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lunedì 17 agosto 2015

True Detective du is not megl che uan





True Detective
(serie tv, stagione 2)
Creata da: Nic Pizzolatto
Rete americana: HBO
Rete italiana: Sky Atlantic
Cast: Colin Farrell, Vince Vaughn, Rachel McAdams, Taylor Kitsch, Kelly Reilly, Abigail Spencer, Leven Rambin, David Morse, Lolita Davidovich, Yara Martinez, Emily Rios, C.S. Lee, Fred Ward
Genere: WTF
Se ti piace guarda anche: Strade perdute, Mulholland Drive, Collateral

Dei bei personaggi intrappolati dentro una storia di merda.
Volendo sintetizzare brutalmente, si può riassumere così la stagione 2 di True Detective. Se invece volete riassumerla in un altro modo, a voi la parola, se ne avete il coraggio. Cercare di parlare della trama di TD2 non è infatti proprio semplice, visto che non si è capita una mazza.
Alcune cose però si sono capite. Vai di elenco:

- A nessuno è mai fregata una cippa dell'omicidio del fantasmino Caspere. Nè tanto meno della questione dei gioielli.

"Hey, sono l'unica che ha seguito questa stagione solo per vedere come finiva il caso di Caspere?"

sabato 30 novembre 2013

COTTA ADOLESCENZIALE 2013 – GLI “SCARTI”




In attesa dell’inizio vero e proprio, quest’anno i Cannibal Awards 2013 si aprono con una pre-classifica.
Da domani partirà la ormai tradizionale Top 20 dedicate alle cotte adolescenziali, ovvero le donne/ragazze/fanciulle più amate e apprezzate nel corso degli ultimi 12 mesi da questo blog.
Jennifer Lawrence ce la farà a confermarsi al primo posto, oppure ci saranno novità?
QUI potete recuperarvi la Top 20 del 2012.
Prima di scoprire chi saranno, ecco oggi una decina di star in ascesa che sono rimaste fuori per un soffio dalle prime 20 posizioni ufficiali, ma che comunque una menzione se la meritano tutta.
Che dite? Non sono troppo male, per essere degli “scarti”, no?


Addison Timlin
(USA 1991)
Il suo 2013: Uomini di parola, Odd Thomas, la serie tv Zero Hour
Dicono di lei su twitter

Tetter (il primo social network per commentare la gnocca in un massimo di 140 caratteri)
Hunger Gale @Liam_Hemsworth90
Sarebbe la nuova @JenniferLawrence, se solo non facesse merdate come Odd Thomas o Zero Hour, serie cancellata dopo zero hours. #OddTimlin




Kate Mara
(USA 1983)
Il suo 2013: la serie tv House of Cards, il video “Holding on for Life” dei Broken Bells

Tetter
Amaro Venier @amarovenier
La sorellina @RooneyMara sarà anche + brava a recitare, ma lei l’è la più + porca! #SorellaPorcella




Katheryn Winnick
(Canada 1977)

Tetter
Il Vichingo @vikingsrule
Anvedi la vakkinga! #KatherynWinner


Marco Goi ‏@cannibal_kid
#Vikings batte #GOT pure come fregna. #KatherynWinner


"Sì, mi vesto così anche nella vita di tutti i giorni. Problemi?"


Abigail Spencer
(USA 1981)
Il suo 2013: le serie tv Rectify e Suits, Il grande e potente Oz, Chasing Mavericks

Tetter
Recto In Culo @rectify1977
Come in #Rectify, pena di morte a chi non lovva @AbigailSpencer #Rectifyga




Nicola Peltz
(USA 1995)
Il suo 2013: la serie tv Bates Motel

Tetter
Michele Baia @michaelgay65
Il prossimo anno la vedremo nel nuovo #Transformers. Con quel nome, Nicola, speriamo non si transformi in un uomo #BattuteCheNonFanRidere




