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domenica 24 febbraio 2013

OSCAR 2013: PREVISIONI E PREFERITI CANNIBALI

Le previsioni degli Oscar per me sono come il Totocalcio per un patito di calcio.
Esiste ancora il Totocalcio o è passato clamorosamente di moda?
Facciamo allora questo Toto Oscar 2013, dove non solo cercherò di predirre chi vincerà le statuette ispirandomi a Nostradamus, Fabrizio Masia e al Divino Mago Otelma, ma indicherò anche i miei preferiti nelle varie categorie. Un giudizio del tutto soggettivo ma se non altro completo, poiché ho visto tutte le pellicole candidate nelle categorie principali e ho visto pure un cortometraggio. Vabbè quello che hanno visto tutti: Paperman della Disney.

Seguitemi su Twitter. Non garantisco al 100% una copertura live dell'evento, però magari con l'aiuto di qualche caffè + Red Bull ce la posso fare...
Ricorcatevi poi anche di votare! Intendo il sondaggio qui a destra sui vostri film preferiti tra quelli candidati all'Oscar di miglior film!

E ora via al gioco dei pronostici!

P.S. I nomi dei nominati sono messi in ordine non casuale, bensì da quello che preferisco di più a quello che preferisco di meno.

"Dall'Academy ci chiedono per chi votiamo..."
"Per il nostro Ben, ovvio. Per chi vuoi votare, per Silvio Spielberg?"
Miglior film

Il mio preferito: Il lato positivo
Secondo me vincerà: Argo

Argo riuscirà a battere il super barbosissimo favorito Lincoln?
Il film di Ben Affleck, nonostante abbia avuto lo smacco di non essere nominato tra i migliori registi, è il candidato numero uno a sconfiggere a sorpresa il patriottico film di Spielberg. Ce la farà? Io mi auguro di sì, anche se i miei preferiti in assoluto sono altri: Il lato positivo, Django Unchained e Zero Dark Thirty. E poi Re della terra selvaggia.
Filmetti mediocri come Vita di Pi e Les Misérables invece non ho ben capito cosa ci facciano in questa categoria, quando ben altri filmoni come The Master e Moonrise Kingdom sono stati esclusi ma vabbè, si tratta delle solite oscarrafonate e comunque con 5 film su 9 candidati che mi sono piaciuti non mi posso lamentare troppo.

"Cannibal, prima o poi una bella cinquina sulla faccia te la stampo, vedrai."
Miglior regista
Benh Zeitlin (Re della terra selvaggia)
David O. Russell (Il lato positivo)
Michael Haneke (Amour)
Steven Spielberg (Lincoln)
Ang Lee (Vita di Pi)

Il mio preferito: Benh Zeitlin
Secondo me vincerà: Steven Spielberg

Questa è forse la cinquina più sbagliata non solo di quest’anno, ma nell’intera storia degli Oscar.
Io avrei cambiato totalmente i nomi, inserendo innanzitutto Quentin Tarantino. Sul serio: come si fa a escludere la scoppiettante regia di Quentin in Django Unchained?
Poi avrei messo anche i due Anderson, intendo Paul Thomas e Wes non certo Paul W. S., Kathryn Bigelow e Ben Affleck, eventualmente pure Joe Wright di Anna Karenina.
Tra i discutibili nomi selezionati dall’Academy, quello che preferisco è l’esordiente Benh Zeitlin di Re della terra selvaggia. Persino il grande Michael Haneke mi è sembrato parecchio spentino e “oscarizzato” con il suo ultimo Amour. Ma tanto alla fine vincerà il solito Steven Spielberg.

"Votate, mi raccomando!
Per il XIII emendamento? Per le politiche?
Ma no, per me come migliore attore."
Migliore attore protagonista
Joaquin Phoenix (The Master)
Denzel Washington (Flight)
Bradley Cooper (Il lato positivo – Silver Linings Playbook)
Daniel Day-Lewis (Lincoln)
Hugh Jackman (Les Miserables)

Il mio preferito: Joaquin Phoenix
Secondo me vincerà: Daniel Day-Lewis

Sorpresa e stupore in Rai, soprattutto di Fabio Fazio, per la mancata nomination a Beppe Fiorello per Volare, ma il premio è già in tasca, o meglio tra le mani di Daniel Day-Lewis.
Un’ingiustizia, visto che nel suo salotto ha già 2 statuette dorate e visto che quella in Lincoln è un’interpretazione tanto impeccabile quanto fredda e poco sentita, poco viva. Un po’ come tutto il film di Steven Spielberg.
E un’ingiustizia ancora maggiore perché Joaquin Phoenix in The Master è un vero maestro di recitazione e la sua è una delle performance recitative più pazzesche mai viste. Ma è grandioso anche Denzellone Washington in Flight, va detto, e pure Bradley Cooper se la cava.
Per Hugh Jackman invece: “Buuuuuu!”


E' più difficile che scegliere tra Beatles e Rolling Stones...
Migliore attrice protagonista
Jessica Chastain (Zero Dark Thirty)
Jennifer Lawrence (Il lato positivo – Silver Linings Playbook)
Quvenzhané Wallis (Beasts of the Southern Wild)
Naomi Watts (The Impossible)
Emmanuele Riva (Amour)

La mia preferita: Jessica Chastain
Secondo me vincerà: Jennifer Lawrence

Io, personalmente, dovendo scegliere tra Jessica Chastain e Jennifer Lawrence, me le farei entrambe.
Dovendo sceglierne solo una, l’interpretazione di Jessica Chastain in Zero Dark Thirty è enorme e totale e quindi la mia preferenza va a lei. Ma pure Jennifer Lawrence è pazzesca e io l’avrei candidata tra le migliori attrici non protagoniste, in modo da evitarmi questa scelta IMPOSSIBILE.
E a proposito di impossibile... Inspiegabile la nomina a Naomi Watts, attrice che di solito adoro ma che nel modestissimo The Impossible non è così fenomenale, a discapito della lei sì fenomenale Marion Cotillard de Un sapore di ruggine e ossa.
Occhio comunque alla più giovane (Quvenzeccetera Wallis) e alla più anziana (Emmanuele Riva) candidate di sempre, che potrebbero dire la loro.
Se non vincono o Jennifer o Jessica comunque io sono già pronto a urlare al “Gomblotto!”.

