Visualizzazione post con etichetta amici di maria de filippi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta amici di maria de filippi. Mostra tutti i post

mercoledì 15 febbraio 2017

Vaiana Pozzi





Oceania
Titolo originale: Moana
Regia: Ron Clements, John Musker
Cast: Moana Vaiana, Maui, Nonna Tala, Tamatoa


Oceania ha fatto parlare molto di sé. Per quale motivo?
Per la storia femminista che racconta?
Per le accuse di aver usato in maniera massiccia stereotipi sul popolo polinesiano?
Sì anche, ma in Italia ha fatto discutere soprattutto per un'altra vicenda: il titolo.

Nella maggior parte dei paesi del mondo, Moana, film che vede come protagonista una ragazzina chiamata Moana, è uscito con il titolo di... Moana, ovvio.
In Spagna e qualche altro paese europeo il suo nome è stato invece cambiato in Vaiana, perché Moana è già un marchio registrato nella penisola iberica e in altre zone.
Anche in Italia il nome della protagonista, così come dell'intera pellicola, è stato cambiato. Il motivo però è un altro. Da noi infatti Moana non è un marchio registrato, bensì il nome della pornostar nazionale più celebre di tutti i tempi: Moana Pozzi.

lunedì 9 maggio 2011

Vattene vattene vattene a fan…cuore

La sua musica fa schifo, però almeno
sarà un tipo sveglio...
Ehm, come non detto
Certo che da Maria de Filippi escono dei veri poeti. Come questo Pierdavide Carone, gran figlio, e non di sultano.

Dammela dammela dammela dammela dammela dammela dammela la mano
dalla dalla dalla dalla dalla al tuo sovrano
Dammela dammela dammela dammela dammela dammela dammela la mano
dalla dalla anche se son figlio figlio di un sultano

domenica 3 aprile 2011

Quando m’han detto "film in costume" immaginavo delle tipe in bikini

La duchessa
(UK, Francia, Italia 2008)
Titolo originale: The Duchess
Regia: Saul Dibb
Cast: Keira Knightley, Ralph Fiennes, Hayley Atwell, Dominic Cooper, Charlotte Rampling
Genere: storico
Se ti piace guarda anche: Marie Antoinette, Elizabeth, L’altra donna del re

“Un uomo o è libero oppure non lo è. Il concetto di libertà è un assoluto. Del resto non si può essere moderatamente morti, o moderatamente amati o moderatamente liberi. Dev’essere una cosa o l’altra.”
Georgiana Cavendish

Trama semiseria
La storia della duchessa del Devonshire Georgiana Cavendish, uno di quei nomi alla Valeriana & Katiana di Uomini & donne solo che per fortuna siamo alla fine del Settecento e quei mostri Maria de Filippi non li aveva ancora partoriti. Anzi, non era ancora nata la televisione e, pensate, nemmeno Mediaset. Comunque non è che fossero tempi molto belli pure allora, perlomeno se non eri un uomo e perlomeno se non eri almeno un duca.
La giovane & cool duchessa Georgiana/Keira Knightley si sposa infatti con quello stronzo di Ralph Fiennes e lui la tradisce in ogni occasione possibile persino inculandosi delle scimmie. Ok, forse quest’ultimo dettaglio me lo sono inventato scrivendo in pericolosa fase post-alcolica, però la povera Georgiana viene usata davvero soltanto per dargli un figlio maschio. Peccato che prima arrivi una femmina, poi un’altra femmina, quindi una femmina illegittima e l’erede maschio tardi a nascere… Quando infine arriverà lo chiameranno Claudiano?

Recensione cannibale
Con i film in costume ho un rapporto conflittuale, anzi diciamo non sono proprio il mio genere. Il mio pollice va su quando ci sono dei lavori in grado di innovare e rinnovare la tradizione come la Marie Antoinette con tanto di Converse e colonna sonora new-wave partorita dai sogni di Sofia Coppola (e dai miei), mentre per quanto riguarda il resto preferisco starmene seduto in un angolino a guardare distaccato e impaurito. A questa Duchessa ho comunque voluto concedere una possibilità, vuoi per Keira Knightley, vuoi per un trailer che mi ha convinto o per il post di Silvia aspirante personaggio austeniano, vuoi ancora per Keira Knightley. E sì, fondamentalmente se l’ho visto penso sia stato per Keira Knightley.