Natalie Zea
(USA 1975)
Il suo 2013: le serie tv The Following, Under the Dome, Justified, Californication

Tetter
Joe Carroll follower @freejoecarroll94
La followererei pure io, se fossi un serial social killer come @JoeCarroll di #TheFollowing. Anzi, la followerò lo stesso. #FollowStaCippa




Laura Prepon
(USA 1980)

Tetter
Viva la pussy @sappho_84
Orange is the new apple and lesbo is the new straight. #LauraFigon




Nicole Beharie
(USA 1985)
Il suo 2013: la serie tv Sleepy Hollow, il film sul baseball 42

Tetter
The Real Ichabod Crane @IchabodCrane1761
La serie di Sleepy Hollow fa venire voglia di dormire, ma lei fa venire voglia di qualcos'altro. #SexyHollow



Lizzy Caplan
(USA 1982)
Il suo 2013: la serie tv Masters of Sex

Tetter
Bimbominkia @b1mb0-m1nk1a2004
Ce la vorrei avere pure io, una Master così! #VivaLaSquola




Marine Vacth
(Francia 1990)
Il suo 2013: Giovane e bella
Il suo 2014: girerà il sequel Vecchia e brutta?

Tetter
Gentleman @I_love_gnocc_pardon_women
Giovane è bella? No, giovane e figa! #MarineVacc




domenica 11 agosto 2013

CHASING MAVERICKS, UN’ALTRA VOLTA UN’ALTRA ONDA




Chasing Mavericks
(USA 2012)
Regia: Curtis Hanson, Michael Apted
Sceneggiatura: Kario Salem
Cast: Jonny Weston, Gerard Butler, Leven Rambin, Abigail Spencer, Elisabeth Shue, Devin Crittenden, Taylor Handley
Genere: surfaro
Se ti piace guarda anche: Soul Surfer, Blue Crush, Point Break

Le storie sul surf mi affascinano sempre. Non so perché. Sarà per quel sapore di libertà e di ribellione che fanno assaporare. Ho anche scritto un racconto su un ragazzino fissato con questo sport, che potete scaricare gratis nella mia raccolta L’ultima estate di Joan e altri racconti. Fine spazio promozionale.
Point Break, Un mercoledì da leoni, Lords of Dogtown, ma anche robette più innocue come Blue Crush. Se c’è un film sul surf, non me lo posso perdere. Oddio, adesso nelle sale italiane è arrivato Drift – Cavalca l’onda con Sam Worthington, one of the worst actors in the world, e quella è anche un’onda su cui potrei non salire.
All’interno del fantastico sottogenere delle pellicole dedicate alla tavola, il Chasing Mavericks su cui surferò oggi si colloca decisamente tra le pellicole minori. Peccato, perché racconta la storia di un gran bel personaggio ma, tanto per dire una banalità, una bella storia non sempre significa automaticamente un bel film, si veda il caso del pessimo Il discorso del re. Chasing Mavericks si destreggia con maggiore abilità rispetto al soporifero sopravvalutatissimo film premio Oscar di Tom Hooper, ma purtroppo non riesce a incidere del tutto.

"Ragazzo, la prossima volta che mi ricordi che ho fatto un film con Muccino,
sai già la tavola dove te la infilo, vero?"
La storia è quella romanzata della vera vita di Jay Moriarty, giovane fenomeno del surf a cavallo tra la fine degli anni ’90 e i primi Anni Zero. A chiamare a narrare le sue gesta non uno, bensì 2 registi: Curtis Hanson e Michael Apted. Riguardo al secondo, ho visto una manciata di sue pellicole come il valido Occhi nelle tenebre con Madelaine Stowe e Via dall’incubo, film da incubo con Jennifer Lopez, e mi sembra quindi molto discontinuo. Riguardo a Curtis Hanson, non si tratta del padre degli Hanson, quelli di MMMBop, bensì dell’autore di una serie di pellicole notevoli come 8 Mile, L.A. Confidential e Wonder Boys. Non avete mai visto Wonder Boys? Male. Rimediate subito!
Regista molto variegato nella scelta delle storie da narrare, Hanson appariva l’uomo giusto per poter realizzare una specie di 8 Mile del surf. Impresa non riuscita. Laddove 8 Mile era una fotografia perfetta della scena rap anni ’90 in quel di Detroit, ti faceva sentire l’odore delle strade e dei proiettili della Motor City oggi ormai in crisi nera, questo Chasing Mavericks vorrebbe fare lo stesso. Anche qui anni ’90, anche qui pellicola ispirata ai primi passi di un personaggione reale, ma l’immersione nel mondo del surf non scende altrettanto in profondità.

