva malissimo e così più tardi mi sarei rifatto acquistando addirittura il CD originale. Insomma, c’ho smenato un sacco di soldi per questo disco di J-Ax e DJ Jad, ma alla fine ne è valsa la pena. A livello musicale suona come una versione spaghetti funk dell'hip-hop commerciale americano anni '90 e alcune canzoni non è che fossero proprio il massimo, però i testi erano e rimangono spettacolari, delle vere e proprie lezioni di vita.



4. Cristina D’Avena “Un Fivelandia a caso”
Cristina D’Avena è stata la nave scuola, a livello musicale intendo, per generazioni e generazioni e generazioni di italiani. Una vergogna collettiva e socialmente accettata, però pur sempre una vergogna.
Al di là dell’inevitabile effetto nostalgia, alcuni pezzi comunque restano niente male, come la mia canzone daveniana preferita, “Nanà Supergirl”. Ogni volta che la sento, mi viene da piangere.



3. Britney Spears “In the Zone”
Di Britney Spears dovrei citare l’opera omnia. Il video di “…Baby One More Time” mi ha bloccato la crescita, brani come “Sometimes”, “Lucky” e “I’m a Slave 4 U” per me sono stupendi, con l’album “Blackout” ha praticamente inventato il puttanpop (tra i generi musicali vergognosi il mio preferito!) e insomma io Britney la lovvo totalmente. Tra i suoi dischi il mio preferito è “In the Zone” del 2003, quello in cui hanno cominciato a intravedersi i segnali della follia che l’avrebbero portata a drogarsi pesantemente e a radersi i capelli a zero. Quello in cui ci sono “Toxic” e il sommo Capolavoro pop “Everytime” cantato anche in Spring Breakers. Britney Spears forever, bitches!



2. Gigi D’Agostino “L’amour toujours”
Su le mani. Su ‘ste cazzo di mani!
Il re del suono più tamarro degli anni ’90, e probabilmente dell’intera Storia della Musica, è lui e solo lui.
Arriva da Torino, è Gigi D’Agostino!



1. Spice Girls “Spice”
Nel periodo 1996/1997 i gruppi per cui andavo fuori di testa erano i Radiohead, gli Smashing Pumpkins, i Nirvana, i Blur, i Sonic Youth e… le Spice Girls.
Non mi sono mai piaciute le vie di mezzo. O ascoltavo le chitarre violentate dai Sonic Youth, oppure mi lasciavo andare al suono ultracommerciale delle ragazze speziate.
La mia preferita?
Andavo a periodi, ma in generale direi lei, la più vaccona: Geri Halliwell.



"Evvai, abbiamo vinto il Cannibal Vergogna Award!"

Vi invito a partecipare a questa pubblica gogna con i vostri personali Dischi Vergogna, qui sotto tra i commenti, oppure pubblicando le vostre liste su Facebook o sui vostri blog o dove preferite. Se lo fate, magari segnalate che la vergognosa iniziativa è partita da questo post, please:
http://pensiericannibali.blogspot.it/2014/02/dischi-vergogna.html

lunedì 18 novembre 2013

MACHETE KIIIII? MACHETE KILLED... BY CANNIBAL KID




Machete Kills
(USA, Russia 2013)
Regia: Robert Rodriguez
Sceneggiatura: Kyle Ward
Cast: Danny Trejo, Demian Bichir, Amber Heard, Mel Gibson, Michelle Rodriguez, Sofía Vergara, Vanessa Hudgens, Alexa Vega, Charlie Sheen, Lady Gaga, Cuba Gooding Jr., Antonio Banderas, Walton Goggins, Tom Savini, Marko Zaror, Jessica Alba
Genere: B-movie in HD
Se ti piace guarda anche: Machete, L’uomo con i pugni di ferro, Hobo with a Shotgun

Machete non manda messaggi. Machete non twitta. Machete è totalmente anti-tecnologico. Ma le cose cambiano. Basta che una Amber Heard qualunque gli mandi una fotina sexy e Machete diventa un nerd fissato con i computer e apre pure un suo blog, dedicato a figa & armi.


Questa è la trama di Machete Kills, il secondo capitolo delle avventure dedicate all’immortale (letteralmente) personaggio interpretato da Danny Trejo?
Non proprio. Forse sarebbe stato più interessante così, visto che la sceneggiatura di questo nuovo episodio non è che brilli in maniera particolare.
Sceneggiatura?
Perché, Machete Kills ha una sceneggiatura?
In teoria sì, in pratica è giusto un pretesto. Machete viene incaricato dal presidente degli Stati Uniti, un sempre divertente ma un po’ scontato Charlie Sheen, pardon Carlos Estevez, in versione Bunga Bunga, di uccidere il folle terrorista messicano Mendez, un Demian Bichir molto bravo nella serie The Bridge e nel film Per una vita migliore - A Better Life, per cui ha anche ricevuto la nomina all’Oscar, ma qui totalmente fuori parte come pazzo psicopatico dalla doppia personalità.
A non funzionare è proprio il tanto variegato e strombazzato cast, dettaglio mica da poco per un film che, anziché sulla storia, punta tutto sulla comparsa uno dopo l’altro dei vari personaggi che appaiono all’interno dello spettacolo personale di Machete.