"Comunque vada a finire, ci berrò su. Di brutto!"
Migliore attore non protagonista
Christoph Waltz (Django Unchained)
Phillip Seymour Hoffman (The Master)
Robert De Niro (Il lato positivo – Silver Linings Playbook)
Alan Arkin (Argo)
Tommy Lee Jones (Lincoln)

Il mio preferito: Christoph Waltz
Secondo me vincerà: Christoph Waltz

Nonostante i bookmakers puntino sulla sfida tra il non eccelso Tommy Lee Jones e il magistrale Philip Seymour Hoffman, io dico che alla fine ce la potrebbe fare il Christoph Waltz unchained. Almeno ci spero.
Certo che sarebbe una goduria pure una vittoria dell’Hoffman non Dustin, che in The Master interpreta una sorta di fac-simile di L. Ron Hubbard, il fondatore di quella Scientology venerata da parecchi in quel di Hollywood. Simpatici pure Alan Arkin e Robert De Niro, però l’Oscar a Tommy Lee Jones no, vi prego no.

"Guardate che se non mi date l'Oscar mi metto a piangere.
E più piagnona di me c'è giusto la Natalie Portman."
Migliore attrice non protagonista
Helen Hunt (The Sessions)
Anne Hathaway (Les Miserables)
Amy Adams (The Master)
Sally Field (Lincoln)
Jacki Weaver (Silver Linings Playbook)

La mia preferita: Helen Hunt
Secondo me vincerà: Anne Hathaway

A me è piaciuta un sacco Helen Hunt in The Sessions. E non solo perché è nuda, proprio nuda nuda. Forse anche un po’ per quello, ma soprattutto perché offre un’interpretazione di una naturalezza spaventosa.
Bravissima, fenomenale Anne Hathaway in Les Misérables, che però sfoggia quel tipo di bravura troppo forzato, troppo urlato. Come Bocelli: nessuno mette in dubbio il suo talento, però che du palle!
In ogni caso, la vittoria della Hathaway è sicura al 200%.

"Dopo questa foto, ho come l'impressione che le mie possibilità
di vittoria siano scese sotto lo zero (dark thirty)."
Miglior sceneggiatura originale
Quentin Tarantino (Django Unchained)
Wes Anderson e Roman Coppola (Moonrise Kingdom)
Mark Boal (Zero Dark Thirty)
John Gatins (Flight)
Michael Haneke (Amour)

Il mio preferito: Django Unchained
Secondo me vincerà: Zero Dark Thirty

Un Oscar a Django Unchained glielo vogliamo dare?
Ho come la brutta impressione che il grande mitico geniale Quentin questa sera rimarrà a bocca asciutta. Ho questo amaro presentimento. Come i Maya, spero di sbagliarmi. L’ottimo script di Zero Dark Thirty potrebbe alla fine avere la meglio, mentre l’unica nomination a Moonrise Kingdom appare appena un contentino al film indie dell’anno.
Inspiegabile la nomina ad Amour. Il film può piacere o non piacere, ma la sceneggiatura è una roba che al massimo può occupare un post-it: “Vecchino aspetta che la moglie vecchina schiatti. E poi a un certo punto - colpo di scena - entra un piccione dalla finestra”.

Svelato il metodo di scelta di molti giurati dell'Academy.
Miglior sceneggiatura non originale
David O. Russell (Il lato positivo – Silver Linings Playbook)
Chris Terrio (Argo)
Lucy Alibar, Benh Zeitlin (Beasts of the Southern Wild)
Tony Kushner (Lincoln)
David Magee (Vita di Pi)

Il mio preferito: Il lato positivo
Secondo me vincerà: Argo

Qui Argo dovrebbe spuntarla, sempre che quelli dell’Academy non vogliano fare uno dei loro scherzetti dei soliti premiando i banali Vita di Pi o Lincoln. Io in ogni caso faccio il tifo per l’outsider: Il lato positivo, che presenta i dialoghi più scoppiettanti dell’annata.

"Tesoro, non sentire, ma con Jessica e Jennifer
non avrei manco bisogno del Viagra!"
Miglior film straniero
Rebelle - War Witch di Kim Nguyen (Canada)
No di Pablo Larraín (Cile)
A Royal Affair di Nikolaj Arcel (Danimarca)
Kon-Tiki di Joachim Rønning, Espen Sandberg (Norvegia)
Amour di Michael Haneke (Austria)

Il mio preferito: War Witch
Secondo me vincerà: Amour

La vittoria di Amour è scontatissima, considerata la sua nomination anche tra i film migliori in assoluto.
Un vero peccato, perché io all’intensa ma troppo urtante pellicola dell’austriaco Haneke ho preferito tutti e 4 gli altri ottimi candidati: sopra tutti il bellissimo canadese Rebelle - War Witch che i fan di Re della terra selvaggia dovrebbero apprezzare parecchio, quindi il rivoluzionario cileno No, la classe danese di A Royal Affair e la coinvolgente avventura norvegese di Kon-Tiki.

"Siamo troppo piccoli per seguirli in diretta, ma speriamo di svegliarci domani
con un Oscar in più. O, se non altro, tu cerca di essere ancora vivo, Sparky.
Miglior film d’animazione
Frankenweenie
Ralph Spaccatutto
ParaNorman
Ribelle - The Brave
Pirati! Briganti da strapazzo

Il mio preferito: Frankenweenie
Secondo me vincerà: Ribelle - The Brave

Frankenweenie deve vincere! Ma non vincerà mai. Troppo bello…
Più prevedibilmente il premio andrà alla solita Pixar pigliatutto, con il certo non fenomenale Ribelle - The Brave. E pure qua si può gridare all’ingiustizia e al gomblotto considerando come, al di là del trascurabile filmetto da strapazzi dei pirati, anche Ralph Spaccatutto e ParaNorman sono due deliziose chicche.