"Ragazzo, usciamo dall'acqua e annamo a fare una partita a pallone,
che mi sento più a mio agio..."
Chasing Mavericks si concentra sulla prima grande sfida di Jay Moriarty, ai tempi 15enne surfista alle prime armi ma già dotato di un enorme talento. Il suo obiettivo è quello di riuscire a dominare l’onda più grande del mondo, El Nino, che non ha niente a che fare con Fernando Torres. Per farlo ha bisogno di un aiuto, quello dell’esperto Frosty (come fa uno a chiamarsi Frosty?) interpretato da Gerard Butler. Dopo essere stato uno spartano alla guida dei 300, dopo aver fatto il calciatore nel modestistissimo Quello che so sull’amore mucciniano, dopo aver girato dei film che manco lui si ricorda, il Butler ora si reinventa come espertone di surf.
Risultato?
A me Gerard Butler sta anche simpatico, però come attore è davvero modesto e, se come calciatore britannico in crisi ci poteva ancora stare, come surfista non si rivela certo un degno erede del Bodhi di Point Break reso immortale da Patrick Swayze. I loro personaggi si somigliano, puru lui è un guru della tavola che cerca di vederne anche gli aspetti più spirituali e insegnarli al suo giovane allievo Moriarty, eppure il Butler è troppo british e poco surfer oh yeah per risultare credibile nella parte.

Così così anche il resto del cast, con il protagonista Jonny Weston che appare ancora troppo acerbo, così come la giovane gnoccoletta della pellicola, la bionda Leven Rambin, di recente apparsa anche nel video “Stray Heart” dei Green Day. La migliore è allora Abigail Spencer, già grandiosa nella consigliatissima serie tv Rectify, e che qui veste i panni della moglie di Gerard Butler.

"Ci manca solo una pelliccia, e poi vestiti così siamo proprio dei tipi da spiaggia!"
Chasing Mavericks è un’occasione mancata per realizzare un nuovo cult sul surf che io bramavo. Allo stesso tempo, è una visione estiva che ci sta tutta. A livello cinematografico non si rivela minimamente degno di nota, e da uno come Curtis Hanson era lecito attendersi qualcosa di più, però ci racconta una bella storia. Lo fa con uno stile a metà strada tra quei docu-reality di Mtv alla Made o I Used to Be Fat, e le classiche pellicole sportive alla Rocky, con in più l’aggiunta di un rapporto allievo-maestro che ricorda Karate Kid, Million Dollar Baby così come anche Gran Torino, sempre per rimanere in area eastwoodiana, per via del confronto generazionale, anche se la forbice di anni di differenza qui è parecchio più ridotta.
Tutto già visto, tutto nella norma, compreso qualche drammone che fa tirare sul film quasi un vento da vicenda alla Nicholas Sparks, come già capitava con Soul Surfer, pellicola sulla campionessa di surf Bethany Hamilton, altrettanto guardabile quanto non riuscita in pieno.
Se non si tratta di un grande film, Chasing Mavericks è comunque una bella opportunità per scoprire un grande campione, un grande personaggio, un grande ometto come Jay Moriarty. E per scoprire se ce l’avrà fatta o meno a cavalcare l’onda più grande del mondo. Con un’istruttore come Gerard Butler, che sembra più un hooligan inglese che non un guru della tavola, la risposta non è così scontata…
(voto 6/10)



lunedì 10 giugno 2013

RECTIFY, PENA DI MORTE A CHI NON LO GUARDA!





