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venerdì 30 ottobre 2015

Final Girl, la fortunella che sopravvive nei film horror





Final Girl
(Canada, USA 2015)
Regia: Tyler Shields
Sceneggiatura: Adam Prince
Cast: Abigail Breslin, Wes Bentley, Alexander Ludwig, Cameron Bright, Logan Huffman, Reece Thompson, Francesca Eastwood
Genere: vintage horror
Se ti piace guarda anche: Barely Lethal, Hanna, American Horror Story, The Final Girls

Lo sapete cos'è una Final Girl?
Immaginate che sia una ragazza di Finale Ligure?
Sbagliato! Con l'espressione Final Girl nel gergo cinematografico che usiamo noi appassionati (veramente io è la prima volta che la uso) viene definita la ragazza che sopravvive a un horror, in genere a uno slasher o a un survival. Quella in pratica che vede tutti i suoi amici, fidanzati, parenti e un po' tutti i suoi conoscenti morire uno dietro l'altro, ma alla fine lei mica muore. Che ragazza fortunata!
Volete qualche esempio di fortunella Final Girl sopravvissuta a qualche film, o addirittura a qualche saga horror?

martedì 30 giugno 2015

Contagious - The Walking Dad





Contagious: Epidemia mortale
(USA, Svizzera 2015)
Titolo originale: Maggie
Regia: Henry Hobson
Sceneggiatura: John Scott 3
Cast: Abigail Breslin, Arnold Schwarzenegger, Joely Richardson, Raeden Greer, Bryce Romero
Genere: mortale
Se ti piace guarda anche: In the Flesh, The Walking Dead, Life After Beth

Finalmente Arnold Schwarzenegger ha azzeccato il ruolo giusto: gli fanno fare lo zombie.
No?
Come, no?
È il padre di una ragazza zombie, ma lui recita la parte dell'essere umano al 100%?
Allora non ci siamo. Non ci siamo proprio. Il film Contagious: Epidemia mortale è infatti tutto così: è uno zombie che cerca di essere umano, solo che non ci riesce. Manco lontanamente. Arnold Schwarzenegger se la cava bene solo quando fa la parte della statua. Ecco. Non l'attore, né tanto meno il governatore. Quello è il suo lavoro ideale: la statua di cera.