"Chissà se riusciremo ad avere più voti di Lincoln?
Spero almeno che ne avremo più del partito di La Russa..."
Miglior montaggio
William Goldenberg (Argo)
Dylan Tichenor and William Goldenberg (Zero Dark Thirty)
Jay Cassidy & Crispin Struthers (Il lato positivo – Silver Linings Playbook)
Michael Kahn (Lincoln)
Tim Squyres (Vita di Pi)

Il mio preferito: Argo
Secondo me vincerà: Argo

Le scene di montaggio alternato di Argo sono le migliori del film e tra le migliori dell’annata, quindi questo premio va di diritto alla pellicola del bisteccone Affleck. Ma pure il montaggio di Zero Dark Thirty è una roba da Oscar, quindi sarà una bella guerra.



"M'avete dato l'Oscar per Hugo Capretto,
non volete darmelo per Django?
Are you fuckin' kiddin' me?"
Miglior fotografia
Robert Richardson (Django Unchained)
Seamus McGarvey (Anna Karenina)
Roger Deakins (Skyfall)
Janusz Kaminski (Lincoln)
Claudio Miranda (Vita di Pi)

Il mio preferito: Django Unchained
Secondo me vincerà: Lincoln

Sarebbe bella una vittoria dell’Unchained Django o della Karenina Anna, ma credo abbiano ben poche speranze. La vittoria andrà probabilmente al veterano Janusz Kaminski, con la sua fotografia simil-Barry Lyndon di Lincoln. Che noia che barba.


"Perché non balliamo anche noi l'Harlem Shake?"
Migliore scenografia
Sarah Greenwood and Katie Spencer (Anna Karenina)
Eve Stewart (Les Miserables)
Rick Carter, Jim Erickson & Peter T. Frank (Lincoln)
Dan Hennah, Ra Vincent e Simon Bright (Lo Hobbit)
David Gropman, Anna Pinnock (Vita di Pi)

Il mio preferito: Anna Karenina
Secondo me vincerà: Les Miserables

Anna Karenina presenta delle scenografie strabilianti, non solo karine.
Purtroppo, temo un verdetto miserabile dell’Academy.

"Oscar per il trucco? Ma noi siamo davvero così."
Miglior trucco
Les Miserables
Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato
Hitchcock

Il mio preferito: Les Miserables
Secondo me vincerà: Les Miserables

Qui non so davvero chi scegliere. Spero non vinca nessuno.
Hitchcock non l’ho ancora visto, ma dalle immagini Anthony Hopkins truccato come il grande regista non mi è sembrato il massimo… Dico quindi controvoglia Les Miserables, anche perché i trucchi di alcuni personaggi de Lo Hobbit sono sul ridicolo andante.

"Migliori costumi? Ma se ho tirato fuori
il vestito che avevo messo alla Cresima..."
Migliori costumi
Jacqueline Durran (Anna Karenina)
Eiko Ishioka (Biancaneve - Mirror Mirror)
Paco Delgado (Les Miserables)
Joanna Johnston (Lincoln)
Colleen Atwood (Biancaneve e il cacciatore)

Il mio preferito: Anna Karenina
Secondo me vincerà: Les Miserables

Anna Karenina pure qui su tutti. Nella bellezza visiva totale del film, ci metto dentro pure i costumi, anche se non è che me ne intenda molto. In questo settore, le fashion blogger credo possano avere più voce in capitolo di quanta possa averne io. E probabilmente ne capiscono di più anche nelle altre categorie…

Migliori effetti speciali
Biancaneve e il cacciatore
Prometheus
The Avengers
Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato
Vita di Pi

Il mio preferito: Biancaneve e il cacciatore
Secondo me vincerà: The Avengers

Di questi 5 film non me ne è piaciuto manco mezzo. A livello puramente di effetti speciali, quelli che mi hanno colpito di più sono stati quelli molto ben fatti del per il resto pessimo Biancaneve e il cacciatore.
Pure qui come nella categoria trucco, comunque, spero non vinca nessuno. Abbasso i film con gli effetti speciali.

"Kristen Stewart che recita? Questo sì che è un effetto speciale sorprendente!"

"E datemi 'sto secondo Oscar, ah bischeri!"
Miglior colonna sonora originale
Dario Marianelli (Anna Karenina)
Alexandre Desplat (Argo)
Thomas Newman (Skyfall)
John Williams (Lincoln)
Mychael Danna (Vita di Pi)

Il mio preferito: Dario Marianelli
Secondo me vincerà: Vita di Pi

Qui si va di campanilismo?
Tra i 5 nominati, il mio compositore preferito è Alexandre Desplat, ma la colonna sonora di Argo per quanto valida non è il suo lavoro migliore. Stesso discorso per Thomas Newman, autore delle belle musiche di Skyfall, lontane però dalla grandiosità di quelle di American Beauty.
Il mio preferito è allora l’italiano Dario Marianelli non per nazionalismo, ma perché il suo lavoro sulle musiche di Anna Karenina è splendido ed è in grado di replicare quello di Espiazione, con cui aveva già vinto la statuetta dorata. Peccato che ‘sta volta a essere favorite sono le dimenticabili musichette new-age di Vita di Pi. E la vittoria di Danna sarebbe un danno.

"Gli altri candidati? E chi li ha mai sentiti? Ahahah!"
Miglior canzone originale
“Skyfall” Adele (Skyfall)
“Everybody needs a best friend” Walter Murphy, Seth MacFarlane (Ted)
“Before my time” J. Ralph (Chasing Ice)
“Pi’s Lullaby” Mychael Danna, Bombay Jayashri (Vita di Pi)
“Suddenly” Hugh Jackman (Les Miserables)

La mia preferita: Adele
Secondo me vincerà: Adele

Adele.
Adele e basta.
Non c’è nemmeno competizione. È come se Messi si contendesse il Pallone d’Oro con i giocatori del Casale (Lega Pro Seconda Divisione).