Vogliamo parlare di Lady Gaga?
Per la seconda volta nel giro di pochi giorni mi tocca massacrarla. Pensare che fino a qualche tempo fa in questo blog veniva idolatrata. Negli ultimi tempi mi sembra invece che tutto ciò che tocca si trasformi in poop. La sua apparizione in Machete Kills appare giusto una mossa di marketing per far parlare della pellicola. Mossa non riuscita, considerati i risultati penosi al botteghino americano. La comparsata della Germanotta è poco più di un cameo e si limita a essere un update della sua parte nell’ottimo video di “Telephone” girato con Beyoncé e diretto da Jonas Akerlund, ai tempi in cui tutto ciò che toccava si trasformava  in oro. Tempi che sembrano lontani un’eternità e invece era giusto il 2010. Tralasciando ciò e parlando di recitazione, quali sono i livelli di espressività esibiti dalla Gaga in questo Machete Kills?
Non pervenuti.

"Cannibal, in questi giorni m'hai proprio rotti li cojoni!"

Altrettanto pessime pure le apparizioni del terribile Cuba Gooding Jr., uno dei più vergognosi vincitori di premi Oscar nella storia del cinema, così come del sempre più irritante Antonio “Mulino Bianco” Banderas, per non parlare di Mel Gibson. Nei panni del cattivone di turno è del tutto improbabile e riesce persino a far rimpiangere il villain del primo capitolo interpretato da Steven Seagal. E ho detto Steven “attore più merdoso del mondo” Seagal, mica Al Pacino.

"Recitare male io? Ahah!"

"Ho appena visto un pezzo di girato e...
in effetti quel Cannibal Pirl non ha tutti i torti."

Tra una comparsata e l’altra, il film comunque è più che altro un one man-show tutto dedicato al bellissimo e poco rugoso Machete/Danny Trejo. Un Machete qui agguerrito, ma decisamente più attapirato rispetto al primo episodio. D’altra parte se ti uccidono la tua Jessica Alba davanti agli occhi proprio a inizio pellicola, è difficile poi non essere un po’ attapirati.
A provare a tirargli su il morale, e pure qualcos’altro, ci pensa allora Amber Heard, con il personaggio di una spia sotto copertura nelle vesti di Miss San Antonio. Bene così? Insomma, il suo personaggio troppo stereotipato, lei troppo castigata e la scenona di sesso in 3D con Machete, anziché essere geniale o anche solo divertente come vorrebbe essere, lascia il tempo che trova.


A provare a rendere più caliente la pellicola ci provano pure le tre sventolone latine sfoggiate: una scatenata ma più che altro invasata Sofíona Vergara...


...più una sempre bona Vanessa Hudgens, più la rivelazione Alexa Vega (Michelle Rodriguez no, lo siento pero no me gusta, es muy masculina para mí).
Alexa Vega che nella saga di Spy Kids firmata dallo stesso Rodriguez io ricordavo così...


E che adesso si è trasformata in questa roba qui…


Machete Kills sarà anche un film pieno di figa, però ci viene mostrata in veste muy castigata, ed è proprio questo il problema. Non mi riferisco solo al fatto che non ci siano nudi. Sì, anche quello, ma non solo, sul serio. È tutta la pellicola in generale ad essere pulitina e precisina, pure a livello di fotografia e di montaggio. Machete Kills è come una versione in HD di un grindhouse movie e tradisce in questo modo lo spirito originario dell’operazione, partita tutta da un trailer fittizio presente nella doppia visione Planet Terror dello stesso Robert Rodriguez e Grindhouse – A prova di morte del suo amichetto Quentin Tarantino.
Machete Kills è una versione ripulita di Machete. Ci regala qualche bel momento splatterone all’inizio, che strappa pure la risata, c’è qualche scenetta divertente qua e là, il tutto però in tono minore rispetto al precedente episodio. Quando la battuta migliore “Machete non twitta” è solo una versione riciclata del vecchio “Machete non manda messaggi”, d’altra parte, c’è qualcosa che non va. Così come quando un film che vorrebbe essere di puro e cazzaro intrattenimento, e a tratti riesce pure ad esserlo, finisce invece nella lunga ed estenuante parte finale per annoiare, anche lì si capisce che qualcosa non va.
Di una cosa in ogni caso sono sicuro riguardo a questo film: tra topa, sparatorie, esplosioni, battutacce, effettacci speciali e registici, il regista Robert Rodriguez dev’essersi divertito un mondo. Su un’altra cosa sono sicuro: lo spettatore, anche il più patito di action, di trash o di B-movies (che poi questo come detto è più che altro un B-movie in HD), e persino il più fan/la più groupie di Machete non si sarà mai divertito quanto lui. E qualcuno, come me, a un certo punto avrà anche cominciato a sbadigliare.