martedì 6 maggio 2014

THE CALL, LA CHIAVATA




“911, qual è la sua emergenza?”
“Aiuto! Ho visto un film quasi decente con Halle Berry. Non mi era mai successo prima. Adesso cosa faccio?”
“Oh mio Dio. Ne sei proprio sicura?”
“Sembra incredibile, però sì.”
“Per prima cosa, non farti prendere dal panico, tesoro.”
“Tesoro? Oh, cos’è tutta ‘sta confidenza?”
“Mah, niente. È solo che mi sono messo a lavorare al 911 per fare nuove conoscenze femminili, così, per cuccare un po’.”
“Mi sembra una cosa sensata. Se non altro, più sensata di una pellicola guardabile con Halle Berry, una che in carriera ha recitato per lo più male in film pessimi, da Catwoman a Cloud Atlas, dagli X-Men ai Flintstones fino al cinepanettone americano Capodanno a New York, passando al massimo per robette modeste come Codice: Swordfish e Gothika. L’ultimo film quasi valido che ha fatto è stato Monster’s Ball, comunque sopravvalutatissimo e che le è valso un Oscar inspiegabile, quando la cosa migliore della pellicola era Heath Ledger. Un film bello bello però non l’ha mai girato, o almeno io non l’ho mai visto. Le aspettative nei confronti di questo The Call che la vede protagonista assoluta erano dunque talmente basse che ritrovarmi di fronte a una visione a tratti persino avvincente è stata una sorpresa sconvolgente che proprio non avevo tenuto in conto di provare.”
“Sicura di sentirti bene, tesoro?”
“La smetti di chiamarmi tesoro? E comunque no, non credo di stare troppo bene. Non è possibile che mi piaccia un film con Halle Berry.”
“Ok, allora non ti chiamo più tesoro, ti chiamo fichetta. Va meglio così?”
“Ah ah, sì, così mi piace di più. Non so se è tanto normale che mi piaccia essere chiamata fichetta, ma d’altra parte nemmeno apprezzare un thrillerino come The Call lo è.”
“Ti sento agitata, fichetta. Facciamo un passo indietro. Di cosa parla questo film, che io non l’ho ancora visto, visto che di guardare una roba con protagonista Halle Berry mica mi fido?”
“Allora te lo racconto io. Per prima cosa, Halle Berry fa la telefonista…”
“Dove? In una linea erotica?”
“No.”
“In un call center di quelli che ti rompono i maroni dal mattino alla sera?”
“Nemmeno. Lavora al 911.”
“Uh, che brava. Come me! E che le succede?”
“Un giorno riceva la telefonata di una ragazza…”
“Una bella fichetta?”
“Sì, abbastanza. In ogni caso, un maniaco entra nella casa della ragazza e poi se ne sta per andare via, quand’ecco che cade la linea e Halle Berry fa la cazzata di richiamare la ragazza. Il maniaco sente squillare il telefono e la trova, nascosta (prevedibilmente) sotto il letto. La rapisce e poi la uccide. Tutto questo per colpa di Halle Berry.”
“Complimenti, è brava a fare la telefonista! Forse era meglio se lavorava per una linea erotica.”
“Lo credo anch’io. Invece non solo dopo questo errore fatale non la licenziano, ma diventa persino un’insegnante e impartisce lezioni agli altri futuri operatori del 911.”
“Viva la meritocrazia! Dove è ambientato il film, in Italia?”
“No, negli USA. Comunque passano 6 mesi e Halle Berry si trova di nuovo alle prese con una drammatica telefonata di un’altra ragazza.”
“Fichetta pure lei?”
“Mah, insomma. È Abigail Breslin, la little miss sunshine ormai cresciuta.”


"Aiutatemi, ho un cellulare terribilmente fuori moda!
Portatemi un iPhone 5. Subito!"

“Cresciuta bene? O cresciuta male?”
“Beh, non è tutta ‘sta specialità. Però me la farei…”
“Ah, quindi sei lesbica?”
“No, sono bisex.”
“Molto interessante. Mi segno il tuo numero sul mio cellulare, anche se il regolamento del 911 lo vieta severamente.”
“Fai un po’ come ti pare. Comunque ti stavo raccontando il film…”
“Sì, lo so. Ma so anche già come proseguirà. Halle Berry proverà a salvare a tutti i costi la little miss sunshine per potersi così redimere dalla cazzata mortale che aveva fatto e che era costata la vita all’altra povera ragazza.”
“Esatto! Ma allora l’hai già guardato?”
“No, è solo che questi thrillerini americani sono parecchio prevedibili. Visto uno, visti tutti. Scommetto anche che è un film di quelli “telefonati” in stile Phone Booth o Buried – Sepolto.”
“Giusto. Come hai fatto a indovinare?”
“Te l’ho detto. È tutto così prevedibile. E scommetto pure che il maniaco di turno è diventato un maniaco di turno perché ha subito qualche trauma infantile.”
“C’hai troppo preso! La prima ora di film è tesa, ben realizzata, diretta discretamente dal regista Brad Anderson, uno che a parte L’uomo senza sonno mi è sempre sembrato un discreto mestierante thriller ma niente di più. E riesce addirittura a tenerti incollato allo schermo con la curiosità di sapere cosa succederà.”
“Sembra un thriller superiore alla media, allora.”
“All'inizio sì, peccato che nella mezz’ora finale il ritmo rallenta e la storia si arena nei drammi personali del maniaco di turno, proprio come dicevi tu. Per non parlare di una conclusione in cui la nostra alè, alè alè alèèè, Berry! Berry! si trasforma da telefonista a detective supereroina ed è una roba parecchio inverosimile.”
“Quindi non è poi tutto ‘sto gran film.”
“No. Assolutamente no. Però è un discreto intrattenimento, un thriller decente per una serata primaveril-estiva di leggera tensione. Quanto ad Halle Berry recita maluccio, però nemmeno in maniera disastrosa come in altre occasioni. Davvero non me l’aspettavo. Cosa sta succedendo nel mondo? Mi sento disorientata…”
“Calma, fichetta. Ci sono qua io, il tuo operatore 911 personale. Facciamo che ne riparliamo di persona, magari davanti a un mojito, ok?”
“Va bene, ma non è contro il regolamento uscire con una persona che ti ha chiamato? Non rischi di essere licenziato?”
“Certo che è vietato dal regolamento. Però chissenefrega. Se Halle Berry ha fatto morire una povera ragazza innocente e l’ha passata liscia, vuoi che facciano qualcosa a me per una cosa come questa? Hey, aspetta un attimo. C’è il mio capo che mi vuole dire una cosa…”