"Attenti giurati che se non ci date manco un premio,
la prossima missione punitiva la facciamo a Hollywood."
Miglior montaggio audio
Django Unchained
Zero Dark Thirty
Argo
Skyfall
Vita di Pi

Il mio preferito: Django Unchained
Secondo me vincerà: Vita di Pi

Spero in più premi possibili per Django Unchained e Zero Dark Thirty.
Academy, ascolta le mie preghiere: fai vincere uno di loro e non quella menata di Vita di Pi.
Vedi come sono diventato religioso? E non ho nemmeno avuto bisogno del film di Ang Lee…

Miglior missaggio sonoro
"Non stiamo cercando di impietosirvi, signori dell'Academy. Proprio no."
Argo
Skyfall
Les Miserables
Lincoln
Vita di Pi

Il mio preferito: Argo
Secondo me vincerà: Les Miserables

Argo e vaffanculo gli altri.

Miglior documentario
5 Broken Cameras
The Gatekeepers
How to Survive a Plague
The Invisible War
Searching for Sugar Man

Il mio preferito: -
Secondo me vincerà: The Invisible War

5 Broken Cameras è un docu sul conflitto israelo-palestinese.
The Gatekeepers è pure questo sul conflitto israelo-palestinese, quindi i due potrebbero farsi guerra per i voti dei giurati dell’Academy.
How to Survive a Plague tocca il tema dell’AIDS, una tematica che però potrebbe essere considerata più 80s che attuale.
Searching for Sugar Man cerca di far luce sulla misteriosa scomparsa del musicista Rodriguez. Troppo di nicchia?
The Invisible War affronta la questione degli stupri nell’esercito militare.
Senza averne visto nessuno, a livello puramente di tematica dico che quest’ultimo ha le probabilità maggiori di vittoria.

Miglior documentario corto
Inocente
Kings Point
Mondays at Racine
Open Heart
Redemption

Il mio preferito: -
Secondo me vincerà: no idea.

Miglior cortometraggio
Asad
Buzkashi Boys
Curfew
Death of a Shadow
Henry

Il mio preferito: -
Secondo me vincerà: no idea.

"Manco una nomination al mio attore preferito, Beppe Fiorello? Ma uffa!
Miglior cortometraggio animato
Maggie Simpson in “The Longest Daycare”
Adam and Dog
Fresh Guacamole
Head over Heels

Il mio preferito: Paperman
Secondo me vincerà: Paperman

Ho visto solo l’ottimo Paperman, che credo si porterà a casa il premio perché oh, la Disney è la Disney.
Sono curioso però di vedere anche quello con Maggie Simpson.

Abbiamo visto tutte le categorie. Proprio tutte tutte e ora con le previsioni e i preferiti abbiamo finito.
C’avrò preso? Non c’avrò preso?
Nel corso della cerimonia di premiazione condotta da Seth MacFarlane, il creatore di Griffin e Ted, vedremo chi si sarà portato a casa le statuette.
E ovviamente, vi piaccia o meno, domani non mancheranno i commenti cannibali…

sabato 23 febbraio 2013

OSCAR 2013: I (PIU’ O MENO) MAGNIFICI 9

Non è che sia proprio una grossa fortuna, oggi, chiamarsi Oscar. Oscar Giannino, Oscar Pistorius… meglio allora concentrare le nostre attenzioni su degli altri Oscar, non meno discussi e discutibili, quelli cinematografici che verranno consegnati domenica notte.
Com’è ormai tradizione qui su Pensieri Cannibali da un paio d’anni a questa parte (vedi 2011 e 2012), per introdurre la categoria principale degli Oscar vi presento le 9 pellicole candidate alla statuetta di miglior film dell’anno attraverso le parole non solo mie, ma anche di quelle di alcuni colleghi blogger (per par condicio non più di una menzione ciascuno).
Se non siete stati inseriti è perché magari non avete parlato di nessuno di questi film, oppure non è colpa mia. È tutta colpa di Google che non mi ha fatto trovare le vostre recensioni nel motore di ricerca. Consideratelo comunque come il mio modo di partecipare a tutte le catene o agli awards vari cui non ho partecipato durante gli ultimi dodici mesi.

Quali sono i 9 nominati come miglior film dell’anno agli Oscar 2013 e che cosa ne pensa la blogosfera?
Scopriamolo immediatamente.

MA PRIMA: VOTATE IL VOSTRO FILM PREFERITO TRA I NOMINATI AGLI OSCAR 2013 NEL SONDAGGIO A DESTRA.

AMOUR
Michael Haneke è un bastardo e i suoi film, fondamentalmente, sono dei film dell’orrore. […] Con Amour, Haneke va a toccare in maniera diretta la paura più grande per molte persone, di certo la mia: la vecchiaia. Questo è lo Shining della terza età.
Cannibal Kid, Pensieri Cannibali

Michael Haneke con Amour realizza il suo film più violento, pregno di una brutalità altra da quella vista in alcune sue opere precedenti. Non ci sono le sanguinose mazzate da golf di Funny games, né la strisciante indagine sul male de Il nastro bianco, né la claustrofobica forzatura della privacy di Niente da nascondere. In Amour punta la macchina da presa sulla malattia, la vecchiaia, la morte, senza tralasciare alcuno dei dolori annessi e connessi. E’ violento perché ci colpisce sul nervo scoperto che accomuna tutti: gli affetti, gli amori e la nostra relazione con essi col sopraggiungere di ciò che non possiamo controllare. Ma amor vincit omnia?

Amour ha il pregio di mostrare la morte (quella che più temiamo: la vecchiaia, la malattia...) al pubblico occidentale che di morte non ne vuole nemmeno sentire parlare.
Stefano Uboldi, I Cineuforici

Perché infliggersi la visione estremamente realistica di una donna colpita da ictus con conseguente disabilità motorie, di parola, cognitive? […]Perché i corpi di morti ammazzati dei film spettacolari non ci riguardano. Invece questo corpo ci riguarda. Non è cinema. E’ una finestra aperta sulla nostra vita. Sono i neuroni specchio che si attivano e ci fanno vivere quella sofferenza. Dallo schermo al nostro, di corpo.