La Duchessa presenta una vicenda non molto dissimile da Marie Antoinette e comunque dalla maggior parte dei film in costume ambientati a fine ‘700, se vogliamo dirla a tutta, o almeno così immagino visto che non è che ne abbia visti molti, epperò è in grado di farsi apprezzare anche da un anti-storico come me per la grande eleganza e cura formale; non a caso nel 2009 è stato premiato con l’Oscar per i migliori costumi e ha avuto una nomina pure per la miglior scenografia. Un film visivamente molto curato non solo nei dettagli delle ambientazioni e dei costumi, ma anche nella fotografia e nella bellezza delle immagini. O forse è solo un’impressione dovuta al fascino emanato da Keira Knightley in ogni singola scena.
Il suo marito cinematografico è invece quell’odioso di Ralph Fiennes in un ruolo odioso per cui è quindi perfetto. Fiennes è un attore di quelli che non capisco, fatta eccezione per Strange Days, l’unica occasione in cui l’ho trovato ottimo. Per il resto mi risulta davvero insopportabile, anche se peggio ancora è suo fratello Joseph Fiennes, un attore che ha il dono di rovinare ogni cosa che tocca, ultima in ordine di tempo la serie FlashForward: lanciata come nuovo “Lost”, con lui come protagonista le buone intenzioni si sono ben presto volatilizzate.

Tornando al film in costume, nella seconda parte della Duchessa affiora un filo di noia, ma può benissimo essere colpa mia più che del film di per sé, visto che comunque faccio fatica a coinvolgermi totalmente in vicende e personaggi così lontani nel tempo (per quanto nella protagonista compaiano parecchi barlumi di modernità), ma soprattutto faccio fatica a non trovare ridicole quelle parrucche che persino un trans si vergognerebbe a mettere.
Nel complesso un’ottima pellicola storica, con alcuni momenti parecchio intensi, diretta con talento dal promettente Saul Dibb e interpretata alla stra-grande da Keira Knightley. Ma questo ormai è un fatto praticamente scontato.
Comunque avrà anche ricevuto l’Oscar per i migliori costumi, ma a Keira non hanno fatto indossare nemmeno un bikini... Stiamo scherzando?
(voto 7-)

giovedì 10 marzo 2011

Belle recensioni di brutti dischi

sottotitolo
Che le recensioni siano belle è discutibile, ma che i dischi in questione siano brutti ve lo assicuro

sottotitolo 2
Post con postumi da post-Sanremo

Se ti tappi le orecchie te, che dobbiamo fare noi?
Anna Tatangelo “Progetto B”
La Tatangelo purtroppo non ci mostra il lato B, bensì il suo meno interessante Progetto B.
Si inizia alla grande con la inglorious hit “Bastardo”, un pezzo davvero cattivo che sinceramente mi piace. E pur una volta non sto facendo ironia.
Da qui in poi è comunque tutto un giocare tra lo stare in bilico sul precipizio e un precipitare in fondo al burrone della brutta musica italiana. E non solo italiana, visto che una ballata come “Amo la vita” è un numero da vecchia Mariah Carey ma (per fortuna) con meno gorgheggi vocali. In “L’aria che respiro” c’è poi un ospite (molto poco gradito): Mario Biondi, il motivo per cui ogni tanto si sentono dei rumori sospetti intorno alla bara di Barry White. Grazie a Dio almeno non arriva anche GG da Alassio, anzi GG da Napoli.
Le basi dell’intero disco sembrano quelle del karaoke anni ’90 e tanto per capire come il pop leggero italiano sia il terzo mondo della musica mondiale basta ascoltare le basi pazzesche che hanno i brani di Rihanna, Justin Timberlake o Lady Gaga, mentre Lady Tata si deve accontentare di suoni che fanno cacà. Unica eccezione al piattume produttivo è “Non mi pento”, il pezzo -attenzione!- in stile Black Eyed Peas, un tentativo di fare qualcosa di diverso dalla solita ballatona d’alessiana, peccato che i risultati sono quello che sono.
Disco brutto, questo Progetto B ma almeno “Bastardo” si salva e pure la versione Winehouse in the house ma soprattutto in the wine dell’evergreen “Mamma” non mi dispiace. È già qualcosa.
(voto 4,5)