(bisbigli in sottofondo)

“Mannaggia, quel maledetto mi ha licenziato. Certo che se non sei una bella fichetta come Halle Berry, nonostante nel film The Call abbia una capigliatura improponibile, è difficile che ti perdonino una cazzata sul lavoro… Ma pazienza. Almeno stasera sono libero e ci possiamo prendere quel mojito insieme. Affare fatto?”
"Aspetta. Come faccio a sapere che non sei il solito maniaco telefonico di turno?"
"Non lo puoi sapere."
"Uh, eccitante. A stasera!"
"Bene, così ti faccio fuori!"
"Cooome?"
"Bene, così mi ti faccio."
"Ah ok, a dopo."


The Call
(USA 2013)
Regia: Brad Anderson
Sceneggiatura: Richard D’Ovidio
Cast: Halle Berry, Abigail Breslin, Michael Eklund, Roma Maffia, Michael Imperioli, Denise Dowse, Evie Thompson, Justina Machado, Ella Rae Peck
Genere: telefonato
Se ti piace guarda anche: Compliance, Phone Booth, Buried – Sepolto
(voto 6-/10)


"6 meno? Beh dai, m'è ancora andata bene."

martedì 4 febbraio 2014

I SEGRETI E LE SORPRESE DI OSAGE COUNTY




I segreti di Osage County
(USA 2013)
Titolo originale: August: Osage County
Regia: John Wells
Sceneggiatura: Tracy Letts
Tratto dalla piece teatrale: August: Osage County di Tracy Letts
Cast: Meryl Streep, Julia Roberts, Margo Martindale, Julianne Nicholson, Juliette Lewis, Abigail Breslin, Ewan McGregor, Dermot Mulroney, Sam Shepard, Chris Cooper, Benedict Cumberbatch, Misty Upham, Will Coffey
Genere: famigliare
Se ti piace guarda anche: La mia vita a Garden State, Little Miss Sunshine, I ragazzi stanno bene, Paradiso amaro, Young Adult

Una delle emozioni più belle per me è quella di restare sorpresi.
BOOOOOOOOOOOOOOO!

Ve la siete fatta sotto?
La mia intenzione non era quella di spaventarvi, scusate. Volevo solo sorprendervi.
BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

Cagati adosso di nuovo?
Ma no, era solo per sorprendervi.
BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

"E tu saresti Little Miss Sunshine?
A me sembri più la figlia di Marilyn Manson..."
Ok, la smetto, prima che la paura la facciate provare voi a me.
È bello trovare qualcosa che ti sorprenda. Io sono sempre felice quando qualcosa non corrisponde alle mie aspettative. Magari lo sono meno quando questo qualcosa finisce per essere al di sotto delle mie aspettative, ma in ogni caso preferisco una pellicola che mi delude da morire, piuttosto che una che mi lascia indifferente ed è esattamente come me l’aspettavo. Per fortuna non sono questi i casi de I segreti di Osage County.

Partiamo dal titolo italiano. Quanto i nostri titolisti non hanno altre idee, ci mettono un “I segreti di…” davanti al nome del posto e sono a posto. È successo con “I segreti di Twin Peaks”, con “Desperate Housewives – I segreti di Wisteria Lane”, con “I segreti di Brokeback Mountain” e succede ora di nuovo con I segreti di Osage County, titolo originale August: Osage County. I titolisti italiani non stanno bene, questo non è un segreto.
Non è un segreto, né tanto meno una sorpresa. Ci hanno abituati anche a cose peggiori. Il film invece sì che è una sorpresa, una bella sorpresa.
BOOOOOOOOOOOOOOOO!