Ciò che ne è rimasto alla fine è stato unicamente l'amore, l'amore più puro e reale, il più lontano possibile da quelle che sono le melensaggini da Baci Perugina, o dalle frasi romantiche ad effetto. Un amore non idealizzato, quotidiano, che si vede nei gesti o anche in un semplice discorso. L'amore quotidiano che è resistito anche dopo una lunghissima convivenza, e che fa rimanere vicino alla persona anche quando questa inizia il suo maggiore degrado. Il vedere quell'uomo anziano e stanco continuare a proseguire questa odissea maligna e negativa senza staccarsi da una donna veccia, sempre più imbruttita e sminuita dalla malattia, mi ha fatto capire che l'amour che da titolo al film è veramente un qualcosa di assoluto.
Giacomo Festi, Recensioni ribelli

ARGO
Un film che fa cinema, parlando di cinema, inserito però in un contesto reale. Se sai fingere, se sei credibile agli occhi della gente allora meriti l'Oscar della vita, della salvezza. Puoi tornare in patria e ricevere le migliori onorificenze e premi per il tuo egregio compito.
Premi che ad Argo sono stati riconosciuti sicuramente per questa sua forza e abilità narrativa, ma anche per il patriottismo americano. Per una volta non sono le armi militari il punto di forza dell'Usa, ma l'intelligenza e l'astuzia.
Nico Donvito, 50/50 Thriller

Il risultato è un film ben costruito, un thriller che gioca sugli stati emozionali dei protagonisti e degli spettatori stessi, rallentando il ritmo della narrazione solo raramente e facendo sì che chi guarda possa restare incollato alla sedia per due ore senza quasi accorgersene.
Fabrizio Reale, Laboratorio di cinema

Un film sincero, diretto da un autore che vuole raccontare le cose come sono avvenute realmente, evitando facili sentimentalismi, e di questi tempi, è una cosa più unica che rara.
Arwen Lynch, La fabbrica dei sogni

Ben Affleck è consapevole di essere un attore mediocre e dalla carriera non raffinatissima e sembra quasi voler chiedere scusa se uno come lui da un po' di anni si dedica con successo alla regia (scuse pienamente accettate Ben!); ho percepito come una costante e piacevole modestia in questo film, un senso di riguardo, di semplicità generale e di autoironia quanto basta.
Margherita, Nulla di preciso

Se un indizio può non voler dire niente e due indizi possono rappresentare un semplice caso, al terzo non c’è più spazio per i dubbi. Il terzo è una prova. Argo è una prova.
Prova di cosa?
Prova che Ben Affleck è un dannato grande regista. Uno dei migliori in circolazione negli USA al momento.
Chi l’avrebbe detto? Probabilmente nemmeno lui stesso.
Cannibal Kid, Pensieri Cannibali

Che si sappia: nella notte degli Oscar il mio pensiero sarà Argovaffanculo! Perché, dopo averlo visto con colpevolissimo ritardo, adesso posso dirlo: il film di Ben Affleck è una grande ficata.
Dantès, Montecristo

DJANGO UNCHAINED
Esiste qualcosa come il cinema di Quentin Tarantino?
No, non esiste (e se esiste ditemelo che me lo vado a recuperare subito).

Django Unchained è probabilmente il suo film più maturo. Allo stesso tempo, è comunque un film cazzaro, spassoso, folle, splatter e divertentissimo. Quentin insomma è come Peter Pan. Un Peter Pan imbastardito. Non crescerà mai. E Dio lo benedica per questo.
Cannibal Kid, Pensieri Cannibali

Sceneggiatura come al solito sopraffina, vincitrice di un golden Globe, candidata all'Oscar (scandalo se non vince! E stigrancazzi,nooo?), piena zeppa di trovate al limite della logica..ma chi se ne fotte quando la scelta estetica e visiva è di questo livello.Uno script finalmente lineare, senza intrecci o montaggi schizzoidi. Maturo. Pieno.Sfacciato.Sinuoso e barocco.Così addentro le meccaniche della violenza su pellicola che risulta tollerabile e intollerabile nello stesso tempo.
Giocher e Dottor Massis, Cinematografia Patologica

Tutto quello che avreste voluto vedere in un western, ma non avete mai osato chiedere.

Ch. Waltz sta a Tarantino come C. Eastwood sta a Leone. Ci voleva un regista veramente in gamba per rivelare la bravura di un attore fino allora sconosciuto. Se i giurati dell’ACADEMY apprezzeranno il suo parlare affettato, il suo arricciare i baffi, insomma il suo porgersi come macchietta… Cristoforo Valzer beccherà un altro Oscar.
Il bibliofilo, Un paio di uova fritte

Un film stupendo, sì, ma un classico solo in potenza, abbastanza lontano dalla grandezza di istant cult assoluti come Pulp Fiction, il primo Kill Bill o anche l’opera minore Jackie Brown. […] Django Unchained è il ritorno sperato di un grande maestro, un Tarantino come non lo conoscevamo: più acuto e più imborghesito, più esperto e (stranamente) più statico e lento.
Rumplestils Kin, Overexposed

Tarantino è probabilmente il miglior regista verticale in circolazione.
Come riesce a scrivere personaggi e a costruire sequenze lui pochissimi altri al mondo.
Il suo "problema", o almeno una delle poche cose che riesco ad imputargli è il non essere un gran maestro di orizzontalità di sceneggiatura, di racconto. […] In definitiva il solito grande film spettacolo di un regista da preservare. Ma che di orizzontale ha solo un pancione sempre più enorme.
oh dae-soo, Il buio in sala