La saga di Machete, visti gli incassi disastrosi al box-office, finirà qui? Oppure Rodriguez tornerà a divertirsi come un bambino e riuscirà a girare Machete Kills Again… in Space?
Non saprei cosa sperare. Da una parte questo Machete Kills si è rivelato un sequel ancora più inutile e spento di quanto potessi immaginare, dall’altra il trailer di Machete Kills Again… in Space si è rivelato la cosa più divertente dell’intera pellicola e quindi potrebbe nascerne un episodio migliore del secondo.
Nell’indecisione, direi di chiuderla qui. La saga e pure il post.
Machete Kills?
Nah, a questo giro Machete Sucks.
(voto 5,5/10)



venerdì 8 novembre 2013

LADY GAGA, ARTPOP O ARTPOOP?




Lady Gaga “Artpop”

Nel futuro, ognuno sarà famoso nel mondo per 15 minuti.
Andy Warhol, 1968

Lady Gaga è la più grande popstar del mondo. Milioni di miliardi di copie vendute dagli album "The Fame" (poi anche in versione "Monster") e "Born This Way", tour mondiali tutti esauriti, copertine delle riviste di tutto il globo, canzoni come “Poker Face” e “Bad Romance” entrate nell’immaginario collettivo, è la persona più seguita sui social network, ha una sconfinata popolarità (forse) superiore a quella di Obama e del Papa…
Questo finora. Stefani Joanne Angelina Germanotta adesso è arrivata al fatidico appuntamento con il terzo album, con una Madonna ormai detronizzata dal trono di regina del pop, ma con diverse rivali/discepole che stanno cercando a loro volta di prendere il suo posto, come Rihanna, Katy Perry e la lanciatissima Miley Cyrus, colei che, tra nudi, scandali e twerk vari sta facendo apparire Gaga come un’educanda. Soprattutto, la sta facendo passare per qualcosa di superato. In un mondo del pop che gira velocissimo, la Germanotta con il suo nuovo album sarà allora riuscita a confermarsi la Regina?
Andiamo a scoprirlo.

“Artpop” track-by-track
Aura” è il brano anticipato dalla colonna sonora di Machete Kills, il film che segna il debutto cinematografico di Lady Gaga su grande schermo. Sì, vabbè, la Germanotta aveva fatto anche una breve apparizione in un episodio de I Soprano, ma era giusto un cameino-ino-ino. La canzone in ogni caso è una tamarrata prodotta dal lanciatissimo Zedd che si apre a un ritornello molto melodico. Non avrà un’aura magica, ma suona abbastanza bene.



Venus” prosegue sulla falsariga del pezzo precedente: truzzata clamorosa con qualche lampo di melodia. Il pezzo, prodotto da DJ White Shadow, campiona “Rocket Number #9” degli Zombie Zombie, a sua volta cover di una canzone di Sun Ra. Il risultato è un inno da discoteca fine anni ’80/primi ’90.



Con “G.U.Y.” l’impressione iniziale si trasforma in certezza: il suono di questo “Artpop” ricorda sempre più quello che si poteva sentire facendo un giro alle giostre in una primavera degli Anni Novanta: elettronica truzza, che spinge senza vergogna. Niente di nuovo, quindi, ma il producer Zedd, che fa doppietta con “Aura”, se la cava. Peccato non abbia prodotto anche il resto.

Sexxx Dreams” è sempre una tamarrata, però è una tamarrata più lenta. Un pezzo di puttanpop soft-erotico perfetto per una lap dance. Per un ascolto all’infuori di un nightclub non è però proprio l’ideale e nel ritornello suona come un pezzo di Mariah Carey remixato. E questo non è un complimento.

Il pop porno di “Sexxx Dreams” ci conduce nella seconda parte del disco. Con “Jewels n’ Drugs” si cambia registro e si entra in una versione di Gaga del rap, grazie anche ai featuring di T.I., Too Short e Twista, perché la Germanotta è la solita esagerata e un rapper solo non gli bastava. Lei voleva un’orgia di rapper e l’ha ottenuta. Peccato che il risultato sia da meh. L’hip-hop non fa per lei, proprio no, l’abbiamo capito.

Lady Gaga si va a fare la “Manicure” e cambia ancora sound. La canzone è una specie di rock tamarro alla Rock of Ages che però finisce per suonare più vicino all’ultima Avril Lavigne che ai Def Leppard. Nemmeno questo è un complimento.

Quindi è la volta del nuovo singolo “Do What U Want” che a tratti mi ricorda “Doin’ It Right” contenuta sull’ultimo album dei Daft Punk. Mentre il featuring di R. Kelly mi ricorda Tiziano Ferro. Decidete voi se quest’ultima cosa sia positiva o meno…
Alla fine della fiera, perché di fiera più che di disco si tratta, con la sua unione di electro e R&B questo si rivelerà il pezzo musicalmente più interessante e coraggioso della raccolta, il che la dice lunga sulla qualità complessiva dell’ultimo lavoro gaghiano. O si dirà gagaista?



