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giovedì 30 dicembre 2010

I miei film dell'anno 2010 - n. 40 Mine vaganti

E ora… la classifica dei miei films dell’anno. Essendo una chart personale non segue unicamente le maledette e spesso misteriose logiche della distribuzione cinematografica nazionale, ma oltre ai film usciti sul suolo italiano al cinema o in home video comprende anche pellicole arrivate solo su Internet negli ultimi 12 mesi e rese comprensibili grazie ai sottotitoli forniti dai sempre preziosi idoli di siti come Italian Share o Italian Subs Addicted.
Se vi interessa, potete dare una sbirciata alla classifica del 2009.

Mine vaganti
(Italia)
Regia: Ferzan Ozpetek
Cast: Riccardo Scamarcio, Ennio Fantastichini, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ilaria Occhini, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci, Carolina Crescentini
Genere: commedia gay
Se ti piace guarda anche: The Kids Are All Right, Diverso da chi?, A single man

Trama semiseria
In un paesino del Salento Riccardo Scamarcio medita di fare coming out con il suo padre imprenditore vecchio stampo. Il fratello Alessandro Preziosi lo batterà però sul tempo… Il loro coming out sarà di natura sessuale oppure confesseranno entrambi i vergognosi trascorsi (3 metri sopra il cielo per Scamarcio, Elisa di Rivombrosa per Preziosi)?

Pregi: si ride, si piange, si riflette e insomma ci sono tutti gli ingredienti per un riuscito commedio-dramma all’italiana
Difetti: qualche eccessivo stereotipo sull’Italia del Sud ed Elena Sofia Ricci la rispedirei volentieri ai Cesaroni

Attori cult: Alessandro Preziosi, rivelazione inattesa, e un esilarante e fantastico Ennio Fantastichini
Scena cult: gli amici gay di Scamarcio che si fingono etero doc
Canzone cult: “50 mila”, Nina Zilli

Leggi la mia RECENSIONE

giovedì 8 luglio 2010

Mine antiomo

Mine vaganti
(Italia, 2010)
Regia: Ferzan Ozpetek
Cast: Riccardo Scamarcio, Ennio Fantastichini, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ilaria Occhini, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci, Carolina Crescentini

Normalità, che brutta parola.

L’incipit con Carolina Crescentini in versione Sposa sembra portare in direzione Kill Bill, ma è solo un’illusione. Mine Vaganti racconta tutta un’altra storia, non di vendetta ma di convivenza. Convivenza con i pregiudizi anti omo che nella Puglia di Nicky Vendola sono ancora ben vivi, o almeno così ci mostra (credo non andando molto lontano dalla realtà) Ozpetek, al suo film (probabilmente) più personale e sentito e per fortuna anche quello scritto e girato con un maggiore e delizioso tocco di leggerezza.
Il regista turco-italiano stavolta lascia a casa le pesantezze melò (e soprattutto l’irritante recitazione nervosa accorsiana) di Le fate ignoranti, scoprendo che si può emozionare di più con un sorriso sulle labbra, in un film sulle false apparenze e su tutto ciò che ci sta dietro.

Come può reagire un uomo vecchio vecchissimo stampo, nonché padre padrone di un prestigioso pastificio del Salento, alla notizia che suo figlio è gay? Con un bell’infartino, è ovvio. E con l’espulsione del figlio non solo dalla famiglia, non solo dall’azienda, ma da tutta il suo regno! Se poi dovesse scoprire che pure l’altro suo figlio maschio è “ricchione”, quello ci resta subito secco. E così il buon Scamarcio decide di reprimere i suoi istinti di outing e i suoi sogni di carriera come scrittore e prova a condurre un’esistenza “normale” tirando avanti l’azienda di famiglia.
Quando da Roma arrivano a sorpresa gli amici (tutti spudoratamente gay) di Scamarcio, il film ha quindi il suo vertice comico assoluto, con una serie di gag che a Will & Grace fanno una sega (non intendo letteralmente). Per fortuna però non ci troviamo di fronte solo a una serie di macchiette divertenti, ma a un film davvero sentito, con molta Italia dentro e che convince in pieno anche nell’ottimo finale.

Dalla sua, Ozpetek fa una sapiente scelta di canzoni (50 mila lacrime e Pensiero stupendo decorano due splendide scene) e sfoggia anche un cast in stato di grazia, con un bravo Scamarcio, dei bravissimi Alessandro Preziosi e Nicole Grimaudo (chi l’avrebbe detto?) e un fantastico Ennio Fantastichini, nei panni esilaranti del padre omofobico. Applausi per lui, mentre gli unici dubbi li fa venire Elena Sofia Ricci, una che stava bene giusto nei Cesaroni. D’altra parte un buon regista sa tirare fuori il meglio dai proprio attori, ma di miracoli non ne può fare. Anche se forse Quentin…

Così eccoci arrivati alla fine di questo post, anche se “Gli amori impossibili non finiscono mai. Sono quelli che durano per sempre.” E le mine vaganti sono sempre in agguato.
(voto 8)

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