Una copertina più buonista e veltroniana non c'era?
Roberto Vecchioni “Chiamami ancora amore”
Album composto da canzoni inedite + qualche pezzo vecchio rivisitato, tanto per fare cassa. Se riuscite ad ascoltarlo dall’inizio alla fine senza cadere in catalessi, vi faccio i miei migliori complimenti.
Visto che dopo la sua vittoria di Sanremo Vecchioni è stato all'unanimità portato in trionfo come un eroe della patria, io voglio fare il bastian contrari, anzi il bastard contrari. Qualche dubbio sull’onestà intellettuale del professò mi è infatti venuto quando l’ho visto cantare la sua hit “Chiamami ancora amore” nel corso della finale di Amici insieme al vincitore del suddetto programma, un tale di poco talent che si chiama Virginio Simonelli e che già solo dal nome non meriterebbe di vincere nemmeno un torneo di freccette (ché comunque è più importante un torneo di freccette di Amici).
Si è parlato di un possibile significato politico del brano di vecchioVecchioni, con il verso “Per il bastardo che sta sempre al sole” che potrebbe riferirsi a chi se non a Lui? Cantare una cosa del genere in prima serata su Canale 5 può significare un grande sberleffo nei confronti del Grande Dittatore oppure Vecchioni pur di conquistare il pubblico dei ninin che guardano Amici farebbe qualunque cosa peggio di un Justin Bieber qualunque?
L’altro verso importante del pezzo è “Per tutti i ragazzi e le ragazze che difendono un libro, un libro vero, così belli a gridare nelle piazze perché stanno uccidendo il pensiero.” Eh ok, belle parole. Ma chi è che in Italia sta uccidendo il pensiero? Non sono forse anche e soprattutto i programmi come quelli di Maria de Filippi?
Chiamami ancora amore? Ma corri forte va, bandolero stanco, che te la cavi giusto se bulldog Maria de Filippi ti difende.
(voto 2)


Un omaggio alle Iene
o solo abiti riciclati dalla Prima Comunione?
Modà “Viva i romantici”
I Modà sono giunti con mio grande stupore al quarto album, peraltro attualmente in vetta alla classifica italiana. Io pensavo fossero degli esordienti assoluti, ma evidentemente i dischi precedenti erano così memorabili da aver lasciato un segno indelebile nel mio cuore quanto nelle mie orecchie. Non avendo ora presente i loro precedenti, non so se Kekko (ke kazzo di nome hai?) e compagni abbiano passato l'intera carriera a copiare i Negramaro, ma perlomeno da quest’ultimo disco sembra non abbiano ascoltato altro per tutta la loro vita. E me ne dispiaccio sinceramente per loro, visto che farebbero prima a sentirsi “The Bends” dei Radiohead invece della brutta copia giualianiana. Ma forse si sono ascoltati pure i testa di radio, visto che in “Salvami” il giro di note della chitarra ricorda (scopiazza?) un po’ persino “No Surprises”, sebbene il risultato finale suoni più che altro come... sì, esatto… come i Negramaro. A un certo punto arriva anche l’immancabile successo sanremese “Arriverà”, cantato con Emma “tette grosse” Marrone, ma suona sempre come… i Negramaro.
Praticamente questo disco suona tutto come… i Negramaro, però forse un filino meglio degli ultimi logorroici Negramaro, quindi siamo a livelli ancora più o meno decenti. Più (poco) o meno (tanto) decenti. E se i romantici sono tutti così, allora abbasso i romantici.
(voto 4/5)