Tarantino, ormai figura unica e impareggiabile nel mescolare certi improbabili paradossi per un cinema weirdissimo e fuori da ogni schema (giusto Miike ha un approccio vastissimo e incontrollabile come il suo), capace di combinare il western con l’hip hop, l’ultraviolenza con la comicità da commedia disimpegnata (con tanto di Jonah Hill a fare da comparsata), il dramma storico con il pulp, dilagando e diluendo la storia con personaggi stratosferici che passano minuti e minuti a parlare con una classe, una potenza e una tensione che, in tutta sincerità, non si vedono da nessun’altra parte.
Simone Corà, Midian

È noto che saltellare fra orrori, sopraffazione, ingiustizia e morte con umorismo e gusto per il surreale e la vendetta, porta i suoi bei frutti. Sempre apprezzabile la girandola di citazioni, Waltz (e il suo personaggio) sono adorabili, la comparsa simbolica di Wotan e quella sonora di Morricone ed Elisa lo sono altrettanto ma, a partire da come viene risolta la scena madre della cena nella Grande Casa di Candyland, è mia impressione, ma anche di certa critica, che nella seconda parte del film non si riesca a mantenere "l'altezza" della prima. Diciamo che da un otto e mezzo si plana ad un sette.

Non un semplice western, ma la storia del riscatto e della vendetta di un uomo, un uomo nero, nel bel mezzo della tratta degli schiavi, nel Sud degli Stati Uniti, dove gli afroamericani erano trattati – e considerati – alla stregua di carne da macello.

La ridicolizzazione della violenza è il messaggio più forte che arriva al di qua dello schermo (emblematica la sequenza degli uomini a cavallo incappucciati), quel sangue sui fiori di cotone è forse la più affascinante delle metafore inserite nel film da Tarantino. Il sangue che realmente in quelle piantagioni hanno lasciato quei poveri schiavi, viene trasformato dal regista nel sangue di un bianco. Il sangue di una rivalsa, di una vendetta che lentamente si attenua tra il bianco del cotone.
Valentina Orsini, CriticissimaMente



IL LATO POSITIVO - SILVER LININGS PLAYBOOK
Questo è il classico film che ti stampa un sorriso in bocca dopo che è finito.
Barbara Jurado, Cipolla pensierosa

Silver Linings Playbook è un film clamorosamente bello. O magari no. È solo che provoca un effetto positivo. Mi fa stare bene mi fa stare bene mi fa stare bene ma non è (per fortuna) una canzone di Biagio Antonacci. Più che un film, è una cazzo di terapia.
Cannibal Kid, Pensieri Cannibali

La regia, che è ancora più irrequieta e passionale del solito, con un uso “indisciplinato” dei movimenti di macchina che sembra richiamare l’incontinenza di Cooper; la capacità di costruire singole sequenze davvero memorabili (quasi tutte costruite su dialoghi serrati tra Tiffany e Pat, per esempio il loro primo disastroso appuntamento nel diner); e poi, una sceneggiatura piena di idee e di cuore che affronta lo scheletro della commedia sentimentale, i suoi limiti e anche la sua ricchezza, con intelligenza e sensibilità, pur sventolando una bandiera di indipendenza che forse non gli si addice del tutto.

Il film di Russell semplicemente si fa largo nel dominio della forma, verso un lido sconosciuto, prendendo di petto personaggi che provengono da un'altra galassia, personaggi che non vogliono né scendere a patti con questo mondo, né rivoltarlo, tentano di capirlo e di introdurre un loro verbo, di accucciarsi in una parte precisa di questo pazzo mondo che è il nostro, sperando forse inutilmente di trovarci un senso.

Esistenze strampalate condotte tra medicinali, gare di ballo e scommesse, momenti in cui i dolori sembrano prendere il sopravvento e altri in cui possiamo rilassarci. Questa è la vita, certo. Ma provate a viverla se siete bipolari e avete trovato vostra moglie nella doccia di casa vostra con un insegnante di storia. Normale che impazziate ogni volta che la radio trasmette la canzone del vostro matrimonio. Commedia dai toni grotteschi, ma mai superficiale, un assaggio di ottimo cinema.

Nel tentativo di riconquistare la moglie -alla quale non può comunque avvicinarsi- si imbatte in Jennifer Lawrence e... E queste cose qui succedono solo nei film! Che belli sarebbero, mentre tu corri, gli agguati di Jennifer Lawrence. Cioè dai, ma quando mai ad un certo punto nella vita... Vabbè. Lasciamo perdere.
Bartleby Corinzio, da Facebook

LES MISERABLES
La strada del ritorno è quieta e silenziosa, ma tu puoi riuscire ancora a sentirlo: è il fracasso di tavoli e sedie che volano giù dalle finestre, il vento delle bandiere issate sulle barricate per benedire il grido della rivoluzione, il fragore dei cannoni che si abbatte sul sogno di una generazione nata troppo tardi, o forse troppo presto; il cuore di Les Misérables di Tom Hooper continua a battere a lungo dopo la visione, un tamburo che risuona incessante nella testa e ti lascia dentro l'eco delle tantissime voci che animano l'appassionata storia firmata da Victor Hugo.
Alessia Carmicino, First Impressions

"I miserabili" di Tom Hooper appartengono alle cose del cuore, e come tali più che spiegati vanno sentiti ed anche compresi. Smaccatamente empatici, sono capaci di lasciare annichiliti per la forza dei loro sentimenti.
Nickoftime, I cinemaniaci

All'uscita dalla sala io e le mie compagne di visione siamo sbottate in un accesso di risa isteriche invocando un musical sui Malavoglia, con Hugh Jackman/Padron 'Ntoni che piange sui lupini perduti, spero che qualche cantautore particolarmente allegro come, che so, Riccardo Cocciante mi legga ed esaudisca il nostro desiderio.

Les Misérables è un bel film, epico ed emozionante, anche se forse a livello di regia avrebbe potuto/dovuto osare di più puntando all'eccellenza invece di limitarsi ad una trasposizione fin troppo aderente all'originale.