"Friggetemi sulla sedia elettrica, ma non datemi un altro libro di Moccia, vi prego!"
Rectify
(serie tv, stagione 1)
Rete americana: Sundance Channel
Rete italiana: non ancora arrivata
Creata da: Ray McKinnon
Cast: Aden Young, Abigail Spencer, Luke Kirby, Clayne Crawford, Adelaide Clemens, J. Smith-Cameron, Jake Austin Walker, Bruce McKinnon, Michael O’Neill, Hal Holbrook, Kim Wall, Sean Bridgers, Abigale Corrigan, Sharon Conley
Genere: condannato
Se ti piace guarda anche: Les Revenants, In the Flesh, American History X, La 25a ora, Twisted, Il sospetto

Se ti trovi nel braccio della morte, non è che pensi a ritornare in libertà. Eppure può capitare.
A voi è mai capitato?
No?
Davvero?
Mai, mai?
Al protagonista di Rectify invece è successo. Daniel Holden all’età di 18 anni è stato condannato a morte per lo stupro e l’omicidio di una ragazza. Dopo 19 anni nel braccio della morte, in attesa di friggere sulla sedia elettrica, a sorpresa per una nuova prova scientifica il processo s’ha da rifare. Daniel è innocente fino a prova contraria e torna in libertà. Libertà è una parola grossa, una parola dal significato molto relativo, un certo autoproclamatosi poop-olo della libertà ce lo dimostra tutti i giorni. Per quasi tutti resta infatti lui il colpevole, il mostro, in una situazione non troppo distante da quella del protagonista del film danese Il sospetto.

"E' così dura come dicono, in prigione?"
"Peggio ancora! Ogni volta che ti cade una saponetta,
ti danno un altro libro di Moccia da leggere."
Rectify non è una serie crime. Non gli interessa tanto esporre il cold case riaperto a 20 anni di distanza. C’è anche una minima parte relativa alle indagini, ma la storia che vuole raccontare è un’altra. Una delle tendenze recenti della serialità internazionale è diventata quella di proporci dei personaggi che ritornano alla vita in una maniera del tutto inaspettata. Come con i “non morti” del francese Les Revenants, o gli zombie pardon le persone affette da Sindrome da Morte Parziale del britannico In the Flesh. Adesso è il turno degli americani, con la vicenda di questo ragazzo, ormai diventato un uomo sulla soglia dei 40 anni, che ha vissuto metà della sua vita dentro una cella, a contatto solo con i suoi “colleghi” assassini. E Daniel, sarà davvero un assassino? E la sua vita da uomo “libero”, come sarà adesso?

Rectify ce lo racconta in maniera lenta ma avvolgente, con uno stile dalle parti della meglio serialità degli ultimi anni, tra Breaking Bad e The Killing, puntando a svelarci con calma i suoi personaggi. Più che il crimine di per sé, sono loro al centro della serie. Daniel, innanzitutto, ma anche tutte le persone che ruotano intorno alla sua particolare, sfortunata vita. A interpretare il protagonista troviamo un raggelante ma allo stesso tempo capace di suscitare compassione Aden Young, uno che assomiglia a Josh Homme, il cantante dei Queens of the Stone Age. La sorella, quella che lo supporta di più, è interpretata da Abigail Spencer, una che sembra una versione brava a recitare di Evangeline Lilly. C’è poi l’avvocato, Luke Kirby, già visto nel mio nuovo indie cult movie Take This Waltz. C’è il fratellatro Clayne Crawford, con cui avrà un rapporto di conflittualità, anche perché la sua mogliettina, la bionda da tenere d’occhio Adelaide Clemens (Il grande Gatsby e Silent Hill: Revelation 3D) sembra avere un interesse particolare per Daniel…

"Pensi che tuo fratello sia davvero un assassino?"
"Sì, ma non dirglielo che se no quello mi ammazza, hahah!"