Copertina simile a quella della Tatangelo: ecco perché
quella là si copre le orecchie, c'è Giusy che urla
Giusy Ferreri “Il mio universo”
Il tuo universo è un universo in cui io non voglio vivere, Giusy.
La tua voce è davvero fastidiosa, questo te lo diranno già tutti quelli che ti incontrano per strada e che sicuramente ti dicevano la stessa cosa ancor prima che avessi la malaugurata idea di metterti a fare la cantantona. Com'è il tuo disco? Vediamo...
“Piccoli dettagli” è la parodia di “What’s Up” delle 4 Non Blondes o più semplicemente un attentato terroristico alle nostre orecchie? Per “Rosita” ti sei presa tra gli autori persino Francesco Bianconi dei Baustelle (oh, gli affitti a Milano sono cari se non conosci qualcuno al Pio Albergo Trivulzio), infatti è il pezzo più decente del lotto (l’unico lotto che nessuno vorrebbe mai centrare). A livello musicale il prodotto è anche un pop-rock tanto innocuo quanto discretamente curato, peccato solo per tua quella voce da nightmare.
(voto 3)

Ascoltate solo a vostro rischio e pericolo: l'autore del blog non si assume
alcuna responsabilità in caso di vomito e/o reazioni allergiche e/o tentativi di suicidio


domenica 7 novembre 2010

A me non piace così

Emma Marrone “A me piace così”
Provenienza: Amici della Maria
Genere: Italian shit-pop
Se ti piace ascolta anche: Irene Grandi, Alessandra Amoroso, Gianna Nannini, Vasco Rossi, il ronzio delle zanzare

Dopo il grande insuccesso della recensione di Alessandra Amoroso, ecco che a nulla richiesta arriva anche il post su Emma Marrone, l’ultima pupilla della piaga della musica moderna: Maria de Filippi. Una che con la sua capacità di regalare 15 minuti di fama potremmo anche definirla una sorta di versione contemporanea, più mascolina epperò totalmente priva di talento artistico, di Andy Warhol. Ok, ho detto la stronzata. O forse una triste verità del mondo di oggi.

Che poi ci sarebbe anche da aprire una parentesi sul perché programmi come Amici siano definiti talent-show, quando di talento se ne vede ben poco. D’altra parte però pure i reality-show si chiamano così sebbene siano solo finzione. E poi anche la parola show: programmi noiosi di questo tipo possono davvero essere considerati degli show??

Tornando a Emma Marrone comunque, se non sapete chi è, non preouccupatevi. Se sapete chi è, preoccupatevi. Io lo sto facendo.
Va comunque detto che Emma Marrone al confronto della Amoroso sembra Mozart paragonato con Giovanni Allevi, o il notiziario della BBC al confronto del TG1. Ma questo è dovuto solo all’inascoltabilità totale della musica della Amoroso, non a meriti reali della Emma Brown, che vince nettamente la sfida anche a un livello meramente estetico. Ma pure in questo caso non è che si vada molto…

Il suono del suo album d’esordio “A me piace così” è rock e aggressivo. Ok, ho detto un’altra stronzata. Scusate. Però l’intenzione principale di questo disco sembra il voler scimmiottare un certo rockaccio italico tra Gianna Nannini e Vasco Rossi. In qualche caso si vorrebbe copiare persino i Garbage (ERESIA!), come in una “Arida” copiata dalla loro jamesbondiana “The World in not enough”. Inutile dire che il tentativo fallisce pietosamente.
Una cosa che colpisce delle produzioni di pop commerciale di questo tipo è il paragone impietoso con i colleghi stranieri; possono anche non piacervi, ma gente come Lady Gaga, Rihanna, Katy Perry o i Black Eyed Peas hanno dietro delle produzioni e dei suoni davvero mostruosi, spesso anche originali e innovativi. Qui abbiamo basi da piano bar o da cover band da locale di periferia, senza offesa per le cover band di periferia.