Cos'è un musical senza uno, dico, neanche uno straccio di coreografia? Niente dialoghi che non siano più di due parole ogni mezz'ora, e questa è una scelta stilistica in linea col musical originale, però in pratica i personaggi cantano anche quando tossiscono e starnutiscono e questo alla lunga provoca (in)sofferenza.
Lucien, La teiera volante

Ma perché diavolo cantate seeempreeeeeeeeee?
Vi fa così schifo parlareeeeeeeeee?
Non se ne può davvero piùùùùùùùù
e non mi resta altro che invocare Belzebùùùùùùù
Perché diavolo diavolo diavolo
diavolo diavolo diavolo
(tutti in coro) DIAVOLO DIAVOLO DIAVOLO
perché diavolo cantate seeempreeeeeeeeeee?
Qualcuno me lo vuol spiegar?
qualcuno me lo sa spiegar?
La la la la la lalaaa?
La la la la la la laaaaa?
Les Misérables ti mando fuori di testaaaaaaa.
Les Misérables ti fa gridare: “Ma bastaaaaaaa!”.
Cannibal Kid, Pensieri Cannibali

Mi è sostanzialmente piaciuto, sebbene alla fin fine ero stanca di sentirli cantare: sono ai lavori forzati? Cantano. Sono disperati? Cantano. Pregano? Cantano. Sono sul cornicione? Cantano. Sono feriti? Cantano. Stanno per morire? Cantano. Stanno pensando? Cantano. Lavorano? Cantano (provate voi a cantare sul posto di lavoro e vediamo cosa succede). Leggono le lettere? Cantano. Per fortuna non appare Napoleone che canta a Waterloo altrimenti avrei bestemmiato!!
Sailor Fede, Componente instabile

LINCOLN
A questo film manca (no, non la parola, quella c'è, eccome) il cuore.
E, esageriamo? Ma si dai, a questo punto... Daniel Day Lewis è bravo, per carità, ma... posso dirlo? A volte sembra quasi che gigioneggi un po'. Un po' troppo.

L'ultimo lavoro di Steven Spielberg probabilmente non è un capolavoro, né un'opera esente da difetti, né un film che passerà alla storia, ma ha quel talento, quello che solo poche grandi pellicole possiedono, di farti uscire dalla sala convinto di aver visto non uno, non due, ma tre film. E no, non mi riferisco alla durata, simpaticoni.
Ester Moidil, Delicatamente perfido

Essendo per la maggior parte del tempo dedicato ai delicati equilibri tra potere legislativo e potere esecutivo, finisce con l'essere poco appassionante, sebbene non possa negarsi che rappresenti un'ottima lezione di storia e di ars politica moderna e contemporanea.
Antonella Buzzi, Ho voglia di cinema

Piccola parentesi sul doppiaggio: ma, Favino? Ma che cazzo ti eri mangiato quando doppiavi Abe? Un pupazzo squittante per cani?

Ne esce un film arduo, sì, ma dotato di una forza espressiva capace di spezzare le catene dell'insofferenza. Quelle stesse catene da gettare a mare, in un modo o nell'altro, per cancellare l'onta della schiavitù, porre un termine alla guerra, e correre finalmente verso la libertà. I vote Yes.
Alessio Gradogna, Cinemystic

C’è una splendida storia, una delle più avvincenti della Storia americana, che ci racconta di un personaggio coraggioso come Abraham Lincoln. Paradossalmente, a mancare al film è proprio il coraggio.
Lincoln il Presidente osava.
Lincoln il film se la fa sotto.
Cannibal Kid, Pensieri Cannibali

RE DELLA TERRA SELVAGGIA (BEASTS OF THE SOUTHERN WILD)
Queste Bestie del profondo Sud, che giungono macinando Spazio e Tempo neanche suonassero la carica per una rivincita rispetto ai millenni passati lontane dalla Storia, paiono giunte per scuotere il mondo intero – del Cinema, e non solo -, e nel loro incontro con Hushpuppy che si pone di fronte alla loro cavalcata c’è tutta la potenza della settima arte, da I 400 colpi a Take shelter.
Mr. James Ford, WhiteRussian

Quei grossi e ringhiosi Aurochs non solo non fanno più paura ma, in confronto ad Hushpuppy, appaiono piccoli cinghialetti d'allevamento che senza molti convenevoli, dopo aver devastato in lungo a in largo, se ne tornano nel loro inferno con la coda tra le gambe annientati su tutti i fronti da un piccolo pezzetto di un grande universo.

Un dramma neorealista?
Un ritratto socio-antropologico?
Una riflessione sull’uragano Katrina e sulle macerie che ha lasciato?
Beasts of the Southern Wild è più un… fantasy. Ebbene sì. Niente hobbit, solo una pellicola magica, con la macchina da presa che guarda sempre dal basso, ad altezza di bambino. Ad altezza della straordinaria bambina protagonista, Quvenzhané Wallis, una che un agente bravo del mondo occidentale, del mondo al di sopra del Southern Wild, gli consiglierebbe subito di trovarsi un nome d’arte perché Quvenzhané ci va una laurea in lingue soltanto per tentare di pronunciarlo correttamente.
Cannibal Kid, Pensieri Cannibali

Uno dei motivi per cui amo il Cinema è questo: è uno dei pochi “luoghi” dove la fantasia può correre totalmente libera e svincolata. Zeitlin è sicuramente un sognatore: il modo in cui Hushpuppy si muove nel mondo (con curiosità, stupore, paura, rabbia…) è meravigliosamente “infantile” (mi è sembrato quasi di rivivere i giochi delle elementari, quando una serra di olivi diventava un enorme bosco selvatico), e solo qualcuno in grado ancora di vedere con gli occhi della fanciullezza poteva trasmetterlo con tanta precisione; al contempo rivela una maturità nascosta, uno sguardo più consapevole, una forza in fieri che la bambina saprà trovare dentro di sé nel corso della sua vicenda, mostrando letteralmente i muscoli alle difficoltà, ed ergendosi fiera davanti a bestioni grossi dieci volte tanto, fino a far capire loro chi comanda, chi è “l’uomo”.