Arriva la title track, “Artpop”.
Come suona?
Suona molto… artpop. Come ca**o volevate che suonasse?
Suona però come un artpop svogliato. La voce di Gaga è spenta, non morde, il ritornello è qualcosa di quasi inascoltabile. Che è successo? La Lady è entrata in menopausa insieme all’ultima terribile Madonna?
Io dico solo che, fino ad ora, questo Artpop mi sembra una delusione, e pure una cagata, pazzesca. Ma andiamo avanti.

Swine” significa “porco” e potrebbe segnare l’inizio di un nuovo genere musicale. Non più puttanpop, ma porcopop. Con questo pezzo suino si ritorna sui ritmi unz-unz-unz della prima parte del disco, con dei bassi mostruosi e quasi dubstep, perché oggi vuoi uscirtene con un album senza manco un brano vagamente dubstep? Eh no, bella mia, non si fa. Solo che già Britney, Rihanna, Miley, Selena e persino Justin Bieber e i Negramaro sono arrivati prima di te, cara Gaga. Fino a qualche mese fa mi dettavi le tendenze e adesso ti limiti a seguirle? Sei proprio come l’ultima Madonna, con la differenza che Lady Ciccone c’ha messo vent’anni e passa per spegnersi, tu Lady G al terzo album stai già mostrando di avere il fiato corto. Non me l’aspettavo da te, cacchiarola.

Con il pezzo successivo, la Germanotta sembra aver trovato la sua nuova dimensione ideale: fare musica per le sfilate di moda. “Donatella” è dedicata proprio alla “nostra” Donatella Versace ed è un pezzo perfetto. Perfetto per una passerella. Se non siete modelle o modelli che stanno facendo una sfilata, potete tranquillamente skippare al pezzo successivo…

Ehm, come non detto. Il pezzo successivo si chiama “Fashion!” ed è un altro inno da passerelle, questa volta però più intrigante e riuscito rispetto a quella cagata di “Donatella”, per quanto mi riguarda il pezzo peggiore nella carriera della popstar finora, una roba degna di “Alfonso Signorini (Eroe nazionale)” di Fedez.
In “Fashion!” i suoni si fanno molto 70’s, molto Daft Punk, molto Chic, con lo zampino di David Guetta alla produzione. Non sarà “Vogue” di Madonna, lascia solo immaginare cosa ne uscirebbe da una collaborazione Gaga + Daft Punk, ma se non altro suona meno peggio rispetto ad altre cose che sfilano in questo super kitsch “Artpop”.

Mary Jane Holland” è pura gaga-tamarrata. Anche se rimaniamo sempre lontani dai livelli dei pezzi di “The Fame” e “Born This Way”, finalmente questo “Artpop” comincia a gasare. Alla buon’ora, il disco è quasi finito.

Dope” è la prima ballata. A dirla tutta, è anche l’unica vera e propria ballata. Dopo tante truzzate clamorose fa piacere tirare un po’ il fiato, ma il pezzo è lungi dal lasciare un segno di qualunque tipo. Non emoziona, fa sbadigliare, persino il testo è banale, ulteriore dimostrazione di come l’ispirazione e la capacità compositiva che Lady Gaga aveva mostrato nei precedenti dischi qui sembra aver abbandonato del tutto il suo corpo.



La successiva “Gypsy” parte pure questa come una ballad, fino a che entra un ritmo leggermente danzereccio e la canzone si trasforma in un’altra, l’ennesima tamarrata. Questa volta sarà solo una tamarrata a metà, ma di tamarrate ormai non ne posso più.

Chiude lo spettacolo “Applause”, il primo già conosciuto singolo che non è malaccio, soprattutto alla luce del resto del lavoro, ma che continua a non convincere del tutto. È una canzone electroclash piacevole alla Felix da Housecat, però da Gaga ci si aspetterebbe qualcosa di più nuovo di un brano che già una decina d’anni fa sarebbe suonato jurassico.

Fine track-by-track di “Artpop”



La Germanotta va in cerca di applausi, ma da me a questo giro raccoglie solo dei gran fischi. Se fino a un paio di anni or sono Gaga era la più grande e innovativa popstar del mondo, adesso appare già una stella cadente senza più nulla di originale da dire, che cerca nuove strade musicali e invece finisce per suonare solo come una versione più debole della sua “vecchia” se stessa. La cover realizzata dall’artista Jeff Koons comunque è davvero fighissima. E quando la copertina è la cosa migliore di un album, forse quest’album ha qualcosa che non va.

Auto proclamatasi la nuova Andy Warhol, Gaga s’è portata sfiga da sola. Lo dice uno che finora l’aveva sempre apprezzata e sostenuta e difesa contro quei big monsters dei suoi detrattori. “Artpop” venderà ancora parecchio e i suoi Little Monsters continueranno a seguirla con devota Fede. La triste verità però è che oggi non è già più lei l’icona pop del presente. La più discussa, criticata e odiata in rete ormai è Miley Cyrus, che gli ha pure fregato il fotografo/amico Terry Richardson da sotto il naso. Questo per quanto riguarda l’aspetto mediatico. A livello musicale non parliamone, la Germanotta è strasorpassata alla grande dalle nuove starlette dell’alternative pop mondiale come Sky Ferreira, Ellie Goulding, Charli XCX, Icona Pop, Lana Del Rey, Katy B e M.I.A.. Vabbè, M.I.A. non è proprio nuovissima, ma è comunque sempre anni luce più avanti dell’ultima Gaga.