Un cast fenomenale, composto da attori di cui credo sentiremo parlare molto a lungo, una serie di personaggi molto ben costruiti, una vicenda appassionante, e molto altro ancora… Proposta dall’emergente network americano Sundance Channel, Rectify è in pratica una delle sorprese più clamorose della serialità tv di questo 2013. E la prima mini-stagione, composta da 6 episodi, non è che l’inizio. Già è stata ordinata una season 2, questa volta composta da 10 episodi. Non aspettatevi quindi tutte le risposte subito, Rectify ve le darà, se vorrà, con calma. Ma vi assicuro che vale la pena di dargli fiducia.
A chi, a Daniel Holden?
No, lui forse è davvero colpevole. O forse no. Chi lo sa?
Di certo, Rectify è colpevole. Colpevole di essere una grande serie.
(voto 8/10)

Post pubblicato anche su SeriesOnline, nuovissimo sito dedicato al mondo delle serie tv e delle webseries che ha appena iniziato la sua avventura online e che vi consiglio di seguire fin da subito!

mercoledì 29 maggio 2013

IL GRANDE E FETENTE OZ




Il grande e potente Oz
(USA 2013)
Titolo originale: Oz the Great and Powerful
Regia: Sam Raimi
Sceneggiatura: Mitchell Kapner, David Lindsay-Abaire
Ispirato a: Il meraviglioso mago di Oz di L. Frank Baum
Cast: James Franco, Mila Kunis, Michelle Williams, Rachel Weisz, Zach Braff, Abigail Spencer, Tony Cox, Martin Klebba, Bill Cobbs, Bruce Campbell
Genere: disneyata
Se ti piace guarda anche: Once Upon a Time, Alice in Wonderland, Jumanji, Un ponte per Terabithia

"Baciami!"
"Ma questo è un film per bambini..."
"Infatti t'ho mica chiesto un cunnilingus..."
Non ci avrei scommesso due lire, su questo grande e potente Oz, anche perché le lire non esistono più, e invece…
Mai sottovalutare il potere della fig… volevo dire il potere della magia.
Il grande e potente Oz è infatti un film pieno di fig… intendevo che è pieno di magia. Che poi non sono un po’ la stessa cosa?
Adesso però non fraintendetemi come al solito. Non è che ci troviamo di fronte a un capolavoro, sia chiaro. Attendendomi però di imbattermi in un nuovo disastro alla Alice in Wonderland, la situazione qui è per fortuna diversa. Sarà tutta una questione di aspettative, esageratamente alte per il film di Tim Burton ai tempi ed esageratamente basse per quello di Sam Raimi adesso?
Può darsi, fatto sta che Il grande e potente Oz è una delle poche bambinate Disney recenti che non mi sono sembrate troppo stucchevoli (un po’ stucchevole lo è, in ogni caso) e che soprattutto non mi hanno annoiato. Pur sapendo già dove sarebbero andati a parare nel finale, ho seguito tutta la favoletta con curiosità e divertimento fanciullesco. In pratica, mi è sembrato quello che Alice in Wonderland sarebbe dovuto essere, e non è stato.

Molto azzeccata la scelta del punto di vista della storia. Questa volta non seguiamo Dorothy, come nel mitologico Il meraviglioso mondo di Oz di L. Frank Baum portato sullo schermo da Victor Fleming nel 1939 in una versione musical che ancora oggi suona memorabile e pure attuale.

DIDASCALIA SPOILER: Ammazza che sex symbol, Mila Kunis!
Questa volta il protagonista assoluto è il Mago di Oz, il personaggio paradossalmente più deboluccio del vecchio storico film. La pellicola ripercorre (o meglio si inventa) la sua storia concentrandosi su come lui sia arrivato nel mondo di Oz. Ovviamente, pure lui con un tornado. A vestire i suoi panni troviamo un James Franco magari non magico, ma comunque convincente nella parte del grande e fetente Oz, imbroglione professionista degno anticipatore di Giucas Casella e del Divino Otelma. Forse giusto un po’ meno appariscente del Divino Otelma.

