L’onda
Autocrazia: forma di governo in cui una persona o un singolo gruppo hanno in mano tutto il potere. Un professore chiede ai suoi studenti se sia possibile in una nazione come la Germania che dopo il nazismo una nuova forma di autocrazia possa prendere il sopravvento. E così crea con i suoi studenti il movimento L’onda, con tanto di simbolo, saluto personalizzato e pagina myspace.
Mentre in Italia siamo fermi alla serie di Scusa se ti chiamo pucci pucci miao miao, i crucchi hanno fatto un film sostanzialmente adolescenziale che fa riflettere profondamente su come possa nascere rapidissimamente un movimento politico, così come anche una moda o un movimento, e sui meccanismi, non sempre o non del tutto negativi, che portano all’aggregazione sociale. Perché cosa c’è di meglio del sentirsi parte di qualcosa? L’unione fa la forza (forse). Un film che sarebbe da proiettare in tutti i licei, non per dare una visione univoca della Storia, ma per far discutere e riflettere.
(Ma che esista un misterioso collegamento tra questa pellicola e l’omonimo movimento studentesco bistrattato in questi giorni da Brunetta The Giant??)
voto\8,5
Gran Torino
Un vecchio burbero e razzista, una volta vedovo, si ritrova da solo con il suo inseparabile fucile a dover fare i conti con le varie etnie che hanno occupato e trasformato in un ghetto il suo quartiere: neri, ispanici e musi gialli. Ed è proprio con questi ultimi, proprio lui che ha fieramente combattuto in Corea, che intesse una particolare relazione divisa tra amore e odio.
Il film per lo più fa ammazzare dalle risate, con battute razziste a go-go e dialoghi american all-stars degni de L’ultimo boyscout, ma c’è pure una profonda storia di formazione (a doppio senso) tra il vecchio Clint e il giovane coreano Tao (prontamente ribattezzato Tardo:) e la solita grande poesia Eastwoodiana. Un film sulla vecchiaia secondo solo al capolavoro lynchiano Una storia vera, ma anche e soprattutto un film sul presente. Gran Torino, grande Clint!
voto\8+
Nick e Norah: tutto accadde in una notte
Piacevolissima commedia stile Juno (non a caso il protagonista è l’imbranato Michael Cera) e colonna sonora da mandare in brodo di giuggiole tutti noi ragazzini indie per questo film tutto-in-una-notte ambientato tra le strade e i locali di New York. Una via alternativa alle solite commedie romantiche.
voto\7,5
Live! Ascolti record al primo colpo
Idea geniale per un reality-show: prendiamo un gruppo di persone pronte a partecipare a una roulette russa in diretta televisiva richiando la propria vita pur di diventare famosi e portarsi a casa 5 milioni di dollari! Idea geniale per un reality, ma pessima per un film che vorrebbe porsi come critica feroce dei programmi tv sempre più estremi di oggi. Solo che con il suo stile finto-documentario alla Blair Witch Project parla il loro stesso identico linguaggio e, anzi, finisce persino per essere peggio di molti dei suddetti shows e si rimpiange di non aver visto il Grande Fratello. Per la serie: questo NON è cinema.
voto\3
Il mai nato
La prima sequenza con il cane che indossa una maschera è veramente inquietante. Tutto il resto è un saggio di tanti, anzi troppi, stereotipi new horror: bambini psicopatici, visioni continue (al ritmo tipo di una ogni 30 secondi!!!), specchi, insetti disgustosi, una trama ridicola incentrata su un oscuro quanto poco interessante mistero famigliare, urla ed effetti sonori a un volume esagerato fatti apposta per far sobbalzare lo spettatore dalla poltrona anche se nulla di nulla sta accadendo e bla bla bla altre trovatone da paura di questo livello. Persino la protagonista sosia di Jessica Alba e Megan Fox è uno stereotipo (ma almeno un bellissimo stereotipo), per il resto l’unica cosa appropriata è il titolo: questo film non sarebbe mai dovuto nascere.
voto\2
Autocrazia: forma di governo in cui una persona o un singolo gruppo hanno in mano tutto il potere. Un professore chiede ai suoi studenti se sia possibile in una nazione come la Germania che dopo il nazismo una nuova forma di autocrazia possa prendere il sopravvento. E così crea con i suoi studenti il movimento L’onda, con tanto di simbolo, saluto personalizzato e pagina myspace.
Mentre in Italia siamo fermi alla serie di Scusa se ti chiamo pucci pucci miao miao, i crucchi hanno fatto un film sostanzialmente adolescenziale che fa riflettere profondamente su come possa nascere rapidissimamente un movimento politico, così come anche una moda o un movimento, e sui meccanismi, non sempre o non del tutto negativi, che portano all’aggregazione sociale. Perché cosa c’è di meglio del sentirsi parte di qualcosa? L’unione fa la forza (forse). Un film che sarebbe da proiettare in tutti i licei, non per dare una visione univoca della Storia, ma per far discutere e riflettere.
(Ma che esista un misterioso collegamento tra questa pellicola e l’omonimo movimento studentesco bistrattato in questi giorni da Brunetta The Giant??)
voto\8,5