“Artpop” suona come Artpoop, cacca d’arte, ma pur sempre cacca. Per 2 o 3 canzoni valide che pure sono presenti e la cui riuscita si deve più al lavoro dei producer che non a una vena compositiva della Germanotta in netta crisi, ne compaiono almeno altre 2 o 3 addirittura terrificanti, e di pezzi memorabili o degni delle cose migliori del suo “passato” non ce n’è manco uno. “Artpop” è un disco con cui la cantante non riesce più a suonare originale e fresca come un tempo e che risulta troppo pasticciato e confuso. Al suo interno vuole contenere di tutto e di più, ma finisce per contenere il Nulla.
Tic tac, tic tac.
Non è che i 15 minuti di Lady Gaga stanno già scadendo?
Tic tac, tic tac.
(voto 4,5/10)

giovedì 7 novembre 2013

UN SACCO DI FILM GIOVANI E BELLI




Che settimana, signori e signore!
Non sono ironico, una volta tanto nella vita. Mentre al box-office continueranno a piovere euro a catinelle sulla testa di Checco Zalone, questo weekend arriveranno un sacco di vari filmoni degni, degnissimi di nota, quindi non perdiamo tempo con le presentazioni che cose del genere non capitano spesso, in Italia non capitavano da mesi, e passiamo a vedere tutte le uscite con i commenti miei e del mio collega nemico blogger MrJamesFordone.

"Dì ancora che Donnie Darko è sopravvalutato e ti ammazzo!"
Prisoners di Denis Villeneuve
Il consiglio di Cannibal: fate Ford prigioniero e non liberatelo più
Aspettative altissime per uno dei film più promettenti dell’autunno. Prisoners è un thriller-drama accolto molto bene negli USA sia dal pubblico che dalla critica, e pure al Toronto Film Festival, vanta alla regia Denis Villeneuve, uno che con i notevolissimi Polytechnique e La donna che canta ha dimostrato di possedere un talento enorme e un potenziale futuro ancora maggiore, e un ottimo cast capitanato da Jake Gyllenhaal. Da tali premesse, posso anche chiudere un occhio sulla presenza di Hugh Jackman, attore che sopporto ben poco. Direi quasi che lo sopporto meno di Ford, ma se non altro Wolverine una volta ogni tanto, come con The Prestige, ne fa una giusta. A differenza del mio blogger nemico.
Il consiglio di Ford: presto Cannibale sarà prigioniero nello scantinato del Saloon. E tutti tireremo un sospiro di sollievo.
Esistono ben pochi registi in grado di mettere d'accordo perfino i due nemici per antonomasia della blogosfera, ed uno di essi è Denis Villeneuve, autore dei due meravigliosi Polytechnique e La donna che canta, trattati con lo stesso riguardo su White Russian così come su Pensieri Cannibali.
Cosa più unica che rara, dunque.
Speriamo soltanto che la grande produzione dietro questo Prisoners non abbia inficiato troppo il lavoro di uno dei più interessanti autori che possa vantare il Nord America. Nel frattempo, potenziale prima scelta della settimana.

"Non ti sembra esagerato 'sto cerottone per un brufolino?
Guarda che sei lo stesso giovane e bella. Sempre più di Ford, almeno."
Giovane e bella di François Ozon
Il consiglio di Cannibal: Che dilemma, meglio Giovane e bella di Ozon o Vecchio e brutto di Fordon?
Non solo Villeneuve questa settimana, ma pure Ozon, altro regista in ottima forma che negli ultimi mesi ci ha già consegnato quel gioiellino di Nella casa. Che sta succedendo alla distribuzione italiana? Vogliono proporci davvero del cinema di qualità? Ormai non eravamo più abituati, soprattutto Ford.
Dopo settimane di nulla quei furboni di distributori, concentrando un sacco di uscite interessanti nello stesso weekend, rischiano però di togliere visibilità a film potenzialmente molto interessanti. Come questo, che promette di essere un nuovo filmon di Ozon.
Il consiglio di Ford: Katniss Kid non è più giovane, e neppure bella.
Curiosamente, secondo regista su due film in uscita a riuscire di norma a mettere d'accordo il sottoscritto e Peppa Kid.
Dopo due mesi di proposte praticamente inutili, finalmente un week end degno di questo nome.
Detto questo, e considerato l'ottimo e recente Nella casa, non posso non consigliare anche questo lavoro di Ozon, regista forse non dirompente come Villeneuve ma sempre e comunque in grado di stupire il suo pubblico.
Al contrario del Cannibale, che è una sorpresa - in negativo - sempre garantita.