La cosa migliore del film, come anticipato, è però la fig… scusate, le interpreti femminili.
Mila Kunis appare come se fosse appena uscita da un manicomio. O, con quel cappello che indossa, da un matrimonio inglese. Con una simile mise anti-stupro, la Disney desessualizza così Mila, impresa non facile.
ATTENZIONE SPOILER
"A questo punto sono più figa io!"
L’idea di trasformare Mila Kunis, eletta da vari magazine donna più sexy del mondo e incoronata Cotta adolescenziale del 2011 da questo blog, nell’orripilante strega cattiva è una mossa coraggiosa e inaspettata. Brava Disney, per una volta mi hai sorpreso, anche se avrei preferito mi avessi proposto una Mila Kunis sexy bitc… ehm sexy witch, cosa che però sarebbe stata troppo scontata.

Siamo comunque solo all’inizio della magica rassegna: ci sono infatti anche Rachel Weisz, che insomma buttala via, e la rivelazione Abigail Spencer (la prima a finire vittima della seduzione di Oz), attrice della serie Rectify dal futuro più che brillante.
Ma, su tutte, vince Michelle Williams. Michelle Williams, di recente grandiosa protagonista di pellicole indie come Take This Waltz e Blue Valentine, ormai vola una spanna sopra a chiunque senza nemmeno bisogno della scopa e, persino in una produzione commerciale come questa, riesce a illuminare la scena in maniera magggica.


Non solo James Franco, non solo fig… attrici di talento, ma anche due idoli animati. A me i personaggi animati, soprattutto se animali e/o bambini, stanno di fisso sulle scatole, mentre in questo caso Oz è riuscito a compiere la magia. La scimmia alata parlante è fantastica, anzi è fantastico, visto che è un lui e se no si offende.
Che dire poi della bambina di porcellana?
Idola assoluta! Io di solito in queste bambinate disneyate non ci casco, ve l’ho detto, ma la scena in cui dice “Corriamo a uccidere la strega!” camminando trallalero trallalà è qualcosa di fantastico e m'ha fatto cascare dentro con tutte e due le scarpe.



"Bambini, adesso vi racconterò di quando ho tolto la verginità a Dawson."
"EVVAI! Ma comunque: chi è Dawson?"
Alla fine di questo magico viaggio posso dire che sì, mi sono divertito come un bambino a guardare il nuovo Oz e sì, mi vergogno ad ammetterlo, perché questa è una gran disneyata e io ooodio le disneyate, però questa è una disneyata ben orchestrata. Proprio come il mago fetentone imbroglione di Oz, Sam Raimi riesce a far credere di aver girato un buon film, anche se poi probabilmente non lo è. Ma non importa, perché il cinema, così come la magia, è tutta una grande illusione. L’importante è conoscere i trucchi del mestiere e saperli sfruttare a dovere. Qui i trucchi ci sono tutti, da una bella scena d’apertura in b/n che dà un tocco vintage al film, al piacevole senso dello humour usato per l’intera durata, dal buon cast fino ai personaggi animati tanto ruffianotti quanto azzeccati.
Se si prende per quello che è, ovvero un’allegra pagliacciata made in Disney, Il grande e potente Oz è una visione più che piacevole, Jumanji-style. Non ai livelli del leggendario film degli anni ’30 con Judy Garland, però un riuscito prequel. Forse non il mago che stavamo aspettando, insomma, ma il mago di cui avevamo bisogno.
E spero di essere riuscito anch'io nell'illusione di avervi fatto credere che questa fosse una recensione decente, quando in realtà è una mezza schifezza.
(voto 6,5/10)



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