(USA 2013)
Titolo originale: The Secret Life of Walter Mitty
Regia: Ben Stiller
Sceneggiatura: Steve Conrad
Ispirato al racconto: The Secret Life of Walter Mitty di James Thurber
Cast: Ben Stiller, Kristen Wiig, Adam Scott, Kathryn Hahn, Shirley MacLaine, Adrian Martinez, Joey Slotnick, Jon Daly, Marcus Antturi, Patton Oswalt, Sean Penn
Genere: just my imagination
Se ti piace guarda anche: Into the Wild, Vero come la finzione, Sogni proibiti
Il sogno
I sogni segreti di Walter Mitty è un capolavoro. È il film che Charlie Kaufman avrebbe voluto scrivere e non c’è ancora riuscito. Il film che Spike Jonze e Michel Gondry avrebbero sempre voluto girare, magari insieme. La perfetta combinazione tra sogno e realtà. Un Inception che va sulla strada come se fosse Into the Wild. Una pellicola che, nelle scene immaginate dal suo protagonista Walter Mitty, si fa beffe dei blockbusteroni di Hollywood, dalle avventure supereroistiche ai melodrammi stile Il curioso caso di Benjamin Button.
L’interprete di Walter Mitty, Ben Stiller, raggiunge nuove impensabili vette di espressività, dimostrandosi finalmente un attore completo, maturo, in grado di sostenere una parte drammatica, capace con uno sguardo di emozionare e tirare fuori dallo spettatore la lacrimuccia, non solo il sorriso come con tutte le sue più grandi hit, da Tutti pazzi per Mary a Ti presento i miei. Oltre che un grande attore, Ben Stiller qui si dimostra fenomenale anche come regista e riesce ad andare persino al di là del suo lavoro migliore, Zoolander.
Poco importa che la storia sia tratta da un romanzo del 1939 e il film sia pure il remake di Sogni proibiti, pellicola del 1947 di Norman Z. McLeod, o che il senso di deja vu nei confronti di un sacco di altre comedy indie più o meno esistenzialiste alla Vero come la finzione accompagni tutta la visione. Persino la colonna sonora è davvero particolare. David Bowie? Cioè, ma non è mai stato usato in nessun altro film prima d’ora! I sogni segreti di Walter Mitty riesce quindi a essere una pellicola del tutto indipendente e originale. Qualcosa di mai visto. Un gioiellino raro. Un incanto. Un sogno a occhi aperti.
La realtà
Hey, Ben?
Ben Stiller?
Sveglia!
Ben?
BEEEEEEEEN?!?
Svegliati, cazzo! Sei in coma?
Certo che quando sei preso dai tuoi sogni, non ti desta più nessuno.
Sei sveglio, adesso?
Ascolta Ben, lo so che con il tuo ultimo film I segreti di Walter Mitty credi di aver realizzato un capalavoro assoluto. La verità, la triste realtà, è però che il tuo può essere al massimo considerato un filmetto carino caruccio, di quelli buoni per passare piacevolmente una serata, ma niente altro. Non c’è niente che non si sia già visto altrove, sviluppato in maniera più efficace. La dimensione sospesa tra sogno e realtà, tra vita di tutti i giorni e avventure incredibili è qualcosa che ha già fatto, in modo parecchio più singolare, un certo signor Charlie Kaufman, ad esempio con le sceneggiature de Il ladro di orchidee o di Se mi lasci ti cancello. Così come la sensazione è di aver visto storie simili anche in Vero come la finzione e Ruby Sparks, condotte però con uno spirito più indie, laddove tu Ben strizzi un po’ troppo l’occhio a quel tipo di commedia commerciale di cui sei uno degli esponenti principali e da cui provi a emanciparti, senza riuscirci del tutto. Mancano qui gli eccessi goliardici di Tutti pazzi per Mary, così come le gag idiote di Ti presento i miei o le bambinate di Una notte al museo, è vero, però non mancano momenti sinceramente imbarazzanti e incomprensibili come la parodia de Il curioso caso di Benjamin Button. Era davvero necessaria? Così come tutta la prima parte, giocata sul contrasto tra la vita monotona da impiegato e le avventure immaginarie nella testa del protagonista sono realizzate in maniera banale, paradossalmente priva proprio di immaginazione. Cosa sogna Walter Mitty? Di essere un supereroe alla Spider-Man… una fantasia per nulla personale, ma solo la fantasia di una mente deturpata dall’industria hollywoodiana e incapace di fare sogni davvero propri.
Più in là, Ben, il tuo film si sviluppa in un’altra direzione. Walter Mitty, impiegato all’archivio dei negativi della nota rivista Life, non riesce a trovare lo scatto che gli ha mandato da sviluppare il fotografo migliore del giornale, un’immagine che dovrà andare sulla copertina dell’ultimissimo numero della pubblicazione, e così si mette a cercarlo. Qui la tua pellicola non prende la strada del giallo-thriller, come si potrebbe immaginare, quanto quella dell’on the road movie. Walter Mitty passa all’improvviso dall’essere un topo d’ufficio al diventare uno spericolato erede di Patrick de Gayardon. Impara così a vivere, a vivere veramente. Ma adesso per vivere veramente bisogna per forza nuotare in mezzo agli squali o andare sull’Himalaya?
Nella tua visione stereotipata della ricerca della felicità, Ben, pare proprio di sì. Tra echi di Into the Wild, non a caso è presente pure Sean Penn, qualche parentesi romantica ma non troppo provocata dall’ammmore del tuo protagonista per la simpatica Kristen Wiig, e persino una partita a pallone come in Mediterraneo, il film non riesce mai a dare l’impressione di avere una personalità sua. Di avere una personalità tua. Affoga in un senso di deja vu perenne.
Pensavi davvero di aver fatto un film originale, Ben?
Sveglia! Ne hanno già girati altri 1000 uguali e pure migliori del tuo.
Ben?
Hey, ce l'ho con te.
BEEEN?
Hey, ce l'ho con te.
BEEEN?
BEEEEEEEN?!?
Sveglia, oh, ma che sei, catatonico?
(voto 6-/10)