Un vecchio burbero e razzista, una volta vedovo, si ritrova da solo con il suo inseparabile fucile a dover fare i conti con le varie etnie che hanno occupato e trasformato in un ghetto il suo quartiere: neri, ispanici e musi gialli. Ed è proprio con questi ultimi, proprio lui che ha fieramente combattuto in Corea, che intesse una particolare relazione divisa tra amore e odio.
Il film per lo più fa ammazzare dalle risate, con battute razziste a go-go e dialoghi american all-stars degni de L’ultimo boyscout, ma c’è pure una profonda storia di formazione (a doppio senso) tra il vecchio Clint e il giovane coreano Tao (prontamente ribattezzato Tardo:) e la solita grande poesia Eastwoodiana. Un film sulla vecchiaia secondo solo al capolavoro lynchiano Una storia vera, ma anche e soprattutto un film sul presente. Gran Torino, grande Clint!
voto\8+

Piacevolissima commedia stile Juno (non a caso il protagonista è l’imbranato Michael Cera) e colonna sonora da mandare in brodo di giuggiole tutti noi ragazzini indie per questo film tutto-in-una-notte ambientato tra le strade e i locali di New York. Una via alternativa alle solite commedie romantiche.
voto\7,5

Idea geniale per un reality-show: prendiamo un gruppo di persone pronte a partecipare a una roulette russa in diretta televisiva richiando la propria vita pur di diventare famosi e portarsi a casa 5 milioni di dollari! Idea geniale per un reality, ma pessima per un film che vorrebbe porsi come critica feroce dei programmi tv sempre più estremi di oggi. Solo che con il suo stile finto-documentario alla Blair Witch Project parla il loro stesso identico linguaggio e, anzi, finisce persino per essere peggio di molti dei suddetti shows e si rimpiange di non aver visto il Grande Fratello. Per la serie: questo NON è cinema.
voto\3

La prima sequenza con il cane che indossa una maschera è veramente inquietante. Tutto il resto è un saggio di tanti, anzi troppi, stereotipi new horror: bambini psicopatici, visioni continue (al ritmo tipo di una ogni 30 secondi!!!), specchi, insetti disgustosi, una trama ridicola incentrata su un oscuro quanto poco interessante mistero famigliare, urla ed effetti sonori a un volume esagerato fatti apposta per far sobbalzare lo spettatore dalla poltrona anche se nulla di nulla sta accadendo e bla bla bla altre trovatone da paura di questo livello. Persino la protagonista sosia di Jessica Alba e Megan Fox è uno stereotipo (ma almeno un bellissimo stereotipo), per il resto l’unica cosa appropriata è il titolo: questo film non sarebbe mai dovuto nascere.
voto\2
