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sabato 22 novembre 2014

WORDS AND PICTURES, SONO PIÙ POTENTI LE PAROLE O LE IMMAGINI?





Words and Pictures
(USA 2013)
Regia: Fred Schepisi
Sceneggiatura: Gerald Di Pego
Cast: Clive Owen, Juliette Binoche, Valerie Tian, Adam DiMarco, Josh Ssettuba, Navid Negahban, Bruce Davison, Amy Brenneman, Keegan Connor Tracy, Tanaya Beatty
Genere: scolastico
Se ti piace guarda anche: The English Teacher, L'attimo fuggente, La classe, Detachment - Il distacco, L'onda, Il papà migliore del mondo, I liceali

Words and Pictures è un film che parla del confronto/scontro tra parole e immagini.
Sono più efficaci le prime o più potenti le seconde?
La risposta varia a seconda delle occasioni.

Per raccontarvi la trama della pellicola, ad esempio, è meglio usare le parole.
Clive Owen è un talento letterario non del tutto espresso che fa il frustrato professore di lettere in un liceo di una cittadina di provincia. Secondo qualcuno ha un problema con l'alcol, secondo lui invece non è un problema, “è un hobby”. La sua vita senza troppi stimoli subisce una scossa con l'arrivo come insegnante di arte di Juliette Binoche, pittrice di fama mondiale che se la tira poco. Anche lei ha qualche problemino, non con l'alcol, ma fisico. Tra i due nasce un rapporto conflittuale. Intendo letteralmente conflittuale. I due cinici prof usano i propri allievi per una battaglia personale a sostegno delle loro opposte tesi: secondo Juliette Binoche le immagini hanno un valore maggiore rispetto alle parole, mentre Clive Owen sostiene il contrario. I due si sfidano così a colpi di compiti e iniziative che stimoleranno gli studenti della scuola, oltre che loro stessi, come non accadeva da molto tempo. Cosa succederà poi tra i due scontrosi insegnanti? Il loro rapporto di odio si trasformerà in amore?

Per presentarvi meglio i due protagonisti, a questo punto le immagini sono più efficaci.
Ecco Clive Owen alle prese con il suo hobby preferito.

Ed ecco Juliette Binoche in tutto il suo radicalchicchismo artistico.

Per un giudizio sul film, è più semplice tornare alle parole.
Words and Pictures è una pellicola che si va a infilare alla perfezione nel filone dei film sulla scuola, di cui L'attimo fuggente rappresenta il modello irraggiungibile, e di cui più di recente si sono visti altri validi rappresentanti, come Il papà migliore del mondo sempre con Robin Williams, oppure The English Teacher con Julianne Moore e Detachment - Il distacco con Adrien Brody. Pellicole che, più che sugli studenti, si concentrano sui professori. Qui sta il pregio, così come il limite principale di questo Words and Pictures. Punta tutto sui due insegnanti protagonisti e loro non deludono. Clive Owen dopo la strepitosa interpretazione in Closer  di Mike Nichols è sempre rimasto una promessa del cinema non del tutto mantenuta ma qui, riprendendo un po' quel memorabile ruolo da stronzone sbruffone, convince parecchio. Così come Juliette Binoche, che non ho mai sopportato molto, è azzeccata nella parte della prof di arte stronza, sarà un caso? E sarà un caso che le prof di arte in genere sono tutte stronze?
In questo One Man & One Woman Show non vi è però spazio per nessun altro, con tutti i personaggi comprimari che rimangono sullo sfondo, in particolare i poveri studenti che non riescono a emergere al confronto delle due ingombranti figure dei professori. Sembra una rappresentazione perfetta del mondo di oggi: i vecchi non ne vogliono proprio sapere di farsi da parte per lasciare spazio ai giovani. Al di là di questo, il film offre anche e soprattutto vari spunti per ragionare sul confronto tra letteratura e arti visive.
Words and Pictures è un film che stimola a livello intellettuale e in più è una commedia che si lascia guardare con grande piacere. Tutto bene, quindi?
Per due terzi sì. Peccato che poi nella parte finale la pellicola svacchi del tutto.

ATTENZIONE SPOILER
Innanzitutto, il rapporto tra Clive Owen e Juliette Binoche prende una piega sentimentale. Svolta del tutto prevedibile e scontata che invece veniva ad esempio evitata con grande intelligenza nella migliore non-commedia romantica dell'anno, Tutto può cambiare con Mark Ruffalo e Keira Knightley.
Se questa scelta di sceneggiatura è d'altra parte inevitabile nel 90% dei film di questo tipo e quindi si può ancora perdonare, ciò che fa davvero girare le scatole è il moralismo e il buonismo in cui scade tutta la parte conclusiva. Il film se la prende facilmente con l'alcol, visto come unica causa dei problemi di Clive Owen e non come il sintomo di qualcosa di più profondo, e in più la sfida Parole VS. Immagini si risolve in un fabiofaziesco pareggio e in un fastidioso volemose bene finale.
FINE SPOILER

Words and Pictures è allora un film assolutamente guardabile, da consigliare soprattutto agli appassionati di pellicole a tema scolastica, però è anche un'occasione mancata per realizzare una riflessione davvero efficace sull'insegnamento e sull'arte, anziché la solita scontata romcom. Tutta colpa della mezz'ora conclusiva. Come rendere meglio l'idea?
Per descrivervi la parte finale della pellicola, credo che un'immagine valga, come si suol dire, più di mille parole.