Re della terra selvaggia è un bel film o una furbata? Rispondetemi perché questo film io l'ho odiato. Perché questo film io l'ho amato. Questo mio dualismo non avrà fine. Pace.
Denny B, Scrivenny

VITA DI PI (LIFE OF PI)
Che vita di Emme, la vita di Pi.
Il protagonista di questo film, un ragazzo indiano figlio del proprietario di uno zoo, si fa chiamare Pi, stufo di essere preso per il Ci per via del suo nome completo: Piscine Molitor, in onore di una piscina pubblica di Parigi. Certo che i genitori devono essere dei bei Bi per dare un nome del genere al figlio.
Cannibal Kid, Pensieri Cannibali

ll protagonista è convinto che il suo ascoltatore alla fine della storia si convinca dell'esistenza di Dio. Lo spettatore invece si convince della grandiosità del cinema grazie a un film capace di coniugare grande spettacolo, abilità tecnico-artistiche e riflessioni.

Vita di Pi è davvero una gran bella storia, che funziona a tutte le latitudini e per tutte le età, proprio in nome dell'universalità di ciò che racconta: il percorso di avvicinamento tra due creature apparentemente nemiche che provano a 'sopportarsi' a vicenda per cercare di sopravvivere, scoprendo a un certo punto di non poter fare a meno l'una dell'altra: una parabola chiara e senza possibilità di errore sull'importanza della tolleranza e dell'integrazione tra razze, culture e religioni diverse.

Un'epica e incantevole avventura cinematografica e umana alla scoperta del misticismo, della spiritualità, della religione. Un viaggio indimenticabile fino ai vertici del cinema più puro e inimmaginabile. Sotto quello che può sembrare un polpettone religioso e buonista sulla ricerca di se stessi, in realtà è nascosto molto di più.
Malikontas, Il mondo a parte

È davvero pazzesco come il cinema internazionale di facile fruizione sia sceso di livello a tal punto da gridare al capolavoro per ogni puttanata proposta. Sopratutto se si tratta di un miscuglio nonsense di generi che vanno dal drammatico al fiabesco passando per il fantastico con leggeri spruzzi di riflessioni religiose, messi lì a caso come le palle dell'albero di natale. […] Ma da quando il cinema è diventato un luna park per marmocchi poco evoluti? Maledetto Green Screen...

Un film discreto, che si guarda con piacere ma che, secondo me, cade troppo spesso nella trappola del melenso e retorico a ogni costo. Dio mi perdonerà. Un dio qualsiasi mi va bene.
Una cosa è sicura: dopo 'sto film qualcuno si farà ammazzare da una tigre. Ipse Dixit.
Fabio Di Felice, Panino al salame

ZERO DARK THIRTY
Zero Dark Thirty pur durando due ore e quaranta sembra passare in un attimo: i dialoghi serrati , le esplosioni di violenza improvvisa, il montaggio stringato al servizio di una regia senza tanti fronzoli ma di rara efficacia possono arrivare a rappresentare l'estasi del cinefilo militante.
Due ore e quaranta ma ne vorresti ancora.

Siamo di fronte a un cinema esaltante, dove nulla è stato lasciato al caso, dove un led o uno spiraglio di luce vengono adoperati per illuminare l'ambiente. La Bigelow, in poche parole, crea una delle migliori sequenze action viste negli ultimi anni, senza praticamente mostrarci quasi niente.
Frank Manila, Il cinema spiccio

Partendo dallo schermo nero, con le chiamate e i servizi televisivi sulla tragedia di New York a riempire il vuoto, si parte per una vera e propria escursione storica, dove si toccano l'esplosione nella metro di Londra, il camion bomba nell'hotel Marriot di Islamabad, l'attentato nella base della CIA in Afganistan. In tutti questi anni e in questi luoghi si muove Maya, agente in servizio che mette la sua intera vita al sevizio dell'agenzia. E' lei la protagonista assoluta del film, incarnata alla perfezione da Jessica Chastain che ne fa un personaggio scomodo, certo, ma risoluto e assolutamente dedito al lavoro.
Lisa Costa, In Central Perk

In Maya/Jessica Chastain possiamo vedere la regista Kathryn Bigelow e il suo riuscire a farsi strada in un ambiente al maschile come quello di Hollywood.
Ma Maya/Jessica Chastain è anche e soprattutto l’America. L’America ossessionata dalla guerra al terrore, alla ricerca di un fantasma che sembra sparito nel nulla. In questo film, nel suo personaggio, ci sono tutti gli Stati Uniti degli ultimi dieci anni. Un’ossessione che diventa unico scopo nella vita e annulla il resto. Maya non ha nessun vero contatto umano. Zero Dark Life.
Cannibal Kid, Pensieri Cannibali

Kathryn Bigelow è una regista. Nella fattispecie è la regista di questo film, Zero Dark Thirty, e di tanti altri, uno più bello dell’altro.
E sì, è una donna.
Ma non mi metterò a dire che questo è il cinema di guerra al femminile. Non farò distinzioni retoriche. Perché pur essendolo, non lo è. E trovo la definizione precedente infinitamente riduttiva.
La verità è che Kathryn Bigelow è una regista dal talento encomiabile. E sì, è anche una donna. Bella, per giunta. Ma questo non aggiunge nulla, né sottrae nulla alla sua bravura, che è tale da surclassare molti suoi colleghi, per lo più uomini.
Per cui, a mio parere, sarebbe giusto dire semplicemente che è una regista coi controcazzi.
Germano Hell Greco, Book and Negative

A fine proiezione, una coppia dietro di me, discutendo del film, ha tirato fuori la seguente perla:
Lui: “Però è girato bene”
Lei: “Avrà imparato dal marito”
Posso dirvelo che non avete capito e molto probabilmente non capirete mai un cazzo?



A domani, con tutte le previsioni e i preferiti cannibali agli Oscar 2013…

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