"Domani arriva la recensione del mio nuovo disco?
Attento a quello che scrivi, Cannibal!"
Machete Kills di Robert Rodriguez
Il consiglio di Cannibal: Machete, kill Ford, pleeease
Mi sono divertito un sacco con il primo fighissimo Machete, quasi quanto a sfottere Ford per il suo essere un vecchio cowboy-wrestler sul viale del tramonto. Era un B-movie esaltante, spassoso, cazzaro il giusto. Detto questo, un po’ come con Kick-Ass, non sentivo un particolare bisogno di un sequel. Andava bene così. Questo secondo capitolo rischia allora di fare la fine di Kick-Ass 2, filmetto guardabile quanto dimenticabile.
Robert Rodriguez insieme al suo variegatissimo cast che questa volta comprende anche Lady Gaga, Charlie Sheen, Sofia Vergara, Vanessa Hudgens e Amber Heard sarà riuscito nel miracolo di dare alla luce un sequel degno di nota?
E Ford riuscirà a dare alla luce un post finalmente degno di nota?
Il consiglio di Ford: Ford kills... Cannibal.
Ci sono pochi uomini, nel grande circo di Hollywood, che rispetti quanto il vecchio Danny Trejo.
Ex delinquente e detenuto, grande amico del fu Edward Bunker - che lo conobbe, se non ricordo male, a San Quentin, se i concerti di Johnny Cash non mi hanno incasinato troppo i ricordi e lo lanciò sul grande schermo grazie ad una piccola parte in A trenta secondi dalla fine -, il coriaceo attore messicano è diventato un'icona leggendaria neanche fosse un eroe della Frontiera, proprio come il suo Machete.
Ora, in cuor mio già so che questo sequel non potrà raggiungere i livelli del primo capitolo di quella che dovrebbe essere una trilogia, ma anche che lo guarderò con grande gioia ed infinita goduria.
A volte, basta così.

Un weekend da bamboccioni 2 di Dennis Dugan
Il consiglio di Cannibal: viva i bamboccioni, abbasso i fordoni!
E a proposito di sequel… Se il ricordo di Machete rischia di essere rovinato da un numero 2 non all’altezza, Un weekend da bamboccioni 2 non corre questo pericolo, visto che c’è poco da rovinare. Il primo film era infatti davvero una robetta, però, da fan di Adam Sandler quale sono, temo che pure questo secondo capitolo non me lo farò sfuggire, mannaggia a me, anche se mi attira
ben poco. Sarà perché per me è ora di essere meno bamboccione e più uomo responsabile come il Fordone?
Naaah!!!
Il consiglio di Ford: non ho bisogno di bamboccioni, ogni settimana mi sorbisco già il Cannibale!
Per una volta, considerate le prime tre uscite - praticamente imperdibili - sono contento che arrivi una schifezza di questo calibro a spezzare un po’ il ritmo.
Ovviamente farò finta che non sia mai esistito neppure il primo e lascerò a Bamboccione Kid l'onore di recensirvelo.

Ford e famiglia.

Cannibal e famiglia.

"Piove, che cacchio hai da ridere?"
"Niente, pensavo a Ford... Ahahah"
"E' vero! Anche in una brutta giornata, basta pensare a lui
per ammazzarsi dalla risate, uahah."
Questione di tempo di Richard Curtis
Il consiglio di Cannibal: questione di tempo, e Ford ammetterà la sua incompetenza
Romanticoni in ascolto, Ford ce l’ho anche e soprattutto con te, questo sembra proprio un film che non vi dovete perdere. Lo specializzato in romcom Richard Curtis, quello di Love Actually, si affida alla sempre splendida e bravissima Rachel McAdams per raccontarci una storia d’amore e di viaggi nel tempo. Si rivelerà il Donnie Darko/Ritorno al futuro delle commedie sentimentali, o una gran delusione?
Questione di tempo e lo sapremo.
Il consiglio di Ford: questione di tempo, e finalmente riuscirò a mettere le mani sul Cannibale per assestargli un paio di cazzotti.
Non ho ancora avuto modo di recuperare questo potenzialmente interessante film firmato da Richard Curtis, eppure ho come l'impressione che potrebbe rivelarsi una sorpresa decisamente piacevole: scritto su binari che ricordano lo splendido Ruby Sparks dello scorso anno, potrebbe addirittura, dovesse mantenere le premesse, duellare con Before midnight per il titolo di migliore commedia romantica dell'anno.
Staremo a vedere.