(voto 6-/10)

domenica 3 agosto 2014

THE LEFTOVERS E IL MISTERO DEI POST SCOMPARSI NEL NULLA





The Leftovers
(serie tv, stagione 1, episodi visti finora 1-5)
Rete americana: HBO
Rete italiana: Sky Atlantic
Creata da: Damon Lindelof, Tom Perrotta
Ispirata al romanzo: Svaniti nel nulla di Tom Perrotta
Cast: Justin Theroux, Amy Brenneman, Margaret Qualley, Chris Zylka, Christopher Eccleston, Liv Tyler, Ann Dowd, Emily Meade, Carrie Coon, Michael Gaston, Max Carver, Charlie Carver, Frank Harts, Amanda Warren, Annie Q.
Genere: misterioso
Se ti piace guarda anche: Les Revenants, Twin Peaks, Lost

Avevo scritto un post bellissimo dedicato alla nuova serie HBO The Leftovers. Peccato sia sparito. Dove?
Nessuno lo sa. Un giorno, il 2% dei post di tutti i siti del mondo è scomparso. Svanito nel nulla.
Da allora, il web non è più stato lo stesso. Noi autori di blog vaghiamo per la rete con lo sguardo assente. Non ci fidiamo più di nessuno. Continuiamo a fare copie di backup dei nostri pezzi, spaventati dal fatto che si possa ripetere di nuovo qualcosa del genere. Quell’esperienza ormai ci ha cambiati per sempre e non potremo mai dimenticare quei meravigliosi post andati perduti.
A dirla tutta, in quel 2% di pubblicazioni c’erano anche un sacco di schifezze che non mancheranno a nessuno, ma questo non importa. Niente può cancellare il dolore per aver perso per sempre le nostre opere.

Anche sforzandomi, non riuscirò più a scrivere un post meraviglioso quanto quello che avevo preparato con tanto amore su The Leftovers. Era un pezzo che univa l’asciuttezza stilistica di un Ernest Hemingway, il sarcasmo di un giovane Bret Easton Ellis, l’epicità di un William Shakespeare, la solennità di Giovanni, Matteo, Luca e Marco ovvero Gli Evangelisti all-stars, la spudoratezza commerciale di un Dan Brown, la poetica di un Giacomo Leopardi e la libertà espressiva di un Allen Ginsberg, il tutto scritto in terzine incatenate di versi endecasillabi come la Divina Commedia.
Adesso quelle stesse parole non mi vengono più. Perché è davvero difficile descrivere il fascino di una serie come The Leftovers a chi non l’ha mai vista. Al suo interno si respira un’aria malsana. In ogni scena traspare il senso di angoscia esistenziale dei suoi protagonisti. Non passa un momento in cui non si venga presi da un’inquietudine di quelle vicine alla visione di Twin Peaks o Les Revenants. Allo stesso tempo c’è anche una splendida costruzione del mistero che ricorda Lost. Non è certo un caso che il co-creatore della serie, insieme al Tom Perrotta autore del libro Svaniti nel nulla da cui è tratta, sia Damon Lindelof, una delle tre menti deviate e geniali che ci hanno regalato il cult con Jack, Kate, Sawyer, Hurley, Locke e tutti gli altri.

Questi riferimenti possono essere però fuorvianti e far pensare a un prodotto derivativo. Nonostante le vicinanze con queste e ad altre serie (FlashForward, The 4400, Resurrection etc.) e oltre alla regia nei primi episodi di Peter Berg che rimanda col pensiero a Friday Night Lights, The Leftovers brilla di luce propria. Ha una sua identità precisa e ben definita, di quelle che le sole parole non bastano a descriverla. Bisogna vederla, bisogna sentire le splendide musiche composte da Max Richter, quello della grandiosa colonna sonora di Valzer con Bashir, bisogna viverla. Insieme alla sua gente, insieme ai suoi personaggi, come i tizi della setta che non parlano ma fumano soltanto come delle ciminiere tutto il giorno, o come il capo della polizia interpretato da Justin Theroux. Sì, proprio quel tipo che tutti ci chiedevamo che fine avesse fatto dopo essere stato il protagonista maschile del capolavoro Mulholland Drive di David Lynch e poi si è scoperto che non era sparito proprio nel nulla, ma si stava ciulando Jennifer Aniston.

Poi c’è Liv Tyler. Dov’era finita pure lei? Boh, dopo i video per gli Aerosmith del paparino Steven, Armageddon e Il signore degli anelli nessuno l’ha praticamente più vista per anni e ora rieccola qua, con un fascino più maturo, più misterioso. Inoltre ci sono un sacco di personaggi teen, personaggi teen inquietanti, personaggi teen che si masturbano mentre si fanno strangolare, personaggi teen che non sono i soliti bimbiminkia delle serie adolescenziali. Tra loro spiccano Chris Zylka che fino a poco fa nelle serie bimbominkiose ci sguazzava (The Secret Circle e Twisted), così come i gemelli Max e Charlie Carver di Teen Wolf, in più c’è la gnocchetta Emily Meade e soprattutto la splendida rivelazione Margaret Qualley, che con quei suoi occhioni tristi sembra una versione aggiornata di Lara Flynn Boyle AKA Donna Hayward di Twin Peaks.
E infine ci sono i cani. Quali cani?
Sembrano quelli di una volta, eppure non sono più i nostri cani.

Non avete idea di cosa sto dicendo?
C'è un unico modo per rimediare. Se ancora non avete visto The Leftovers, guardatela. È una delle cose migliori che passano quest’estate sulla tv americana e pure su quella italiana, grazie a Sky Atlantic. Quando lo farete, vi sentirete come se aveste recuperato qualcosa. Qualcosa che era andato perso per sempre e nessuno sa perché.
Adesso vado a fare una copia di backup di questo post. Che non si sa mai.
(voto 8/10)

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