"Brave, figliole. Pregate affinché io possa vincere un'altra statuetta."
"Ehm, mamma, veramente pregavamo per Amy Adams."
"Brutte figlie di..."
Questa era una brutta sorpresa e ormai non era più manco una sorpresa, visto che è tutto il post che sto andando avanti con questo BOOOOO del cavolo, ma questa è l’ultima volta. Promesso.
Alla fine è sempre tutta una questione di aspettative. Io non partivo troppo convinto, con la visione di questo I segreti di Osage County. Mi attendevo una pellicoletta da tè delle 5 per signore, di quelle magari guardabili ma anche tanto noiose. Invece non mi sono annoiato un solo istante, durante le due ore di film. Se non sopportate le pellicole piene di parole e dialoghi e volete azione, è probabile che vi annoierete. Se invece avete fame di dialoghi brillanti, ficcanti, pure belli cattivelli, di quelli capaci di farti ridere e allo stesso tempo riflettere, affidatevi a Tracy Letts.
Chi è Tracy Letts?
Tracy Letts non è un autore da robe buone per il tè delle 5. Tracy Letts è uno sceneggiatore di cinema, tv e soprattutto teatro. Tra le sue opere ci sono Bug – La paranoia è contagiosa (sempre in lista tra i miei futuri recuperi) e Killer Joe, da cui poi è stato tratto il film di William Friedkin con un allora sorprendente e oggi ormai garanzia Matthew McConaughey e sceneggiato dallo stesso Letts, uno che occasionalmente fa pure l'attore.


Il suo volto vi pare familiare? No, non si tratta di uno psicopatico ricercato dalla polizia, anche se dalla foto potrebbe sembrare. Probabilmente vi sarà capitato di vederlo nella serie Homeland.

"Meryl Streep di nuovo nominata agli Oscar? Ma basta!"
Dopo Bug e Killer Joe, Letts ha firmato di nuovo l’adattamento di una sua opera teatrale, August: Osage County premiata addirittura col premio Pulitzer, e ha affidato la regia a John Wells, che a livello cinematografico non sembra un fenomeno, però si è occupato dell’adattamento americano della serie Shameless ed è quindi uno che se ne intende di famiglie particolari.
Dietro al film c’è quindi una grande qualità, soprattutto di scrittura. Ma anche davanti alla macchina da presa le cose non sono da meno. Tutt’altro.
Meryl Streep è brava e si sa, lo conferma ancora una volta con la parte della matriarca della famiglia protagonista, i Weston, o dovremmo dire le Weston. Dopo la morte del padre di famiglia in circostanze misteriose, rimangono infatti una Meryl Streep fuori di testa dipendente da droghe e sonniferi e le sue figlie. Solo che Meryl Streep è sempre di quel bravo che te lo fa pesare. Tipo il secchione della classe. Quello che si prende 10, o A, o che cazzo di voti si danno oggi e se lo merita pure. Però che palle. Botte al secchione!