Insomma, alla fine meglio sta Emma Brown di Alessandra Amoroso. Ma anche meglio un pugno in faccia. Parlo di un vero pugno in faccia, uno alla Bud Spencer, non il buffetto che si è preso Capezzone.
(voto 1)

mercoledì 6 ottobre 2010

Recensione ufficiale del nuovo album di Alessandra Amoroso "Il mondo in un secondo"

Alessandra Amoroso “Il mondo in un secondo”
Provenienza: Galatina, Puglia
Genere: it-melodic-trash-pop
Se ti piace ascolta anche: Emma Marrone, Valerio Scanu, Marco Carta, un audio libro di Federico Moccia letto da Maria de Filippi, delle dita strisciate contro una lavagna

La recensione
Questo disco fa schifo. E tanto anche.
(voto: zero assoluto)

Frasi scult: 
Siamo nella stessa stanza e c’è distanza.
E fuori è uscito ancora il sole, e diventiamo due nuove persone.

martedì 30 marzo 2010

Elezioni

L’Italia si è espressa. Dopo un lungo e appassionante testa a testa, andato avanti per ore, nel profondo della notte è giunto infine il risultato definitivo tanto atteso: Emma Marrone ha vinto l’edizione 2010 di Amici. Emma, prodotta in laboratorio dalla De Filippi& Co. (dove Co. sta per Costanzo) è stata creata prendendo la voce della vincitrice della scorsa edizione ma donandole un corpo più grazioso e accattivante. Anche perché la Alessandra Amoroso, diciamolo pure, è davvero inguardabile. Il premio della critica è invece andato a un certo Pierdavide Carone, un ragazzo chiaramente con qualche rotella fuori posto che qualcuno altrettanto pazzo ha paragonato a Rino Gaetano. Ricordo come Pierdavide sia anche l’autore del brano vincitore di Sanremo cantato da Valerio Scanu. C’è ancora qualcuno che sostiene paragonarlo a Rino Gaetano, adesso?
Il dato da tenere sott’occhio è però l’affluenza di voti. Sono stati numerosi, ma va rilevato come la maggior parte degli Italiani non abbia votato nel corso della finale del programma, forse perché distratto da altre elezioni tenutesi nel corso della domenica/lunedì.

In queste elezioni minori, il dato da rilevare è come PdL/Lega abbiano preso circa 9milioni di voti, su scala nazionale. Che sono tanti, tantissimi. Però su 44milioni di Italiani chiamati alle urne, significa che c’è un bacino di ben 35 milioni di persone che, ipoteticamente, potrebbero non essere del tutto in sintonia con l’attuale Governo. Solo, manca un leader che li spinga a votare e che raggruppi tendenze tutte d’opposizione, ma tutte in contrasto tra loro. Dal PD dovrebbero poi sparire i personaggi fuori dal tempo. D’Alema, per esempio. Ma lo volete accompagnare alla porta con un gentile calcio nel culo o volete perdere le elezioni per tutto il prossimo secolo? E non sarebbe ora di abbandonare le derive centriste, moderate e democristiane visto che l’elettorato di sinistra evidentemente non gradisce un PD(L) versione 2?
E non sarebbe anche arrivato il momento di rifondare la sinistra sulle basi del Popolo Viola, Grillo, Di Pietro, Nichi Vendola, di quanto di buono emerso da “Rai per una notte”? Insomma, da chi cerca una reale alternativa all’attuale Governo e non se ne sta zitto & buono ad incassare passivamente come hanno fatto Franceschini e Bersani. Gente talmente priva di carisma che io non chiamerei nemmeno per guidare una riunione condominiale.

Change? Siamo Italiani. Odiamo il cambiamento. E poi perché cambiare quando le cose vanno male? Meglio essere prudenti, sai mai che le cose vadano ancora peggio. Perché le cose possono andare peggio, vero?
In questo caso la risposta è: yes, we can!
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com