"Ripeti ciò che hai detto sulla mia partecipazione a Hunger Games,
se ne hai il coraggio."
Rampart di Oren Moverman
Il consiglio di Cannibal: Ford, voglio ramparti la faccia!
L’uomo, il mito Woody Harrelson torna a collaborare con il regista Oren Moverman dopo lo riuscito Oltre le regole – The Messenger, film che mi era piaciuto particolarmente. La pellicola giace nel mio hard-disk già da parecchio tempo, ma non avevo ancora avuto lo stimolo per vederlo. Adesso con la scusa dell’uscita italiana ufficiale mi sa che è arrivata l’occasione. Ora o mai più.
E un film come questo potrebbe anche essere l’occasione buona per me e Ford per essere d’accordo. Ora o mai più.
Il consiglio di Ford: Cannibal, prima o poi ti ramperò le ossa!
Probabilmente questa settimana una strana congiunzione astrale ha finito per portare una serie di registi in grado, di norma, di mettere d'accordo il sottoscritto ed il Kid, perchè anche Oren Moverman fa parte della ristretta cerchia.
Come se non bastasse, e come per il molto ben riuscito Oltre le regole, torna sugli schermi Woody Harrelson, tra i pochi attori in grado di scampare alle critiche mie e del Cucciolo.
Certo, siamo in ritardo giusto di un paio d'anni, eppure il prodotto merita almeno una visione, specialmente per chi ama i polizieschi tosti e duri sulla scia di The Shield: lo vidi parecchio tempo fa, e potete trovare la mia recensione qui.

"Abbattere un aereo che trasporta Ford?
Questa sì che è un'occasione da cogliere al volo."
Planes di Kay Hall
Il consiglio di Cannibal: meglio volare su altri lidi
Questa specie di spin-off di Cars è l’uscita più attesa del periodo dal mio nipotino, che ha 5 anni. E temo sia anche la più attesa da MrFord, che di anni (se non altro mentali) ne ha almeno 50…
Considerando che si tratta di un filmino inizialmente programmato per un’uscita in home-video e poi, per ragranellare qualche soldino in più, la Disney, sempre più in crisi a livello creativo, ha pensato bene di farlo volare nei cinema, la qualità non dovrebbe essere altissima. Io allora questo volo però me lo perdo volentieri, mentre Ford spero salga su aereo diretto al Polo Nord. Solo andata.
Il consiglio di Ford: vorrei regalare un volo a Cannibal Kid. Per Marte.
Filmetto derivativo dal franchise di Cars che sinceramente ha tutto il sapore dell'operazione commerciale senza ritegno utile a Mamma Disney per fare cassa nel periodo dell'anno più propizio in questo senso.
Le aspettative sono molto basse e il Fordino è ancora troppo piccolo per costringermi alla sala il giorno stesso dell'uscita, quindi penso che lo guarderò, ma con molta, molta calma.
Anche perchè il solo pensiero di un aereo mi fa tornare in mente che è un po’ troppo tempo che non viaggio.

"Chi stai aspettando?"
"MrFord."
"Ma guarda che non prende il treno. Quello si muove solo su un tosaerba,
come il vecchino di Una storia vera."
La gabbia dorata – La jaula de oro di Diego Quemada-Diez
Il consiglio di Cannibal: settimana dorata?
Film messicano da Festival, che dal trailer sembra una cosa a metà strada tra Y tu mama tambien e Stand By Me, quindi potenzialmente molto promettente. In un’altra settimana, avrebbe rischiato di essere la proposta migliore. In questa appare invece un po’ oscurato dalle altre uscite, ma una visione prima o poi se la potrebbe meritare.
Mi sa anche di film abbastanza fordiano. Ma questa però non prendetela come una cosa positiva. Tutt’altro.
Il consiglio di Ford: la gabbia che ho progettato per il Cucciolo non è affatto dorata.
Considerata l'esperienza molto positiva con il recente Las acacias, e considerato che questa settimana pare uno di quei regali che i distributori ci concedono ormai sempre più difficilmente, cercherò di recuperare il prima possibile questa potenziale piccola chicca, che mi pare il tipico film da Festival nella versione buona.
Quella fordiana.

"A Ford, il mio fan numero 1. Con affetto, Luca Fordareschi."
Something Good di Luca Barbareschi
Il consiglio di Cannibal: Something bad, really really bad
In una settimana clamorosamente cinematograficamente ripiena di proposte niente male e in arrivo da un po’ tutto il mondo, dall’Italia poteva non arrivarci una ciofeca?
E che ciofeca!
A me Luca Barbareschi è sempre stato sulle palle, come attore, come uomo e come politico. Come regista non lo so e, parlerò per pregiudizio come fa di solito Ford, non mi interessa nemmeno scoprirlo. A giudicare dal trailer, il suo nuovo “thriller internazionale” ambientato in Cina sembra davvero lammerda. Non so perché, ma mi sembra una roba molto vicina al cinema di Renzo Martinelli, regista (s)consigliato proprio da Ford. Questo Something Good potrebbe così rivelarsi good giusto per infoltire la classifica dei peggiori film dell’anno, però non è giusto: mi sa che vincerebbe troppo facilmente.
Il consiglio di Ford: the good, the bad and the worst.
Questa settimana i distributori riescono nell'impresa non solo di mettere d'accordo me ed il mio nemico Cannibale in positivo, ma anche in negativo, considerato che Barbareschi è sempre stato profondamente sul cazzo anche al sottoscritto.
Supponente e spocchioso, è uno degli emblemi del peggio che l'Italia ha da offrire.
Ovviamente, in mezzo a proposte una più interessante dell'altra, il ruolo della pecora nera spetta alla Terra dei cachi.