Quanto è brava Julia Roberts invece è una cosa che non tutti sanno o che qualcuno fa finta di non sapere. Io un tempo non la sopportavo, la Roberts. Non la sopportavo tipo ai livelli di una Tom Hanks al femminile. La vedevo solo come la reginetta delle romcom, la fidanzatina d’America, la pretty woman che io non trovavo nemmeno così pretty. Con Erin Brockovich tutto è cambiato. Ho guardato la pellicola partendo dal presupposto: “Hanno dato un Oscar a Julia Roberts? Sono scemi???” e nel corso della visione mi sono ricreduto. Completamente. Di rado ho visto un’attrice mettere tutta se stessa come la Roberts in Erin Brockovich. Grande personaggio, grande interpretazione e da allora ho cominciato a rivalutarla. Un altro film in cui mi ha sorpreso è stato Closer. Lì c’è un Clive Owen pazzesco e c’è una Natalie Portman capace di oscurare persino il sole. Eppure Julia Roberts, con il suo personaggio sotto le righe, è lì e regge un confronto tanto impegnativo. Poi, per carità, la Portman è insuperabile, ma la Roberts non sfigura. Dopo l’ottimo ruolo da regina cattivona nell’altrimenti evitabile Biancaneve, qui Juliona Roberts ci regala una nuova parte bella acidella. Ed è monumentale. Julia Roberts in questo film è monumentale.
Altra sorpresa: io agli Oscar non terrò per Jennifer Lawrence. Nella categoria di miglior attrice non protagonista io tiferò per lei, Julia Roberts. Sì sì. Non è tra le favorite e non vincerà. La migliore interpretazione però è la sua. June Squibb in Nebraska ancora mi manca, Sally Hawkins mi ha convinto parecchio in Blue Jasmine, Lupita Nyong'o in 12 anni schiavo è notevole in una maniera molto sofferta, Jennifer Lawrence in American Hustle si conferma un fenomeno, ma la mia preferita della cinquina in corsa per la statuetta è Julia Roberts che qui è qualcosa di fantastico. È sorprendente quanto sia diventata brava la Roberts, in maniera analoga a quanto fatto da Matthew McConaughey, pure lui ex reuccio delle commedie romantiche oggi riabilitatosi alla grande. E quanto è bella, Julia Roberts.
In questo film, il personaggio di Meryl Streep sostiene che le donne invecchiando non perdono solo fascino, diventano proprio brutte. Julia Roberts è la dimostrazione vivente di quanto questa teoria sia sbagliata. Prima poteva anche essere una pretty woman, ora è davvero una very beautiful woman.


"Cos'è tutto questo affetto, Julia?"
"Affetto? Veramente stavo cercando di strozzarti..."
Se la Roberts giganteggia come e più della Streep, pure il resto del cast fa un figurone e ogni personaggio in qualche modo si ritaglia il suo momento, sebbene per dare il meritato spazio a ciascuno servirebbe un’intera serie tv e chissà che, prima o poi, non venga pure realizzata. C’è una svampita Juliette Lewis con una parlata del Sud fantastica, un Benedict Cumberbatch in versione cucciolo indifeso che fa una tenerazza incredibile, c'è un idolesco Dylan McDermott che si dirige a un funerale pompando musica tamarra a tutto volume sulla sua Ferrari, c'è uno Ewan McGregor un po’ sottotono ma probabilmente per esigenze di copione, c'è una ormai cresciuta Abigail Breslin, ex Little Miss Sunshine, pellicola che presenta una famiglia stramba non troppo distante da questa, e c'è una grande Julianne Nicholson, attrice vista soprattutto in tv (Masters of Sex, Ally McBeal e Boardwalk Empire) dal potenziale enorme anche in chiave cinematografica, come qua ci dà ampia dimostrazione.
Tra le altre gradite sorprese c’è un dolce momento musicale che vede protagonista un membro del cast e ci sono i titoli di coda sulle note dei Kings of Leon.
E poi?
Poi basta. Non vi dico altro che se no vi rovino tutte le sorprese della visione. Se già non l’ho fatto.
BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
(voto 7,5/10)

venerdì 1 novembre 2013

HAUNTER, IL RICOMINCIO DA CAPO DEGLI HORROR




"Gimme five."
Haunter
(Canada, Francia 2013)
Regia: Vincenzo Natali
Sceneggiatura: Brian King, Matthew Brian King
Cast: Abigail Breslin, Michelle Nolden, Peter Outerbridge, Peter DeCunha, Stephen McHattie, Samantha Weinstein, Sarah Manninen, David Hewlett, David Knoll
Genere: ripetitivo
Se ti piace guarda anche: Ricomincio da capo, Donnie Darko, Amabili resti
Uscita italiana: ?

Pensate a come dev’essere rivivere sempre la stessa giornata.
Beh, se è stata la giornata migliore della vostra vita, la cosa potrebbe non rivelarsi nemmeno troppo male. Se invece è stata una giornata media, già di suo di routine, riviverla sempre sarebbe una routine al quadrato e poi al cubo e così via…
Quest’ultimo è il caso della giovine Lisa, una ragazzina che oggi definiremmo una emo ma che, vista l’ambientazione 80s, la definiamo invece come una dark. Tutti i giorni, Lisa viene svegliata nella sua cameretta tapezzata da poster di Joy Division e David Bowie dal frattellino bimbocagaminkia al walkie-talkie (i cellulari non erano ancora in voga), tutti i giorni indossa la sua stilosissima t-shirt di Siouxsie and the Banshees, tutti i giorni suona la musica di Pierino e il lupo al flauto, non chiedetemi perché, tutti i giorni sua mamma le scassa la uallera per il bucato, tutti i giorni la sua famiglia sta incollata alla tv a guardare una “nuova” puntata de La signora in giallo (per fortuna Distretto di polizia non era ancora stato creato), tutti i giorni è il giorno prima del suo sedicesimo compleanno, tutti i giorni si sveglia quindi con la consapevolezza che non arriverà mai a 16 anni e non potrà mai avere una festa come quelle di My Super Sweet Sixteen.
E a proposito, beccatevi questa chicca di una giovanissima Jennifer Lawrence nel promo della reality-serie di Mtv.



"Dite che se fossi nata un paio di decenni dopo
il massimo del dark sarebbero stati i Tokio Hotel?"
Tornando a noi, tornado ad Haunter, tornando a un’altra baby-star, qui nei panni della darkona Lisa abbiamo Abigail Breslin, sì proprio la Little Miss Sunshine cresciuta ma non troppo, ha ancora 17 anni e quindi ogni commento di tipo erotico sul suo conto è vietato. Dico solo che qui è passata dall'essere little miss sunshine a essere little miss darkness.
Riguardo alla sua prova di recitazione, è piuttosto convincente, non esaltante alla Jennifer Lawrence ma comunque se la sfanga.

In ogni caso, lo spunto del film Haunter, con la ragazza che rivive sempre lo stesso giorno, è geniale e pure originalissimo…

Ah, come dite?
C’è già stato Ricomincio da capo, splendida e surreale comedy con Bill Murray, tra l’altro già saccheggiata da un film con Antonio Albanese, È già ieri, e da un video di Craig David, "7 Days"?



Monday
took her for a drink on Tuesday
we were making love by Wednesday
and on Thursday & Friday & Saturday we chilled on Sunday…

Scusate, ma quando sento questa canzone non me la tolgo più dalla testa e ho paura che domani, quando mi sveglierò, la canticchierò ancora, e poi il giorno dopo ancora e ancora e ancora e ancora e ancora…

"Sei una fan degli Wham? AAAH, esci subito dal mio specchio!"
Ricomincio da capo.
Mi correggo: lo spunto del film Haunter, con la ragazza che rivive sempre lo stesso giorno, non è geniale né tanto meno originalissimo, è vero. Nonostante ciò, il film si difende abbastanza bene, perché se non altro un’idea del genere non era mai stata utilizzata all’interno di un horror, non che io sappia, e un’idea del genere si presta molto bene a un film dell’orrore.
Come si sviluppa da qui in poi la pellicola non ve lo dico per non spoilerarvi troppo. Dovete scoprirlo da voi, poiché una visione questo filmetto se la merita. Merito di un bel contesto anni ’80 ricreato come detto dal look emo pardon dark della protagonista, ma anche dalle atmosfere tese e inquietanti il giusto realizzate dal regista Vincenzo Natali.
Vincenzo Natali è quel regista che all’esordio aveva azzeccato una delle visioni più angoscianti di tutti i tempi, Cube – Il cubo, una pellicola che non ho mai capito se mi sia piaciuta o meno, mi ha fatto stare troppo male, ma che in ogni caso reputo geniale e che poi ha dato l’ispirazione per tutta una serie di horror similari come la saga di Saw – L’enigmista. Natali di recente ha poi dato i natali anche al criticatissimo Splice, un thriller animalesco vagamente alla David Cronenberg che a me non era nemmeno dispiaciuto troppo, e ora rieccolo in buona forma.
Quanto alla sceneggiatura, firmata da tale Brian King in coppia con quello che credo sia suo fratello o magari figlio visto che si chiama Matthew Brian King, riesce per quasi tutta la durata a sfuggire alla trappola della noia. Lo spunto del ripetersi delle giornate sempre uguali può rivelarsi un rischio ancor più che un'opportunità, ma il film riesce a uscirne piuttosto bene.
Se a ciò aggiungiamo che, oltre a Ricomincio da capo, mi ha ricordato (molto) vagamente anche altri miei due cult come Donnie Darko (per l’ambientazione 80s, per gli sbalzi temporali, perché la protagonista è molto dark-o) e Amabili resti (per la situazione della fanciulla, come forse capirete vedendo il film), Haunter ha superato le mie aspettative. Non molto originale, con qualche caduta di tensione verso la fine, ma comunque un buon horrorino, tra i migliori in un periodo di vacche magre per il genere come quello recente.