lunedì 26 agosto 2013

MTV VMA 2013, IL TRIPUDIO DEL PUTTAN POP




Hannah Montata
o, se preferite, Hannah Montanal.
La scorsa notte si sono tenuti gli Mtv Video Music Awards 2013 e io ho capito una cosa: mi sa che non sono più il bimbominkia di una volta. Un tempo mi sarei alzato alle 3 di mattina per guardare tutto l’evento, red carpet pre-show compreso. Quest’anno invece l’ho seguito solo il giorno dopo a spezzoni e in maniera alquanto distratta.
Non sarò più il bimbominkia di una volta, ma ciò non toglie che mi sono esaltato comunque come un bimbo per alcune cose molto minkiose come Selena Gomez che ha vinto il premio per Best Pop video. Hurrah! XD
Anche se il momento migliore della serata per me è stata l’esibizione ben poco bimbominkiosa di Dio Kanye West.


"Son di nuovo finito con gli 'N SYNC. Oh mio Dio, ma questo è un incubo!"
La serata ha incoronato un re assoluto, Justin Timberlake, che si è portato (meritatamente) a casa il premio di miglior video per la splendida clip di “Mirrors”. E non solo. Si è aggiudicato pure altri premi tra cui il Michael Jackson Vanguard Award, una specie di Oscar alla carriera videoclipposa, si è esibito in un tour de force una performance di una ventina di minuti in cui ha proposto un medley dei suoi successi e, tanto per non farsi mancare nulla, ha fatto pure una mini reunion con il gruppo che (ahilui) l’ha lanciato, gli ‘N SYNC. Un paio di ex membri della ex boy band sono apparsi alquanto appesantiti e si sono forse pentiti di aver disdetto l’abbonamento in palestra e di aver mangiato qualche porchetta dal paninaro di troppo.



Se il re è stato Justin Timberlake, la corona di regina della serata se la sono contesa una serie di dive pop.
Lady Gaga ha aperto lo show in cerca di “Applause”, con una serie di cambi di look impressionante persino per lei.



Katy Perry ha risposto con i pugni, manco fosse il povero moribondo Mike Tyson, da ben 6 giorni a digiuno di alcool & droghe. Come farà a sopravvivere?


Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più puttan pop del reame?
A sorpresa, nella battaglia tra Gaga e Perry, la più sputtaneggiante di tutte è stata la giovincella Miley Cyrus, scatenata sul palco sia da sola che con Robin Thicke. Ha troieggiato talmente tanto da far impallidire persino una attapiratissima Rihanna, che forse si sarà pentita di aver rifiutato di interpretare una hit come “We Can’t Stop”, inizialmente a lei proposta, per lasciarla nelle grinfie della neo rivale…





"Mmm... forse è meglio se non sorrido."
Che altro è successo?
È stata pure la serata del duo hip-hop Macklemore & Ryan Lewis, bravini ma sopravvalutati, c’è stata un’ottima esibizione di Drake, mentre a rappresentare il rock, genere ormai quasi del tutto scomparso dalla cartina della musica mainstream ggiovane di oggggi, è arrivato Jared Leto dei 30 Seconds to Mars. In più c’è stata un’apparizione aliena dei Daft Punk e qualche premio discutibile assai, come quello ai One Direction per la migliore canzone dell’estate, a discapito dei Daft Punk stessi.
La cosa più importante di questi VMA 2013, comunque, è che ho capito di non essere più il bimbominkia di una volta.
O quasi…
V@1 Selen@ G0meZ! T L ♥vv ♥, 6 Tr0pp0 l@ M1gl10Re!


Ok, la smetto.

Ecco a voi l’elenco completo dei premi degli Mtv VMA 2013 che, se proprio vi interessano, vanno in replica questa sera alle 22.00 su Mtv Italia.

I One Direction con una escort.
Ah no, è Lady Gaga!
Video Of The Year: Justin Timberlake – “Mirrors”
Best Male Video: Bruno Mars – “Locked Out Of Heaven”
Best Female Video: Taylor Swift – “I Knew You Were Trouble”
Best Pop Video: Selena Gomez – “Come And Get It”
Artist To Watch: Austin Mahone – “What About Love”

Best Collaboration: Pink Feat. Nate Ruess – “Just Give Me A Reason”
Best Video With A Social Message: Macklemore & Ryan Lewis – “Same Love”

Best Rock Video: 30 Seconds To Mars – “Up In The Air”
Best Hip-Hop Video: Macklemore & Ryan Lewis Feat. Ray Dalton -”Can’t Hold Us”
Best Art Direction: Janelle Monae Feat. Erykah Badu – “Q.U.E.E.N”
Best Choreography: Bruno Mars – “Treasure”
Best Cinematography: Macklemore & Ryan Lewis Feat. Ray Dalton – “Can’t Hold Us”
Best Direction: Justin Timberlake Feat. Jay-Z – “Suit & Tie”
Best Editing: Justin Timberlake – “Mirrors”
Best Visual Effects: Capital Cities – “Safe And Sound”
Best Song of the Summer: One Direction – “Best Song Ever”

Michael Jackson Video Vanguard Award: Justin Timberlake

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