"Pronto, Babbo Vincenzo Natali? Quest'anno mi puoi portare uno smart phone,
che su 'sto apparecchio non posso metterci manco una app?"
Pensate a come dev’essere rivivere sempre la stessa giornata.
L’ho già scritto?
Pensate allora a come dev’essere leggere sempre lo stesso post.
Beh, se è stato il post migliore della vostra vita, la cosa potrebbe non rivelarsi nemmeno troppo male. Se invece è stato un post medio, già di suo di routine, riviverlo sempre sarebbe una routine al quadrato e poi al cubo e così via…
E a proposito di cubo, il regista di questo film è Vincenzo Natali, il regista di una delle visioni più angoscianti di tutti i tempi, Cube – Il cubo, una pellicola che non ho mai capito se mi sia piaciuta o meno, mi ha fatto stare troppo male, ma che in ogni caso reputo geniale e che poi ha dato l’ispirazione per tutta una serie di horror similari come la saga di Saw – L’enigmista.
Ho già scritto anche questo?
Oh mio Dio no, sono rimasto intrappolato dentro questo post!
AIUTOOOOOOOOOOOOOOO
(voto 6,5/10)

Questo post fa parte della Special Cannibal Halloween Week, insieme ai pezzi su Dark Skies - Oscure presenze, Truth or Dare e Stitches.




sabato 8 gennaio 2011

I miei film dell'anno 2010 - n. 14 Benvenuti a Zombieland

Benvenuti a Zombieland
(USA)
Regia: Ruben Fleischer
Cast: Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Emma Stone, Abigail Breslin, Amber Heard, Bill Murray
Genere: risate zombie
Se ti piace guarda anche: L’alba dei morti dementi, Scott Pilgrim vs. The World, Kick-Ass, I Goonies

Non nei cinema ma direttamente in home-video, però perlomeno è arrivato anche in Italia!

Trama semiseria
Prima di inventare Facebook in The Social Network, l’eroe nerd (se la gioca con Michael Cera) Jesse Eisenberg si trova alle prese con un’epidemia zombie che ha lasciato il mondo in una landa desolata e a cui è sopravvissuto seguendo 30 regole da lui compilate: una vera e propria guida alla sopravvivenza in caso di zombie, che -in un paese dove la maggioranza ha votato chi ha votato- può sempre tornare utile. Sul suo cammino solitario incontrerà un Woody Harrelson in versione duro & puro e una coppia di agguerrite sorelline, la prossima fiamma di Spider-Man Emma Stone e la piccola little miss sunshine Abigail Breslin. Con un gruppo del genere più assortito dei Black Eyed Peas, persino gli zombie se la faranno sotto.

Pregi: cast da panico con miei vari eroi ed eroine personali, sceneggiatura tra le più scoppiettanti e divertenti degli ultimi anni, il miglior comedy horror dai tempi di Scream?
Difetti: l’idea di fare un film di zombie da ridere era già venuta a quelli de L’alba dei morti dementi, sebbene i punti di contatto poi finiscano qui

Attore cult: un Woody Harrelson tornato (quasi) ai livelli di Natural Born Killers e Larry Flynt
Scene cult: gli spettacolari titoli di testa splatter e il cameo di Bill Murray
Canzone cult: “Kingdom of Rust” dei Doves



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